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mercoledì 25 novembre 2009

Arriva lo scudo fiscale

Come succede spesso in questo italico stivale che si protende dalle algide Alpi fino alle calde acque del mediterraneo, la nazione va avanti per "tranche", per argomenti o, potremmo meglio dire, per tormentoni.

Processo breve, influenza A, la morte del trans.....
E tra questi lo scudo fiscale.

Cos'è lo Scudo Fiscale?
Beh, a fianco c'è una vignetta che lo spiega.
E il mio post è finito.

Si, lo so, tratto in modo dissacrante un argomento serio come il denaro, come le tasse, i provvedimenti di questo governo.
NO!
Il mio scopo è solo quello di portare economia e finanza nella giusta prospettiva ovvero di argomenti e materie calate nella vita di tutti i giorni, prive di sofismi e di inacessibilità.
Non parliamo di filosofia trascendentale, parliamo di come e dove vanno i soldi, di come si gestisce la giornata, si fa la spesa.... insomma, ci siamo capiti.

Lo scudo fiscale è un provvedimento che ha lo scopo di invogliare chi ha portato all'estero capitali non dichiarati a riportarli in Italia con una tassazione veramente minima, attualmente il 5%.
Intenzione del governo con questo provvedimento è rastrellare risorse cercando di tassare (quasi niente) montagne di denaro che sono già sfuggite al setaccio contributivo.
Le intenzioni sembrano buone ma l'inferno, come si dice, è lastricato di buone intenzioni.

Il sospetto, da più parti, è che l'attuale governo spesso attui provvedimenti che beneficiano un gruppo di italiani ma che tra questi italiani vi sia sempre LUI, ovvero il presidente del consiglio, mr. rockstar (vedi ANSA) Berlusconi. E anche molti dei suoi accoliti e dignitari.
La strategia, dicono sempre i ben informati, è che se vuoi attuare un provvedimento che ti favorisce, creando una legge Ad Personam, basta mostrare che questo provvedimento, per quanto sia vantaggioso per te, lo è anche per migliaia di italiani o per l'Italia.
Così ti metto il digitale terrestre che è utile (!!!!!), che fa questo e quello. E' per l'Italia. Poco importa se il gruppo aziendale che maggiormente se ne sta beneficiando sia proprio Mediaset.
Vivo in Sardegna e la mia regione è da 2 anni già entrata in questo mondo digitale terrestre.
Quando il segnale partì, STRANAMENTE, Mediaset era già pronta! Tecnologicamente e professionalmente. E già incassava i soldi vendendo film e partite.
La Rai, teoricamente più televisione di stato, non trasmetteva neppure.... che coincidenza!

Ma non siamo qui per parlare di tecnologia ma di Scudo Fiscale.

Lo scudo fiscale è un'ignominia. Questo il parere del blog.
Anche perchè io non sono un giornalista e non devo rimanere imparziale. Ma imparziale de che?

Chi di voi lettori è un operaio o un piccolo professionista, sa quanto sia stritolato da tasse, balzelli e imposte.
Quando un provvedimento è contrario alla migliore sopravvivenza di un gruppo, esso è sbagliato.
Non importa quanto sembra essere il male minore.
Basta riflettere solo su un punto:
se si puniscono i comportamenti positivi e onesti e si premiano i comportamenti distruttivi e disonesti, SI OTTERRANNO SEMPRE PIU' COMPORTAMENTI DISTRUTTIVI E DISONESTI.

Questa ferrea legge è evidente per se e chiunque la riconoscerà come vera. A meno che non sia una di quelle persone che già da tempo attua uno di questi comportamenti distruttivi o disonesti.
Il piccolo vantaggio di incassare qualche miliardo di euro (che verranno poi usati male dal governo) non è sufficiente a ripagare l'ENORME danno all'onestà dei cittadini e alla fiducia nel convivere civile in questo stato.
Questo punto non lo esaminano.
Esaminano solo gli introiti in denaro.
A parte che, da più parti, si sollevano obiezioni sulla possibilità che questi capitali realmente rientrino in Italia. Qualcuno dice che addirittura li si può "scudare" e lasciare all'estero.
Non ho letto la legge e neppure voglio farlo.

Conclusioni: continuiamo a permettere che onestà e correttezza siano i fattori dominanti e sempre più tasse dovremo pagare. Non meravigliatevi che il prossimo anno le imposte e le tasse aumenteranno. Il circolo è vizioso.
Perchè sempre più persone saranno portate a "fare le furbe" e questo comporterà che il peso delle tasse verrà diviso fra sempre meno persone.

E guardacaso queste meno persone sono proprio le più indifese e spesso le più oneste.

E anche in questo caso
per Aspera ad Astra!

sabato 14 novembre 2009

E' giusto pagare le tasse?

Non voglio fare una domanda provocatoria e banale ma riflettere a fondo e con serietà sul problema.

Quello che, dal mio punto punto di vista, sta accandendo è che a furia di parlarne o straparlarne, discuterne e urlarne l'argomento sia diventato stantio e finto, ormai lontano dal concetto fondamentale della cosa.

Facciamo un passo indietro.
E per farlo cerco di immaginarmi una società o lo stato di cui stiamo parlando come un semplice villaggio con intorno monti, campagne, campi, fiumi e boschi.

Questo villaggio è composto di poche migliaia di uomini. Ci sono uomini adulti che sono adatti a lavorare e donne adulte adatte a curare la casa e la famiglia.
(Non me abbiano a male le lettrici di questo blog per questo esempio. Non voglio discriminare o offendere nessuno ma è giusto per rendere la cosa estremamente semplice! Quindi gli uomini del villaggio lavorano e le donne gestiscono casa e bambini).
Ogni abitante del villaggio ha un suo compito, più o meno. Ci sono pescatori del vicino lago e cacciatori nel vicino bosco. Ci sono coltivatori e pastori. Ci sono i carpentieri e i falegnami. Ci sono coloro che cuciono e coloro che fabbricano. C'è anche qualcuno che fa arte e qualcuno che si occupa degli aspetti spirituali. C'è il maestro del villaggio e così via. Ovviamente ci sono coloro che si occupano della sicurezza interna e coloro che amministrano le esigenze complessive del villaggio stesso.

E qui veniamo al punto.

Quando si vive in comunità ci sono dei costi che la comunità deve affrontare per organizzare e gestire necessità collettive.
Il villaggio potrebbe avere bisogno di mura di cinta a protezione da possibili attacchi esterni.
Non serve solo ad un abitante ma a tutti. Chi dovrebbe contribuire? Tutti, è ovvio.
Se nel vicino fiume deve essere fatta una diga e delle condotte per portare l'acqua al pozzo interno del villaggio, chi deve contribuire? Tutti, è ovvio.
Ma in che misura? E in che modo?

In un piccolo villaggio è facile verificare chi contribuisce e chi no.
In un piccolo villaggio è molto probabile che un perdigiorno e fannullone non verrebbe tollerato che per un piccolo lasso di tempo. Dopo di ciò verrebbe allontanato dal villaggio.
Perchè?
Perchè sarebbe un parassita. E non lavorando probabilmente si dedicherebbe ad attività contrarie alla buona sopravvivenza del villaggio stesso.

In un piccolo villaggio la relazione fra ciò che l'abitante contribuisce e i benefici che egli ottiene sono facilmente visibili. E questo facilità le cose.
E' probabile che i contributi a progetti comuni vengano fatte su una base volontaria. Cioè potrebbe capitare che ognuno dona ciò che ritiene opportuno in base all'importanza della cosa e in base alle proprie capacità contributive (parliamo anche di contributo in lavoro).
Una cosa del genere accade ora quando, a seguito di qualche disastro, scatta la corsa ai soccorsi tramite donazioni.... Vedi Tsunami o terremoto in Abruzzo.

E' giusto pagare le tasse? La risposta è definitivamente si.
Ma questo forse era scontato.

Quello a cui voglio arrivare è: è giusto pagare le tasse in un paese come l'Italia? O meglio, le tasse che noi paghiamo in Italia sono giuste? E' giusto che chi più contribuisce come lavoro alla collettività debba anche pagare con tributi monetari?
Si capisce dove intendo arrivare.....?

Questo ci pone in un altra ottica e di questo parleremo nel prossimo post.

Grazie e buona settimana a tutti.

giovedì 12 novembre 2009

Perchè è diventato così duro avere dei prestiti?

Salve, molto spesso ci si chiede come mai si è giunti ad una certa situazione.
Normale per gli individui della razza homo sapiens.
Per quanto riguarda il finanziamento delle famiglie e delle imprese, sono molti mesi che ci interroghiamo (un pò tutti) sul perchè sia diventato così duro ottenere dei prestiti......


La risposta è plurima.


In primo luogo forse qualcuno ha abusato del sistema. Ogni qualvolta si porta agli eccessi un sistema in equilibrio, tale equilibrio si spezza e il sistema si sposterà alla ricerca di una nuova posizione di equilibrio.
Negli scorsi anni l'accesso al credito è stato effettivamente abbastanza semplice per chiunque avesse un reddito dimostrabile. Banche e finanziarie si sono fatte molta concorrenza e hanno aperto le porte a molteplici figure professionale. Anche chi lavorava da poco e chi non aveva redditi consistenti è stato finanziato. Magari con piccoli finanziamenti e sicuramente con tassi e costi elevati ma accadeva....


Poi qualcuno ha cominciato ad impegnarsi per somme per cui non riusciva a far fronte. E poi le stesse finanziarie hanno, forse, esagerato nella stima dei rischi.


Di conseguenza un aumento dei finanziamenti non rimborsati regolarmente ha reso le finanziarie più prudenti. Più prudenti negli importi e nei criteri di finanziabilità.


A questo si aggiunge, il secondo fattore e cioè l'incredibile crisi finanziaria mondiale che partita nel 2008 negli Stati Uniti, è esplosa anche in Europa e in Italia in questo 2009.


Morale: molte banche e finanziarie hanno scoperto che non è conveniente per loro esporsi troppo nel finanziarie situazioni a rischio.
Così, se nel 2007 il rischio nel finanziare un dipendente neo assunto era un valore x%, adesso quel rischio è diventato x% per 4 volte.
Se nel 2007 si potevano finanziare tranquillamente gli extracomunitari che lavoravano perchè la loro insolvenza era bassa, adesso è quasi impossibile finanziare costoro, soprattutto se neo-assunti o autonomi.


Cosa ci aspettiamo per il futuro?
Sicuramente si prospetta il raggiungimento di un nuovo punto di equilibrio.
Un punto di equilibrio in cui i clienti conosceranno meglio quali caratteristiche occorre avere per ottenere un prestito.
Sicuramente se il mercato si riprende e se si riprende (soprattutto) la fiducia di imprese e consumatori, i rubinetti del credito si ri-apriranno.
Grazie per l'attenzione e alla prossima...

venerdì 28 agosto 2009

Ripresa dell'economia

Dopo le agognate vacanze (ci sarebbe da fare una riflessione su quanto le vacanze siano un vero momento di pausa e godimento del proprio tempo libero o anch'esso un semplice marchingegno del pazzo mondo del moderno sistema economico), ci ritroviamo a ridosso di una nuova stagione lavorativa.
Arriva settembre, i palinsesti televisivi, ancor prima del resto, ci informano che la vita così come la conoscevamo sta per tornare alla normalità.
I parametri si ri-assestano e tornano normali.

Lo farà anche l'economia di questo spaesato mondo occidentale?

Da più parti si sente parlare di "fine della crisi" e "ripresa, seppur lenta, dell'economia".
Onestamente sono diviso fra due approcci diversi e opposti.
Il primo è il classico approccio qualunquista del 99% di noi e cioè: speriamo che tutto torni come prima, che il lavoro torni a decollare, che i soldi ritornino a girare, etc.
Il secondo è un approccio un pò più sconsolato che parte dal principio che forse questa "crisi" è durato anche troppo poco.

Il secondo approccio è dovuto al desidero di vivere finalmente un'economia più sana costituzionalmente in cui effettivamente le persone abili e volenterose riescano a godere dei frutti del loro lavoro.
Dico che, forse, la crisi sia durata troppo poco non perchè non abbia creato danni. Li ha fatti. Io sono uno di quelli che ne ha patito completamente i risvolti visto che lavoro come agente in attività finanziaria. Per quasi un anno circa, i miei interlocutori bancari hanno operato in una specie di manicomio distruggendo il mio lavoro fatto di professionalità e cura del cliente.
Nessuno mi venga a dire che la "crisi" non mi ha toccato.
Ma visto che mi ha e vi ha toccato, sarebbe stato bello che, visto che eravamo in ballo, la cosa prendesse quota in modo da creare nelle persone uno stato d'animo volto a voler finalmente cambiare le cose, stufi del solito andazzo.

Invece, credo che presto, se l'economia rientra, molti rientreranno nel loro sonno dormiente e proseguiranno quasi come se niente fosse accaduto.
Molte persone perderanno il lavoro (qualcuno lo ha già perso). Perdere il lavoro è una tragedia in questa società ma non dovrebbe esserlo in una buona società. Se si perde un lavoro significa che la necessità che una società ha di quella particolare mansione è scesa e che nuove figure professionali debbano essere create.

Nell'800 vi erano degli omini che giravano per le città a accendere i lampioni a petrolio. Vi erano gli spazzacamini e tante altre figure professionali che ora non esistono più.
Il problema è se la società ti abbandona dopo che tu (con famiglia a carico magari) hai dato le tue abilità a quella professione.
Ma di questo riparleremo.

Spero di far diventare questo blog una fucina di idee per voi. Magari è presuntuoso da parte mia ma spesso riesco a farlo con i miei clienti e non vedo motivi per non provare con voi lettori.
D'altronde cerco solo di condividere con voi pensieri e emozioni. Riguardo al denaro e dintorni.

Alla prossima e grazie per l'attenzione.

lunedì 10 agosto 2009

PAUSA ESTIVA


Scrivo questo blog profondamente dispiaciuto per la mia assenza in questo periodo.
Ho pensato, pur con l'arrivo delle ferie e dell'estate di riuscire a gestire questo blog con costanza ma la cosa si è rivelata praticamente impossibile.

Non riesco ad aggiornare quotidianamente la classifica e fornire ai miei lettori le notizie che servono e che sono importanti.
Ho preso quindi la decisione di mandare in "vacanza" il blog almeno fino al giorno 20 di agosto.
Il mio rientro al lavoro e in ufficio sarà il giorno 24 e in realtà solo da quel giorno potrò nuovamente essere costante nei monitoraggi.
In questi giorni infatti non riesco neppure a monitorare bene i miei investimenti.
Semplicemente non ho il computer sottomano e ogni sera c'è qualche motivo per cui non mi è possibile dedicare del tempo a questo blog.
Sapete, com'è....
Anche la famiglia e gli affetti hanno le loro necessità.


Mi scuso quindi con tutti i lettori.
Personalmente il mio consiglio è di sospendere gli investimenti fino a fine mese. E' un periodo strano il periodo vacanziero. Lo avrete notato vedendo quanti e quali scam si stanno susseguendo.
Mi scuso moltissimo anche con chi mi ha scritto e non ha avuto risposto da me.
A qualcuno sono riuscito a rispondere.
Altri, che mi proponevano mail più complesse e che necessitavano di più di 2 minuti per rispondere, sono stati ignorati momentaneamente per dedicare loro del tempo in un altro momento.
Ma questo momento non è arrivato.

Se leggete il blog, vi porgo le mie scuse. Che prima o poi porgerò anche via mail.


Spero passiate un buon ferragosto.

Per ora passo e chiudo e vi ringrazio per l'attenzione e l'affetto.

venerdì 10 luglio 2009

Indignamoci!: l'inps

Perchè oggi voglio parlare di INPS?
Giusto perchè inauguro oggi una rubrica (ne ho in mente alcune) e, putacaso, partiamo con l'inps.

La rubrica che inauguro oggi vuole essere un campanello d'allarme su alcune questioni, che in un modo o nell'altro sono legate al denaro.
Parliamo di denaro e dintorni, giusto? Questi sono i dintorni.....

INPS: che vor dire? Inps sta per Istituzione Nazionale Per Sodomizzarti (senza che tu riesca a capire da dove viene il dolore......)
Non mi dite che INPS significa altro perchè vi censuro!!!

A parte gli scherzi, vorrei spostare la vostra attenzione su questo meccanismo pazzoide e schizofrenico che invade le nostre vite e che le persone tollerano.
Indignamoci! (per cominciare... almeno)

Io penso che chi non si indigna dinnanzi all'INPS non ha ben compreso come funziona questo mostro.
Io sono un libero professionista e pago l'inps dai miei ricavi.
I miei versamenti inps vanno a costituire la base della mia futura pensione. Lasciamo adesso perdere se la pensione la vedrò o meno. Lasciamo perdere.

Io mi indigno perchè ho uno stato che mi impone un versamento FORZATO per riscuotere dei soldi che sono MIEI per ridarmeli domani.
Lo stato parte dal presupposto che ora sono in forze devo versare i MIEI soldi per quanto non sarò in forze. Ma che carino! Ma pensa che buono.....
Lo stato si preoccupa di me.

Ma poi quando ho bollette da pagare, quando il lavoro non gira e mancano i soldi a fine mese, quando voglio creare impresa e servono capitale dove c...o è lo stato?
Che IPOCRISIA!
Perchè tu stato non mi fai educazione finanziaria?
Perchè non mi insegni a scuola, quando sono giovane, come i soldi vanno gestiti e mi insegni che è meglio che mi garantisca una copertura quando non sarò più in grado di pagare?

Dove è l'INPS quando il piccolo commerciante o libero professionista è in difficoltà?
C'è forse la cassa integrazione?

La verità nuda e cruda è che pochi che producono a costi esorbitanti in termini di tempo, denaro e sforzi personali mantengono i molti, dei quali molti altrettanti molti forse non hanno neppure il diritto di prendere questi soldi.

Ditemi che ne pensate.
Io, per ora, mi indigno!
Grazie per l'attenzione.

giovedì 9 luglio 2009

La teoria dei giochi: cosa c'entra con il denaro?

Chi è questo signore qui a fianco? Il signore è John Nash, matematico ed economista americano.
Forse qualcuno di voi ne ha sentito parlare attraverso il suo film biografico portato sui grandi schermi dal regista Ron Howard (ex Happy Days e regista degli attuali film "Codice Da Vinci" e "Angeli e Demoni) e interpretato magistralmente da Russel Crowe. Il titolo è "A beautiful mind".

Il signor Nash ha fatto varie cose ma è divenuto celebre per la sua teoria dei giochi. E' un concetto matematico con varie applicazioni, una delle più importanti nel campo dell'economia.
La teoria dei giochi è abbastanza ampia e non ho intenzione di dissertare matematica e logica qui nel blog.

Ma da essa ne estrapoliamo un concetto BASE, e dire che è BASILARE è dire poco.
Questo E' IL CONCETTO base dell'economia: niente di più e niente di meno.

Nash parla di azioni di vari individui e li inserisce nello schema di un gioco. Giocatori, regole e premi finali. I giocatori agiscono in vista di un premio. L'entità e le modalità di conquista del premio modificano le azioni dei giocatori.
L'esempio classico è "il dilemma del prigioniero". Abbiamo 2 prigionieri che si cerca di incastrare. Vengono interrogati separatamente e ognuno di loro non sa cosa farà il compagno. Se un prigioniero confessa, avrà la libertà ma se tutti e 2 confessano avranno entrambi 6 anni.
Si veda un approfondimento di questo concetto nella voce di wikipedia. Poi tornate qui.

Quale è il punto? Il punto è che nell'economia esistono molti di questi fenomeni.
In particolare esiste un concetto di giochi a somma zero e giochi a somma non zero.
Un gioco a somma zero è quasiasi gioco d'azzardo. Qualcuno vince le perdite degli altri.
Una lotteria consiste nel
A) molti mettono dei soldi in un recipiente.
B) pochi, estratti a sorte, si prendono tutti i soldi del recipiente.
Gioco a somma zero. A fine gioco i soldi sono stati re-distribuiti ma nulla è cambiato.
NON VI E' STATA CREAZIONE DI NUOVA RICCHEZZA!

Un gioco a somma non zero è il classico esempio del contadino che prende un pezzo di terra, lo coltiva e ottiene dei frutti o un raccolto di qualche genere.
In questo caso il lavoro+il capitale esistente produce della nuova ricchezza.

L'economia è, FONDAMENTALMENTE, la disciplina che si occupa dei giochi a somma non zero e si occupa proprio di capire come, da ciò che abbiamo in mano, possiamo ottenere nuova produzione e nuova ricchezza.

Sull'economia è nata, la finanza. Do una definizione restrittiva a puro scopo didattivo ma la finanza, oggi come oggi, è diventata la principale disciplina dei giochi a somma zero. Pur partendo dall'economia, ne ha stravolto in senso di base.
E ha portato le persone a pensare che anche in economia viggono le stesse regole dei giochi a somma zero. Cosa che non è.

Prendiamo la borsa. Che si fa?
I titoli salgono e i titoli scendono. Qualcuno guadagna e qualcuno perde.
Ma alla fine della fiera è un semplice passaggio di denaro.
Qualcuno mi bacchetterà dicendo che non è esattamente così, che qui e che là.
Balle!
In finanza è tutto complicato proprio per nascondere l'estrema semplicità della cosa.

E cioè che se tutti ci occupassimo solo di giochi a somma zero moriremmo di fame e di stenti in pochissimo tempo.
Ovvero, se non si coltiva la terra, gli ortaggi e il grano non si producono a Wall Street o a Piazza Affari.

Non è questa un'esortazione a diventare tutti agricoltori. Tutt'altro.
E' una spiegazione del perchè ogni tanto l'economia ha dei tonfi.

Mi potrebbero dare il premio Nobel per questo.
Un principiante che spiega gli andamenti altalenanti di progresso e recesso dell'economia.
E' l'intervento della finanza che causa le crisi.
Se non si produce non si mangia.

E, benchè sembra che la crisi stia venendo assimiliata, non noto cambiamenti strutturali.
Quindi il futuro mi appare per niente roseo.

Ma ne riparleremo.
Grazie per l'attenzione.
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