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martedì 20 settembre 2011

Gli ulteriori errori della recente manovra economica italiana: Berlusconi e Tremonti.

Abbiamo visto, nel precedente post, che il punto di partenza è la questione del debito.
Una regola ferrea di qualunque amministrazione (pubblica o privata che sia non importa) è che non si può spendere più di quanto non si abbia.
Scriviamola come legge.
REGOLA AUREA: non si può spendere più di quanto non si possieda.
Questa regola potrebbe avere delle momentanee eccezioni ma non può avvenire che le eccezioni diventino la norma e la norma un'eccezione.

E' vero che possiamo ipotecare una parte di quanto abbiamo e di quanto ipotizziamo guadagneremo nel prossimo futuro per avere dei soldi ORA.
Questo si chiama prendere un prestito o otttenere un finanziamento.
Un'azienda può chiedere dei soldi al mercato e promettere di restituirli in una certa data pagando degli interessi.
Questo lo si può fare e si è tanto più giustificati a farlo tanto più i soldi chiesti in prestito hanno lo scopo di creare nuova ricchezza.
Così un singolo può andare a chiedere dei soldi per aprire un'attività. Meno comprensibile è vedere una persona chiedere dei soldi in prestito solo per pagare le spese correnti.

L'italia è arrivata al punto di chiedere dei soldi in prestito (emettendo titoli di debito pubblico) per pagare gli interessi sul debito già esistente. Fare debiti per pagare i debiti.

Il nostro attuale governo, come le decine che lo hanno precedeto, spendono più di quanto esiste nelle casse dello stato. E continuano a fare debiti per finanziare queste uscite.
Cosa bisognava fare (non ora!) ma da anni?
Di sicuro lavorare per diminuire il debito pubblico e per favorire la crescita economica.
E come lo si sarebbe potuto realizzare?
Ci sono molte cose che si sarebbe potuto fare. Alcune avrebbero risolto il problema e alcune lo avrebbero solo limitato. Io personalmente ho delle posizioni abbastanza radicali su quello che si sarebber potuto e DOVUTO fare. Perchè penso che se un sistema genera problemi giganteschi è inutile cercare di metterci continuamente delle pezze. E' più facile cambiare l'intero sistema.
Ma comprendo che questo comporta una rivoluzione delle cose che solo pochi sono disposti ad accettare.
Perchè in questo sistema malato gli italiani (la maggioranza degli italiani) ci ha sguazzato. Altrimenti non avremmo al governo delle persone che non hanno fatto il bene del paese ma hanno mantenuto solo lo status quo.
Ma ora non è possibile rimandare al futuro il problema.

Elenco in rapida successione i provvedimenti che avrei attuato se fossi stato Tremonti e Berlusconi. Ovvero se ne avessi avuto il potere.

Vi rimando ai prossimi post, esaminare (uno per uno) questi provvedimenti nei dettagli:
1) Taglio di tutti gli enti inutili (Quasi totalità delle province, enti parastatali). Immediato e senza alcuna preoccupazione delle conseguenze.
2) Riforma di tutti gli organigrammi pubblici. Inserimento, a fianco della propria mansione, di un prodotto oggettivo di produzione che misuri la produttività del dipendente. Taglio drastico delle dotazioni e vantaggi dei politici. Riduzione dei compensi e dei benefit. Limitazione dei posti disponibili in parlamento per professioni particolari come avvocati, ingegneri e comercialisti per impedire che gruppi ampi solo qualche decine di migliaia di persone decidano per decine di milioni.
3) Abolizione delle imposte dirette progressive sui redditi e sulla produzione. No a tassare chi produce. Si a tassare chi consuma. Il consumo è il problema, non la produzione. E' ovvio che se si produce si consuma, ma la produzione viene prima del consumo. Per stimolare i consumi ci vuole la produzione. Quindi aumento di imposte come l'IVA e abolizione dell'IRPEF.
4) Possibilità di scaricare dalle imposte ogni costo per dare un'utilità diretta a tutti i consumatori a richiedere fatture e ricevute. Un altro provvedimento è la triangolazione dei pagamenti. Tu idraulico fai un lavoro a me, mi emetti una fattura e io pago la tua associazione di categoria, che visto il documento gira i soldi all'idraulico. Che per ottenere i soldi dovrà essere obbligato ad emettere fattura.
5) Abolizione di ogni costo contributivo per chiunque intraprenda l'attività di imprenditore, agente o commerciante per i primi anni di attività. Semplificazione delle procudere di gestione di un'impresa. Apertura di strutture pubbliche di gestione fiscale delle imprese a costi ridotti.
6) Detassazione degli utili reinvestiti.
7) Semplificazione delle procedure di finanziamento privato con obbligo dell'ente finanziatore a inserire una sua figura di controllo (tutor) all'interno dell'azienda.
8) Apertura di istituti di credito pubblici.
9) Creazione di Albi di ogni figura commerciale con un esatto prospetto di qualifiche necessarie.
10) Creazione di un ufficio che indichi a tutte le scuole superiori quali professioni debbano essere spinte nella formazione degli studenti e nella canalizzazione all'università.

Per ora mi fermo.
Ci sarebbe un altro provvedimento a monte di questi da prendere ma è qualcosa di forse troppo radicale ora. Si tratterebbe di nazionalizzare la propria banca centrale sottraendola al controllo di istituti di credito privati (la controllante che controlla il controllato di proprietà del controllato stesso!).
E, se si avesse veramente coraggio, anche l'uscita dal giogo della banca centrale europea con la gestione interna della propria moneta senza debito.
Ma questo è un lungo discorso.

Grazie per l'attenzione.

venerdì 16 settembre 2011

Gli errori della recente manovra economica italiana: Berlusconi e Tremonti.

Diciamoci la verità! Berlusconi e Tremonti non hanno colpe. Su tutto quanto è stato proposto per sanare le voragini del debito pubblico italiano, non hanno alcuna responsabilità.
Anzi, diciamola tutta. Forse loro non contano proprio niente e ciò che hanno fatto, è stato solo a loro ordinato perchè ci mettessero la faccia.
Ma questa è politica e forse ci sbagliamo.

Quindi facciamo un passo indietro e facciamo finta che siano loro gli artefici di questa manovra.
Cominciamo con ordine:
1) Il governo dichiara che per impedire che i mercati "divorino" con la speculazione l'Italia, occorre una manovra di riordino dei conti pubblici. Ma che significa ciò? Di base vi è un dato che deve essere tenuto in considerazione. Ovvero quale sia l'ammontare di debito pubblico dell'Italia e quanto grande sia questo in termini relativi in relazione alla produzione della nazione.
Attualmente il debito pubblico italiano ammonta a più di 1.911 miliardi di euro. Per la precisione il debito è di 1.911.807.000.000 di euro.
Se lo paragoniamo solamente al dicembre del 2010 c'è veramente da spaventarsi: allora era di 1.843 miliardi di euro. Un aumento di 69 miliardi di euro in poco più di 6 mesi.
Ma cosa sono sti 2 mila miliardi di debito? E, domande delle domande che tutti si fanno ma nessuno (per paura di essere tacciato da ignorante) ha il coraggio di porre, a CHI dobbiamo sti soldi?
Il debito pubblico è semplicemente un debito. Ovvero dei soldi che qualcuno ha prestato allo stato Italia per pagarci ciò che ci paga (stipendi pubblici, costi pubblici, finanziamenti, soldi ai ministeri, soldi a regioni, province, comuni, comunità montane e chissà cos'altro). Nè più e nè meno di una famiglia che non ce la fa ad andare avanti e che chiede dei soldi a qualcuno per continuare a vivere allo stesso tenore di vita del mese precedente.
E a chi dobbiamo questi soldi? A chi li ha prestati allo stato tramite l'acquisto di titolo di debito pubblico (bot, cct, btp, etc.): Ovvero banche, società e singoli individui. Italiani o stranieri che siano. 
Guardiamo un grafico che la dice lunga:
Se osserviamo il grafico nei primi anni '80, il debito dello stato era in un certo modo sotto controllo. Esso si aggirava intorno al 60% della produzione italiana. Un modo di dire che lo stato guadagna 100.000 euro all'anno e il suo debito ammonta a 60.000 €. Quindi qualcosa è successo da quegli anni.
E questo qualcosa è che si è cominciato a spendere più di quello che si poteva/doveva.
Perchè? Questa è una domanda più politica che economica.
I governi di quel periodo erano i governi socialisti-democristiani di Craxi prima e dei democristiani usa e getta Goria, De Mita, Andreotti dopo. Il tutto in un'escalation infernale che porta il debito pubblico a raddoppiare le due dimensioni portandosi al 120% del prodotto interno lordo nel 1994.
Al lettore trarre le conclusioni.
Qualcuno obietterà che quel debito è stato usato per mandare avanti le cose, l'economia, finanziare la crescita e altre panzane del genere. La realtà è che la crescita si ottiene con il risparmio e l'investimento. Non con il debito. Questo è un dato talmente di buon senso che nessun economista lo sottoscrive perchè rende inutile l'economista stesso.

Ma torniamo all'errore dell'attuale manovra. Dove sta questo errore? Se si osserva il grafico le cose sono leggermente migliorate fino al 2002 per poi tornare a peggiorare violentemente.
L'errore sta nelle omissioni che sono state fatte in tutti questi anni.
Così come si rimprovera lo studente che cerca di preparare l'esame a pochi giorni dalla data ultima fissata nel calendario anzichè sfruttare tutti i mesi che si ha a disposizione; così come si rimprovera al padre di famiglia che deve pagare la rata annuale di qualcosa se egli cerca una soluzione gli ultimi giorni prima della scadenza, anzichè aver messo da parte i soldi piano piano.
Così non possiamo che bacchettare un governo che adesso si propone come salvatore della patria ma che cerca di tappare falle che si sono aperte per il suo non far niente.
Niente di Berlusconi e niente di Tremonti da un decennio e oltre.

Faremo un esame ancora più dettagliato degli errori della manovra nei prossimi post.

Grazie per l'attenzione.

giovedì 15 settembre 2011

Gli errori della recente manovra economica italiana

Salve a tutti, dopo un'estate di passione passata a lavorare duramente (questo è l'unico motivo per cui ho tradito i lettori di questo blog) e senza l'opportunità di poter scrivere e postare un solo articolo, eccoci qui a settembre a guardarci intorno.
Lo so, lo so.
Mai come questo settembre si vedono in giro facce shockate che ancora non sanno capacitarsi di quanto stia avvenendo.
In un paese come l'Italia che è famosa per il suo immobilismo, per i processi che durano un paio di secoli, per iter burocratici che aspettano che i cittadini mettano la dentiera, tutto sta accadendo fin troppo velocemente.
Non siamo abituati, credo chiunque lo possa capire.

Sta di fatto che il nostro (pseudo)governo ha varato una incredibile manovra finanziaria con lo scopo di "correggere" i conti pubblici.
Di certo aveva ragione quell'autore che diceva che il cittadino verrà fregato dalle PAROLE e non dai fatti. Perchè i fatti sono quelli mentre le parole si possono deformare a piacimento per creare nuove idee e immagini nella mente delle persone.

Comunque.
Quello che sta accadendo a livello governativo è fin troppo importante per pensare che sia un argomento di discussione solo politica.
E' mia intenzione, invece, farne un esame squisitamente economico e finanziario. Per capire dove e come questo esecutivo stia sbagliando e perchè le sue decisioni influenzano e influenzeranno ciò che capita ai nostri soldi e alla nostra vita di tutti i giorni.
Svilupperò questo esame in vari post nei prossimi giorni.

Diciamo che questo articolo era un "bentornato dalle vacanze". Vacanze in cui ho lavorato in realtà, ma non ne faccio un cruccio a nessuno.

A rivederci presto in questi lidi.
Grazie per l'attenzione.

venerdì 8 luglio 2011

I PIGS: ovvero i maiali d'Europa

E' una realtà fatta di slogan.
Non ne possiamo più fare a meno. Ormai esistono parole catalizzatrici che ci ipnotizzano e ci coinvolgono in fantastici e ubriachi viaggi.
Ieri era la SARS, poi è venuto il ribaltone, e che dire della par condicio, delle armi di distruzione di massa, dello tsunami, aviaria, maggioritario, bond,  e via senza fine.
Parole non usate fino a ieri che nel giro di pochi giorni finiscono sulla bocca di tutti. Mi consenta.....
PIGS. Acronimo che sta per Portugal, Italy, Greece e Spain. Ovvero Portogallo, Italia, Grecia e Spagna.
Qualche italiota, di furbesca tradizione familiare, ha pensato di sostituire la I di Italia con la I di Ireland, Irlanda. Qualcun altro, sempre per farci rientrare la verde nazione di San Giacomo ha allungato il nome in PIIGS.
Pigs in inglese significa maiali. Ed ecco spiegata la vignetta di provenienza britannica.
I 4 paesi del mediterraneo vengono visti come maiali dai più ricchi e stabili paesi nordici sia per un fatto geografico ma soprattutto per un fatto economico. In pratica i 4 paesi citati rappresentano la zavorra d'Europa. E anche se a qualcuno piace far dimenticare questo agli italiani, dando l'idea che l'Italia abbia negli ultimi anni guadagnato prestigio in contesti internazionali, ci sono dei numeri che parlano e valgono più delle melliflue parole di circostanza.

Nel 2010 questa è la classifica dei paesi a livello di debito pubblico:
In realtà la Spagna è lontana dall'avere un alto debito pubblico ma ha fattori di instabilità economica notevoli (l'enorme disoccupazione) e un debito in rapida crescita negli ultimi anni.
Il nostro blog è dedicato al denaro ma da un punto di vista pratico, utilizzabile dal comune cittadino.
Ma fa parte anche delle nostre tasche sapere qualcosa anche di questi argomenti che sembrano solo tema di discussione di professori universitari o di Vespa e compagnia cantante.
Quasi tutti abbiamo sentito delle gravi vicissitudini che la Grecia sta attraversando socialmente e politicamente. Se vediamo sembra che essa sia messa molto peggio dell'Italia. Ma in economia ci sono tanti parametri. Osserviamo un altro grafico.
Questo grafico mostra le proporzioni del debito e dei relativi flussi debitori fra paesi, inclusi i PIGS. L'Italia ha il debito più grande, per lo più con la Francia (leggasi banche francesi. Poi qualcuno capirà perchè le banche francesi vengono in Italia e comprano Cariparma, Friuladria, BNL, Findomestic e via dicendo).
La Grecia ha un debito molto piccolo in rapporto al nostro.
Quindi non facciamo finta che tutto va bene. E non facciamo finta che ciò che sta succedendo in Grecia non toccherà prima o poi. Le borse stanno tremando (anche oggi hanno vacillato) e si spostano violentemente al primo sussurro o pettegolezzo.
Godiamo di una pessima credibilità. Ma siamo un paese di 60 milioni di abitanti con una produzione interna ancora sufficientemente alta. E questo ci ha salvato in un qualche modo.
Ma non produciamo abbastanza per diminuire questo incredibile debito. Anzi. Ogni hanno il debito pubblico italiano cresce e cresce e cresce.
Era di 1.512.779.000.000 di € nel 2005.... è diventato 1.890.600.000.000 di € a giugno di quest'anno.
Fa paura, vero?
Ma poi alla fine, ma che vorrà dire poi? Siamo 20/30 anni che ce la menano con tutto sto debito e siamo sopravvissuti lo stesso. Dirà qualcuno.
Qualcuno di molto stupido.
Perchè le dinamiche di un paese come l'Italia non sono le dinamiche di una piccola o media azienda.
Persino grandi multinazionali riescono a "galleggiare" per decenni sotto il peso dei loro debiti. Quando si è molto grandi non si va a fondo in fretta. Ci vuole tempo per naufragare. Ma il naufragio è ugualmente certo, a meno di vistose correzioni.
Questo non è un post di politica. E non vuole entrare nel merito.
E' un post per ricordare a tutti che se non riesci a trovare lavoro perchè le aziende non riescono o non vogliono assumere la causa principale è quel debito là.
Se le persone consumano meno, non riescono ad arrivare a fine mese.
Se le pensioni stanno diventando una leggenda e non bastano neppure per vivere una settimana al mese. Beh.... la causa è sempre il debito pubblico.
Cioè se in Italia è difficile fare qualsiasi cosa, se è difficile essere onesti e guadagnarsi i propri soldi con abilità e nessuna truffa o sotterfugio, la colpa non è che l'italiano è un nullafacente o idiota che non sa combinare niente di buono.
Non è così.
Qualsiasi italiano vada all'estero mette su in pochi mesi un qualche business funzionale e riesce a far andar bene le cose. Lo sappiamo tutti.
L'Italia è un corridore con una zavorra. Una zavorra che non si pensa neppure di diminuire ma che apaticamente si accetta che aumenti.
Ogni anno lo stato italiano paga dai 75 agli 80 miliardi di euro per soddisfare solo gli interessi sul debito. A chi li paga? In parte ad investitori italiani, ovviamente. Tra cui non mancheranno anche piccoli investitori che hanno sottoscritto BOT e CCT. Ma grand parte di quel denaro fugge dal nostro stato per ingrassare persone (banche per lo più) già ricche di loro.
Così i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri (cioè la maggior parte) sempre più poveri.
Non è meglio REGALARE i soldi agli italiani in altro modo? 
Da quando in qua si finanziano i debiti contraendo altri debiti?
Forse lo si può fare per un breve periodo, durante un'emergenza. Ma è dal 1982, da quando il debito pubblico ha iniziato a galoppare come un ossesso, che dura questa emergenza.

Quindi prendiamo tutte le rassicurazioni delle voci del padrone e rimandiamole al mittente.
L'Italia ha un serio problema. L'europa e gli investitori internazionali lo sanno.
Far finta che il Titanic non abbia sbattuto contro l'iceberg e continuare a pensare che esso sia inaffondabile, non sarà d'aiuto.

Alla prossima.
 

sabato 25 giugno 2011

Come ottenere del denaro per iniziare una nuova attività - 3a parte

Chiudiamo questa panoramica su come ottenere i soldi per iniziare una nuova attività.
Se abbiamo seguito con precisione le indicazioni dei primi 2 post che compongono questo lungo articolo, a questo punto abbiamo un'idea chiarissima del nostro progetto, di quali risorse ha bisogno e di quali apporti possiamo portare personalmente.
Il denaro per iniziare la nuova attività verrà da persone.
Lo riscriviamo perchè questo è uno di quei dati la cui sottovalutazione porta ad errori clamorosi.
Il denaro non si ottiene da strutture impersonali o guidate da entità extraterrestri o da piante.
Il denaro in prestito (e anche quello a fondo perduto) lo si ottiene da persone.
Quindi rammentiamoci che avremmo a che fare con persone. Per quanto alcune strutture come le benche e simili, cerchino di convincerci che interagiamo con un qualcosa di impersonale, rammentiamo questo fatto.
Sarà la nostra ancora di salvezza. Se nella tempesta ci può essere una possibilità di essere salvati, ciò sarà dovuto al fatto che ci rammentiamo che i soldi provengono dalle persone.
Ci sono quindi strutture commerciali e individui singoli nella nostra lista dei fornitori di denaro per iniziare la nostra attività.
Se, negli scorsi anni, ci siamo comportati bene con amici e parenti, trovare qualche conoscente che possa credere in noi e nel nostro progetto sarà facile.
Se invece abbiamo trascurato i rapporti di parentela o siamo sempre stati acidi e menefreghisti, è giunto il momento di pagare il conto.
Ma ricordate che si è sempre in tempo per mutare il proprio modo di fare.
Se riusciamo a far avere ai conoscenti una buona opinione di noi (persone affidabili, fondamentalmente oneste e così via), le possibilità che ci venga concesso di illustrare il nostro progetto aumentano.
E toglietevi dalla testa fattori emotivi come la vergogna o l'orgoglio.
Vergognatevi quando vi comportate in modo disonesto o quando tradite la fiducia di qualcuno, non quando chiedete soldi. Chiedere soldi non è vergognoso. E se qualcuno vi ha convinto di questo. O se voi stessi vi siete convinti di questo, mutate atteggiamento di 180°. Mi spiace indicarvelo ma è completamente sbagliato.
Non vi è niente di male nel chiedere dei soldi. Se il fine è imprenditoriale.
Certo se parliamo di chiedere soldi per pagarsi gli sfizi o rimediare a qualche debito è diverso.
Riuscite a vedere la differenza?
Nelle persone chiedere i soldi diventa un assoluto a prescindere dalle motivazioni.
Da che mondo è mondo, i soldi sono stati spostati da punti della società in cui erano più o meno fermi e inutilizzati, a punti della società in cui vi erano buone idee o progetti.
E' il principio della banca.
Quindi stilare un elenco di conoscenti a cui sottoporre in modo PROFESSIONALE (niente è dovuto, ricordatelo!!) il vostro progetto. Non cercate di proporre date irreali solo per imbonirvi l'interlocutore.
Se qualcuno può darvi dei soldi per un anno, può farlo per 2. E moltiplicate per 2 i tempi previsti di restituzione. Se promettete di restituire i soldi in 2 anni, prendete accordi per 4 anni. Se poi ci riuscite veramente in soli 2 anni, chi vi ha dato i soldi farà i salti di gioia.
Ma se promettete e non riuscite a mantenere la promessa, sarà altamente disastroso.
Qualcuno di voi, pur avendo dei buoni rapporti con tutto il parentado e amici, putroppo dovrà affrontare il problema che nessuno dei propri conoscenti ha le minime qualifiche per aiutarci in tal senso. Può succedere, soprattutto quando si ha un numero ristretto di parenti.
In questo caso, le cose si fanno più difficili e maggiormente si dovrà ricorrere alle banche.
Per costoro un consiglio, che è un consiglio che si può dare anche a chi ha parenti facoltosi o benestanti.
Il consiglio è ad ampio raggio: curate conoscenze di un certo livello.
Di questo periodo non vorrei essere frainteso. Non sto indicando a nessuno di aprire le proprie frequentazioni a persone di dubbia moralità e di torbide frequentazioni. Nessun invito in tal senso, sia chiaro.
Ma se si intende operare come imprenditori, sarà meglio che tra i propri contatti vi sia anche chi è un imprenditore o che frequenta imprenditori o affaristi.
Vi è, ad esempio, un social network (che nelle ultime settimane ha presentato richiesta per quotarsi alla borsa di Nwe York) chiamato LINKEDIN che, sulla scia del successo di Facebook, mette in relazione persone per affari e business in genere. Ampliare le proprie connessioni in tal senso aumenta le possibilità di trovare partners, soldi o, al limite, consigli ed esperienza.
Se dovete chiedere soldi, cercate di chiedere di più a meno persone, anzichè di meno a più persone.
Ogni persona è importante. E se dovete avere a che fare con molti finanziatori, la cosa vi ruberà tempo e attenzione.

Detto questo rimane, nel mix di finanziamento, da affrontare il discorso dei prestiti da parte di banche, stato e altre istituzioni. Ma di questo parleremo nell'ultima parte di questo post.
Grazie per l'attenzione.

venerdì 17 giugno 2011

Come ottenere del denaro per iniziare una nuova attività - 2a parte

I soldi sono delle unità di energia bloccate. 
L'energia (parliamo in senso lato di attività del fare) si blocca in delle unità fisiche (banconote, assegni, monete) o delle unità virtuali (conti correnti, carte di credito, etc.).
Rimane lì, a disposizione.
Il denaro quando utilizzato sviluppa l'energia che esso contiene e da vita a MOVIMENTO. Se il movimento è produttivo ne risulterà un'attrazione di altra energia, sempre sotto forma di denaro.
Se intendiamo avviare una nuova attività, bisogna ATTRARRE energia da qualche punto e dare vita a del movimento.
Ma in realtà anche il fatto stesso di ATTRARRE energia (per avviare il nostro progetto) è in se stesso una produzione.
Andare in giro, chiedere ad amici e parenti un prestito oppure presentarsi in una banca e vedere se ci viene accordata una copertura finanziaria comporta già una produzione ovvero l'avvio di un movimento.
L'attività di trovare denaro è in se stesso un progetto produttivo e un'attività d'impresa.
Ha le sue regole e le sue azioni. I suoi equilibri e la sua promozione.
Se già si comprende questo, si è a buon punto per ottenere i soldi per iniziare una nuova attività.

Partiamo dal caso peggiore. Che siamo senza un centesimo di euro. Lasciamo perdere il caso in cui possiamo disporre di una cifra più o meno grande di denaro da investire. Tutti i ragionamenti che possiamo fare in questa situazione sono, mutatis mutandi ovvero cambiando le cose che ci sono da cambiare, le stesse.
Abbiamo un'idea e zero euro.
Apriamo la nostra impresa di procuramento denaro sotto forma di finanziamento.
Primo punto: il programma d'azione o piano operativo per il procuramento dei finanziamenti. Cioè stendere per iscritto una strategia e una serie di azioni allineate per ottenere i soldi che ci servono.
In questo programma va stabilito quale possa essere il mix di finanziatori da adottare. Il mix è, fondamentalmente, divido in 2 grandi schieramenti ovvero i finanziatori estranei al progetto (banche o istituti finanziari, enti pubblici, privati) e i finanziatori inclusi nel progetto (soci, privati con potere di influenza, enti pubblico con diritto di controllo).
Affidarsi ad un solo finanziatore è semplice ma pericoloso. Meglio scegliere un mix diversificato. E' più dispendioso e prende più tempo ma ci mette al riparo da brutte sorprese.
Secondo punto: stima delle risorse disponibili. Abbiamo visto su cosa possiamo contare (a parte i soldi)? 
Abbiamo solo un'idea?
Abbiamo solo un'intenzione?
Oppure abbiamo anche dei materiali, dei contatti, un business plan, dei potenziali clienti che attendono che apriamo?
Abbiamo già delle linee di comunicazione attive cioè persone e aziende che ci possono essere utili quando opereremo effettivamente?
Abbiamo una competenza specifica, un'esperienza nel settore o settori simili? Oppure possiamo ragionevolmente e con facilità procurarsi questa competenza ed esperienza?
Se ho fatto l'idraulico per anni e decido di prendere in gestione una discoteca (faccio un esempio un pò così) quali competenze e conoscenze metto sul piatto della bilancia per convincere qualcuno che è un buon affare finanziarmi?
Si comprende in nocciolo della questione?
Bene. Al prossimo post un nuovo capitolo di questa lezione sul come trovare denaro.
Grazie per l'attenzione.

martedì 7 giugno 2011

Come ottenere del denaro per iniziare una nuova attività - 1a parte

Per iniziare una qualunque attività commerciale o lavorativa, occorrono soldi.
Ovviamente sto iniziando questo post nel modo più accademico e professionale possibile. Non so se avete notato?
E' normale che dopo il mio sofisticato percorso accademico, in cui le tematiche economiche vengono analizzate con grande criterio scientifico tipico degli economisti, io trasmetta in questo blog questo mia inarrivabile sapienza in modo che praticamente nessuno comprenda quel che si (fa finta) di comunicare.
E' sempre la solita vecchia storia. La complessità dell'esposizione serve solo a ottere il risultato di confondere chi ascolta in modo che l'informazione venga recepita come DOGMA anzichè come comprensione.
E' il caso in questi giorni del dilemma referendario dell'acqua pubblica/acqua privata.
Ho sentito dissertare a lungo su questa dicotomia (vedere che anch'io so usare i paroloni) e tutte queste dissertazioni sono fatte a sproposito.
Non è detto che l'efficienza di un'organizzazione sia da porre in relazione con il tipo di proprietà, ovvero se è a gestione pubblica o a gestione privata.
Questa dicotomia è accademica e, per altro, secondo me sorpassata.
Sentivo a più riprese che "privato" era sinonimo di efficienza e prezzi più concorrenziali.
Onestamente questo "scientifico fatto" è basato su un cumulo di premesse che sono vere solo nelle pagine dei libri di economia politica.
Nella realtà vi sono altri fattori che non vengono presi in considerazione.
Ma tutto questo ci sta portando enormemente fuori rotta.

Come ottenere i soldi per iniziare una nuova attività?
In primo luogo occorre studiare molto bene l'idea che si intende realizzare.
Esistono una molteplicità di testi che insegnano come debba essere definito il cosidetto business plan.
Ora, visto che in vita mia ne ho preparati un pò, vorrei definire meglio i confini di utilità di un business plan.
Questo è, semplicemente, uno studio di fattibilità di un progetto o idea.
Il mettersi a tavolino per stendere un piano di fattibilità, costringe l'ideatore a mettere sotto esame critico la propria idea o progetto, sia in termini di validità assoluta che in termini di fattibilità finanziaria.
Questo è lo scopo del business plan.
Mentre è sbagliato pensare che questo piano debba essere un elogio alla perfezione numerica delle sue analisi o debba essere il deus ex machina che realizzerà il progetto.
Il bello e l'utile di un business plan è il percorso che si fa per realizzarlo, non il prodotto che si ottiene. Se il percorso non è fatto con criterio, il risultato, ancorchè completo e apparentemente ottimale, sarà inutile.
Quindi bisogna chiedersi se
1) la propria idea è valida.
2) se si hanno le concrete possibilità di realizzare finanziariamente questa idea.

Verificare se la propria idea sia valida non è qualcosa di semplice nè definitivo. Una buona idea è un concetto di massima che difficilmente si può tradurre in parametri numerici. Cosa è una buona idea?
I 2 ragazzi terribili che hanno inventato Google come potevano sapere che la loro idea (al tempo) fosse buona? E come loro tanti altri. Anche perchè è facile vedere, POI, che una buona idea era tale. Meno facile è vederlo prima.
Ma interrogarsi sulla validità della propria idea può aiutare ad evitare gli errori grossolani.
Per lo meno quello.

Le finanze sono un tasto dolente, soprattutto in Italia, in cui la burocrazia e una generale tendenza all'immobilismo non aiutano chi cerca capitali e soluzioni finanziarie per realizzare qualcosa.
Per capire qualcosa, può esserci d'aiuto delineare una scena ideale e vedere di quanto la scena attuale si allontana da questa scena.
Quale è la scena ideale?
La scena ideale è avere sufficienti finanze personali per finanziarie il progetto. Naturalmente non è detto che queste verranno usate per finanziarie ciò che vogliamo.
Per esemplificare, se il nostro progetto avesse bisogno di 100.000 euro per essere realizzato, noi dovremmo avere SOLO per quel progetto 100.000 euro da parte. Ovviamente non investiremmo tutti i 100.000 euro in questo progetto ma busseremmo alle porte di alcuni investitori (privati o bancari che siano) perchè una quota più o meno consistenti di questa cifra sia finanziata da esterni.
Sempre esemplificando, potremmo depositare i nostri parte di questi 100.000 euro su dei fondi vincolati e ottenere dalla banca della liquidità.
Ma questa scena ideale è molto lontana dalla nostra reale situazione.
La maggior parte delle volte le idee esistono (e sono buone) ma non esistono le finanze per realizzarle.
Come si fa?
Si chiede a chi i soldi li ha! E' semplice, come tutte le cose in economia e finanza.
Ovviamente qualcuno riderà su questo e dirà "grazie al piffero!" ma la realtà è che non vi è strada alternativa.
Se abbiamo bisogno di 100.000 euro per aprire un negozio in franchising (faccio un esempio) e in banca abbiamo solo 20.000 euro, suggerirei di lasciare quei soldi da parte (per motivi personali) e cercare tutti i soldi che servono.
Un'idea potrebbe essere coinvolgere qualcuno (che ha fondi o che può attrarli) nel progetto. Divideremo la torta ma ciò è sempre da preferire al non realizzare niente di quanto sognato.
Questo qualcuno da coinvolgere potrebbe essere anche un istituto finanziario o banca. 
Ma di questo parleremo nella 2a parte dell'articolo.
Grazie per l'attenzione.
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