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giovedì 6 ottobre 2011

Cosa poteva fare il governo? Ma Berlusconi dormiva....

Anni fa, un signore di nome Vitaletti propose un nuovo sistema fiscale per il nostro paese. A quel tempo Tremonti non era ancora il deus ex-machina dell'economia e decise di sposare il concetto di fondo di quel professore universitario e cioè che le imposte (da non confondere con le tasse!!) andrebbero applicate su un principio di demerito e improduttività anzichè come ora su un meccanismo di punizione di chi produce.

Ovvero QUESTO è il grande cambiamento che il sottoscritto apporterebbe in questa (e anche altre) nazioni per portare un equilibro fra chi produce e che non produce, rispettando il principio della contribuzione alle spese di uno stato.

La riforma (che molti tra cui il sottoscritto si auguravano potesse essere fatta da un non politico come Berlusconi) era di abolire ogni tipo di imposta sui guadagni ma di trasferirla sui consumi.
Detassare i guadagni e tassare i consumi ha l'ovvia conseguenza di premiare i primi e penalizzare i secondi.
E questo porta le persone a privilegiare la produzione anzichè il consumo. Ma questo non comporta alcun problema su una possibile depressione dei consumi. Perchè se una persona guadagna di più è comunque portato a spendere, anche se ciò che compra è maggiormente costoso. E' solo una questione di differente approccio. Quindi un vero governo che veramente volesse fare le riforme avrebbe dovuto abolire l'irpef (o lasciarla per una quota minima) e incrementare le imposte indirette come l'IVA. Aumentando le classi di tassazione IVA, in modo da penalizzare i beni di minore necessità più legata ad un acquisto puramente edonistico come i beni del lusso.
Se io sono un industriale che dichiara 10 milioni di euro di fatturato e 100.000 euro di utile, se non ho imposte sui guadagni, sarò incentivato a dichiarare tutto e non fare nero? Certo che si. Così il fatturato non sarà più di 10 milioni ma avremo i 20 milioni che realmente produco. E l'industriale può dichiarare il suo milione di euro di utile. Ciò che succede è che i beni di lusso hanno un'IVA (faccio un esempio) del 40% anzichè del 20% (adesso 21%). Anzi un bene come uno yacht ha un'iva del 50%. Così io che voglio comprarmi la barca da 5 milioni di euro (4 milioni circa + 21% di iva), pagherò la barca non più 5 milioni ma 6 milioni (4+2 di iva).
Lo stato detassa l'imprenditore della metà dei suoi utili (500.000 € di imposte su un milione di utile) e guadagna una somma di 4 volte superiore con il rientro dell'iva.

Questo è solo un esempio. Ma se vediamo il cittadino con uno stipendio, lui avrebbe più soldi in busta paga. Ma sarebbe anche maggiormente responsabilizzato a gestire meglio i suoi soldi.

Questo meccanismo sarebbe altamente premiante per chi risparmia ed investe e altamente penalizzante per chi spende.
Ma Keynes, nel secolo scorso, disse una stupidaggine quando disse che è la domanda che salva l'economia. E' per colpa sua che siamo diventati tutti consumatori.
Così l'occidente consuma mentre l'estremo oriente e i paesi emergenti producono. E la ricchezza fugge da noi e va da loro. Chi ha la liquidità adesso sul pianeta? Forse gli USA o l'Europa che pensano da decenni solo a spendere e non più a produrre? Perchè qualche stolto ha dato retta a quel pazzo di J.M. Keynes e ha spinto tutti a foraggiare la DOMANDA, la DOMANDA, la DOMANDA.
Anche nei giorni scorsi in TV qualcuno parlava di rilanciare la domanda e i consumi.
E rilanciare la produzione? No, quello no.

Alla prossima. Cordiali saluti.

mercoledì 5 ottobre 2011

Perchè le borse vanno su e giù? C'è un senso in tutto questo?

Non ci possiamo nascondere dietro ad un dito.
La stragrande maggioranza degli italiani si chiede cosa mai succeda a queste borse che vanno su e giù.
Contemplo le facce di molte persone quando i tg annunciano pomposi che la borsa ha avuto un crollo del 3,4% o un rialzo dell'1%.
Con gli occhi spauriti annuiscono alla notizia mettendo in scena una faccia meditabonda quasi come se riflettessero sulla cosa.
Così persone che non hanno quasi neppure un conto corrente bancario o un bancomat, sospirano perchè la borsa ha perduto punti percentuali e "bruciato" chissà quanti milioni di euro di capitalizzazione.
Ah, non è buono!! Ah, che disgrazia!!
Ma nella mente di costoro non vi è la minima idea di cosa in realtà comporti una borsa che continua a perdere. E cosa significhi, in realtà, la frase "La borsa di Milano brucia x milioni di euro".
Ma milioni di chi? E come li brucia? Con l'accendino?

Non è possibile spiegare in un solo post i meccanismi di borsa, di cosa comporti quando un indice di borsa sale o scende e tutto il resto. O forse si?
Diciamo che si può semplificare la cosa fino agli estremi ma ho paura che se dovessimo dire all'osso cosa esattamente accade in quelle arene in cui così tante persone vendono e comprano, molte persone rimarrebbero di sasso dicendo "No, non può essere solo così!".
Allora penserebbero che l'autore del blog non capisce niente di finanza e semplifica le cose proprio per difendere la sua ignoranza e mancanza di professionalità. Forse. A te la scelta.

Le borse vanno su e giù perchè sono solo un gioco speculativo che non ha niente a che fare con la realtà della produzione economica.
Le borse sono un luogo in cui qualcuno cerca di fare i soldi con i soldi e in cui si scommette.
Diciamo che le borse assomigliano ad un'agenzia scommesse. Magari non sono fratelli ma cugini si.

Così quando una borsa "brucia" milioni o miliardi di euro, la realtà è quella frase non significa in se proprio niente.
Certo se il giorno prima ci accordiamo che qualcosa vale 1000 euro e il giorno dopo cambiamo questo accordo e la cosa vale 500, si sono "bruciati" ben 500 euro. Ma vi era una bugia fin dall'inizio.

Facciamo così. Vi lascio con una domanda e domani capiremo perchè le borse vanno su e giù.
La domanda è questa:

Sono più ricco se ho 5 mele che valgono 2 euro l'una o se o 3 mele che valgono 5 euro l'una?

Scrivetemi la risposta e poi capiremo perchè le borse vanno su e giù.
Grazie per l'attenzione.

lunedì 3 ottobre 2011

I finanziamenti delle banche: perchè sono calati?

E' sotto gli occhi di tutti il fatto che sia drasticamente diminuita la quantità di finanziamenti (sia in termini numerici che di singola entità) da parte di banche e finanziarie sia alle imprese che ai singoli lavoratori.

Questo è uno degli effetti di quella cosa chiamata crisi. La quale, per il fatto di avere un nome, non è che sia una creatura ben conosciuta.
Ma questa è un'altra storia.

Ho sentito i pareri più discordanti sulla cosa.
Qualcuno che dice che è meglio così perchè prima le banche prestavano troppi soldi e con troppa facilità.
Qualcuno che dice che è un disastro perchè così si impedisce al mercato di crescere e alle aziende di prosperare. E che impedisce alle persone meno ricche di acquistare tramite mutui capienti la loro agognata prima casa.

L'economia appare sempre una scienza oscura perchè si analizzano sempre gli effetti e mai le cause. Così queste ultime passano in secondo piano a vantaggio di ciò che appare.

Un pò come quando si ha la febbre e i dolori articolari. Ci interessa che passino, non che si abbia un corpo in buona salute.

Sta di fatto che i finanziamenti delle banche sono calati solo per strategia. Parliamo di alta strategia bancaria i cui vantaggi sono rivolti ad una cerchia molto ristretta di operatori. Non di certo tutto il settore imprenditoriale di banche e finanziarie. Anzi se qualche banca fallisce, se molte finanziarie chiudono è ancora meglio per questo manipolo di persone.
E' un discorso di regole.
Le regole sono ciò che fa si che un gioco sia un gioco e non un inferno. Se chi gioca non lo fa rispettando le regole non vi è la possibilità di portare avanti un'attività ordinata e divertente ma diventa solo un macello in cui regna il caos e la furberia.
Se si decide che si prestano dei soldi a certi parametri, occorre mantenere questo impegno.

Ma qui entreremo nel problema se l'attività bancaria è giusto che sia qualcosa di lasciato al privato o meno.
Ma di questo parleremo in un prossimo post.

Grazie per l'attenzione.

sabato 24 settembre 2011

Caro Giulio e caro Silvio: cosa potevate fare? Qualche idea...

Caro Giulio e caro Silvio (ma potrò scriverlo?), cosa si poteva fare nei precedenti mesi e nei precendeti anni?
A parte tutte le vostre parole, i vostri buoni propositi, era possibile per l'Italia attuare delle decisioni che potevano impedire che si giungesse a questo livello di disperazione finanziaria?
Si.
Era possibile.
Colpevoli di innnumerevoli atti di omissione.

Oggi come oggi da più parti si sollevano critiche  e dissenso sulle iniziative del governo. Ma, come ben sappiamo, distruggere è facile. Ma meno facile è proporre delle soluzioni alternative.

Oggi vogliamo illustrarne alcune. Questo è un blog. E' scritto con l'idea di rivolgersi a tutti. Quindi perdonatemi se su alcuni punti sembrerà una illustrazione superficiale. In realtà ci sono delle altre cose che era e che è possibile fare. Ma per limitarci ad un breve elenco, ne scegliamo 10.
1) Taglio di tutti gli enti inutili (Quasi totalità delle province, enti parastatali).
Di questo se ne parla, se ne parla. Ma parlare non è governare. Un ente pubblico deve esistere perchè fornisce un servizio. E perchè i servizi che offrono sono superiori ai costi che richiedono. In Italia esistono enti come le provincie che sono solo degli stipendifici e dei parcheggi per politici. Servono per fornire potere ai partiti perchè forniscono loro una riserva di poltrone in cui sistemare questo o quel politico. Di sicuro un paese con uffici e servizi pubblici, ben organizzato e con agenzie e sportelli sul territorio è da preferire ad un paese con burocrazia centralizzata. Ma è ora necessario dare un taglio, sacrificando anche qualche ufficio o qualche ente che magari sta facendo il suo dovere. Toglierlo per fare tabula rasa ed, eventualmente, tra qualche anno riorganizzare il tutto.
Ci sono molti comuni troppo piccoli. Questi comuni dovrebbero essere accorpati ad altri comuni. E per non far svanire la rappresentanza locale, trasformarsi in circoscrizioni o dislocazioni territoriali, con uno o due funzionari, anzichè sindaco, assessori, consiglieri e compagnia cantante.
Lo stesso dicasi per moltissimi enti inutili come ad esempio le comunità montane. Per citare un esempio, in Sardegna le C.M. sono state abolite e nessuno se ne accorto. Ve ne era una che già nel nome faceva ridere per la contraddizione in termini e cioè Comunità Montana Riviera di Gallura.

2) Riforma di tutti gli organigrammi pubblici
Vi è stato in questo governo un ministro che ha cercato di fare qualcosa a riguardo. Brunetta è tutto tranne che simpatico. Ma il suo intento era giusto. Forse le sue soluzioni non lo sono state. Sicuramente i suoi metodi non sono stati molto popolari. Ma questo è il problema della democrazia. Come si può mettere in riga le persone e circoscrivere le inefficienze (il che comporta colpire sempre qualcuno) cercando di essere anche popolari? 
Ovviamente non si può generalizzare. Ovviamente non si può avere un atteggiamento quasi misticamente prevenuto nei confronti dei dipendenti delle strutture pubbliche. Ovvio.
Ma in Italia ci sono troppi dipendenti pubblici. Gli esempi si sprecano. E tutto basandosi sul fatto che così si creano posti di lavoro (e posti per collocare gli amici o elettori del politico di turno).
Le cose non funzionano così. Il principio keynesiano che basta pagare qualcuno perchè scavi un buco e lo ricopra in modo che poi spenda quello stipendio e metta in moto la macchina economica del paese non funziona. Non funziona. E' sbagliato. E Keynes ha torto. Benchè sia seguito da moltissimi paesi nel mondo.
Se un lavoro non serve, è meglio non farlo. Perchè la ricchezza non è il passaggio di moneta ma l'ottenimento di un prodotto (servizio) utile alla sopravvivenza.
Quindi occorre licenziare decine di migliaia di persone che COSTANO ma non producono. E non perchè siano degli scansafatiche. No. Perchè il sistema è inefficiente.
Ovviamente si può equilibrare il sistema. Lo si può razionalizzare. Ma per farlo occorre mandar via le figure inutili e assumere le figure utili.
Facciamo un esempio? Perchè molti sportelli aprono solo poche ore al giorno, costringendo il cittadino a operare in quella piccola finestra di tempo. Non c'è personale. C'è troppo da fare. Questa è la risposta classica. Bene! Assumete qualcun altro. Non si può la risposta. Non ci sono soldi!
Questa è follia pura.
La ricchezza è il servizio. Se c'è bisogno del servizio, i soldi sono quella produzione. Non è certo la carta moneta con cui si paga un dipendente. Forse può valere per una struttura privata (piccola) ma non per un ente amministrativo pubblico.
Cioè non ci si può porre il problema che non ci sono i soldi per pagae una mansione utile e produttiva e poi pagare posizioni superflue e non produttive.
Quanti hanno il doppio incarico? Vogliamo parlarne? Perchè?
Perchè il capo della polizia italiana guadagna circa 600.000 euro l'anno mentre il capo della polizia tedesca non arriva a 100.000? Forse non si può vivere con 100.000 euro l'anno? E il lavoro di un poliziotto che rischia la vita nelle strade vale così di meno di un dirigente?
E il gasolio delle loro auto è meno importante.

Quello che occorre fare è prendere tutti gli organigrammi di qualsiasi struttura pubblica e capire quale sia il prodotto finale di valore che ognuno di quei ruoli deve ottenere. E verificare se lo si sta ottenendo.
E' responsabilità dei superiore verificare questo e accettare che essi vengano messi a verifica. Ovviamente se già i nostri ministri non sono onesti e i nostri parlamentari efficienti..... Il pesce puzza sempre dalla testa. Ma proseguiamo.
Anzi ci vediamo lunedì perchè il post è diventato fin troppo lungo.
Grazie per l'attenzione.

martedì 20 settembre 2011

Gli ulteriori errori della recente manovra economica italiana: Berlusconi e Tremonti.

Abbiamo visto, nel precedente post, che il punto di partenza è la questione del debito.
Una regola ferrea di qualunque amministrazione (pubblica o privata che sia non importa) è che non si può spendere più di quanto non si abbia.
Scriviamola come legge.
REGOLA AUREA: non si può spendere più di quanto non si possieda.
Questa regola potrebbe avere delle momentanee eccezioni ma non può avvenire che le eccezioni diventino la norma e la norma un'eccezione.

E' vero che possiamo ipotecare una parte di quanto abbiamo e di quanto ipotizziamo guadagneremo nel prossimo futuro per avere dei soldi ORA.
Questo si chiama prendere un prestito o otttenere un finanziamento.
Un'azienda può chiedere dei soldi al mercato e promettere di restituirli in una certa data pagando degli interessi.
Questo lo si può fare e si è tanto più giustificati a farlo tanto più i soldi chiesti in prestito hanno lo scopo di creare nuova ricchezza.
Così un singolo può andare a chiedere dei soldi per aprire un'attività. Meno comprensibile è vedere una persona chiedere dei soldi in prestito solo per pagare le spese correnti.

L'italia è arrivata al punto di chiedere dei soldi in prestito (emettendo titoli di debito pubblico) per pagare gli interessi sul debito già esistente. Fare debiti per pagare i debiti.

Il nostro attuale governo, come le decine che lo hanno precedeto, spendono più di quanto esiste nelle casse dello stato. E continuano a fare debiti per finanziare queste uscite.
Cosa bisognava fare (non ora!) ma da anni?
Di sicuro lavorare per diminuire il debito pubblico e per favorire la crescita economica.
E come lo si sarebbe potuto realizzare?
Ci sono molte cose che si sarebbe potuto fare. Alcune avrebbero risolto il problema e alcune lo avrebbero solo limitato. Io personalmente ho delle posizioni abbastanza radicali su quello che si sarebber potuto e DOVUTO fare. Perchè penso che se un sistema genera problemi giganteschi è inutile cercare di metterci continuamente delle pezze. E' più facile cambiare l'intero sistema.
Ma comprendo che questo comporta una rivoluzione delle cose che solo pochi sono disposti ad accettare.
Perchè in questo sistema malato gli italiani (la maggioranza degli italiani) ci ha sguazzato. Altrimenti non avremmo al governo delle persone che non hanno fatto il bene del paese ma hanno mantenuto solo lo status quo.
Ma ora non è possibile rimandare al futuro il problema.

Elenco in rapida successione i provvedimenti che avrei attuato se fossi stato Tremonti e Berlusconi. Ovvero se ne avessi avuto il potere.

Vi rimando ai prossimi post, esaminare (uno per uno) questi provvedimenti nei dettagli:
1) Taglio di tutti gli enti inutili (Quasi totalità delle province, enti parastatali). Immediato e senza alcuna preoccupazione delle conseguenze.
2) Riforma di tutti gli organigrammi pubblici. Inserimento, a fianco della propria mansione, di un prodotto oggettivo di produzione che misuri la produttività del dipendente. Taglio drastico delle dotazioni e vantaggi dei politici. Riduzione dei compensi e dei benefit. Limitazione dei posti disponibili in parlamento per professioni particolari come avvocati, ingegneri e comercialisti per impedire che gruppi ampi solo qualche decine di migliaia di persone decidano per decine di milioni.
3) Abolizione delle imposte dirette progressive sui redditi e sulla produzione. No a tassare chi produce. Si a tassare chi consuma. Il consumo è il problema, non la produzione. E' ovvio che se si produce si consuma, ma la produzione viene prima del consumo. Per stimolare i consumi ci vuole la produzione. Quindi aumento di imposte come l'IVA e abolizione dell'IRPEF.
4) Possibilità di scaricare dalle imposte ogni costo per dare un'utilità diretta a tutti i consumatori a richiedere fatture e ricevute. Un altro provvedimento è la triangolazione dei pagamenti. Tu idraulico fai un lavoro a me, mi emetti una fattura e io pago la tua associazione di categoria, che visto il documento gira i soldi all'idraulico. Che per ottenere i soldi dovrà essere obbligato ad emettere fattura.
5) Abolizione di ogni costo contributivo per chiunque intraprenda l'attività di imprenditore, agente o commerciante per i primi anni di attività. Semplificazione delle procudere di gestione di un'impresa. Apertura di strutture pubbliche di gestione fiscale delle imprese a costi ridotti.
6) Detassazione degli utili reinvestiti.
7) Semplificazione delle procedure di finanziamento privato con obbligo dell'ente finanziatore a inserire una sua figura di controllo (tutor) all'interno dell'azienda.
8) Apertura di istituti di credito pubblici.
9) Creazione di Albi di ogni figura commerciale con un esatto prospetto di qualifiche necessarie.
10) Creazione di un ufficio che indichi a tutte le scuole superiori quali professioni debbano essere spinte nella formazione degli studenti e nella canalizzazione all'università.

Per ora mi fermo.
Ci sarebbe un altro provvedimento a monte di questi da prendere ma è qualcosa di forse troppo radicale ora. Si tratterebbe di nazionalizzare la propria banca centrale sottraendola al controllo di istituti di credito privati (la controllante che controlla il controllato di proprietà del controllato stesso!).
E, se si avesse veramente coraggio, anche l'uscita dal giogo della banca centrale europea con la gestione interna della propria moneta senza debito.
Ma questo è un lungo discorso.

Grazie per l'attenzione.

venerdì 16 settembre 2011

Gli errori della recente manovra economica italiana: Berlusconi e Tremonti.

Diciamoci la verità! Berlusconi e Tremonti non hanno colpe. Su tutto quanto è stato proposto per sanare le voragini del debito pubblico italiano, non hanno alcuna responsabilità.
Anzi, diciamola tutta. Forse loro non contano proprio niente e ciò che hanno fatto, è stato solo a loro ordinato perchè ci mettessero la faccia.
Ma questa è politica e forse ci sbagliamo.

Quindi facciamo un passo indietro e facciamo finta che siano loro gli artefici di questa manovra.
Cominciamo con ordine:
1) Il governo dichiara che per impedire che i mercati "divorino" con la speculazione l'Italia, occorre una manovra di riordino dei conti pubblici. Ma che significa ciò? Di base vi è un dato che deve essere tenuto in considerazione. Ovvero quale sia l'ammontare di debito pubblico dell'Italia e quanto grande sia questo in termini relativi in relazione alla produzione della nazione.
Attualmente il debito pubblico italiano ammonta a più di 1.911 miliardi di euro. Per la precisione il debito è di 1.911.807.000.000 di euro.
Se lo paragoniamo solamente al dicembre del 2010 c'è veramente da spaventarsi: allora era di 1.843 miliardi di euro. Un aumento di 69 miliardi di euro in poco più di 6 mesi.
Ma cosa sono sti 2 mila miliardi di debito? E, domande delle domande che tutti si fanno ma nessuno (per paura di essere tacciato da ignorante) ha il coraggio di porre, a CHI dobbiamo sti soldi?
Il debito pubblico è semplicemente un debito. Ovvero dei soldi che qualcuno ha prestato allo stato Italia per pagarci ciò che ci paga (stipendi pubblici, costi pubblici, finanziamenti, soldi ai ministeri, soldi a regioni, province, comuni, comunità montane e chissà cos'altro). Nè più e nè meno di una famiglia che non ce la fa ad andare avanti e che chiede dei soldi a qualcuno per continuare a vivere allo stesso tenore di vita del mese precedente.
E a chi dobbiamo questi soldi? A chi li ha prestati allo stato tramite l'acquisto di titolo di debito pubblico (bot, cct, btp, etc.): Ovvero banche, società e singoli individui. Italiani o stranieri che siano. 
Guardiamo un grafico che la dice lunga:
Se osserviamo il grafico nei primi anni '80, il debito dello stato era in un certo modo sotto controllo. Esso si aggirava intorno al 60% della produzione italiana. Un modo di dire che lo stato guadagna 100.000 euro all'anno e il suo debito ammonta a 60.000 €. Quindi qualcosa è successo da quegli anni.
E questo qualcosa è che si è cominciato a spendere più di quello che si poteva/doveva.
Perchè? Questa è una domanda più politica che economica.
I governi di quel periodo erano i governi socialisti-democristiani di Craxi prima e dei democristiani usa e getta Goria, De Mita, Andreotti dopo. Il tutto in un'escalation infernale che porta il debito pubblico a raddoppiare le due dimensioni portandosi al 120% del prodotto interno lordo nel 1994.
Al lettore trarre le conclusioni.
Qualcuno obietterà che quel debito è stato usato per mandare avanti le cose, l'economia, finanziare la crescita e altre panzane del genere. La realtà è che la crescita si ottiene con il risparmio e l'investimento. Non con il debito. Questo è un dato talmente di buon senso che nessun economista lo sottoscrive perchè rende inutile l'economista stesso.

Ma torniamo all'errore dell'attuale manovra. Dove sta questo errore? Se si osserva il grafico le cose sono leggermente migliorate fino al 2002 per poi tornare a peggiorare violentemente.
L'errore sta nelle omissioni che sono state fatte in tutti questi anni.
Così come si rimprovera lo studente che cerca di preparare l'esame a pochi giorni dalla data ultima fissata nel calendario anzichè sfruttare tutti i mesi che si ha a disposizione; così come si rimprovera al padre di famiglia che deve pagare la rata annuale di qualcosa se egli cerca una soluzione gli ultimi giorni prima della scadenza, anzichè aver messo da parte i soldi piano piano.
Così non possiamo che bacchettare un governo che adesso si propone come salvatore della patria ma che cerca di tappare falle che si sono aperte per il suo non far niente.
Niente di Berlusconi e niente di Tremonti da un decennio e oltre.

Faremo un esame ancora più dettagliato degli errori della manovra nei prossimi post.

Grazie per l'attenzione.

giovedì 15 settembre 2011

Gli errori della recente manovra economica italiana

Salve a tutti, dopo un'estate di passione passata a lavorare duramente (questo è l'unico motivo per cui ho tradito i lettori di questo blog) e senza l'opportunità di poter scrivere e postare un solo articolo, eccoci qui a settembre a guardarci intorno.
Lo so, lo so.
Mai come questo settembre si vedono in giro facce shockate che ancora non sanno capacitarsi di quanto stia avvenendo.
In un paese come l'Italia che è famosa per il suo immobilismo, per i processi che durano un paio di secoli, per iter burocratici che aspettano che i cittadini mettano la dentiera, tutto sta accadendo fin troppo velocemente.
Non siamo abituati, credo chiunque lo possa capire.

Sta di fatto che il nostro (pseudo)governo ha varato una incredibile manovra finanziaria con lo scopo di "correggere" i conti pubblici.
Di certo aveva ragione quell'autore che diceva che il cittadino verrà fregato dalle PAROLE e non dai fatti. Perchè i fatti sono quelli mentre le parole si possono deformare a piacimento per creare nuove idee e immagini nella mente delle persone.

Comunque.
Quello che sta accadendo a livello governativo è fin troppo importante per pensare che sia un argomento di discussione solo politica.
E' mia intenzione, invece, farne un esame squisitamente economico e finanziario. Per capire dove e come questo esecutivo stia sbagliando e perchè le sue decisioni influenzano e influenzeranno ciò che capita ai nostri soldi e alla nostra vita di tutti i giorni.
Svilupperò questo esame in vari post nei prossimi giorni.

Diciamo che questo articolo era un "bentornato dalle vacanze". Vacanze in cui ho lavorato in realtà, ma non ne faccio un cruccio a nessuno.

A rivederci presto in questi lidi.
Grazie per l'attenzione.
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