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lunedì 10 ottobre 2022

Una corretta pianificazione delle spese (la gestione dei soldi) - 2a parte

Scopo della pianificazione finanziaria è di tenere sotto controllo un flusso, che è quello monetario, che ha ovviamente dei momenti di alto e dei momenti di basso.

E’ insito (praticamente naturale e ovvio) nella natura delle cose che non ci sia corrispondenza e coordinazione fra le entrate e le uscite. Così come è altrettanto nella natura delle cose che ci siano degli imprevisti nelle proprie aspettative, sia di entrata che di uscita.

La pianificazione serve anche e, forse, soprattutto per questo motivo.

SCOPO DELLA PIANIFICAZIONE E’ QUINDI TENERE SOTTO CONTROLLO L’IRREGOLARITA’ DELLE ENTRATE E DELLE USCITE. Sia in termini di irregolarità di tempo che di irregolarità di grandezza.

 

SCHEMA DELLA PIANIFICAZIONE

La prima cosa da fare è scegliere il lasso temporale della pianificazione. In genere può essere utile partire dal MESE per poi vedere se non sia meglio adottare un'altra temporizzazione (più corta o più lunga).

OGNI MESE ci saranno delle uscite e OGNI MESE ci dovrebbero essere delle entrate (se così non è, verificare se non sia più opportuno scegliere un’altra temporizzazione). Non è detto che tutti i mesi ci siano delle entrate ma sicuramente per la maggior parte delle persone e/o famiglie, è la temporizzazione più corretta.

Abbiamo detto che abbiamo 2 grandi tipi di entrate. Quelle da reddito/rendita/regali e quelle da prestito. Le ultime sono differenziate perché, prima o poi, devono essere restituite e quindi si trasformeranno in una uscita. Tanto entra e tanto uscirà. Quindi sono di natura diversa.

Il primo tipo di entrata, ha delle fonti diverse. Nella pianificazione dovrebbero essere elencate tutte e nel dettaglio.

Esempio:
entrata da stipendio dipendente
entrata da pensione
entrata da pagamento fattura
entrata da incasso rendita immobile
entrata da incasso rendita finanziaria
entrata da donazione, etc…

Se un lavoratore ha più fonti di guadagno, può essere ottimale anche differenziarle. Un lavoratore autonomo che abbia due attività differenti (ad esempio un elettricista che svolga anche il lavoro di formatore o docente) può segnare in modo differente queste entrate. Lo stesso per un dipendente che abbia anche una entrata da procacciatore d’affari o da venditore.

Le uscite hanno sempre 2 macro-categorie: uscite da spesa e uscite da rimborso. Quest’ultima si applica SOLO alle uscite effettuate per il rimborso di un prestito che nel passato è stato segnato come uscita. In genere nel rimborso di un prestito sono compresi anche dei costi di rimborso. Questi NON DEVONO essere contati in questa voce ma in una voce separata che è tipicamente una uscita da spesa. Questa potrebbe, per esempio, chiamarsi spesa rimborso finanziamenti.

Le uscite da spesa sono a loro volta classificabili secondo un criterio di frequenza e stabilità di importo. Ci sono infatti delle spese ricorrenti (che si presentano SEMPRE) e che sono definite, in una maggiore o minore misura, prima ancora che si verifichino in un modo abbastanza esatto o comunque prevedibile. Ci sono altre spese che sono si ricorrenti ma non è detto che si presentino.

Poi ci sono spese che accadranno solo se chi decide (individuo o famiglia) la pianificazione vorrà che accadono. Ed infine vi sono le spese che sappiamo avverranno nel futuro ma non sappiamo quanto. E che quindi andiamo a preparare un fondo per quando accadrà. I conferimenti ad un fondo spesa, si chiamano accantonamenti e vengono segnate come spese nel mese in cui vengono fatti.

Schematicamente avremo, quindi.

SPESE FISSE RIPETITIVE (bollette, utenze, affitti o mutui, spese rimborso finanziamenti, assicurazioni, tasse fisse, etc.) – queste spese si sa che esistono e si può definire in anticipo quale importo abbiano. Non è detto che tutti gli individui / famiglia abbiano lo stesso elenco di spese (esempio se una famiglia ha casa di proprietà senza mutuo non pagherà né affitto né rata mutuo ma pagherà delle tasse annuali che sono sempre spese fisse ripetitive). Non è detto che tutte le spese fisse ripetitive siano a esatta scadenza mensile. L’esempio più classico è la copertura assicurativa delle auto o il bollo auto. Si paga semestralmente o annualmente. Ciononostante è logico che una tassa che paghi una volta l’anno serva a coprire i 12 mesi. Quindi se pago un rata assicurativa di 600 euro l’anno, è logico che se la ripartisco in 12 mesi, avrò una quota di spesa assicurativa di 50 euro l’anno. Perché non è CORRETTO imputare in un mese all’anno 600 euro di spesa mentre negli altri mesi zero.

Nei mesi in cui non conteggio i 50 euro spenderò per altre cose 50 euro che non dovrei avere (perché destinati a pagare l’assicurazione) e nel mese in cui materialmente pago i 600 euro dell’assicurazione sarò nei guai perché probabilmente dovrò tagliare di colpo altre spese e rimandarle al futuro. Qualche volta creando dei problemi.

La pianificazione serve proprio a REGOLARIZZARE queste difformità fra la gestione mensile (o altra durata temporale) e il reale avvicendarsi di entrate e uscite.

Come si procede? Si prendono quindi tutte le uscite fisse sicure che si hanno in un anno e se le si paga una volta, le si divide per 12. Se le si paga ogni 6 mesi, si somma l’importo (6 mesi + 6 mesi) e si divide per 12. E così via.

CONTINUA....

GRAZIE PER L'ATTENZIONE

venerdì 7 ottobre 2022

Una corretta pianificazione delle spese (la gestione dei soldi) - 1a parte

Nella nostra quasi ventennale esperienza in materia di finanziamenti, abbiamo avuto modo di incontrare, parlare e conoscere centinaia e centinaia di clienti.

Se contiamo anche solo gli incontri puramente conoscitivi che non hanno portato ad una consulenza approfondita, parliamo di migliaia di incontri.

Questa ampia esperienza, ci ha portato a trovare dei fattori comuni nelle persone riguardo la gestione dei soldi. Tema così vasto da non poter essere affrontato e risolto in un solo post.

In primo luogo è indubbio che essendo i soldi il lubrificante e il carburante del nostro modo di vivere (non è un errore, è stato volutamente scritto così!), essi abbiano assunto un'importanza stratosferica rispetto al passato.

Non che stiamo affermando che ci siano stati nei tempi andati, periodi in cui il denaro non contasse. Ha sempre contato tanto. Ma in questi ultimi anni ci sono dei fattori che hanno portato la GESTIONE DEI SOLDI ad un livello di importanza che prima non avevano.

Per gestione dei soldi non intendiamo solo quanti soldi una persona (o una famiglia) guadagna.
Intendiamo proprio le conoscenze, gli strumenti e le azioni che ogni individuo deve conoscere per semplicemente far funzionare le cose. Perchè il mondo cambia e lo fa ad una velocità tale per cui è veramente difficile tenersi al passo.

E così capita che anche chi guadagna bene e ha un reddito sufficiente, si trova alle prese con problemi di soldi, di spesa, di come gestire il proprio denaro.

Facciamo quindi un piccolo passo indietro e vediamo di partire dai fondamenti.

ENTRATE - USCITE
I soldi sono una entità numerica. Sono rappresentati da una valuta (in Italia e al momento, l'Euro) e sono lo strumento principe che si usa per gli scambi economici. Invece di usare altro, si usano i soldi come merce di scambio.
I soldi vanno difesi, vanno protetti e conservati. I soldi vanno stoccati (conservati) in luoghi e forme idonee.

Quando dei soldi entrano nella nostra disponibilità (significa che diventano nostri e ne possiamo disporre a volontà) questa si chiama ENTRATA.
Quando dei soldi escono dalla nostra disponibilità (significa che non sono più nostri) questa si chiama USCITA,

I motivi per cui si ha una entrata e i motivi per cui si ha una uscita sono i più vari. Ma questo è un altro discorso.
Possiamo solo dire che le ENTRATE sono di due tipi principali e le USCITE sono di due tipi principali. Avremo
E1. Entrate da guadagno/regalo.
E2. Entrate da prestito.

U1. Uscita da spesa.
U2. Uscita da rimborso prestito.

PIANIFICAZIONE FINANZIARIA
La pianificazione finanziaria altro non è che un controllo e previsione di come le entrate e le uscite di qualcuno (o di una famiglia o di una azienda) si manifestano. In particolare con il riferimento ad un periodo di tempo che si ripete. Questo periodo di tempo può essere il giorno, la settimana, il mese oppure l'anno. Oppure periodi anche diversi ma sempre e comunque di durata costante.

Le famiglie in genere usano il mese come criterio di riferimento per le entrate e le uscite. E' un buon criterio ma non è detto che per tutti e sempre sia il migliore.

Usare il mese come criterio di tempo vuol dire che si paragonano le entrate di un particolare mese con le uscite di quel mese. Ma significa anche che si paragonano le entrate di quel mese con le entrate dei precedenti mesi. E si paragonano le uscite di quel mese con le uscite dei precedenti mesi.
Non solo. Sarebbe ottimale anche dare uno sguardo a come sono le entrate del mese che si sta considerando con lo stesso mese degli anni precedenti. E dare uno sguardo alle uscite di quel mese con le uscite di quel tipo di mese degli anni precedenti.

In genere le entrate dovrebbero essere MAGGIORI delle uscite. 
Questa legge si chiama la legge della solvibilità perchè garantisce che la persona (o famiglia) possa sopravvivere a lungo e bene.
Questo non impedisce che ci possano essere dei periodi di tempo in cui le uscite sono maggiori delle entrate. E' logico che occorre che i mesi in cui le uscite sono più delle entrate siano pochi e che il disavanzo (il disavanzo è quando le uscite sono maggiori delle entrate) sia comunque contenuto.

Quando le uscite sono maggiori delle entrate, è possibile continuare come nulla fosse solo in presenza di RISERVE. Ovvero di precedenti avanzi (un avanzo è quando le entrate sono maggiori delle uscite) di qualche periodo del passato.

Se non ci sono riserve, non è possibile avere nessun mese in cui cui le uscite sono superiori alle entrate.

Quando questo accade ci sono delle soluzioni. Che elenchiamo:
1. Si aumentano le entrate.
2. Si diminuiscono le uscite.
3. Una combinazione delle due soluzioni precedenti.

Come abbiamo visto le entrate non sono solo guadagni ma esistono anche le entrate da finanziamenti.
Ciononostante lo schema di cui sopra è comunque valido.

CONTINUA.....
Grazie per l'attenzione.

venerdì 29 maggio 2015

Quanto costa ad un'azienda essere innovativa?

In economia l'innovazione è un concetto apparentemente complesso e ad una prima analisi da relegare solo ad alcuni specifici ambiti estremamente tecnici.

Si è parlato così tanto e così spesso di innovazione accostando il concetto alla tecnologia, ai computer, alle fonti energetiche, alla telefonia e via discorrendo che si è perso di vista la semplicità e basilarietà di questa idea.

Innovare significa semplicemente fare qualcosa che fino a quel momento non si faceva.

Non necessariamente l'innovazione è qualcosa di legato ad una mirabolante invenzione tecnologica o alla scoperta di chissà quale nuovo materiale o sostanza.

L'innovazione è talmente legata al concetto di sopravvivenza che sembra quasi ridicolo doverne parlare.
Ma in un modo in cui la presunzione di sapere sta prendendo sempre più spazio a discapito della conoscenza effettiva (teoria + pratica), appare evidente che non si debba dare niente per scontato.

In un periodo storico in cui le aziende stanno incontrando grandi difficoltà attorno a loro, INNOVARE non è solo uno sfizio o un lusso.
E' una assoluta necessità.
Innovare non significa stavolgere o rivoluzionare. Chi pensa che questi verbi siano sinonimi dovrebbe prendere in mano un dizionario e controllare.
Innovare significa prendere atto che qualcosa non sta andando bene e occorre trovare delle soluzioni.

Queste innovazioni possono essere
a. di Amministrazione.
b. di Marketing.
c. di Organizzazione interna.
d. di Produzione.
e. di Formazione.r
f. di Sviluppo nuovi mercati.

solo per citarne alcune.....
Un'azienda si può innovare, investendo nella formazione, proponendosi sul mercato in un modo nuovo, sperimentando nuove strategie, lanciando nuovi prodotti affini a quelli precedenti.
Non ci sono molti limiti all'innovazione. Tutt'altro.

Questo ha un costo?

Se per costo intendiamo delle uscite di denaro, certamente si. L'azienda che stia ferma o si muova, ha dei costi e delle uscite di denaro. Alcune uscite di denaro sono produttive di maggiori entrate future. Sono dei costi particolari: si chiamano investimenti.
L'innovazione è un investimento. Si.

Ma fermiamoci a riflettere su quali siano i costi che una azienda affronterà se NON innova, se NON cambia, se si FERMA a pensare che è dalla parte della ragione.

Esistono persone che staranno ore a spiegarti quanto loro siano dalla parte della ragione mentre piangono o si lamentano di ciò che non va nella loro vita. Ci sono aziende che ti spiegheranno per ore quanto siano bravi e competenti mentre le loro entrate e le loro vendite continuano a calare.

Un organismo che non cambia quando cambiano le cose attorno a lui è destinato a subire il destino. Se è fortunato, sopravviverà con qualche ferita e qualche abito stracciato. Se non è fortunato (tanti) semplicemente morirà.
Un'azienda che non innova in un periodo di crisi, attendendo l'abbondanza per innovare, non vedrà mai quell'abbondanza.

Quindi la domanda diventa...... quanto può costare ad un'azienda non essere innovativa?
Tutto, anche la propria stessa esistenza.

Grazie per l'attenzione.

giovedì 19 giugno 2014

Espandersi nei momenti di crisi - introduzione

In questi anni una delle parole sicuramente più usate nei mass media e nei discorsi in salotto e nei bar è stata la parola "crisi".

Abbiamo anche sentito discutere sul fatto che la crisi sia o meno anche un momento per cogliere nuove opportunità. Ognuno dice la sua, e tra questi anche chi afferma che la crisi sia solo un'idea e un semplice accordarsi sul fatto che la crisi esista.

L'opinione di questo blog è che dei cambiamenti ci siano stati. A qualcuno piace chiamarla "crisi" e in senso strettamente grammaticale, la definizione ci sta.

Il mercato e il mondo del lavoro aveva raggiunto a metà degli anni 2000, un certo punto di equilibrio.
Per essere più precisi e scientifici, servirebbe fare un'analisi zona per zona, effettuando i corretti distinguo e differenziazioni. Ma rimanendo nel panorama dell'Italia tutta e in generale, diciamo che per un ventennio si era assistito ad un periodo di crescita economica.
I numeri statistici dicono questo e la percezione comune delle persone lo giustifica.
Che dal 2008, ci siano stati dei cambiamenti è impossibile negarlo. Solo una persona in malafede potrebbe.
Nei periodi di crisi ci sono anche persone e aziende che invece prosperano. Questo è talmente ovvio e scontato che non andrebbe neppure posto in rilievo. La I.G. Farben, società chimica produttrice del famigerato Zyclon B (il gas usato per sterminare razze e popolazioni non gradite al regime nazista durante la seconda guerra mondiale) fece un sacco di soldi con questo affare (e altri....). E li fece in un periodo che appare nitidamente come un periodo disastroso e negativo per tutti. O quasi, appunto.

La domanda, però, è un'altra.
E' possibile espandersi in questo periodo di crisi? Crescere, aumentare il fatturato, le vendite e via dicendo?

E se è possibile, come lo si può fare?

Nel nostro lavoro, organizziamo continuamente meeting, incontri e seminari con imprenditori e professionisti per promuovere le azioni che possono e devono essere fatte.
Riteniamo che possano essere delle informazioni utili e quindi le pubblicheremo sotto forma di 3 articoli in questo blog durante la settimana prossima.

State sintonizzati.
Grazie per l'attenzione.

lunedì 10 ottobre 2011

Dove trovare dei mercati?

Uno dei problemi più sentiti dalle persone di ogni latitudine e longitudine è:
dove trovo del denaro?
Che è un modo più diretto per dire "dove trovo del lavoro o delle occasioni di business?". Che è un modo più diretto di dire:
Come posso trovare un mercato?
Invece che starnazzare su cose di cui non capisco niente o di cui, se ne hanno capito qualcosa, mentono per favorire i padroni, i giornalisti e opinionisti che in Tv e nei giornali parlano di politica dovrebbero puntare l'attenzione sul nocciolo della questione:
la dimensione, la localizzazione e la qualità dei mercati di riferimento.

Questo è valido sia per il singolo che per un distretto che per un'intera nazione.
Ma cosa intendiamo con "MERCATO"?

Un mercato si intende genericamente l'insieme e l'incontro fra la domanda e l'offerta di un bene o servizio. In misura più ristretta si intende il luogo (fisico o virtuale) dove tale incontro avviene e in cui si da vita allo scambio.

Quando qualcuno consuma (ha necessità o ricerca qualcosa) va nel mercato (il luogo in cui si scambia il tipo di bene o il tipo di servizio di cui parliamo) e visualizza le offerte.
Viceversa quando qualcuno produce (offre qualcosa) va nel mercato e pone il suo oggetto in vendita.
Questo luogo è per lo più virtuale per quasi tutti i mercati. Ad esempio, se voglio comprare una giocattolo, il mercato sarà rappresentato dagli spazi fisici dei negozi della mia città e zone limitrofe ma anche dai cataloghi di chi vende a distanza e dalle pagine di internet, dove molteplici venditori offrono qualcosa.
Porre dei confini ad un mercato è sempre più difficile.
Se prima, quando volevi comprare della verdura, andavi (appunto) al mercato della tua città e velocemente potevi capire quale fosse il prezzo di qualcosa, ora ci sono molte più difficoltà a stabilire come e dove finisca un mercato.

Ma, a parte queste riflessioni, il mercato è sempre il punto di riferimento di di chiunque.
Non che esso assurga a ruolo di Dio. Sbaglia chi pensa questo. Il mercato è un pò come il tempo meterologico. Può essere bello o brutto ma se si esce per fare una passeggiata non si può prescindere da esso.
Quando un'economia (che è di base l'insieme del mercato + i produttori + i consumatori + le regole collettive di quell'insieme di persone cioè le leggi) va male, significa solo che il numero di scambi e la loro qualità sono diminuiti ovvero che non si produce più.
Se vogliamo risanare un'economia occorre fare riferimento ai mercati.

Anche un singolo individuo deve fare i conti con i mercati quando non trova lavoro o quando volesse trovare un lavoro più soddisfacente (da un punto di vista monetario ma anche professionale).
Cioè se un lavoro è in una fase di mercato implosiva in cui gli spazi, le occasioni, gli affari e gli scambi si vanno via via contraendo, è d'obbligo pensare che esistano 2 soluzioni:
1) si cambia mercato o
2) si espande il mercato.
Quando in una zona che si è specializzata in una particolare produzione, il lavoro viene a mancare, ciò avviene perchè il mercato si è contratto. Ovvero la domanda di quel prodotto di è contratta. E si è contratta o per motivi di ciclo di vita di un mercato (ne parleremo in un prossimo post) o perchè in qualche altra parte del mondo qualcuno è diventato più bravo o più economico nell'offrire la stessa cosa.
Se estrarre il carbone in Sardegna non è più conveniente, è inutile cercare il sesso degli angeli. Il mercato si è ristretto: o lo si espande cercando nuovi potenziali clienti oppure si smette di estrarre il carbone in Sardegna.
Se si mantengono aperte le miniere con iniezioni di denaro pubblico solo per garantire i posti di lavoro, si otterrà solo che il crollo dell'area economica sarà rimandato e più fragoroso. E in più saranno stati spesi invano dei soldi che potevano essere usati per iniziare una nuova produzione.

Alla prossima. 
Grazie per l'attenzione.

sabato 25 giugno 2011

Come ottenere del denaro per iniziare una nuova attività - 3a parte

Chiudiamo questa panoramica su come ottenere i soldi per iniziare una nuova attività.
Se abbiamo seguito con precisione le indicazioni dei primi 2 post che compongono questo lungo articolo, a questo punto abbiamo un'idea chiarissima del nostro progetto, di quali risorse ha bisogno e di quali apporti possiamo portare personalmente.
Il denaro per iniziare la nuova attività verrà da persone.
Lo riscriviamo perchè questo è uno di quei dati la cui sottovalutazione porta ad errori clamorosi.
Il denaro non si ottiene da strutture impersonali o guidate da entità extraterrestri o da piante.
Il denaro in prestito (e anche quello a fondo perduto) lo si ottiene da persone.
Quindi rammentiamoci che avremmo a che fare con persone. Per quanto alcune strutture come le benche e simili, cerchino di convincerci che interagiamo con un qualcosa di impersonale, rammentiamo questo fatto.
Sarà la nostra ancora di salvezza. Se nella tempesta ci può essere una possibilità di essere salvati, ciò sarà dovuto al fatto che ci rammentiamo che i soldi provengono dalle persone.
Ci sono quindi strutture commerciali e individui singoli nella nostra lista dei fornitori di denaro per iniziare la nostra attività.
Se, negli scorsi anni, ci siamo comportati bene con amici e parenti, trovare qualche conoscente che possa credere in noi e nel nostro progetto sarà facile.
Se invece abbiamo trascurato i rapporti di parentela o siamo sempre stati acidi e menefreghisti, è giunto il momento di pagare il conto.
Ma ricordate che si è sempre in tempo per mutare il proprio modo di fare.
Se riusciamo a far avere ai conoscenti una buona opinione di noi (persone affidabili, fondamentalmente oneste e così via), le possibilità che ci venga concesso di illustrare il nostro progetto aumentano.
E toglietevi dalla testa fattori emotivi come la vergogna o l'orgoglio.
Vergognatevi quando vi comportate in modo disonesto o quando tradite la fiducia di qualcuno, non quando chiedete soldi. Chiedere soldi non è vergognoso. E se qualcuno vi ha convinto di questo. O se voi stessi vi siete convinti di questo, mutate atteggiamento di 180°. Mi spiace indicarvelo ma è completamente sbagliato.
Non vi è niente di male nel chiedere dei soldi. Se il fine è imprenditoriale.
Certo se parliamo di chiedere soldi per pagarsi gli sfizi o rimediare a qualche debito è diverso.
Riuscite a vedere la differenza?
Nelle persone chiedere i soldi diventa un assoluto a prescindere dalle motivazioni.
Da che mondo è mondo, i soldi sono stati spostati da punti della società in cui erano più o meno fermi e inutilizzati, a punti della società in cui vi erano buone idee o progetti.
E' il principio della banca.
Quindi stilare un elenco di conoscenti a cui sottoporre in modo PROFESSIONALE (niente è dovuto, ricordatelo!!) il vostro progetto. Non cercate di proporre date irreali solo per imbonirvi l'interlocutore.
Se qualcuno può darvi dei soldi per un anno, può farlo per 2. E moltiplicate per 2 i tempi previsti di restituzione. Se promettete di restituire i soldi in 2 anni, prendete accordi per 4 anni. Se poi ci riuscite veramente in soli 2 anni, chi vi ha dato i soldi farà i salti di gioia.
Ma se promettete e non riuscite a mantenere la promessa, sarà altamente disastroso.
Qualcuno di voi, pur avendo dei buoni rapporti con tutto il parentado e amici, putroppo dovrà affrontare il problema che nessuno dei propri conoscenti ha le minime qualifiche per aiutarci in tal senso. Può succedere, soprattutto quando si ha un numero ristretto di parenti.
In questo caso, le cose si fanno più difficili e maggiormente si dovrà ricorrere alle banche.
Per costoro un consiglio, che è un consiglio che si può dare anche a chi ha parenti facoltosi o benestanti.
Il consiglio è ad ampio raggio: curate conoscenze di un certo livello.
Di questo periodo non vorrei essere frainteso. Non sto indicando a nessuno di aprire le proprie frequentazioni a persone di dubbia moralità e di torbide frequentazioni. Nessun invito in tal senso, sia chiaro.
Ma se si intende operare come imprenditori, sarà meglio che tra i propri contatti vi sia anche chi è un imprenditore o che frequenta imprenditori o affaristi.
Vi è, ad esempio, un social network (che nelle ultime settimane ha presentato richiesta per quotarsi alla borsa di Nwe York) chiamato LINKEDIN che, sulla scia del successo di Facebook, mette in relazione persone per affari e business in genere. Ampliare le proprie connessioni in tal senso aumenta le possibilità di trovare partners, soldi o, al limite, consigli ed esperienza.
Se dovete chiedere soldi, cercate di chiedere di più a meno persone, anzichè di meno a più persone.
Ogni persona è importante. E se dovete avere a che fare con molti finanziatori, la cosa vi ruberà tempo e attenzione.

Detto questo rimane, nel mix di finanziamento, da affrontare il discorso dei prestiti da parte di banche, stato e altre istituzioni. Ma di questo parleremo nell'ultima parte di questo post.
Grazie per l'attenzione.

venerdì 17 giugno 2011

Come ottenere del denaro per iniziare una nuova attività - 2a parte

I soldi sono delle unità di energia bloccate. 
L'energia (parliamo in senso lato di attività del fare) si blocca in delle unità fisiche (banconote, assegni, monete) o delle unità virtuali (conti correnti, carte di credito, etc.).
Rimane lì, a disposizione.
Il denaro quando utilizzato sviluppa l'energia che esso contiene e da vita a MOVIMENTO. Se il movimento è produttivo ne risulterà un'attrazione di altra energia, sempre sotto forma di denaro.
Se intendiamo avviare una nuova attività, bisogna ATTRARRE energia da qualche punto e dare vita a del movimento.
Ma in realtà anche il fatto stesso di ATTRARRE energia (per avviare il nostro progetto) è in se stesso una produzione.
Andare in giro, chiedere ad amici e parenti un prestito oppure presentarsi in una banca e vedere se ci viene accordata una copertura finanziaria comporta già una produzione ovvero l'avvio di un movimento.
L'attività di trovare denaro è in se stesso un progetto produttivo e un'attività d'impresa.
Ha le sue regole e le sue azioni. I suoi equilibri e la sua promozione.
Se già si comprende questo, si è a buon punto per ottenere i soldi per iniziare una nuova attività.

Partiamo dal caso peggiore. Che siamo senza un centesimo di euro. Lasciamo perdere il caso in cui possiamo disporre di una cifra più o meno grande di denaro da investire. Tutti i ragionamenti che possiamo fare in questa situazione sono, mutatis mutandi ovvero cambiando le cose che ci sono da cambiare, le stesse.
Abbiamo un'idea e zero euro.
Apriamo la nostra impresa di procuramento denaro sotto forma di finanziamento.
Primo punto: il programma d'azione o piano operativo per il procuramento dei finanziamenti. Cioè stendere per iscritto una strategia e una serie di azioni allineate per ottenere i soldi che ci servono.
In questo programma va stabilito quale possa essere il mix di finanziatori da adottare. Il mix è, fondamentalmente, divido in 2 grandi schieramenti ovvero i finanziatori estranei al progetto (banche o istituti finanziari, enti pubblici, privati) e i finanziatori inclusi nel progetto (soci, privati con potere di influenza, enti pubblico con diritto di controllo).
Affidarsi ad un solo finanziatore è semplice ma pericoloso. Meglio scegliere un mix diversificato. E' più dispendioso e prende più tempo ma ci mette al riparo da brutte sorprese.
Secondo punto: stima delle risorse disponibili. Abbiamo visto su cosa possiamo contare (a parte i soldi)? 
Abbiamo solo un'idea?
Abbiamo solo un'intenzione?
Oppure abbiamo anche dei materiali, dei contatti, un business plan, dei potenziali clienti che attendono che apriamo?
Abbiamo già delle linee di comunicazione attive cioè persone e aziende che ci possono essere utili quando opereremo effettivamente?
Abbiamo una competenza specifica, un'esperienza nel settore o settori simili? Oppure possiamo ragionevolmente e con facilità procurarsi questa competenza ed esperienza?
Se ho fatto l'idraulico per anni e decido di prendere in gestione una discoteca (faccio un esempio un pò così) quali competenze e conoscenze metto sul piatto della bilancia per convincere qualcuno che è un buon affare finanziarmi?
Si comprende in nocciolo della questione?
Bene. Al prossimo post un nuovo capitolo di questa lezione sul come trovare denaro.
Grazie per l'attenzione.

martedì 7 giugno 2011

Come ottenere del denaro per iniziare una nuova attività - 1a parte

Per iniziare una qualunque attività commerciale o lavorativa, occorrono soldi.
Ovviamente sto iniziando questo post nel modo più accademico e professionale possibile. Non so se avete notato?
E' normale che dopo il mio sofisticato percorso accademico, in cui le tematiche economiche vengono analizzate con grande criterio scientifico tipico degli economisti, io trasmetta in questo blog questo mia inarrivabile sapienza in modo che praticamente nessuno comprenda quel che si (fa finta) di comunicare.
E' sempre la solita vecchia storia. La complessità dell'esposizione serve solo a ottere il risultato di confondere chi ascolta in modo che l'informazione venga recepita come DOGMA anzichè come comprensione.
E' il caso in questi giorni del dilemma referendario dell'acqua pubblica/acqua privata.
Ho sentito dissertare a lungo su questa dicotomia (vedere che anch'io so usare i paroloni) e tutte queste dissertazioni sono fatte a sproposito.
Non è detto che l'efficienza di un'organizzazione sia da porre in relazione con il tipo di proprietà, ovvero se è a gestione pubblica o a gestione privata.
Questa dicotomia è accademica e, per altro, secondo me sorpassata.
Sentivo a più riprese che "privato" era sinonimo di efficienza e prezzi più concorrenziali.
Onestamente questo "scientifico fatto" è basato su un cumulo di premesse che sono vere solo nelle pagine dei libri di economia politica.
Nella realtà vi sono altri fattori che non vengono presi in considerazione.
Ma tutto questo ci sta portando enormemente fuori rotta.

Come ottenere i soldi per iniziare una nuova attività?
In primo luogo occorre studiare molto bene l'idea che si intende realizzare.
Esistono una molteplicità di testi che insegnano come debba essere definito il cosidetto business plan.
Ora, visto che in vita mia ne ho preparati un pò, vorrei definire meglio i confini di utilità di un business plan.
Questo è, semplicemente, uno studio di fattibilità di un progetto o idea.
Il mettersi a tavolino per stendere un piano di fattibilità, costringe l'ideatore a mettere sotto esame critico la propria idea o progetto, sia in termini di validità assoluta che in termini di fattibilità finanziaria.
Questo è lo scopo del business plan.
Mentre è sbagliato pensare che questo piano debba essere un elogio alla perfezione numerica delle sue analisi o debba essere il deus ex machina che realizzerà il progetto.
Il bello e l'utile di un business plan è il percorso che si fa per realizzarlo, non il prodotto che si ottiene. Se il percorso non è fatto con criterio, il risultato, ancorchè completo e apparentemente ottimale, sarà inutile.
Quindi bisogna chiedersi se
1) la propria idea è valida.
2) se si hanno le concrete possibilità di realizzare finanziariamente questa idea.

Verificare se la propria idea sia valida non è qualcosa di semplice nè definitivo. Una buona idea è un concetto di massima che difficilmente si può tradurre in parametri numerici. Cosa è una buona idea?
I 2 ragazzi terribili che hanno inventato Google come potevano sapere che la loro idea (al tempo) fosse buona? E come loro tanti altri. Anche perchè è facile vedere, POI, che una buona idea era tale. Meno facile è vederlo prima.
Ma interrogarsi sulla validità della propria idea può aiutare ad evitare gli errori grossolani.
Per lo meno quello.

Le finanze sono un tasto dolente, soprattutto in Italia, in cui la burocrazia e una generale tendenza all'immobilismo non aiutano chi cerca capitali e soluzioni finanziarie per realizzare qualcosa.
Per capire qualcosa, può esserci d'aiuto delineare una scena ideale e vedere di quanto la scena attuale si allontana da questa scena.
Quale è la scena ideale?
La scena ideale è avere sufficienti finanze personali per finanziarie il progetto. Naturalmente non è detto che queste verranno usate per finanziarie ciò che vogliamo.
Per esemplificare, se il nostro progetto avesse bisogno di 100.000 euro per essere realizzato, noi dovremmo avere SOLO per quel progetto 100.000 euro da parte. Ovviamente non investiremmo tutti i 100.000 euro in questo progetto ma busseremmo alle porte di alcuni investitori (privati o bancari che siano) perchè una quota più o meno consistenti di questa cifra sia finanziata da esterni.
Sempre esemplificando, potremmo depositare i nostri parte di questi 100.000 euro su dei fondi vincolati e ottenere dalla banca della liquidità.
Ma questa scena ideale è molto lontana dalla nostra reale situazione.
La maggior parte delle volte le idee esistono (e sono buone) ma non esistono le finanze per realizzarle.
Come si fa?
Si chiede a chi i soldi li ha! E' semplice, come tutte le cose in economia e finanza.
Ovviamente qualcuno riderà su questo e dirà "grazie al piffero!" ma la realtà è che non vi è strada alternativa.
Se abbiamo bisogno di 100.000 euro per aprire un negozio in franchising (faccio un esempio) e in banca abbiamo solo 20.000 euro, suggerirei di lasciare quei soldi da parte (per motivi personali) e cercare tutti i soldi che servono.
Un'idea potrebbe essere coinvolgere qualcuno (che ha fondi o che può attrarli) nel progetto. Divideremo la torta ma ciò è sempre da preferire al non realizzare niente di quanto sognato.
Questo qualcuno da coinvolgere potrebbe essere anche un istituto finanziario o banca. 
Ma di questo parleremo nella 2a parte dell'articolo.
Grazie per l'attenzione.
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