Pagine

Visualizzazione post con etichetta inflazione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta inflazione. Mostra tutti i post

lunedì 3 ottobre 2022

L'aumento dei costi: ma che succede?

Dopo decenni (dagli anni '70, periodo massimo di crisi energetica in Italia) di zero problemi riguardo la disponibilità di risorse energetiche, siamo ripiombati in uno scenario tetro e inaspettato.

In Italia si prospetta un inverno difficile, con costi energetici schizzati alle stelle in un modo che nessuno poteva prevedere solo un anno fa di questo periodo.

Ma cosa è mai successo?

Dirimere queste questioni e rispondere a queste domande non è mai semplice. Moltissimi fattori sono coinvolti. Ma scopo di questo blog, è cercare di puntare al nocciolo del problema e cercare di avvicinarci a qualcosa semplificando i concetti e tagliando i rami inutili dalla discussione.

In una economia di mercato come quella in cui opera la nostra nazione, i fattori che portano all'aumento dei prezzi di qualcosa è dovuto a 2 cause principali:

1. Improvvisa scarsità di materie prime e risorse energetiche.
2. Decisioni politiche.

Come detto, questa è una semplificazione. Ma rende l'idea.

La prima motivazione, è quella che sensatamente è la più fondata. Il prezzo (costo) di una materia prima (come di un prodotto) è in funzione della scarsità o abbondanza della stessa.
Il costo di qualsiasi materia prima dipende da quanta materia prima è a disposizione.
A disposizione di chi?
Questo è un punto su cui riflettere. Ma ci torniamo sotto fra qualche riga.

E' logico che se il petrolio o il gas o il ferro o l'alluminio (facciamo degli esempi) si esauriscono e diventa difficile procurarsene dell'altro, è normale che il costo ALLA FONTE salga. E quindi salga anche il costo a valle. Cioè per il consumatore finale e per chi lo utilizza.
Questo accade ma se tralasciamo episodi di scarsità momentanea causa disastri naturali (tempeste, eruzioni vulcaniche, etc..) o incidenti (esplosioni accidentali di miniere o di centrali di lavorazione/estrazione), è scontato che l'Uomo possa prevedere e occuparsi di questa scarsità in anticipo, prendendo gli opportuni provvedimenti.
Sappiamo che molte risorse non sono infinite. Sappiamo che il petrolio, prima o poi, finirà. E' nella natura delle cose. Ma non accadrà dall'oggi al domani.

Più probabile è invece il discorso di una diminuzione di disponibilità dovuta a motivi contingenti.
Che ci portano più alle questioni di attualità.
In cui sappiamo che a causa delle conseguenze della guerra Ucraina-Russia, vi è stata una diminuzione di disponibilità di gas e quindi una impennata stratosferica del suo prezzo. Che ha impattato in modo spaventoso nell'aumento dei costi di altre materie prime e/o energetiche.
Però.....
La verità è che non c'è stata, almeno fino al momento, nessuna diminuzione effettiva della quantità di materie prime ed energetiche reali a causa della guerra.

E qui entriamo nel punto 2 delle motivazioni di scarsità. Ovvero le cause di tipo "politico".
Per politico intendiamo tutto ciò che consegue da decisioni di organi amministrativi umani (governi, amministrazioni, consigli direttivi, organizzazioni, tavole rotonde, etc..).
Per motivi che adesso è inutile e lungo approfondire, la gestione delle dinamiche del prezzo del gas è stata affidata a contrattazioni di tipo borsistico quindi soggette a speculazioni da parte degli operatori. E per motivi altrettanto sconosciuti, si è ancorato il prezzo dell'energia elettrica al prezzo del gas. Anche quando l'energia elettrica viene prodotta con altre fonti.

Risultato? Per motivi di speculazione (quindi di guadagno individuale), il prezzo è schizzato alle stelle. Perchè? Perchè qualcuno ha deciso di voler comprare più gas (anche più di quanto gli poteva servire al momento) per paura che un domani non ne avesse.
La stessa cosa che è successa con il pellet. E in passato (causa pandemia) è successo con la carta igienica, l'amuchina, la farina, etc...
Quando si pensa che qualcosa CHE NON E' SCARSO ORA ma potrebbe diventare scarso a breve, la richiesta di quel qualcosa aumenta.
Per fare scorte.
Quando il prezzo aumenta, alcuni operatori decidono essi stessi di comprare quella materia prima o prodotto (in questo caso il gas) perchè pensando che il prezzo continuerà ad aumentare intendono rivenderlo a prezzo più alto guadagnandoci.
Così c'è più richiesta e il prezzo sale e così via.
Eppure non vi è mai magari stata nessuna penuria di prodotto/materia prima alla fonte.

Due riflessioni.
Gli stati esistono per impedire che questi meccanismi di mercato perversi impattino in modo troppo negativo nei confronti di una popolazione. Se non intervengono con azioni straordinarie in situazioni simili, a cosa servono?

E, ancora, l'aumento dei prezzi è di natura (al momento) totalmente politica. Ovvero dipende dalle decisioni del passato e dall'inazione odierna.
Quindi è tutto rimediabile.
Attendiamo.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

lunedì 1 agosto 2022

Rialzo dei tassi.... Perchè

E così fu che il rialzo dei tassi arrivò.

Tanto tuonò che piovve, dice il proverbio.

Questo blog vuole semplificare alcuni contenuti economici e finanziari e con questo scopo oggi proveremo ad analizzare cosa effettivamente succede quando una banca centrale aumenta i tassi e perchè lo fa.

Prima di capirlo, occorre comprendere che l'economia moderna di un certo territorio politicamente omogeneo ha 2 campi distinti ma completamente legati l'uno all'altro: il campo economico e il campo monetario.

Certo... abbiamo detto che dovremmo rivolgerci ad un territorio politicamente omogeneo e in questo momento l'Unione Europea è tutto tranne che un campo politicamente omogeneo.
E questo è probabilmente il peccato originale dell'Euro. Una moneta unica diffusa in un insieme di stati diversi, con leggi sul lavoro diverse, con esigenze strategiche diverse e con equilibri sociali diversi.

Ma questo è l'argomento di un altro post. Per ora faremo finta che l'UE sia uno stato abbastanza unito e politicamente e economicamente coerente.

L'economia di un'area viene rappresentata e supportata dalla finanza. Nel senso che la produzione reale (in un mondo evoluto come il nostro) ha assolutamente bisogno di essere rappresentata da dei valori simbolici espressi in denaro.
Da una parte abbiamo terreni coltivati, verdura, allevamento, minerali, energia, macchine, utensili, fabbriche, servizi, etc...  tutte cose tangibili, produzione reale.
Dall'altra abbiamo il valore di queste cose in modo che siano scambiabili. Quindi prezzo, moneta, valori, prestiti, debiti, etc...

Quando una economia va bene e c'è produzione il sistema richiede più denaro perchè c'è bisogno che il sistema produttivo venga "lubrificato". Senza olio (denaro) il sistema si grippa e si rompe per mancanza di capacità di far fluire da un punto all'altro del sistema quanto viene prodotto.
In una situazione del genere il centro decisionale finanziario (in genere la banca centrale, in Europa ora la BCE) decide di immettere nel sistema più liquidità, più denaro.

E lo fa rendendo appetibile ai principali compratori di denaro (le singole banche commerciali) acquistare denaro. Se il denaro costa poco, vale poco.
Quindi imprenditori e investitori preferiranno indirizzare le loro risorse verso gli impieghi che più di altri hanno un rendimento che consentirà loro di guadagnare di più.

Se esistono rendimenti finanziari "alti" (costo del denaro alto significa che costa di più per chi lo acquista ma anche che rende di più per chi lo vende o ci investe!) tali investimenti attireranno l'attenzione di imprenditori e investitori con capitale disponibile. Probabilmente uno degli obiettivi della BCE è attirare denaro da altre economie extraeuropee per convogliarli nelle casse della UE.
Perchè quando una moneta aumenta i tassi di interesse, questo provvedimento è aperto a tutto il mondo, in un mercato finanziario praticamente in funzione 24 ore su 24, sette giorni su 7, 12 mesi all'anno.

Ora, se ben guardiamo, ci troviamo in una situazione veramente curiosa.
L'Unione Europea presenta un tasso di inflazione notevolmente alto rispetto ai parametri e alle previsioni di chi l'Euro l'ha creato ma ciononostante un tasso di crescita e di sviluppo dell'economia fortemente deficitario (soprattutto se paragonato a locomotive come il sud-est asiatico o gli USA).
Se proprio volessimo essere precisi, non ci troviamo in un periodo inflattivo (inflazione in aumento) ma in un periodo di STAGFLAZIONE.

Che altro non è che l'unione delle parole "stagnazione" + "inflazione". La stagflazione indica una situazione di aumento dei prezzi e della massa di denaro circolante unito ad un periodo di recessione economica o di forte ritardo di sviluppo.

La domanda è: siamo sicuri che l'aumento dei tassi di interesse sull'euro (quelli attuali e quelli futuri) sia stata la miglior mossa da fare?
Ne riparleremo.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

giovedì 28 luglio 2022

L'economia italiana è aiutata dalle dinamiche dell'euro?

Periodicamente è impossibile per un blog che affronta temi finanziari, non tornare a parlare di EURO.

Cosa sia l'euro, ormai anche i sassi lo sanno. Eppure... Eppure questo è uno dei tanti argomenti su cui la presunzione di conoscenza esplode e crea dei danni incredibili dal punto della vista della comprensione.

Facciamo un breve test di conoscenza dell'argomento. Per giocare, non in modo serio...

Domande:

1. Che tipo di moneta è l'euro? Una moneta nazionale o no?
2. A quale controvalore reale è legato il suo valore finanziario?
3. L'euro è una moneta che segue i valori produttivi o si adegua a qualche valore relativo all'occupazione?
4. Quale era lo scopo dichiarato dell'euro e quale potrebbe essere quello attuale?
5. Chi è il proprietario dell'euro?

Le risposta a queste domande sono state già date nel blog più e più volte. E se qualcuno leggendo questo articolo fosse curioso, può scriverci e gliele riassumiamo in una risposta personalizzata.

Ma il succo di base è che le persone, il comune cittadino usa tranquillamente questo strumento ogni giorno e non si rende minimamente conto che esso NON E' semplicemente una moneta che ha sostituito la vecchia LIRA dello stato italiano.

Non è una LIRA aggiornata e che opera su tutta l'unione europea. NO!
L'euro è uno strumento con caratteristiche particolari, molto diverse da quelle della lira.

Ecco perchè l'Italia è in difficoltà. L'economia italiana, se si osservano i dati, ha cominciato a declinare in un momento particolare. E questo momento corrisponde al 1999.
Fino al 1998, l'Italia era la 5° economia mondiale (davanti solo USA, Giappone, Germania, Francia) e dietro di noi avevano il Regno Unito (UK), la Cina, la Russia, il Canada e l'India.
Oggi? Oggi siamo l'ottava economia mondiale. Il Regno Unito, la Cina e l'India ci hanno superato e Brasile e Russia (soprattutto) sono alle spalle pronte per il sorpasso.
Ci lamentavamo, dicevamo che in Italia c'erano tante cose che non andavano bene. E questo era vero. Ma in effetti, per una sorta di brutto vizio italico, l'attenzione andava solo sulle cose negative e non sulle cose positive.
Ci lamentavamo dell'inflazione (al tempo +2%). Oggi? +8%!!!
Ci lamentavamo della disoccupazione (al tempo 8,3%) e adesso viaggiamo tra il 9,5 e il 10%.
Ci lamentavamo della burocrazia, dell'inefficienza amministrativa e della corruzione. E adesso? Nel migliore dei casi uguale.
Ci lamentavamo del carico fiscale ma chi adesso vuole alzare la mano dicendo che la tassazione è più bassa e socialmente equa?
E il fatto che negli ultimi 20 anni il gettito incassato in imposte e tasse dello stato sia aumentato in modo esponenziale (Vedi il grafico) ha portato ad un aumento dei servizi pubblici e (soprattutto) ad una maggiore qualità ed efficienza degli stessi?


Ma seriamente?
Aumentano le entrate fiscali e io genitore mi ritrovo a dover portare la carta igienica alla scuola di mio figlio perchè il ministero non ha le risorse (fatto realmente accaduto)?

E' evidente che la storia non è come qualcuno (più di uno) l'ha raccontata.
E' evidente che la capacità di percepire i dati e i fatti e quindi esprimere una corretta opinione da parte del cittadino medio è fortemente limitata.
Non per colpa sua. Forse c'è un pizzico di ignoranza (che non è una colpa ma uno stato di fatto) e forse un pizzico di pigrizia nello spostarsi dal proprio divano e andare a trovare i dati reali al di là di quello che il sistema di comunicazione di massa espone.
Ma c'è sicuramente qualcuno che si avvantaggia di questa percezione distorta.

Il problema non è l'euro in se. Ma ciò che esso rappresenta.
E' evidente che l'economia italiana è stata svantaggiata dall'ingresso nel sistema di moneta unica. Lo dicono i fatti e i numeri.
Svantaggiata vuol dire che se mettiamo sulla bilancia vantaggi e svantaggi, la bilancia pende sui vantaggi. Non vuol dire che entrare nell'euro non abbia comportato dei vantaggi.
Li abbiamo avuti. Ma li abbiamo pagati più di quanto ci abbiano reso.
Abbiamo perso il controllo della politica monetaria, siamo diventati un'economia rigida e non competitiva, i prezzi sono saliti (negatelo) e stipendi e ricavi no.
Le aziende italiane hanno chiuso e delocalizzato nell'est Europa. Il lavoro è diventato più precario. Il fisco più accanito e implacabile senza che questo abbia comportato la caccia ai veri evasori, quelli grandi, quelli che siccome hanno i soldi riescono a creare sistemi conformi alla legge per evitare di pagare le tasse in Italia.

L'economia italiana ha perso con l'euro. L'economia tedesca e francese ha vinto con l'euro. I più grandi teorici e fautori dell'euro hanno il loro background storico nel mondo finanziario/culturale franco-tedesco.
Ne riparleremo.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

giovedì 18 febbraio 2021

Cambiamenti in vista sul sistema forfettario? Ma insomma queste tasse vanno pagate o no?

Parlando di soldi e denaro non è possibile non toccare, di tanto in tanto il tema delle tasse, del sistema fiscale e dei vari regimi di tassazione esistenti.

In particolare, ovvio, in Italia, visto che è il paese in cui sia io che te viviamo.

In realtà il soggetto delle tasse è sopravvalutato. O meglio, tirato in ballo nel discorso ad un livello di importanza e urgenza superiore a quello che (invece) dovrebbe avere.

Il perchè lo abbiamo già visto in precedenti post nel corso degli anni, ma per riassumere tutto in poche righe occorre ricordare che le tasse e le imposte non sono il modo con cui uno stato si procura le entrate. In modo definitivo.

Lo stesso nome "Agenzia delle Entrate" è fuorviante. E non si sottolineerà mai abbastanza quanto si possa condizionare l'altrui pensiero con una scorretta definizione di termini e parole.

Le tasse e le imposte sono il principale strumento che uno stato sovrano usa per intervenire sugli equilibri finanziari del sistema economico di cui è responsabile. In modo ancora più semplice, possiamo dire che è la leva con la quale uno stato aumenta o diminuisce l'ammontare monetario in circolazione a seconda delle esigenze dell'economia in quel particolare momento.

C'è troppo denaro in giro rispetto alle necessità della produzione REALE? Dreno denaro dal sistema aumentando o diversificando la pressione fiscale.
C'è poca liquidità finanziaria nel sistema (in Italia siamo da un ventennio in questa tragica situazione)? Immetto denaro nel sistema diminuendo la pressione fiscale.

Non servono i ristori o i finanziamenti a pioggia senza costrutto. Oppure l'elemosina di stato. Che concettualmente e spiritualmente è un sistema degradante perchè inchioda chi riceve i sussidi in una condizione mentale di ASSISTITO e quindi di incapace di badare a se stesso. Molto compassionevole ma sul lungo periodo deleterio per un corretto sviluppo economico e sociale.

Non che i provvedimenti di aiuto di quest'ultimo anno alle attività chiuse siano state un errore. Parliamo di in generale. Non di provvedimenti presi nell'ambito di un sistema già sbagliato dal principio. Con il covid19 e l'attuale sistema fiscale italiano, il modo più semplice per impedire un disastro sociale erano i ristori effettuati come lo sono stati. Anzi si è fatto anche poco. E male.

Ma torniamo all'argomento del post. In Italia da decenni si parla di taglio delle tasse. E' un cavallo di battaglia soprattutto dei movimenti e partiti di centro-destra, supportati per lo più da imprenditori e autonomi. Ma anche da tanti italiani a cui piace la meritocrazia. Ovvero se sono bravo e produttivo perchè mi devi punire quando invece quelli che non sono bravi nè produttivi vengono premiati?

In quest'ultima frase sta tutto il dramma della giustizia sociale. Che non tocca neanche il concetto di una società che invece sta anche attenta a non dimenticare CHI per un qualsiasi motivo del mondo si dovesse trovare in un qualche frangente della sua vita in difficoltà.

Si parla in questo momento, con l'avvento di una nuova stagione politica targata DRAGHI, di riforme fiscali ma nella direzione un pò contraria agli slogan sentiti ultimamente. Che però, appunto, sempre slogan sono rimasti. Si parla di modificare il sistema forfettario (una tassazione fissa al 15% per piccole attività e autonomi) per reintrodurre meccanismi di progressività.

Ora non essendoci ancora provvedimenti concreti, mi astengo dal commentare qualcosa. Ma mi inquieta il cambio di rotta. Che non mi sorprende più di tanto, in quanto il nuovo presidente del consiglio è stato scelto proprio perchè esponente di punta del movimento filosofico-economico di stampo europeo che è incline all'Austerity,  ovvero alla parsimonia e regolarità dei conti pubblici e della guerra totale al DEBITO PUBBLICO. Come se questo fosse il problema.

Il problema sono (per loro) i conti. Non le persone in difficoltà. Non un'economia basata su meccanismi sociali iniqui che portano a disparità enormi di ricchezze e quindi conflitti sociali. In cui vince chi ha la possibilità di attivare leve finanziarie speculative e perde chi lavora rimboccandosi le maniche e alzandosi alle 5 del mattino. 
La finanza vince sull'economia reale. Ma la finanza non crea cibo, nè un tetto sulla testa.

Quello lo fa l'economia reale.

Quindi niente. Aspettiamo come al solito i nuovi provvedimenti. E qui, cercheremo ancora di spiegare perchè è necessario che il sistema fiscale venga demolito e ricostruito in modo equo dalla base.
In modo che chi produce sia premiato e non derubato di ciò che prodotto e che invece siano penalizzati i parassiti. Non chi è in difficoltà. Ma chi strutturalmente ha stipendi e guadagni senza fare niente di valore.

Grazie per l'attenzione.

giovedì 7 agosto 2014

Il problema dell'economia non è il denaro (banconote e conti correnti in euro)....

Mi scuserete se ho cercato di mettere tutto il succo dell'articolo nel titolo. O almeno se ci ho provato, colto da improvvisa frenesia.

Oggi cercherò, spero in modo quasi definitivo, di mettere la parola FINE su una bugia che circola sui mass-media e su internet. E sulla bocca delle persone mentre, distratte, chiaccherano prendendo un caffè o fumando una sigaretta in una pausa.

Rielaboro un pò molto del materiale che ho già scritto in precendenza ma spero di farlo in un modo che si possa capire in un solo articolo come funziona.

Iniziamo con alcune defizioni base.

PRODOTTO = qualcosa che viene creato o trasformato o semplicemente spostato nello spazio o nel tempo e che rappresenta, una volta scambiato, una utilità per qualcun altro. Un prodotto può essere una cosa, un oggetto, un materiale, un'energia o un servizio di qualsiasi tipo.

DENARO = Un simbolo che rappresenta ciò che viene prodotto in modo da semplificare gli scambi. Il denaro rappresenta sempre dei prodotti.

Da queste due semplici definizioni si capisce che il denaro non è il problema. Il denaro non può mai essere il problema. Perchè il denaro è ciò che arriva sempre dopo la produzione. Se non c'è produzione non c'è denaro. Se c'è poca produzione, c'è poco denaro. Questo vale per l'individuo ma anche per una collettività.
Ma allora perchè circola questa BUGIA? Cioè "L'economia non si riprende perchè c'è bisogno di far quadrare i conti pubblici e rimanere entro i parametri imposti dalla comunità europea. Quindi bisogna stringere i denti e tirare la cinghia." Inoltre si dice "Le banche, che sono in difficoltà per via dei numerosi prestiti che non stanno rientrando causa crisi, non erogano più finanziamenti e non è possibile quindi per le imprese rilanciarsi e riprendere a crescere!".

Quindi, traducendo, lo Stato non eroga soldi perchè deve risparmiare e le banche non prestano più soldi perchè non gli sono stati restituiti quelli che hanno prestato in passato.
Sarà vero?

Semplicemente no. Ma veramente bisogna vedere le cose in un modo semplice. E chi ti dice che le cose non sono così semplici vuole fregarti e indurti in errore, perchè le cose sono così semplici. Solo più estese e stratificate ma il concetto è sempre quello.
Perchè le frasi esposte sopra non sono corrette?

1) Uno stato non è un soggetto economico vero e proprio. Non è un'azienda, nè un privato e nè un consumatore. Lo stato è come il croupier di un tavolo di ruolette al casino. E' il banco, è qualcosa che sta lì perchè il gioco funzioni. Non partecipa al gioco. Lo stato stabilisce l'ammontare complessivo di produzione di una nazione e produce sufficienti quantità di denaro (che non ha valore nè costo in se) affinchè chi scambia beni e servizi non abbia problemi. Lo stato non ha bisogno di soldi perchè lo Stato li fabbrica. E ne deve fabbricare la quantità necessaria. Nè di meno (altrimenti ci sono i prodotti e il lavoro ma non i soldi per pagarli) nè di più (altrimenti c'è inflazione galoppante che distrugge il valore del denaro).
Che lo stato non possa pagare i dipendenti pubblici perchè i soldi sono finiti è un'assurdità contabile. Può sempre. Se ora non può significa che c'è qualche aspetto di questo meccanismo che ci viene taciuto o che viene alterato. E in questo caso entrano in gioco forze ormai più potenti dello stato stesso che lo obbligano a sottostare a voleri che non sono più in sintonia con le vere necessità di un popolo ma solo di un ristretto gruppo di privati.

2) Le banche non prestano del denaro prodotto da loro. Non prestano denaro accantonato che è stato quindi prodotto da qualcun altro. Da molto, molto tempo quasi tutte le banche private e commerciali non fanno altro che creare denaro dal nulla allo stesso modo di uno stato. Cambia semplicemente il motivo per cui prestano questi soldi. Ovvero lo fanno per pura speculazione o lucro. Creano denaro dal nulla e lo prestano chiedendo indietro molto di più (capitale + interessi) di quello che hanno prestato. Quel di più che richiedono indietro deve essere creato da nulla. Ed è frutto di durissimo lavoro. E, siccome il denaro che la banca presta viene creato senza sforzo, non si capisce perchè invece il denaro che si restituisce deve basarsi su così tanto sforzo?
Facciamo un esempio. Se un privato presta soldi ad un altro privato, egli subisce un danno o un potenziale danno per questa operazione. Egli si ritrova SENZA il suo denaro lavorato e guadagnato. Appare logico che chieda all'altro privato (colui che riceve il prestito) una piccola somma che giustifichi il suo"fastidio" o danno. In questo caso la richiesta di interessi sarebbe giustificata. Sarebbe come se ti "noleggiassi" qualcosa che è mio. Siccome me ne privo temporaneamente, tu mi paghi per questo servizio.

La banca però non ti presta il suo denaro..... Non ti presta neppure il denaro che ha nei suoi depositi in custodia. No! Ti presta del denaro che crea nell'attimo in cui decide di darti un prestito. Come fa? Semplice potere concesso dallo Stato.
Se io banca accetto di finanziarti, che so....., 100.000 euro non faccio altro che far comparire sulla contabilità del tuo conto corrente quella cifra. Prima era zero e dopo è 100.000.

Assurdo dirà qualcuno di voi! Ci saranno delle regole. Certo che ci sono. Ma questo viene fatto lo stesso. O penserete che se andate nella vostra banca, nelle cassaforti ci siano depositati tutti i soldi che risultano dalla somma di tutti i conti correnti di quella filiale? Ah, ah, ah! Ma lasciamo perdere.
Probabilmente in una filiale la somma dei soldi depositati nei conti correnti dei clienti raggiunge somme di qualche milione di euro mentre in cassa non ci sono mai più di 30/40 mila euro in contanti.
E lo stesso avviene presso TUTTE le altre filiali di TUTTE le altre banche d'Italia. E del mondo.
Al punto che se domani tutti i correntisti di una banca andassero nella stessa per farsi restituire tutti i soldi che hanno depositato la banca non potrebbe renderli. Non potrebbe neppure organizzarsi per dare i soldi indietro a livello contabile. Fallirebbe. Proprio perchè le banche prestano e danno più soldi di quelli che loro hanno ricevuto.
Si chiama riserva frazionaria ed è un potere bancario molto antico. Pervertito nei tempi moderni dalla nascita della moneta virtuale che oramai rappresenta i 3/4 del denaro circolante (bancomat, assegni, carte di credito, bonifici on line, etc...)

Si, qualcuno ribadirà che le cose non stanno così (anche se poi non spiegano mai nei dettagli e con concetti semplici perchè non stanno così. Si limitano solo a zittire e usare l'autorità per porre in ridicolo.....) ecco che quindi facciamo un esempio concreto.

In Sardegna, un gruppo di ragazzi ha negli anni creato una nuova moneta alternativa al denaro e al di fuori dal controllo delle banche. Questa moneta viene usata per favorire gli scambi. Non essendo l'unica moneta esistente e non essendo accettata dappertutto, in questo momento si usa per pagare parte del prodotto o servizio acquisto. In percentuali variabili.
Quindi posso andare in un supermercato affiliato e comprare 100 euro di alimentari, pagandoli 70 in moneta ufficiale (contanti o bancomat) e 30 in questa moneta virtuale.
Non farò il nome di questa moneta per evitare che qualcuno pensi che è solo un modo per pubblicizzare una nuova iniziativa. Sarò ben felice di farlo in privato, se qualcuno me lo chiede.

Sta di fatto che l'introduzione di questa (nuova) moneta favorisce gli scambi laddove prima non avvenivano a causa della mancanza di liquidità.
Questo potrebbe essere fatto anche dallo Stato. Anzi potrebbe essere fatto in proporzioni incredibili. Salvando posti di lavoro e aziende dalla difficoltà economica.

Alla fine occorre capire che il motivo per cui questi problemi di liquidità sono arrivati sono causati proprio dalle stesse persone e dalle stesse soluzioni che questi ultimi ci dicono ci tireranno fuori dalla crisi.
Austerità nei conti pubblici? Per carità, sono l'anticamera del disastro. Uno stato non è un comune cittadino o un'azienda che ha un bilancio di attività e passività o di entrate/uscite. Questa è una bugia nella e buona e far credere questo è come ingannare qualcuno dicendogli che oltre le colonne d'Ercole si cade nel vuoto.
Uno stato non fa parte del gioco economico. Ne è l'arbitro. Lo stato, di fatto, non è una identità facilmente identificabile quanto un sistema. Non ha bisogno di risparmiare.
Può farlo come singole entità.
Ad esempio una struttura pubblica può e deve economizzare sugli sprechi per puntare ad una maggiore efficienza. Ma questa è un'altra cosa. E' veramente un'altra cosa. Non c'entra niente con i "conti pubblici". Capite la differenza?
Se nelle scuole italiana sono assunti 150.000 persone come personale non docente (i vecchi bidelli) forse è lecito chiedersi se tutti questi impiegati siano necessari e produttivi. Visto e considerato che le pulizie dei locali adesso vengono sub-appaltate a ditte di pulizia esterna.
Ogni scuola dovrebbe avere un bilancio di entrate e uscite e tenere sotto controllo gli sprechi ovvero gli usi non produttivi di denaro.
Il denaro non si usa per pagare gli stipendi di qualcuno che non produce. Perchè quello non è denaro. Riguardiamo le definizioni di cui sopra e lo capireremo. Pagare qualcuno per non far niente fa finire tutta l'economia nei pasticci. Perchè quel denaro, sta in effetti rubando risorse ad altri che invece lavorano. E' uno spreco!
Quindi si..... quella scuola deve contenere i costi e eliminare gli sprechi. Si, tutte le scuole devono contenere i costi ed eliminare gli sprechi. Ma lo stato non è la somma delle scuole, di tutte le scuole. Lo stato è un sistema che gestisce la vita di tutti. A volte diventa soggetto attivo (la scuola, il ministero, il parlamento, la questura, il tribunale, l'ospedale) e quando lo diventa soggiace alle regole di un attore economico per cui non può spendere più di quanto produce.
Ma uno stato non può avere un debito.
Un debito con chi? Perchè?
Perchè si fa prestare i soldi dalle banche? Che sono soggetti privati?
E perchè uno stato si deve degradare al punto di andare da privati a chiedere dei soldi? Quando i soldi non sono nient'altro che un simbolo che il sistema inventa per far funzionare gli scambi?

Cioè una società di ragazzi sardi riesce a creare una moneta (un simbolo) che favorisce gli scambi e non ci riesce lo Stato?

Il problema dell'economia non è la mancanza di soldi. Non lo è. Lo è per il privato che ha lavoro e merci da dare ma che non riesce a vendere perchè chi comprerebbe è anch'egli senza soli.
Il problema dell'economia non è la mancanza di soldi. Lo stato può crearne quanti ne servono per far ripartire la produzione e gli scambi.
Alzate il livello di comprensione.
O vi porteranno via anche le mutande aspettando chissà quali riforme o cambiamenti.....
Se l'articolo vi è piaciuto, condividetelo.
Perchè solo l'informazione può tirarci fuori da questo pasticcio che diventa ogni giorno più grande.

Grazie per l'attenzione che mi avete prestato.

venerdì 25 aprile 2014

Cosa è il denaro? Capitolo 3

Il concetto base espresso nel precedente articolo che ci svela cosa il denaro sia in realtà non è facilmente digeribile.
Inutile far finta di niente.

Fin da piccoli si viene abituati a vedere le cose in un certo modo che abbandonare una forma mentis ovvero un certo approccio alla cosa è difficile, molto difficile.
Non è impossibile ma non è qualcosa che si riesce a fare dall'oggi al domani.

Perchè?
Perchè legato al possesso o meno del denaro è implicato del dolore. Non possedere denaro causa gravi problemi alle potenzialità di sopravvivenza di una persona e di una famiglia. Dietro la mancanza di denaro vi può essere molto dolore. Prima di tipo mentale e successivamente anche di tipo fisico, se il livello si abbassa a quello di mera sussistenza fisica.

Un barbone steso nei pressi di una stazione di una grande città che dorme sotto il cartone è un'immagine completamente attinente.

Molti individui sono pressati dalle esigenze personali e familiari e questo conferisce massa (ovvero peso e consistenza) al denaro.
Così il denaro viene identificato in qualcosa di solido come le banconote.
Mio padre, figlio di una generazione legata ai ritmi di una cultura agricola, non riusciva a riconoscere come denaro la carta di credito o il bancomat. Incredibile. Per lui non era denaro. Era qualcosa di tremendamente alieno.
Figuriamoci cose come Paypal o Bitcoin.
Eppure il principio è lo stesso.

Lo abbiamo anticipato: il motivo principale per cui il denaro viene così agognato e desiderato è che viene considerato SCARSO.
I motivi per cui viene fatto percepire come scarso sono talmente ovvi che suona strano lo si debba anche spiegare.
Ma lo spiegheremo.

Il denaro viene mantenuto scarso perchè questo ne incrementa il valore percepito. Se una cosa è scarsa, essa non potrà essere distribuita a tutti i partecipanti al sistema. E se qualcuno può rimanerne senza, scatta il meccanismo competitivo per cui alcuni cercheranno di arrivare al bene scarso prima degli altri.
Un pò come il gioco delle sedie in cui ci si deve sedere al termine della musica. Ma manca sempre una sedia e qualcuno rimarrà fuori. Quando la musica finisce, si scatena la corsa e la lotta.
Se ci fosse una sedia per tutti i partecipanti, ci sarebbero spintoni, corsa e lotta? No, certo che no. 

Lo stesso accadebbre se il denaro fosse reso meno scarso e in quantità sufficienti per le necessità e il numero di scambi commerciali presenti nel sistema. Utopia? No. Ci hanno talmente insegnato che il denaro è UNA COSA, che facciamo fatica a  pensare che non possa altro che essere scarso.

Ma la scarsità non è mai del denaro. Il denaro può essere prodotto in quantità illimitate visto che è un simbolo o un'idea.
Magari ciò che può essere scarso è ciò che il denaro simboleggia o rappresenta. Energia, materie prime, cibo, petrolio, grano, case, campi, auto, oro, etc. etc. etc.
Capite il senso?
La scarsità è delle cose! Non del denaro!
Invece rendono scarso il denaro. Assurdo!
 
Esempio: Se io produco mele e le metto sul mercato, perchè le persone non hanno il denaro per comprarle? I motivi sono 2. Se non lavorano e non producono è logico che non abbiano denaro, visto che questo rappresenta ciò che hanno guadagnato da loro lavoro. Ma se lavorano, come possono essere "senza soldi"?
Da questa domanda ne nascono le risposte che scardinano il sistema. Un sistema costruito attorno alla scarsità di denaro.

In TV dicono che la stretta finanziaria (austerity la chiamano) è fatta per impedire spinte inflazionistiche. E così cominciano a parlare di questo mostro a 7 teste chiamato inflazione.
Di cui tutti sentono parlare ma che ben pochi hanno capito che faccia abbia e quali problemi porti.
Così le persone muoiono di fame o si suicidano per non avere l'inflazione.

Vuol dire che l'inflazione è peggio di un uomo che muore?
Per qualche burocrate evidentemente si.
Ma sarà un concetto fondato? Lo vedremo in un prossimo articolo.
Grazie per l'attezione.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...