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giovedì 12 gennaio 2023

Taglio delle "accise" e aumento del costo di benzina e gasolio: la verità!

E' l'argomento del giorno.
E come spesso succede nel mondo di oggi, quando un argomento assurge agli onori della cronaca diventa virale e si diffonde dappertutto in modo incontrollato.
A prescindere dal suo reale valore informativo.

Sembra quasi che, quando un argomento è trattato da tutti i tg, giornale e siti, ogni persona sia costretta a dire qualcosa a riguardo.

Altrimenti non si è "informati".
Bene.
Vogliamo fare un pò di chiarezza sul prezzo dei carburanti, del loro continuo aumento e queste fantomatiche, ormai primedonne "ACCISE"?

Innanzitutto cosa sono le accise? Nella lingua italiana "accisa" è una parola che indica un particolare tipo di tassa che lo stato o il governo applica a determinati beni di consumo. Ad esempio l'alcool etilico, gli zuccheri e i prodotti petroliferi. E' una tassa. Semplice.

Oramai sappiamo quasi tutti che il prezzo della benzina (gasolio) nella pompa sotto casa in cui ci riforniamo è composta da DUE elementi fondamentali: il costo reale (industriale e commerciale) della benzina (gasolio) e il costo delle tasse che pesano su quel bene.
Per ogni litro di benzina (gasolio) che compriamo vi sono queste due componenti fondamentali di costo.

Perchè vi è questa tassa? Per lo stesso motivo per cui esistono tutte le tasse.
E forse è proprio su questo punto che occorrerebbe che i nostri geni politici e gli ancor più geniali studiosi e appassionati di politica (giornalisti, esperti, politologi e via discorrendo) dovrebbero riflettere e argomentare.
A COSA MAI SERVONO LE TASSE?

La prima risposta (quella scolastica e quella automatica senza pensare) è che le tasse servano a dare risorse al governo (lo stato) per pagare tutto ciò che uno stato o servizio pubblico eroga al cittadino.
In parole povere, le tasse servirebbero a pagare i servizi sanitari pubblici, i servizi di polizia, la magistratura, le scuole, gli stipendi di tutti i dipendenti statali, gli investimenti in infrastrutture pubbliche e via di questo passo.
Se lo stato quindi non ha i soldi per fare qualcosa (tipo aiutare i suoi cittadini in difficolà causa questo terribile periodo di crisi energetica), se li procura tramite le tasse.
Insomma SEMBREREBBE che le tasse siano una sorta di stipendio dello stato. Se lo stipendio non basta per tutte le necessità della famiglia, bisogna chiedere un aumento di stipendio. Così lo stato giustifica l'aumento delle tasse.

Ma se lo stipendio dello stato viene pagato dai cittadini con le loro tasse, quando lo stato ha bisogno di più soldi deve aumentare le tasse. Giusto? Sembrerebbe sia così. 
Ma di questo parleremo in un altro articolo. Per mostrare che quanto sopra esposto non è proprio corretto e da moltissimi anni alle persone viene raccontata una favola (viene insegnata anche all'università agli studenti di economia) che permette a qualcuno di guadagnare un sacco di soldi. Quindi tenete a mente questo punto....

Tornando al discorso delle accise, abbiamo oggi (fonte sito del ministero https://carburanti.mise.gov.it/) un prezzo medio self service di 1,82 per la benzina e 1,87 per il gasolio.
Prezzo del petrolio sui mercati? 77,52 dollari al barile (petrolio WTI, fonte www.money.it).
Bene.

Dicono che il prezzo del carburante sia salito per colpa della guerra Ucraina/Russia e di tutte le conseguenze economico-politiche del conflitto, compreso l'equilibrio del costo delle materie prime come gas e petrolio. Già....... Ma è così?

Avevo pensato di elencare tutta una serie di prezzi della benzina (usata come parametro ma è lo stesso con il gasolio). E quindi usando le tabelle di questi due siti
avevo elencato tutta una serie di relazione fra i prezzi.
Ma poi ho pensato che così non fosse abbastanza chiaro e ho preso dei casi estremi.
CASI:
Gennaio 2023: prezzo benzina 1,82 € - prezzo petrolio 77,5 $
Luglio 2006: prezzo benzina 1,37 € - prezzo petrolio 76,80 $
Febbraio 2016 - prezzo benzina 1,37 € - prezzo medio 28,30 $
Febbraio 2009 - prezzo benzina 1,14 € - prezzo petrolio 36,99 $.
Giugno 2008 - prezzo medio benzina 1,51 € - prezzo petrolio 140,58 $

Cosa si deduce da tutti questi esempi?
Che non vi è una relazione diretta (al punto da giustificare i cambi di prezzo alla pompa) fra prezzo benzina e prezzo petrolio. Vediamo che a volte il prezzo del petrolio è alto e il prezzo della benzina basso e viceversa.
il caso più eclatante lo abbiamo paragonando il costo benzina di oggi (1,82 €) con il costo benzina del luglio 2006 (1,37 €) con praticamente il prezzo del petrolio uguale. Come si spiega?
Oppure il caso del prezzo dello scorso giugno 2023 (2,03 € al litro) con un prezzo del petrolio di 116 dollari al barile. Se andiamo indietro e prendiamo altri momenti in cui il petrolio costava così, vediamo che nell'aprile 2011 la benzina costava 1,54 € e nell'aprile 2008 addirittura 1,37€.


Ma avevamo deciso di parlare anche di accise.
Anche perchè nel prezzo di cui stiamo parlando una componente importante sono i prelievi fiscali dello stato.
Una pagina del ministero dell'economia, ci aiuta in questo
Qui vediamo come si compone il prezzo.
Prima del famoso primo taglio delle accise del governo Draghi (Marzo 2022), sul prezzo industriale della benzina (usiamo sempre questa come parametro ma nel sito si può vedere anche per il gasolio e per il GPL) venivano aggiunte sempre 0,728 € per litro di accise + l'iva per un 18,03% del costo petrolio.
Ad esempio a febbraio 2022 il costo industriale della benzina era di 0,786 € per litro (comprensivo dei compensi per la compagnia petrolifera e il distributore locale). A questo costo di aggiunge l'accisa complessiva di 0,728 € e l'iva di 0,333 € per litro. Che ci porta ad un costo complessivo della benzina alla pompa di 1,848 € (trascuriamo gli arrotondamenti).
Quindi?
COSTO BENZINA totale 1,848 (100%)
costo industriale benzina 0,786 (42,6%)
prelievo fiscale dello stato 1.061 (57,4%)

1 € a litro va allo stato.
Da aprile fino a novembre 2022 sono stati confermati gli sconti di marzo e quindi il prelievo dello stato è passato dal 57,4% al 46,4%.
A dicembre il taglio delle accise è diminuito e sappiamo tutti che a gennaio lo sconto sulle accise è stato ulteriormente defalcato.

Vi invito però a riflettere anche sul fatto che nel corso del tempo, il peso di queste accise (lasciamo perdere quando sono state imposte per la prima volta e le motivazioni storiche.....) è comunque cresciuto dal 1996 ad oggi.
29 anni fa per ogni litro pagavamo 0,526 di accise (non contiamo l'iva).
Aumentate nel 1999 a 0,542 €.
E poi aumentate nel 2004 a 0,558 €.
E poi aumentate nel 2005 a 0,564 €.
E poi aumentate varie volte negli anni fino a 0,728 nel 2012. costo che si è tenuto fermo fino praticamente a oggi.
Così come è ovviamente cresciuto il prelievo IVA che essendo in percentuale, cresce con il crescere del prezzo della benzina. 

Insomma, fate le vostre riflessioni.
Quello che ho capito io è che l'intervento dello stato è FONDAMENTALE per determinare il prezzo dei carburanti. Più di quanto lo siano le variazioni del prezzo del petrolio sul mercato. Che ha una influenza minima (e comunque sempre ritardata) sul costo alla pompa.
Perchè se il petrolio schizza verso l'alto oggi, è ovvio che la benzina che abbiamo alle pompe sia stata prodotto da petrolio estratto e lavorato mesi e mesi e mesi prima. E che l'aumento del petrolio dovrebbe riflettersi, al limite, sul costo della benzina che verrà raffinata da quel petrolio.
Il resto è SPECULAZIONE (non certo dei benzinai, che sono lavoratori come qualsiasi cittadino dotato di partita iva), MERCATO DROGATO (a favore delle solite lobby) e SCELTE POLITICHE.
Ovviamente il tutto confuso e mischiato con la nebbia per non far capire niente al comune cittadino.

Commenta e di la tua per farci capire se l'articolo e le sue informazioni ti sono piaciute o le ritieni utili.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

martedì 3 gennaio 2023

Siamo davvero tutti uguali?

Il discorso dell'uguaglianza è un tema assai delicato e che tocca molteplici aspetti e aree della vita umana.

E' insito nella natura dell'uomo e della società umana interrogarsi e riflettere su questo aspetto. Questa è proprio una delle maggiori caratteristiche che ci contraddistingue come specie e che ci differenzia in modo sostanziale dal resto delle altre specie animali.

Nessun altro animale si interroga se lui sia uguale o diverso ad un altro membro della sua specie.

L'uomo si. Ed è giusto che così faccia. 

Ma ripartendo dal principio della correttezza della domanda, esaminiamo quanto differenti possono essere le risposte al quesito a seconda dell'ambito in cui ci collochiamo.

I diritti, ad esempio. Appare ovvio che dinnanzi al rispetto dei diritti fondamentali, tutti gli esseri umani siano uguali. Questo è il più basilare fondamento della convivenza civile. E' il principio fondante di ogni società equa e moderna.

Che appaio chiaro a qualsiasi analisi che questo tipo di uguaglianza ancora non ci sia in nessun angolo del mondo è una cosa notevole.
Da molte parti si lotta perchè ci sia maggiore uguaglianza. E se esiste una lotta è perchè da più di una parte c'è una resistenza a questo principio.

Ma la riflessione di oggi parte da questi concetti e ritorna al nostro ambito preferito. Ovvero l'economia e la finanza.

E si racchiude in una domanda. Da un punto di vista economico è giusto, corretto e utile ipotizzare che tutti gli uomini (inteso in senso generale come tutti i maschi e tutte le femmine) siano uguali?

E' corretto ipotizzare che ogni uomo non sia altro che un numero? Che un ennesimo oggetto in una sequenza di oggetti? Che non sia altro che un individuo indistinguibile da ogni altro individuo?

Detto così, mi immagino che molti di noi storceranno il naso. A parte l'innato senso personale di sentirsi unici e quindi in una certa misura diversi dagli altri, c'è da constatare che anche in termini pratici le persone sono diverse. Hanno corpi diversi, esigenze diverse, vivono in posti diversi con necessità diverse.

La pubblicità di un assorbente femminile non è destinata ad un pubblico maschile. Quindi per quella azienda le persone non sono tutte uguali. E questo è solo un esempio. E il panorama è talmente vasto che c'è solo da perdere la testa nel vedere quante differenze ci sono.

Eppure..... in certi mercati..... si ha come la sensazione che si ritorni al concetto di essere tutti uguali.

Ad esempio nel mercato dei finanziamenti.

Così la mattina squilla il telefono e qualcuno ci chiede un finanziamento. Ovviamente siamo qui per questo. E la domanda è "Si, ma quanto è il tasso?". Domanda che presuppone automaticamente il fatto che egli pensa di essere uguale a tutti gli altri, nessuna differenza. Altrimenti non farebbe questo tipo di domanda.
Perchè un finanziamento non è un prodotto. Ma è un servizio. Ed essendo un servizio è palesemente legato alle specificità di chi lo richiede.

Altrimenti sarebbe come chiamare un meccanico e dirgli "Ho l'auto rotta, quanto mi costa aggiustarla?" senza che il meccanico abbia avuto modo di capire che tipo di auto abbiamo e quale sia il tipo di guasto.

Il problema nasce sulla questione dell'uguaglianza. Siamo tutti uguali, noi uomini, ma solo da un punto di vista teorico per quanto riguarda i diritti e il rispetto. All'atto pratico questa uguaglianza è una assurdità. E nella realtà quotidiana anche un problema. Perchè ognuno di noi è diverso e specifico. E richiede una attenzione "su misura" in qualunque tipo di relazione personale. Umana e professionale.

Cosa che la nostra agenzia, ha sempre cercato di dare.
O almeno questo è stato il nostro tentativo.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

lunedì 12 dicembre 2022

Arriva Natale, quanto spenderemo quest'anno? Vediamo se questa domanda ha un senso.

Arriva Natale, per la gioia dei grandi e dei piccini.
Così almeno recitava il jingle (motivetto musicale con testo) di qualche tempo fa.

Come che sia, arriva il periodo degli anni che più di ogni altro esalta lo spirito consumistico del nostro tempo.

E' acclarato che il periodo di Natale (che si colloca a livello di calendario dalla fine di novembre fino ai primi di gennaio) sia il periodo dell'anno in cui individui e famiglie spendono di più. Non a caso è il periodo dei regali, delle cene anzi dei cenoni....

E ogni anno, si ripetono (ormai in modo quasi stucchevole e annoiato) i soliti ritornelli di giornali e Tv sull'entità delle spese (quanti soldi spenderà la famiglia media italiana?), sul menù di natale o di capodanno, su quali siano i regali più gettonati o i luoghi di villeggiatura preferiti.

Tutto visto e rivisto.

Sicuramente è questa un'occasione sociale che può dar spunto ad una riflessione più profonda sul senso dell'economia e della produzione. Non lo faremo qui ma è facile capire come riflettendo sul senso e sulla validità della tipologia dei nostri acquisti possiamo giungere facilmente ad una riflessione generale sul senso della nostra intera vita.

Ci colpisce una cosa, però.

L'economia è un equilibrio di scambi. Qualcosa va da un punto del sistema sociale ad un altro. E trattandosi di scambio questo spostamento (movimento) viene controbilanciato da uno spostamento che, almeno a livello di accordo e valutazione, deve essere di pari peso o valore. E' per questo che si parla di scambio.

Gli scambi generano un plusvalore. Ovvero il meccanismo stesso che porta a questo MOVIMENTO di oggetti, valori o energia da un punto all'altro e viceversa, crea un aumento del valore complessivo di ciò che abbiamo. Non è uno scambio a zero.

Cosa cambia? Riflettici! Cambia che le cose vengono allocate in un modo migliore. E questo genera benessere.

E' come se ci trovassimo di fronte ad una libreria completamente organizzata. E' di fronte a noi e tutti i libri sono impilati secondo un preciso ordine. La libreria è ordinata. Quindi sembrerebbe non ci sia bisogno di toccare alcunchè.

Ma un esame migliore della disposizione ci fa comprendere che dei miglioramenti possono essere effettuati. E quindi si prende un libro e lo si sposta in un altro punto della libreria. E da quel punto si prende il libro che li vi era posto (e che adesso non ha più un suo posto) e lo si ricolloca in un altro punto. E così via.
Dopo qualche tempo di spostamenti, otteniamo sempre una libreria con tutti i libri a posto. Ma questa volta con un criterio più logico che permette una ricerca del titolo o dell'argomento a noi caro più veloce, comodo e funzionale. La libreria ha aumentato la sua funzionalità. E quindi il potenziale di creazione di benessere.
Questo è potuto succedere con lo scambio dei libri da un punto all'altro della libreria.

Questo accade, in modo molto semplificato, nell'economia.

Ecco perchè è molto INFELICE e INFAUSTO leggere che "quest'anno gli italiani spenderanno per Natale bel 10 miliardi e 620 milioni di euro. Perchè nel linguaggio comune "spendere" è associato a qualcosa di negativo o ad una perdita. 
Perchè scrivere "gli italiani quest'anno a Natale SPENDERANNO 10 miliardi"?

Perchè non scrivere "gli italiani quest'anno a Natale GUADAGNERANNO 10 miliardi"? Sembra strano ma anche questa affermazione è vera.
Ogni euro speso viene incassato da qualcuno. Il quale con quell'euro ci paga il suo guadagno e anche quello di qualcuno che magari lavora per lui.
Lo abbiamo visto quando abbiamo chiuso le attività commerciali e ristoranti per il lockdown. Gli italiani non hanno speso (una parte) ma di fatto la mancata circolazione di denaro ha reso tutti più poveri.

Qui nasce il vero problema. Ovvero non che sia un pericolo spendere soldi per Natale. Ma in che modo e su quali cose o servizi investiamo il denaro.

Il problema è quindi non tanto spostare i libri nella libreria. Ma con quale criterio spostiamo i libri.
Perchè spesso anzichè portare più ordine, mettiamo i libri in un modo anche peggiore di quello che già avevano.
Perchè si compra qualcosa che non serve o che è di poco valore o di minore importanza.

Questa è la riflessione di oggi.
Buone Feste a tutti.

mercoledì 23 novembre 2022

L'uomo è homo consumens o homo sapiens sapiens?

Una parola nuova che ci piace molto è "homo consumens", coniata dal sociologo polacco Z. Bauman.

Di che si tratta?
Beh, sappiamo che ognuno di noi fa parte di una razza speciale di organismi viventi che si chiama homo sapiens sapiens.

Il problema è che questo termine, per quanto biologicamente azzeccato, spesso fa a cazzotti con la percezione che abbiamo nel mondo.
Suvvia... è palese che non tutti quelli che si fregiano di questo nome siano davvero così... sapienti. E addirittura sapienti al quadrato.

Si avvicina il periodo natalizio (oggi solo poco più di un mese alla festa maggiore dell'anno, il sacro natale) e in questo periodo le persone che abitano nella parte che definiamo "sviluppata" del globo si accingono a comprare e spendere come nessun altro periodo dell'anno.

Diciamo che se parliamo dell'essere umano come homo consumens invece che dell'essere umano come homo sapiens sembra che ci si possa avvicinare ad una descrizione più verosimile di noi stessi.

La grande domanda è? Siamo quello che siamo in quanto consumiamo?
Siamo perchè consumiamo?
Siamo in virtù di ciò che consumiamo?
In altre parole, il nostro valore come persone può essere misurato e dovrebbe essere misurato da ciò che acquistiamo e consumiamo?

Di primo acchito ci verrebbe da rispondere d'istinto e dire: "NO! Noi non siamo in quanto consumiamo ma siamo esseri senzienti che comunicano, socializzano, scoprono, dialogano, creano e ricercano nuovi orizzonti di libertà e conoscenza."

Di primo acchito. Certo. E forse, questo è anche vero.
Ma là fuori è una gara a chi compra di più. A chi consuma di più.
O così è stato fino a poco tempo fa. Perchè sembra che culturalmente stiamo iniziando a capire che non sempre PIU' è meglio, non sempre la crescita è positiva e la decrescita negativa.
In effetti c'è molta relatività in tutto ciò.

Ovviamente pagheremo lo scotto di aver abituato un paio di generazioni di persone ad una continua rincorsa all'avere cose in sostituzione del diventare persone etiche, oneste e che puntano ai valori. Perchè quando lanci un gruppo sociale in questa direzione, non è facile tirare il freno a mano e frenarsi all'improvviso.

Un tempo i bambini andavano a scuola con l'unica attenzione a imparare, giocare e qualche volta fare le marachelle.
Adesso i bambini vanno a scuola e fanno queste cose ma prima bisogna vedere che abbiano tutto: il quaderno giusto (con la copertina giusta, perchè per imparare è fondamentale che i quaderni siano griffati....), il diario giusto, la riga giusta, il compasso, la gomma dura, la gomma pane, la gomma bisdrucciola e quella anfetaminica.
E poi bisogna che i bambini siano ben vestiti. Che fai scherzi? Vorresti mai che qualcuno pensi male della famiglia. E poi i capelli a posto, il giubbottino, la sciarpina, i guantini, le scarpine, gli occhialini e chi più ne ha ne metta.
Non sia mai che qualcuno osservi il bambino e verifichi se è educato, pulito e bravo.

No, il giudizio è su quello che ha.
Perchè siamo homo consumens.

E so cosa dirai.
E' curioso che chi di lavoro aiuta le persone ad avere finanziamenti per le proprie esigenze di consumo, dica queste cose.
Ma le dico proprio perchè da quasi 20 anni faccio questo lavoro.
Anche un chirurgo estetico guadagna da questo ma dovrebbe essere abbastanza etico da consigliare nel modo giusto chi gli presenta davanti.

Come faccio io. Come fa la mia struttura.
Perchè per me l'uomo non è homo consumens. Anche se purtroppo non è ancora così sapiens come dovrebbe.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

martedì 15 novembre 2022

Una storia: Gigetto, Beppe, Francolino e un estintore che deve essere venduto.

Salve, oggi raccontiamo una storia. Una storia sentita da un grande formatore e coaching, mister Fabio Gallarani.

Da una parte c'è Gigetto, che è un signora con una casa. Bella o brutta, non è cosa da sapere ai fini della nostra storia. Lui ha una casa.

Dall'altra parte c'è Beppe, che è un venditore di estintori. Molto appassionato del suo lavoro sa che gli estintori sono utili e quindi lui li vende con grande passione e trasporto. I suoi estintori sono perfetti e funzionano benissimo, costando il giusto. Va di casa in casa a procacciarsi delle vendite. 

Un giorno Beppe, suona alla casa di Gigetto.

"Buongiorno, sono Beppe della Estintori e affini spa, vendiamo estintori. Lei ha una bella casa e sarebbe l'ideale proteggerla da qualsiasi principio di incendio e bla bla bla."  Il nostro Beppe prova a fare la vendita.

Gigetto lo interrompe. Non ama i venditori. E poi proprio in quel giorno ha da fare, deve portare la moglie a fare compere. E' di malumore perchè sa che pomeriggio gli aspetta e poi... ma questi venditori.... non possono starsene a casa loro?

Insomma, per farla breve, Beppe prova a fare la sua vendita e cerca di usare tutte le armi a sua disposizione. In effetti cerca di forzare la vendita. Gigetto è spazientito, vorrebbe essere lasciato in pace ed esercita anche lui forza per mandar via il venditore e chiuderla li.

Beppe alla fine va via con le pive nel sacco. E' scontento. Perchè non è neanche riuscito a parlare o spiegare le sue ragioni e le ragioni del suo prodotto. Non ha fatto la vendita. Non ha guadagnato e anzi, sa anche di aver disturbato.

Gigetto alla fine rientra in casa. E' scontento. Perchè lo hanno disturbato e hanno invaso la sua privacy. Non ha acquistato. Ed è di malumore per questa visita e perchè il pomeriggio deve andare a fare shopping con la moglie.

DUE PERSONE SCONTENTE, NESSUNO SCAMBIO, NESSUN AUMENTO DI PRODUZIONE PER L'AZIENDA, NESSUN MIGLIORAMENTO DI QUALITA' DELLA VITA PER IL POTENZIALE COMPRATORE.

Qualche tempo dopo, scoppia un principio di incendio a casa di Gigetto. Cazzarola che disastro, presto.... Ci vuole un qualcosa per bloccare l'incendio prima che devasti la casa. Ma cosa? Una coperta? Macchè! Un secchio d'acqua? Ma che scherziamo, c'è il quadro elettrico e rischio di fare un macello.
Che si fa?

AIUTO! AIUTO! AIUTO! Qualcuno nei dintorni ha un estintore?

Francolino abita nei pressi di Gigetto. Francolino ha alcuni estintori in casa. Francolino va con un estintore da Gigetto e gli dice
"SERVE UN ESTINTORE? IO NE POSSIEDO VARI!"
Gigetto spalanca gli occhi: lui HA BISOGNO DELL'ESTINTORE. Così risponde:
"Si, mi serve. Pago quello che vuoi. Ma ora spegniamo l'incendio".

E così va. Francolino usa l'estintore, spegne l'incendio. Tutto è risolto.
Gigetto è felicissimo. E ringrazia Francolino. E ovviamente chiede quanto deve per il disturbo.

Francolino gli dice che l'estintore usato glielo da a prezzo di favore e in più gli consiglia di prendere un altro estintore. Non si sa mai nella vita.

Gigetto non batte ciglio. Paga per l'estintore usato e ne prende uno in più.

Non ha chiesto quanto costavano, non ha fatto preventivi, non ha fatto discussioni, non ha chiesto sconti nè dilazioni di pagamento.

COSA E' SUCCESSO QUI?

In una scenetta è successo ciò che succede tutti i giorni con la vendita e consumo di beni e servizi nella società. Ovvero il valore di qualcosa cambia a seconda delle situazioni. E il rapporto fra chi ha un problema o esigenza e chi offre una soluzione tramite un prodotto/servizio cambia a seconda delle situazioni.

Non c'è niente di giusto o sbagliato in entrambe le situazioni (Gigetto vs Beppe e Gigetto Vs Francolino). Semplicemente in contesti diversi si attuano comportamenti diversi.

Un contro è comprare un prodotto quando non ci sembra che ci serva. Si percepisce la vendita da parte di un altro come una forzatura e ciò ci infastidisce. Un conto è comprare un prodotto quando ci serve. Quando abbiamo la consapevolezza che abbiamo una necessità.

Ci sono molti insegnamenti che si possono trarre da questa storia. Come quello che ci fa vedere che il mondo della vendita tramite stimolo a comprare ha fatto il suo tempo.
E ora, in una società consumista avanzata, è giunto il tempo di creare i presupposti per ottenere richieste di aiuto. Non più il venditore che propone ma il (ex) venditore che fa in modo che il potenziale cliente lo contatti quando ha una esigenza.

Se ci pensate, un pò quello che facciamo in questo blog.

Noi siamo qui a parlare di cose di economia e finanza. Offriamo un servizio. Offriamo informazioni. Offriamo consulenza. Un giorno, uno dei lettori, avrà bisogno di un servizio finanziario. Magari di un finanziamento. E chiederà a qualche consulente che lavora per questo blog.

Speriamo che la storiella vi sia piaciuta.

GRAZIE MILLE PER L'ATTENZIONE.

martedì 8 novembre 2022

Cosa è il pareggio di bilancio di uno stato?

Mi ha sempre colpito come, in certi frangenti, determinate parole o concetti base tendano a diventare "famosissimi" e quindi essere sulla bocca di tutti.

Per poi attendere la fine di quella moda e tornare nell'anonimato.
Un pò come succede per molti cantanti, gruppi musicali, starlette o attori/attrici.

In un momento non li conosce nessuno.
In un altro momento ne parlato tutti, anche in un modo esagerato.
In un altro momento ancora, nessuno (se non gli addetti ai lavori) ne parla più.

Certi concetti economici e/o finanziari ripercorrono lo stesso schema.

Relegati nei libri di economia prima, sulla bocca di tutti dopo e di nuovo dimenticati.

Uno di questi concetti è il pareggio di bilancio.
Soprattutto in contesto pubblico. I TG, i giornali e i talk show ne parlano.

Il Rispetto dei Parametri è un altro termine che simboleggia e affianca il pareggio di bilancio.

A parte che il nome stesso, Rispetto dei Parametri, ricorda fin troppo un altisonante nome dato ad una divinità, la domanda è sempre: CHI STABILISCE CHI SIANO I SACRI PARAMETRI DA RISPETTARE?

Ovviamente gli esperti. Che poi non si sa mai chi siano costoro, oscuri trafficanti di normative sepolti in qualche ufficio periferico di Bruxelles. Chissà....

Ma parlavamo di pareggio di bilancio. 
Un pareggio di bilancio è semplicemente, in un rendiconto di entrate e uscite, una situazione in cui, appunto, vi è una corrispondenza o esattezza fra le uscite e le entrate.

Semplice? Certo. Ma non fidiamoci dell'apparenza.

In bilancio finanziario (sia che parliamo di azienda che di una famiglia che di un ente pubblico) ci sono molti fattori non oggettivi che determinano cosa è un entrata e cosa un uscita.

A livello basico non vi è complessità. Una uscita è una perdita di denaro, una entrata è un afflusso di denaro.
Ma quando si valutano situazione complesse, determinare cosa si una perdita o un'uscita è più complesso. E si fanno valutazioni. Al punto che gli enti preposti al controllo continuano a emettere regole per stabilire una certa oggettività di valutazione.
Ma ciò non toglie che queste regole siano sempre e soltanto accordi.

Per uno stato, pareggio di bilancio vuol dire che le uscite statali sono state pari alle entrate statali. E quindi questo può sembrare una cosa buona.
Ma non lo è necessariamente.

Se infatti osserviamo che le spese di uno stato diventano la ricchezza di aziende e privati (sono servizi erogati al cittadino) e se osserviamo che le entrate di uno stato sono ricchezza di aziende e privati che vengono portate via (le tasse), allora si capisce che in un bilancio in pareggio, uno stato da al cittadino quanto un cittadino da allo stato.

Il che sembrerebbe giusto. Ma significa solo che lo stato non sta creando ricchezza. E questo porta al fatto che se un popolo, una nazione vuole crescere, tale crescita debba arrivare SOLAMENTE dalle maggiori entrate del cittadino stesso.

Lo stato non contribuisce all'economia. Questo è un pareggio di bilancio. Egli tanto prende e tanto da.
Questo può piacere a qualcuno ma occorre osservare che in questo modo tutta, e diciamo tutta, l'iniziativa di crescita è demandata al privato.
Che, quando non è organizzato, non può attuare delle iniziative valide per la crescita.

Un esempio semplice semplice sono gli investimenti strutturali. CHE NON POSSONO ESSERE FATTI DA UN PRIVATO, per quanto sia ricco e grande.
Come fa un privato a costruire strade, a creare linee ferroviarie o a determinare costi di trasporto più abbordabili (si veda in Sardegna il problema della continuità territoriale?).

Qui si scontrano 2 visioni dell'economia. Da una parte quella keynesiana in cui si sostiene che anche in una economia di mercato, lo stato è fondamentale per gli investimenti pubblici. Dall'altra quella neo-liberista in cui si sostiene che lo stato deve di fatto scomparire e farsi da parte, lasciando ai mercati tutto il potere.

Ovviamente non nasconderemo che riteniamo questa seconda visione sbagliata. Non vogliamo essere imparziali. Avremo modo di dimostrarlo.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

lunedì 10 ottobre 2022

Una corretta pianificazione delle spese (la gestione dei soldi) - 2a parte

Scopo della pianificazione finanziaria è di tenere sotto controllo un flusso, che è quello monetario, che ha ovviamente dei momenti di alto e dei momenti di basso.

E’ insito (praticamente naturale e ovvio) nella natura delle cose che non ci sia corrispondenza e coordinazione fra le entrate e le uscite. Così come è altrettanto nella natura delle cose che ci siano degli imprevisti nelle proprie aspettative, sia di entrata che di uscita.

La pianificazione serve anche e, forse, soprattutto per questo motivo.

SCOPO DELLA PIANIFICAZIONE E’ QUINDI TENERE SOTTO CONTROLLO L’IRREGOLARITA’ DELLE ENTRATE E DELLE USCITE. Sia in termini di irregolarità di tempo che di irregolarità di grandezza.

 

SCHEMA DELLA PIANIFICAZIONE

La prima cosa da fare è scegliere il lasso temporale della pianificazione. In genere può essere utile partire dal MESE per poi vedere se non sia meglio adottare un'altra temporizzazione (più corta o più lunga).

OGNI MESE ci saranno delle uscite e OGNI MESE ci dovrebbero essere delle entrate (se così non è, verificare se non sia più opportuno scegliere un’altra temporizzazione). Non è detto che tutti i mesi ci siano delle entrate ma sicuramente per la maggior parte delle persone e/o famiglie, è la temporizzazione più corretta.

Abbiamo detto che abbiamo 2 grandi tipi di entrate. Quelle da reddito/rendita/regali e quelle da prestito. Le ultime sono differenziate perché, prima o poi, devono essere restituite e quindi si trasformeranno in una uscita. Tanto entra e tanto uscirà. Quindi sono di natura diversa.

Il primo tipo di entrata, ha delle fonti diverse. Nella pianificazione dovrebbero essere elencate tutte e nel dettaglio.

Esempio:
entrata da stipendio dipendente
entrata da pensione
entrata da pagamento fattura
entrata da incasso rendita immobile
entrata da incasso rendita finanziaria
entrata da donazione, etc…

Se un lavoratore ha più fonti di guadagno, può essere ottimale anche differenziarle. Un lavoratore autonomo che abbia due attività differenti (ad esempio un elettricista che svolga anche il lavoro di formatore o docente) può segnare in modo differente queste entrate. Lo stesso per un dipendente che abbia anche una entrata da procacciatore d’affari o da venditore.

Le uscite hanno sempre 2 macro-categorie: uscite da spesa e uscite da rimborso. Quest’ultima si applica SOLO alle uscite effettuate per il rimborso di un prestito che nel passato è stato segnato come uscita. In genere nel rimborso di un prestito sono compresi anche dei costi di rimborso. Questi NON DEVONO essere contati in questa voce ma in una voce separata che è tipicamente una uscita da spesa. Questa potrebbe, per esempio, chiamarsi spesa rimborso finanziamenti.

Le uscite da spesa sono a loro volta classificabili secondo un criterio di frequenza e stabilità di importo. Ci sono infatti delle spese ricorrenti (che si presentano SEMPRE) e che sono definite, in una maggiore o minore misura, prima ancora che si verifichino in un modo abbastanza esatto o comunque prevedibile. Ci sono altre spese che sono si ricorrenti ma non è detto che si presentino.

Poi ci sono spese che accadranno solo se chi decide (individuo o famiglia) la pianificazione vorrà che accadono. Ed infine vi sono le spese che sappiamo avverranno nel futuro ma non sappiamo quanto. E che quindi andiamo a preparare un fondo per quando accadrà. I conferimenti ad un fondo spesa, si chiamano accantonamenti e vengono segnate come spese nel mese in cui vengono fatti.

Schematicamente avremo, quindi.

SPESE FISSE RIPETITIVE (bollette, utenze, affitti o mutui, spese rimborso finanziamenti, assicurazioni, tasse fisse, etc.) – queste spese si sa che esistono e si può definire in anticipo quale importo abbiano. Non è detto che tutti gli individui / famiglia abbiano lo stesso elenco di spese (esempio se una famiglia ha casa di proprietà senza mutuo non pagherà né affitto né rata mutuo ma pagherà delle tasse annuali che sono sempre spese fisse ripetitive). Non è detto che tutte le spese fisse ripetitive siano a esatta scadenza mensile. L’esempio più classico è la copertura assicurativa delle auto o il bollo auto. Si paga semestralmente o annualmente. Ciononostante è logico che una tassa che paghi una volta l’anno serva a coprire i 12 mesi. Quindi se pago un rata assicurativa di 600 euro l’anno, è logico che se la ripartisco in 12 mesi, avrò una quota di spesa assicurativa di 50 euro l’anno. Perché non è CORRETTO imputare in un mese all’anno 600 euro di spesa mentre negli altri mesi zero.

Nei mesi in cui non conteggio i 50 euro spenderò per altre cose 50 euro che non dovrei avere (perché destinati a pagare l’assicurazione) e nel mese in cui materialmente pago i 600 euro dell’assicurazione sarò nei guai perché probabilmente dovrò tagliare di colpo altre spese e rimandarle al futuro. Qualche volta creando dei problemi.

La pianificazione serve proprio a REGOLARIZZARE queste difformità fra la gestione mensile (o altra durata temporale) e il reale avvicendarsi di entrate e uscite.

Come si procede? Si prendono quindi tutte le uscite fisse sicure che si hanno in un anno e se le si paga una volta, le si divide per 12. Se le si paga ogni 6 mesi, si somma l’importo (6 mesi + 6 mesi) e si divide per 12. E così via.

CONTINUA....

GRAZIE PER L'ATTENZIONE

venerdì 7 ottobre 2022

Una corretta pianificazione delle spese (la gestione dei soldi) - 1a parte

Nella nostra quasi ventennale esperienza in materia di finanziamenti, abbiamo avuto modo di incontrare, parlare e conoscere centinaia e centinaia di clienti.

Se contiamo anche solo gli incontri puramente conoscitivi che non hanno portato ad una consulenza approfondita, parliamo di migliaia di incontri.

Questa ampia esperienza, ci ha portato a trovare dei fattori comuni nelle persone riguardo la gestione dei soldi. Tema così vasto da non poter essere affrontato e risolto in un solo post.

In primo luogo è indubbio che essendo i soldi il lubrificante e il carburante del nostro modo di vivere (non è un errore, è stato volutamente scritto così!), essi abbiano assunto un'importanza stratosferica rispetto al passato.

Non che stiamo affermando che ci siano stati nei tempi andati, periodi in cui il denaro non contasse. Ha sempre contato tanto. Ma in questi ultimi anni ci sono dei fattori che hanno portato la GESTIONE DEI SOLDI ad un livello di importanza che prima non avevano.

Per gestione dei soldi non intendiamo solo quanti soldi una persona (o una famiglia) guadagna.
Intendiamo proprio le conoscenze, gli strumenti e le azioni che ogni individuo deve conoscere per semplicemente far funzionare le cose. Perchè il mondo cambia e lo fa ad una velocità tale per cui è veramente difficile tenersi al passo.

E così capita che anche chi guadagna bene e ha un reddito sufficiente, si trova alle prese con problemi di soldi, di spesa, di come gestire il proprio denaro.

Facciamo quindi un piccolo passo indietro e vediamo di partire dai fondamenti.

ENTRATE - USCITE
I soldi sono una entità numerica. Sono rappresentati da una valuta (in Italia e al momento, l'Euro) e sono lo strumento principe che si usa per gli scambi economici. Invece di usare altro, si usano i soldi come merce di scambio.
I soldi vanno difesi, vanno protetti e conservati. I soldi vanno stoccati (conservati) in luoghi e forme idonee.

Quando dei soldi entrano nella nostra disponibilità (significa che diventano nostri e ne possiamo disporre a volontà) questa si chiama ENTRATA.
Quando dei soldi escono dalla nostra disponibilità (significa che non sono più nostri) questa si chiama USCITA,

I motivi per cui si ha una entrata e i motivi per cui si ha una uscita sono i più vari. Ma questo è un altro discorso.
Possiamo solo dire che le ENTRATE sono di due tipi principali e le USCITE sono di due tipi principali. Avremo
E1. Entrate da guadagno/regalo.
E2. Entrate da prestito.

U1. Uscita da spesa.
U2. Uscita da rimborso prestito.

PIANIFICAZIONE FINANZIARIA
La pianificazione finanziaria altro non è che un controllo e previsione di come le entrate e le uscite di qualcuno (o di una famiglia o di una azienda) si manifestano. In particolare con il riferimento ad un periodo di tempo che si ripete. Questo periodo di tempo può essere il giorno, la settimana, il mese oppure l'anno. Oppure periodi anche diversi ma sempre e comunque di durata costante.

Le famiglie in genere usano il mese come criterio di riferimento per le entrate e le uscite. E' un buon criterio ma non è detto che per tutti e sempre sia il migliore.

Usare il mese come criterio di tempo vuol dire che si paragonano le entrate di un particolare mese con le uscite di quel mese. Ma significa anche che si paragonano le entrate di quel mese con le entrate dei precedenti mesi. E si paragonano le uscite di quel mese con le uscite dei precedenti mesi.
Non solo. Sarebbe ottimale anche dare uno sguardo a come sono le entrate del mese che si sta considerando con lo stesso mese degli anni precedenti. E dare uno sguardo alle uscite di quel mese con le uscite di quel tipo di mese degli anni precedenti.

In genere le entrate dovrebbero essere MAGGIORI delle uscite. 
Questa legge si chiama la legge della solvibilità perchè garantisce che la persona (o famiglia) possa sopravvivere a lungo e bene.
Questo non impedisce che ci possano essere dei periodi di tempo in cui le uscite sono maggiori delle entrate. E' logico che occorre che i mesi in cui le uscite sono più delle entrate siano pochi e che il disavanzo (il disavanzo è quando le uscite sono maggiori delle entrate) sia comunque contenuto.

Quando le uscite sono maggiori delle entrate, è possibile continuare come nulla fosse solo in presenza di RISERVE. Ovvero di precedenti avanzi (un avanzo è quando le entrate sono maggiori delle uscite) di qualche periodo del passato.

Se non ci sono riserve, non è possibile avere nessun mese in cui cui le uscite sono superiori alle entrate.

Quando questo accade ci sono delle soluzioni. Che elenchiamo:
1. Si aumentano le entrate.
2. Si diminuiscono le uscite.
3. Una combinazione delle due soluzioni precedenti.

Come abbiamo visto le entrate non sono solo guadagni ma esistono anche le entrate da finanziamenti.
Ciononostante lo schema di cui sopra è comunque valido.

CONTINUA.....
Grazie per l'attenzione.

mercoledì 5 ottobre 2022

Cattivo pagatore? Cosa significa? Come si diventa cattivo pagatore?

CATTIVO PAGATORE!

Questa dicitura o affermazione, è diventata l'incubo di qualsiasi consumatore o cittadino della nostra nazione.

Quando si ha bisogno di un prestito e si va da una banca o finanziaria ma anche quando siamo li per prenderci il nostro nuovo telefono preferito o la nostra nuova stufa perfetta per l'imminente inverno, ecco che MAGARI la nostra richiesta viene respinta e oltre al diniego ci viene detto:

"Questo è avvenuto perchè lei è un CATTIVO PAGATORE!"

E poi....
E poi andiamo su internet o apriamo un giornale e leggiamo una pubblicità che ci chiede:
"Sei un cattivo pagatore? Chiamaci, che possiamo aiutarti!"
O cose del genere.

E, come spesso succede, noi non abbiamo ben chiaro cosa esattamente questo significhi e in che modo questo possa essere successo. Facciamo un pò di memoria eppure ci sembra che in tutte le operazioni passate abbiamo sempre onorato i nostri prestiti, rimborsando sempre tutto.

Lo sappiamo. In questo blog, facciamo finta di non sapere niente e ripartiamo da capo.

Cosa è un CATTIVO PAGATORE? In realtà questa dicitura NON ESISTE. In Italia è un tipo di attribuzione qualitativa che non esiste e non è disciplinata da nessuna legge o regolamento.

E' solo un modo di dire, che ha preso piede ed ora viene usato in molti contesti, spesso a sproposito.

In Italia quello che esiste sono i S.I.C., ovvero i Sistemi di Informazione CreditiziaChe non sono altro che delle banche dati in cui vengono raccolti i nomi, i tempi e le condizioni dei prestiti o finanziamenti fatti sul territorio italiano.

Ma faccio un passo indietro.

Perchè ci sono le SIC? Le SIC esistono per una esigenza. Chi presta soldi (chi concede i finanziamenti) deve sapere con esattezza chi ha di fronte. Per concedere un finanziamento deve sapere quanto guadagni, da quanto tempo e in che modo. Ma deve anche sapere quali altri finanziamenti hai in corso. Deve sapere se (ad esempio) mentre chiedi un finanziamento ad una banca, tu (contemporaneamente) non stia chiedendo un altro finanziamento presso un'altra banca. E che quindi con lo stesso reddito, ottieni due finanziamento in contemporanea.

Cosa c'è in un SIC? Ci sono i nomi di chi ha chiesto e di chi sta chiedendo un finanziamento. In qualunque struttura finanziaria operante nel territorio nazionale. Ci sono i nomi di chi ha concesso o sta valutando di concedere un finanziamento. Ci sono gli importi, la rata, la durata e altre informazioni specifiche. C'è soprattutto riportata la storia comportamentale della persona in precedenti finanziamenti. Li ha pagati? Li ha pagati regolarmente?

I SIC sono una archivio pubblico, o gestito da un ente pubblico o statale? In linea generale NO. Esiste un SIC pubblico che è la Centrale Rischi della Banca d'Italia ma la maggior parte dei SIC sono di natura privata. Sono spa create con l'intento di fare utile.

Quali sono i principali SIC? Abbiamo il CRIF, Experian, CTC, il Cerved e altri di importanza minore.

Si finisce nei SIC solo quando si sbaglia o si combina qualche pasticcio? NO, assolutamente no. I SIC non sono dei database, degli archivi di cattivi pagatori. Ogni SIC (in modo diverso) potrebbe contenere informazioni miste (positive o negative) e difatti le contiene. Quando si attiva un finanziamento o lo si paga regolarmente si finisce lo stesso nei SIC e si viene sempre e comunque "segnalati" ma la segnalazion è in questo caso positiva.

I buoni pagatori vengono segnalati nei SIC? Si, nei SIC che contengono informazioni positive si. Ad esempio il sistema più usato è il CRIF, che è un archivio privato. SI finisce in Crif per qualsiasi attività connessa ad un finanziamento. Che lo abbiamo semplicemente richiesto, che lo abbiamo ottenuto, che lo stiamo pagando bene o che lo stiamo pagando male. Sempre.

Quindi nei SIC non ci sono solo i cattivi pagatori? NO, certo che no.

Quindi posso finire in CRIF solo perchè sto pagando un prestito? SI, esattamente. Puoi finire in CRIF solo perchè HAI chiesto un finanziamento.

Come si sa cosa c'è scritto nei SIC su di me? Esistono i siti di ognuno di questi archivi ed è diritto di ogni cittadino poter visionare ciò che c'è scritto su di se. Basta indicare il proprio codice fiscale e il sito ci manderà un report in cui è scritto ogni fatto che ci riguardi relativo ai nostri finanziamenti che non sia troppo lontano nel tempo.

Perchè viene rifiutato un finanziamento? I motivi sono tanti. Il primo è che in un SIC o in più SIC ci sono informazioni negative su di noi. Qualche rata pagata in ritardo oppure non pagata per niente. Un eccesso di prestiti/carte/finanziamenti in corso. L'aver emesso un assegno a vuoto. Non aver pagato una cambiale. Avere una ipoteca di qualche tipo. Avere su di se un provvedimento legale o una esecuzione forzata.
Si può avere un finanziamento rifiutato anche solo per un comportamento ritenuto non idoneo come richiedere continuamente finanziamenti senza un criterio. Dopo aver fatto una richiesta e dopo che questa è stata bocciata, è molto probabilmente che per un mese o per poco più, qualsiasi altra nostra richiesta (fatta in altre banche/finanziarie) venga rifiutata in automatico.

In conclusione, è importante per ogni cittadino italiano sapere quale è il suo punteggio di merito creditizio (quanto siamo affidabili per un finanziamento) e fondamentale avere buone informazioni nei sistemi informativi creditizi, SIC.
E' importante avere buone informazioni perchè anche un prospetto (in un SIC) in cui non c'è nessuna segnalazione (nè positiva nè negativa) difficilmente viene finanziato. Soprattutto se sta richiedendo liquidità importanti, se lavora da poco e cose simili. Poi questa regola ha delle eccezioni e quando compro un bene direttamente in un centro commerciale, è più facile ottenere un finanziamento. E se non vi sono informazioni negative, anche se siamo giovani e lavoriamo da poco molto difficilmente la nostra richiesta di prestito verrà rifiutata.

Soprattutto perchè l'importo da finanziare è basso (magari sui mille euro o magari meno) e perchè la struttura che vende, magari, ha un accordo di divisione delle spese e un accordo di garanzia del cliente finanziato.

Morale? E' importante conoscere ciò che c'è scritto su di noi nei SIC.
Non capita spesso ma potrebbero esserci degli errori (tutti gli esseri umani sbagliano) ed è giusto conoscerli e farli rettificare.
Richiedere queste informazioni su di noi è doveroso ed è un diritto.
Facciamo tempo prima di chiedere un nuovo finanziamento. Non quando abbiamo urgenza di chiedere un finanziamento.

Grazie per l'attenzione.

lunedì 3 ottobre 2022

L'aumento dei costi: ma che succede?

Dopo decenni (dagli anni '70, periodo massimo di crisi energetica in Italia) di zero problemi riguardo la disponibilità di risorse energetiche, siamo ripiombati in uno scenario tetro e inaspettato.

In Italia si prospetta un inverno difficile, con costi energetici schizzati alle stelle in un modo che nessuno poteva prevedere solo un anno fa di questo periodo.

Ma cosa è mai successo?

Dirimere queste questioni e rispondere a queste domande non è mai semplice. Moltissimi fattori sono coinvolti. Ma scopo di questo blog, è cercare di puntare al nocciolo del problema e cercare di avvicinarci a qualcosa semplificando i concetti e tagliando i rami inutili dalla discussione.

In una economia di mercato come quella in cui opera la nostra nazione, i fattori che portano all'aumento dei prezzi di qualcosa è dovuto a 2 cause principali:

1. Improvvisa scarsità di materie prime e risorse energetiche.
2. Decisioni politiche.

Come detto, questa è una semplificazione. Ma rende l'idea.

La prima motivazione, è quella che sensatamente è la più fondata. Il prezzo (costo) di una materia prima (come di un prodotto) è in funzione della scarsità o abbondanza della stessa.
Il costo di qualsiasi materia prima dipende da quanta materia prima è a disposizione.
A disposizione di chi?
Questo è un punto su cui riflettere. Ma ci torniamo sotto fra qualche riga.

E' logico che se il petrolio o il gas o il ferro o l'alluminio (facciamo degli esempi) si esauriscono e diventa difficile procurarsene dell'altro, è normale che il costo ALLA FONTE salga. E quindi salga anche il costo a valle. Cioè per il consumatore finale e per chi lo utilizza.
Questo accade ma se tralasciamo episodi di scarsità momentanea causa disastri naturali (tempeste, eruzioni vulcaniche, etc..) o incidenti (esplosioni accidentali di miniere o di centrali di lavorazione/estrazione), è scontato che l'Uomo possa prevedere e occuparsi di questa scarsità in anticipo, prendendo gli opportuni provvedimenti.
Sappiamo che molte risorse non sono infinite. Sappiamo che il petrolio, prima o poi, finirà. E' nella natura delle cose. Ma non accadrà dall'oggi al domani.

Più probabile è invece il discorso di una diminuzione di disponibilità dovuta a motivi contingenti.
Che ci portano più alle questioni di attualità.
In cui sappiamo che a causa delle conseguenze della guerra Ucraina-Russia, vi è stata una diminuzione di disponibilità di gas e quindi una impennata stratosferica del suo prezzo. Che ha impattato in modo spaventoso nell'aumento dei costi di altre materie prime e/o energetiche.
Però.....
La verità è che non c'è stata, almeno fino al momento, nessuna diminuzione effettiva della quantità di materie prime ed energetiche reali a causa della guerra.

E qui entriamo nel punto 2 delle motivazioni di scarsità. Ovvero le cause di tipo "politico".
Per politico intendiamo tutto ciò che consegue da decisioni di organi amministrativi umani (governi, amministrazioni, consigli direttivi, organizzazioni, tavole rotonde, etc..).
Per motivi che adesso è inutile e lungo approfondire, la gestione delle dinamiche del prezzo del gas è stata affidata a contrattazioni di tipo borsistico quindi soggette a speculazioni da parte degli operatori. E per motivi altrettanto sconosciuti, si è ancorato il prezzo dell'energia elettrica al prezzo del gas. Anche quando l'energia elettrica viene prodotta con altre fonti.

Risultato? Per motivi di speculazione (quindi di guadagno individuale), il prezzo è schizzato alle stelle. Perchè? Perchè qualcuno ha deciso di voler comprare più gas (anche più di quanto gli poteva servire al momento) per paura che un domani non ne avesse.
La stessa cosa che è successa con il pellet. E in passato (causa pandemia) è successo con la carta igienica, l'amuchina, la farina, etc...
Quando si pensa che qualcosa CHE NON E' SCARSO ORA ma potrebbe diventare scarso a breve, la richiesta di quel qualcosa aumenta.
Per fare scorte.
Quando il prezzo aumenta, alcuni operatori decidono essi stessi di comprare quella materia prima o prodotto (in questo caso il gas) perchè pensando che il prezzo continuerà ad aumentare intendono rivenderlo a prezzo più alto guadagnandoci.
Così c'è più richiesta e il prezzo sale e così via.
Eppure non vi è mai magari stata nessuna penuria di prodotto/materia prima alla fonte.

Due riflessioni.
Gli stati esistono per impedire che questi meccanismi di mercato perversi impattino in modo troppo negativo nei confronti di una popolazione. Se non intervengono con azioni straordinarie in situazioni simili, a cosa servono?

E, ancora, l'aumento dei prezzi è di natura (al momento) totalmente politica. Ovvero dipende dalle decisioni del passato e dall'inazione odierna.
Quindi è tutto rimediabile.
Attendiamo.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

lunedì 29 agosto 2022

Criptovalute: opportunità o grande bluff? (3a parte)

Quindi, in conclusione, le criptovalute sono una opportunità o una truffa?

Ovviamente non si può rispondere in modo perentorio e definitivo a questa domanda, cercando di rimanere moralmente onesti nel proprio giudizio.
Sarebbe come stabilire a PRIORI se un coltello sia o meno uno strumento di morte oppure fosse un utile utensile da cucina.

L'uso che se ne fa nel concreto determina quale delle 2 posizioni prevale.
Però, come per il coltello, sicuramente la nascita delle criptovalute nasce da una esigenza. Ovvero quella di creare un sistema di interscambio di valore (in parole povere la funzione della moneta) al di fuori dei circuiti bancari consueti.

I motivi sono vari. E probabilmente questo esplorare queste potenzialità, porta con se la potenzialità di aprire nuovi orizzonti finanziari attualmente non pienamente compresi.

Ci sono delle situazioni (non tanto in Italia ma in alcuni paesi del mondo) in cui il bitcoin (più di altre criptovalute) è andato a sostituire la "classica" moneta circolante e le valute come il dollaro. Un esempio è il LIBANO di questi anni, paese sprofondato in una incredibile crisi finanziaria che sta andando avanti con la genialità dei singoli cittadini che usano le criptovalute per mantenere funzionante il sistema finanziario nazionale (per volesse approfondire si veda https://www.nicolaporro.it/crypto-nft/universita-libanese-blockchain-e-crypto-per-contrastare-la-crisi-nel-paese/ oppure https://www.ofcs.it/economia/libano-la-sfiducia-nelle-banche-provoca-un-boom-di-bitcoin/#gsc.tab=0)

Ma è anche vero che le criptovalute, permettendo lo scambio di denaro al di fuori dei normali circuiti bancari, ha anche avuto un largo uso da parte di criminali comuni e criminalità organizzata per scambi di merce non propriamente legale. Armi, droga e forse anche cose peggiori.

E' sicuro, però, che nella quotidianità questo concetto e questo mercato (quello delle criptovalute) venga usato come specchietto per le allodole e come trucco da prestigiatore per nascondere schemi truffaldini di finti investimenti.
Ora è un pò di moda.

Ti contatto via telefono, ti faccio la pubblicità o mi avvicino a te come fossi un promotore finanziario e accecandoti con mielose parole di facili guadagni in un mercato che sembra il campo dei zecchini d'oro del Gatto e la Volpe di collodiana memoria, il gioco è fatto.
Così si mette in piedi il solito e funzionale schema PONZI, in cui si finge che ci sia un sistema di investimento che funziona ma poi alla fine solo i più furbi guadagnano sulla pelle di moltissimi disgraziati che perdono tutto (dedicheremo un post apposito sugli schemi PONZI, su cosa sono, come funzionano e perchè si chiamano così).

Le prove di quanto diciamo? Beh, una delle più grandi truffe degli ultimi anni è stata la criptovaluta ONE COIN. Anche se in realtà probabilmente non è neanche mai partita, in pochi anni questa finta criptovaluta ha drenato e fatto sparire 4 miliardi di dollari e truffato circa 3 milioni di investitori. (si veda qui 
https://innovazione.tiscali.it/fintech/articoli/truffa-onecoin-e-poyais/ e qui https://www.balcanicaucaso.org/aree/Bulgaria/One-Coin-storia-della-criptovaluta-che-ha-ingannato-il-mondo-207095 ma il web è pieno di articoli su questa storia).
La cosa curiosa è che noi abbiamo conosciuto ONE COIN quando non la conosceva nessuno, essendo stati invitati ad una riunione esclusiva con persone vicino ai gran capi. Molti anni fa. Quando ancora nessuno sospettava che le cripto potessero essere usate come pretesto per delle truffe. Mi ricordo che alla fine della presentazione tecnica della nuova frontiera del guadagno milionario, novella bitcoin, posi delle semplici domande tecniche sul meccanismo di creazione del valore della moneta e su quali basi sapessero che in pochi anni quella cripto avrebbe aumentato il suo valore.
La pochezza della preparazione degli interlocutori fu sufficiente per comprendere.

Anche da poco, nel Veneto abbiamo avuto lo scoperchiamento di un'altra truffa. Qui nessuna nuova cripto ma solo promesse di rendimenti elevati sugli investimenti sul mercato delle criptovalute. Cifre più basse, solo 100 milionni di euro e circa 6000 persone che hanno perso un mucchio di soldi. Ma il concetto è quello (https://corrieredelveneto.corriere.it/treviso/cronaca/22_agosto_17/treviso-truffa-criptovalute-scomparsi-100-milioni-euro-tre-indagati-549c27d6-1e72-11ed-86e2-51fb1c7b912a.shtml).

Morale?
Si fa leva sempre sulla relativa ignoranza delle persone. Che non significa che le persone siano stupide. Non solo sono. Anche se spesso ci si intestardisce a voler credere a qualcosa a dispetto di qualsiasi evidenza.
La soluzione è informarsi.
Certo.
Non si può sapere tutto di tutti. Ed infatti, proprio per questo, è necessario trovare persone di fiducia con cui il rapporto si stabilisce pian piano nel corso del tempo e di cui sia possibile verificare la professionalità e affidabilità.

Gente come noi, ad esempio.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

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