mercoledì 6 luglio 2022
Indebitamento e produzione
venerdì 15 gennaio 2021
Cosa è la pubblicità e come ci condiziona.
Oggi mi va di parlare di qualcosa che sempre più sta diventando parte integrante della nostra vita.
In questo blog parliamo di denaro e lavoro. Anche di produzione e attività aziendale.
In minima parte di marketing, ma in questo caso il tema pubblicità è decisamente non limitabile ad esserne confinato nel contenitore "marketing".
Lo spunto viene dalla lettura di un articolo di un certo Thomas Smith il quale ha scritto una guida chiamata "Pubblicità di successo" nel 1885. Non proprio ieri. Non proprio 5 anni fa.
Stiamo parlando della fine del XIX secolo, quando il panorama della civiltà consumistica (che qualcuno ha anche chiamato la civiltà della Coca-Cola) era ancora da venire.
Leggete un pò cosa diceva:
1. La prima volta che un uomo guarda una pubblicità, non la vede.
2. La seconda volta, non se ne accorge.
3. La terza volta è cosciente della sua esistenza.
4. La quarta volta, ricorda vagamente di averla vista prima.
5. La quinta volta la legge.
6. La sesta volta storce il naso.
7. La settima volta la legge e dice: "Santo cielo!"
8. L'ottava volta, dice: "Ecco di nuovo quella roba confusa!"
9. La nona volta, si chiede se sia qualcosa.
10. La decima volta chiede al suo vicino se l'ha provata.
11. L'undicesima volta, si chiede come fa a pagare l'inserzionista.
12. La dodicesima volta, pensa che debba essere una buona cosa.
13. La tredicesima volta, pensa che forse potrebbe valere qualcosa.
14. La quattordicesima volta, ricorda di aver desiderato una cosa del genere da molto tempo.
15. La quindicesima volta, è stuzzicato perché non può permettersi di comprarlo.
16. La sedicesima volta, pensa di comprarlo un giorno.
17. La diciassettesima volta, fa un promemoria per acquistarlo.
18. La diciottesima volta, giura di essere povero.
19. La diciannovesima volta conta attentamente i suoi soldi.
20. La ventesima volta che vede l'annuncio, acquista ciò che offre.
Ora, non è che dobbiamo prendere alla lettera ciò che il signor Smith scrive. Cioè che per ogni volta che si vede una pubblicità si debbano avere per forza quelle reazioni.
Ma è veramente, veramente interessante vedere che più o meno è realmente questo il percorso di reazione emozionale riguardo alla pubblicità di qualcosa.
Non solo, ho il fondato dubbio che questo tipo di atteggiamento (sempre di natura emozionale) si attui anche quando si presenta una nuova idea o un nuovo progetto.
Vi invito quindi a riflettere sulle potenzialità della pubblicità (se siete imprenditori) e sulle conseguenze nella vostra vita della pubblicità (se siete consumatori).
Scrivere la vostra opinione nei commenti.
In un prossimo post, raccoglierò eventuali commenti e li amplierò con la mia idea riguardo ciò che il signor Smith ci dice.
Grazie per l'attenzione.
giovedì 3 dicembre 2015
Economia, azienda e sistema bancario
Esistono aziende sane in Italia? Certo.
Esistono imprenditori virtuosi in Italia? Certo.
Esistono banche disgraziate che operano completamente in tradimento rispetto al loro ruolo istituzionale di supporto alle imprese sane e virtuose? Certo.
C'è un caso che mi ha colpito in modo particolare che simboleggia in modo esemplare tutti questi punti.
Non è intenzione di questo blog generalizzare o colpire tutte le figure professionali che nel sistema bancario ci lavorano. Ho personalmente lavorato ai margini del sistema bancario per quasi 7 anni in qualità di mediatore creditizio prima e come agente in attività finanziaria iscritto agli appositi albi professionali in Banca d'Italia.
So come in ogni ambiente e settore ci siano molte brave e oneste persone.
Ciò non toglie che sia proprio il sistema sbagliato. E se colpire o criticare il sistema significa scuotere in un certo senso anche le tranquillità e le certezze di chi vi lavora ed è quasi esente da colpe, dispiace ma rimane necessario. Il bene della collettività è sempre superiore al singolo interesse.
Questa è la storia di una società di eccellenza messa in ginocchio da una truffa bancaria e da un sistema che stritola le aziende per la sua burocrazia e per le leggi assurde che la governano.
Ecco il video.
Che se sei un cittadino o una impresa, sei sempre in una posizione non paritaria nei confronti di un istituto di credito.
Se sbagli tu, sei finito: morto e sepolto. Se sbagliano loro, non succede niente.
E il problema non è il singolo direttore di banca che sbaglia.
Perchè è il sistema che ti porta a questo.
Perchè la banca dovrebbe avere a budget la collocazione di prodotti finanziari di alto e altissimo rischio (praticamente dei giochi di azzardo puri!)? Perchè?
Per fare utile?
Perchè sono una azienda privata che fa e deve fare utile?
Ancora con questa concezione del modello liberista vecchia di secoli, totalmente non aderente alla realtà dei fatti?
Il ruolo della banca è istituzionale. E sebbbene ogni tipo di azienda debba avere un equilibrio dei fra costi e ricavi e potersi autosostenere, occorre ricordare che la banca esiste per assolvere ad un ruolo.
Un ruolo talmente importante di essere di priorità sociale in un qualsiasi sistema economico.
Può quindi essere privata ma rimanendo aderente alla sua missione primaria.
Ovvero fornire servizi e assistenza finanziaria ai clienti.
Se tu vuoi essere una società che guadagna dal proporre investimenti a rischio, non fare la banca ma diventa (appunto) una società di investimenti.
Collocati sul mercato e non vivere della "autorità" che ti deriva dal fatto che le persone ancora guardano alla banca come una sorta di istituzione.
Diventa una azienda e guadagnati la fiducia delle persone. Di loro che cerchi i loro soldi per farglieli raddoppiare o farglieli perdere. D'altronde i casino on line e le sale slot vanno comunque bene.... perchè non dire chi sei veramente?
Ditemi cosa ne pensate.
Grazie mille.
venerdì 29 maggio 2015
Quanto costa ad un'azienda essere innovativa?
Si è parlato così tanto e così spesso di innovazione accostando il concetto alla tecnologia, ai computer, alle fonti energetiche, alla telefonia e via discorrendo che si è perso di vista la semplicità e basilarietà di questa idea.
Innovare significa semplicemente fare qualcosa che fino a quel momento non si faceva.
Non necessariamente l'innovazione è qualcosa di legato ad una mirabolante invenzione tecnologica o alla scoperta di chissà quale nuovo materiale o sostanza.
L'innovazione è talmente legata al concetto di sopravvivenza che sembra quasi ridicolo doverne parlare.
Ma in un modo in cui la presunzione di sapere sta prendendo sempre più spazio a discapito della conoscenza effettiva (teoria + pratica), appare evidente che non si debba dare niente per scontato.
In un periodo storico in cui le aziende stanno incontrando grandi difficoltà attorno a loro, INNOVARE non è solo uno sfizio o un lusso.
E' una assoluta necessità.
Innovare non significa stavolgere o rivoluzionare. Chi pensa che questi verbi siano sinonimi dovrebbe prendere in mano un dizionario e controllare.
Innovare significa prendere atto che qualcosa non sta andando bene e occorre trovare delle soluzioni.
Queste innovazioni possono essere
a. di Amministrazione.
b. di Marketing.
d. di Produzione.
Un'azienda si può innovare, investendo nella formazione, proponendosi sul mercato in un modo nuovo, sperimentando nuove strategie, lanciando nuovi prodotti affini a quelli precedenti.
Non ci sono molti limiti all'innovazione. Tutt'altro.
Questo ha un costo?
Se per costo intendiamo delle uscite di denaro, certamente si. L'azienda che stia ferma o si muova, ha dei costi e delle uscite di denaro. Alcune uscite di denaro sono produttive di maggiori entrate future. Sono dei costi particolari: si chiamano investimenti.
L'innovazione è un investimento. Si.
Ma fermiamoci a riflettere su quali siano i costi che una azienda affronterà se NON innova, se NON cambia, se si FERMA a pensare che è dalla parte della ragione.
Esistono persone che staranno ore a spiegarti quanto loro siano dalla parte della ragione mentre piangono o si lamentano di ciò che non va nella loro vita. Ci sono aziende che ti spiegheranno per ore quanto siano bravi e competenti mentre le loro entrate e le loro vendite continuano a calare.
Un organismo che non cambia quando cambiano le cose attorno a lui è destinato a subire il destino. Se è fortunato, sopravviverà con qualche ferita e qualche abito stracciato. Se non è fortunato (tanti) semplicemente morirà.
Un'azienda che non innova in un periodo di crisi, attendendo l'abbondanza per innovare, non vedrà mai quell'abbondanza.
Quindi la domanda diventa...... quanto può costare ad un'azienda non essere innovativa?
Tutto, anche la propria stessa esistenza.
Grazie per l'attenzione.
lunedì 25 maggio 2015
Può una singola azienda andar bene mentre tutte le altre vanno male?
Prima ancora di comprendere a fondo questi strumenti e, ovviamente, prima ancora di metterli alla prova per verificare di persona la loro funzionalità......
questi concetti vengono bloccati da una sorta di disfattismo pre-giudiziale in cui la nota dominante è la seguente:
Ad esempio, se ci riferiamo ad un territorio a forte vocazione turistica sembra quasi che qualsiasi iniziativa sia impossibile a meno che il mercato non ri-cominci di nuovo a fornire nuove presenze turistiche sul territorio.
Un ristoratore mi dice: "E' inutile che io faccia promozione e marketing, tanto se i turisti non ci sono non dipende da me!!"
Perchè questo pensiero?
In primo luogo perchè l'imprenditore, bersagliato continuamente dagli effetti deleteri della (pseudo)-informazione dei mass-media, ha ormai concentrato la sua attenzione sui problemi (EFFETTO) anzichè sulle possibili soluzioni (CAUSA).
In termini semplici di che parliamo?
La microeconomia studia (essenzialmente) l'economia in piccolo ovvero il comportamento del singolo prodotture e del singolo consumatore pur se riunisce questi risultati in leggi di mercato.
Il tutto semplificando all'osso le due disciplina.
E' ovvio che attualmente ci siano problemi economici dovuti a fattori che vanno molto al di là delle possibilità di intervento di una singola azienda. Ma anche di un gruppo di aziende associate. A volte anche dell'intervento di un singolo stato.
Ma il fatto che questi fattori esistano, non dice nient'altro se non quanto sia duro l'ambiente in cui dobbiamo operare.
E una volta stimate le difficoltà, sopravvivvere e prosperare è sempre compito e responsabilità del singolo imprenditore.
Esempio.
In una zona turistica abbiamo un improvviso calo di presenze del 30%. Nella zona esistono 6 ristoranti.
Prima della "crisi" si registra la presenza di 1.000 turisti. Che ovviamente vanno a mangiare in più ristoranti nel loro periodo di permanenza. Per semplicità diciamo che ogni turista visita almeno 3 ristoranti (3.000 coperti). Abbiamo questa ipotesi.
Ristorante A - 500 coperti
Ristorante B - 300 coperti
Ristorante D - 250 coperti
Ristorante F - 350 coperti
Ovviamente i ristoranti avranno capienze diverse e costi di gestione diversi. Ma per semplicità vedremo che, a parte il ristorante B e quello E, gli altri lavorano più o meno nello stesso modo.
Dopo un qualche fattore MACROECONOMICO, i turisti spariscono e invece di 1.000 presenze se ne registrano 700.
Ristorante A - 250 coperti
Ristorante B - 100 coperti
Ristorante D - 50 coperti
Ristorante F - 200 coperti
Cosa se ne deduce? Che su 6 ristoranti, ben 5 hanno avuto una diminuzione di presenze e coperti. Ma 1 ha addirittura avuto un aumento. Chi? Probabilmente quello più efficente che ha lavorato meglio o ha colto meglio alcune nuove opportunità. Magari quello che ha promosso di più, nonostante la crisi.
Ora, da un punto di vista macro-economico, il territorio è in crisi. E sicuramente molti posti di lavoro sono a rischio.
Il ristorante D e quello B probabilmente chiuderanno. O si dovranno indebitare per rimanere aperti e sperare che la crisi passi.
Anche il ristorante A e il ristorante F sono in gravi difficoltà.
Mentre il ristorante E ha avuto una diminuzione di entrate ma alla fine non si strappa i capelli.
Vedete quante scene differenti? Ognuna di esse può essere esaminata in un ambito diverso. C'è chi è andato male, chi malissimo, chi così-così e chi addirittura bene.
Il punto è che ogni Ristorante ha il potere di andare meglio se applica i giusti interventi nonostante la crisi. Chi lo farà? Chi lavorerà meglio, è ovvio. Chi farà la migliore promozione o offrirà il miglior prodotto. O entrambi.
E' possibile che tutti e sei i ristoranti lavorino meglio nonostante la crisi?
Si. Certo.
Lavorando bene, promuovendo, offrendo un servizio di qualità e così via, potrebbero portare i 700 turisti presenti ad andare più volte al ristorante portano a 4 visite di media per stagione contro le 3 dell'anno prima.
E così i ristoranti avrebbero 2.800 coperti da distribuirsi anzichè 2.100.
Vedete come può funzionare?
Ovviamente i soldi in più che i turisti spenderanno nel ristorante forse verranno tolti da gite in barca, o spese nei negozi o ..... non si sa. Ma così funziona il mercato. E' una questione di concorrenza.
Le aziende che gestiscono le linee telefoniche cellulari hanno cambiato il modo di spendere degli italiani. Se si esamina come è composto il paniere di spesa di una famiglia del 2015 è ben diverso da quello di una famiglia del 1985 ad esempio.
Una singola azienda può sempre migliorare le sue condizioni e la sua produzione. Anche in un momento di crisi. Sarà più difficile e dovrà erodere clienti ai concorrenti. Ma funziona così anche in momenti in cui la crisi non c'è.
Anche perchè se c'è mercato, nuove aziende apriranno per farci la concorrenza. Quindi non è possibile pensare di non doversi confrontare con qualcuno sul mercato.
Che sia una azienda simile alla nostra o un'azienda di un mercato complementare.
Spero di aver chiarito il concetto. Grazie per l'attenzione.
mercoledì 29 aprile 2015
Il marketing, questo sconosciuto.
E' possibile spiegarlo in pochi e semplici parole?
- L'esistenza di un gruppo di individui (mercato di riferimento) che possono avere un'esigenza.
- La definizione di quale sia il servizio/prodotto che possa soddisfare quell'esigenza.
- La preparazione, procuramento o costruzione di quel servizio/prodotto.
- L'informare il gruppo di individui dell'esistenza del nostro servizio/prodotto.
- L'ottenere al vendita del nostro servizio/prodotto in misura sufficiente per coprire i costi e garantire un guadagno.
- Lo studiare i mutamenti dell'esigenza per modificare/aggiornare il proprio servizio/prodotto e renderlo sempre desiderabile al mercato di riferimento.
Il marketing riguarda tutti. Anche la piccola ditta di giardinaggio che si propone nella sua città. Oppure l'attività commerciale di abbigliamento.
Anche questa deve scoprire l'esigenza del suo mercato di riferimento. Deve scoprire a cosa essa può essere una soluzione.
Anche essa deve studiare bene il prezzo del suo servizio e tenersi aggiornata per non farsi cogliere impreparata dai cambiamenti di mercato.
Tutti devono fare marketing.
Non importa che sia una piccola ditta o una grande azienda. Non importa se vendete prodotti, se siete una azione di produzione o un'azienda di servizi.
Il marketing è importante in ogni momento. Spesso, omettere alcuni punti del marketing ci conduce verso il baratro anche quando le nostra capacità sono buone e il nostro prodotto/servizio ottimi.
Grazie per l'attenzione.
martedì 5 agosto 2014
Espandersi nei momenti di crisi. - 3a parte
Un buon articolo che spiega bene e in termini molto semplici cosa sia il marketing lo trovate a questo indirizzo: ideemarketing.learningschool.it
Altrimenti si corre il rischio di andare dagli esquimesi a vendere climatizzatori o frigoriferi.
O stufe a pellet all'equatore.......
Le crisi economiche seguono anche i cicli di vita di alcuni prodotti o stili di consumo. Arrivati ad un certo punto, quando il prodotto o servizio ha cessato il suo ciclo vitale, se non si effettua un cambiamento il mercato entra in crisi.
Questa enorme esplosione della DOMANDA di case vacanze in Sardegna ha fatto concentrare gli imprenditori del settore unicamente sulla produzione. Perchè quello era il problema. L'offerta doveva pareggiare la domanda, che era forte e in crescita.
Il mercato è cresciuto per circa 15 anni fino al 2008/2009 biennio in cui si sono sovrapposte varie situazioni. L'esplosione dei problemi bancari e di finanziamento mondiale con l'esaurimento della fase di crescita della domanda di case vacanze.
Così, mentre sempre più imprenditori entravano nel mercato per sostenere e aumentare l'offerta, improvvisamente la domanda di case vacanza crolla.
Non diciamo si azzera. Diciamo crolla. Ovvero diminuisce di percentuali importanti.
E tutto proprio mentre l'offerta continua ad aumentare.
Perchè questo? Perchè chi sosteneva l'offerta non aveva la capacità (e forse la preparazione e l'attitudine) di percepire immediatamente questo cambiamento. E quindi per alcuni anni (almeno 3/4) ha continuato a costruire nonostante non ci fosse più la domanda che ci si aspettava.
Ecco la crisi.....
Ma a noi interessa capire come se ne può uscire....
E la risposta è proprio quella. Occuparsi del marketing.
Ovvero vedere come aumentare la domanda o occuparsi di un nuovo tipo di domanda se quella precedente non sta più reagendo agli stimoli.
Questo viene fatto con la giusta promozione. Ricordandosi però che la promozione si effettua quando si ha ben compreso con che tipo di domanda si ha a che fare e in che modo interagire con essa.
Altrimenti una promozione senza cura è solo una promozione sprecata.
Perchè dice solo "Compra qui" ma non sa a chi si rivolge e nè se colpisce veramente le esigenze (domanda) di chi riceve quel messaggio promozionale.
Quindi si promuove qualcosa che ha bisogno solo di essere conosciuta perchè si è sicuri che essa sia un qualcosa di desiderato, desiderabile o necessario.
Perdere tempo e risorse a promuovere qualcosa che non è richiesto o necessario porta a dei fallimenti clamorosi.
E' anche un discorso di grandi numeri.
Se arrivano 1000 turisti (facciamo sempre questo esempio per rimanere in tema all'esempio precedente) in un'area, e mediamente il 50% di loro decide di usufruire dei servizi di ristorazione avremmo un numero potenziale di 500 persone che possono tramutarsi in clienti.
Se esistono 20 attività che si possono spartire queste 500 persone, occorrerà vedere se questo numero sia sufficiente per consentire a tutte le attività di prosperare.
E' naturale e nell'ordine delle cose che non tutte e 20 le attività andranno in profitto. Alcune di esse avranno una bassa qualità o dei problemi organizzativi o di pubblicità per cui di queste 500 persone, raggiungeranno pochi o nessun cliente.
Questo accadrebbe anche se i clienti potenziali fossero 1000. O 2000.
Con una differenza.
Se sono solo 500, gli errori e i costi derivanti dagli errori si riveleranno prima e in modo più marcato. Tutto qui. L'abbondanza di potenziali clienti serve solo a mascherare per un pò di tempo il problema.
Concludiamo dicendo che per espandersi nei momenti di crisi, ci sono 2 punti di vista, 2 posizioni da cui osservare la scena. C'è il punto di vista della singola attività che deve aumentare i clienti, il fatturato e la redditività. E c'è il punto di vista di un settore, un'area o un'intera nazione che deve aumentare il movimento dell'economia.
Nel caso prospettato sopra, c'è differenza fra le azioni che deve fare il singolo ristorante per avere più clienti (fra i 500 potenziali!) e le azioni che l'associazione dei ristoranti o gli enti locali debbano fare per aumentare il numero di presenze turistiche generali (i 1000 turisti prospettati). E' chiaro il concetto?
Grazie mille per l'attenzione.
giovedì 3 luglio 2014
Espandersi nei momenti di crisi. - 2a parte
Non accade che uno sia un bravo pilota con il sole e sia incapace di guidare con la pioggia. E se anche lo fosse, egli vedrebbe subito che c'è un'area di abilità di guida in cui è carente e che deve migliorare.
E' un modo di pensare. Può non essere istintivo ragionare così e probabilmente c'è del lavoro da fare affinchè diventi un abitudine e un modo naturale e immediato di comportarsi.
Vi attendiamo.
martedì 29 aprile 2014
Il mercato
Può essere un luogo fisico, reale e concreto (una piazza, un negozio, un centro commerciale.....) oppure un luogo non fisico ma mentale, quindi niente di concreto o solido che possa essere toccato con le mani.
Sembra una domanda da salottino di persone che non hanno nient'altro di meglio da fare.
Perchè lo scambio aumenta la soddisfazione di entrambe le parti, ovvero sia di chi compra che di chi vende.
"Se compro oggi a 100 perchè non aspettare domani che comprerei a 90?"
"Nessuno compra. Perchè io dovrei comprare? Non sarà meglio aspettare?"
In questo momento possedere l'ultimo smartphone disponibile potrebbe essere l'unica soddisfazione che l'individuo si prende.
1) Il mercato non è una entità unica, non è una persona o un qualcosa di tangibile. Chiamiamo mercato le interazioni complessive di un numero più o meno grande di persone. Al mercato si possono dare poche colpe. Anzi nessuna. Alle persone o aziende che dentro vi operano, qualche responsabilità invece gliela si può dare.
martedì 18 settembre 2012
Il fattore "IO VOGLIO"
Molte persone non vogliono, nei fatti, il risultato del loro lavoro (prodotto) con la giusta intensità affinchè la cosa si realizzi.
Speriamo che questo articolo, molto, molto profondo nei suoi concetti di base, sia di grande spunto per le vostre conquiste.
Grazie per l'attenzione.