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venerdì 11 novembre 2022

L'uomo che ha perso più soldi nella storia in un solo giorno

"Storie di tutti i giorni" cantava Riccardo Fogli.
Ma non è questo il caso.
Anche se è una storia dei nostri giorni.

Particolare, veramente.

Di che parliamo? 
Di un giovane signore americano, al secolo Sam Bankman-Fried, che ha stabilito un record assoluto.

E' diventato colui che ha perso più soldi, come singolo individuo, in un solo giorno nella storia umana.

Parliamo di aver perso un valore stimato di 15 miliardi di dollari in un sol giorno.
Si, hai letto bene. Questo tizio ha perso 15 miliardi (non milioni, miliardi) di dollari in un sol giorno.

Ah, se sei preoccupato per lui, sappi che non è diventato povero, visto che è rimasto con 1 miliardo di euro di attivo ancora in suo possesso. Quindi probabilmente riuscirà a fare la spesa questa settimana.

Ma, a parte l'aspetto goliardico e quasi irriverente del fatto, che si presta a molteplici spunti di satira, la cosa dovrebbe farci fare e porre le giuste domande.

Questo blog nasce dall'idea di portare economia e finanza agli aspetti basici e comprensibili.

Quindi, cosa ne deduciamo?

Il senso comune di una persona comune si interroga e molti di noi si risponderanno che la cosa non è possibile. Come è possibile perdere o bruciare 15 miliardi di dollari in un giorno? Sembra strano. E in effetti lo è. Semplice.
Cosa abbiamo
Furto?
Incendio?
Alluvione?
Truffa?

Niente di tutto questo. La realtà, questa si amara e importante, è che al mondo ci sono moltissime persone che vengono ritenute ricche ma che poi, all'atto pratico, non lo sono.
Anche se lo sono.

Lo so. E' un paradosso. E infatti è questo paradosso che vogliamo esaminare.
Il signor Bankman-Fried è un grande investitore e proprietario di criptovalute. Il suo patrimonio e la sua ricchezza era dovuta al possesso di un portafoglio di questo tipo di valtte. Le criptovalute.... ricordi? Ne abbiamo parlato qui.
La questione è che se possediamo 100.000 sghenghi (nome inventato per dire una cosa) e il mercato (che è fondamentalmente un accordo non scritto) valuta ogni sghengo 100.00 euro, io avrò una ricchezza (potenziale) di 10 miliardi di euro. Ma se il mercato cambia idea, e il valore di uno sghengo crolla da 100.000 euro a 10 euro, io adesso avrò una ricchezza (sempre potenziale) di solo 1 milione di euro.

E così è andata al signore americano. 

La realtà è che stiamo entrando in un tunnel PERICOLOSISSIMO. Le persone ricche non sono più quelle che hanno beni di valore (terreni, case, industrie, macchinari, brevetti, formule) ma che hanno beni di valore stimato. E' tutto ormai una questione di valutazioni che si basano su valutazione che si basano su accordi che si basano su scommesse che si basano su andamenti di qualcosa. Che a volte sono cose concrete ma a volte no.

E' nostra opinione che dobbiamo svegliarci da questo specie di sogno. In cui la ricchezza (reale) viene ottenuta basandosi su produzione di cose intangibili.

Se la questione continua senza intervento non delle autorità ma nostro, si prepara un disastro.
Qui un approfondimento sulla notizia: https://www.fanpage.it/innovazione/tecnologia/la-storia-di-bankman-fried-il-miliardario-delle-cripto-che-ha-perso-il-94-dei-suoi-soldi-in-un-giorno/

GRAZIE MILLE PER L'ATTENZIONE

mercoledì 5 ottobre 2022

Cattivo pagatore? Cosa significa? Come si diventa cattivo pagatore?

CATTIVO PAGATORE!

Questa dicitura o affermazione, è diventata l'incubo di qualsiasi consumatore o cittadino della nostra nazione.

Quando si ha bisogno di un prestito e si va da una banca o finanziaria ma anche quando siamo li per prenderci il nostro nuovo telefono preferito o la nostra nuova stufa perfetta per l'imminente inverno, ecco che MAGARI la nostra richiesta viene respinta e oltre al diniego ci viene detto:

"Questo è avvenuto perchè lei è un CATTIVO PAGATORE!"

E poi....
E poi andiamo su internet o apriamo un giornale e leggiamo una pubblicità che ci chiede:
"Sei un cattivo pagatore? Chiamaci, che possiamo aiutarti!"
O cose del genere.

E, come spesso succede, noi non abbiamo ben chiaro cosa esattamente questo significhi e in che modo questo possa essere successo. Facciamo un pò di memoria eppure ci sembra che in tutte le operazioni passate abbiamo sempre onorato i nostri prestiti, rimborsando sempre tutto.

Lo sappiamo. In questo blog, facciamo finta di non sapere niente e ripartiamo da capo.

Cosa è un CATTIVO PAGATORE? In realtà questa dicitura NON ESISTE. In Italia è un tipo di attribuzione qualitativa che non esiste e non è disciplinata da nessuna legge o regolamento.

E' solo un modo di dire, che ha preso piede ed ora viene usato in molti contesti, spesso a sproposito.

In Italia quello che esiste sono i S.I.C., ovvero i Sistemi di Informazione CreditiziaChe non sono altro che delle banche dati in cui vengono raccolti i nomi, i tempi e le condizioni dei prestiti o finanziamenti fatti sul territorio italiano.

Ma faccio un passo indietro.

Perchè ci sono le SIC? Le SIC esistono per una esigenza. Chi presta soldi (chi concede i finanziamenti) deve sapere con esattezza chi ha di fronte. Per concedere un finanziamento deve sapere quanto guadagni, da quanto tempo e in che modo. Ma deve anche sapere quali altri finanziamenti hai in corso. Deve sapere se (ad esempio) mentre chiedi un finanziamento ad una banca, tu (contemporaneamente) non stia chiedendo un altro finanziamento presso un'altra banca. E che quindi con lo stesso reddito, ottieni due finanziamento in contemporanea.

Cosa c'è in un SIC? Ci sono i nomi di chi ha chiesto e di chi sta chiedendo un finanziamento. In qualunque struttura finanziaria operante nel territorio nazionale. Ci sono i nomi di chi ha concesso o sta valutando di concedere un finanziamento. Ci sono gli importi, la rata, la durata e altre informazioni specifiche. C'è soprattutto riportata la storia comportamentale della persona in precedenti finanziamenti. Li ha pagati? Li ha pagati regolarmente?

I SIC sono una archivio pubblico, o gestito da un ente pubblico o statale? In linea generale NO. Esiste un SIC pubblico che è la Centrale Rischi della Banca d'Italia ma la maggior parte dei SIC sono di natura privata. Sono spa create con l'intento di fare utile.

Quali sono i principali SIC? Abbiamo il CRIF, Experian, CTC, il Cerved e altri di importanza minore.

Si finisce nei SIC solo quando si sbaglia o si combina qualche pasticcio? NO, assolutamente no. I SIC non sono dei database, degli archivi di cattivi pagatori. Ogni SIC (in modo diverso) potrebbe contenere informazioni miste (positive o negative) e difatti le contiene. Quando si attiva un finanziamento o lo si paga regolarmente si finisce lo stesso nei SIC e si viene sempre e comunque "segnalati" ma la segnalazion è in questo caso positiva.

I buoni pagatori vengono segnalati nei SIC? Si, nei SIC che contengono informazioni positive si. Ad esempio il sistema più usato è il CRIF, che è un archivio privato. SI finisce in Crif per qualsiasi attività connessa ad un finanziamento. Che lo abbiamo semplicemente richiesto, che lo abbiamo ottenuto, che lo stiamo pagando bene o che lo stiamo pagando male. Sempre.

Quindi nei SIC non ci sono solo i cattivi pagatori? NO, certo che no.

Quindi posso finire in CRIF solo perchè sto pagando un prestito? SI, esattamente. Puoi finire in CRIF solo perchè HAI chiesto un finanziamento.

Come si sa cosa c'è scritto nei SIC su di me? Esistono i siti di ognuno di questi archivi ed è diritto di ogni cittadino poter visionare ciò che c'è scritto su di se. Basta indicare il proprio codice fiscale e il sito ci manderà un report in cui è scritto ogni fatto che ci riguardi relativo ai nostri finanziamenti che non sia troppo lontano nel tempo.

Perchè viene rifiutato un finanziamento? I motivi sono tanti. Il primo è che in un SIC o in più SIC ci sono informazioni negative su di noi. Qualche rata pagata in ritardo oppure non pagata per niente. Un eccesso di prestiti/carte/finanziamenti in corso. L'aver emesso un assegno a vuoto. Non aver pagato una cambiale. Avere una ipoteca di qualche tipo. Avere su di se un provvedimento legale o una esecuzione forzata.
Si può avere un finanziamento rifiutato anche solo per un comportamento ritenuto non idoneo come richiedere continuamente finanziamenti senza un criterio. Dopo aver fatto una richiesta e dopo che questa è stata bocciata, è molto probabilmente che per un mese o per poco più, qualsiasi altra nostra richiesta (fatta in altre banche/finanziarie) venga rifiutata in automatico.

In conclusione, è importante per ogni cittadino italiano sapere quale è il suo punteggio di merito creditizio (quanto siamo affidabili per un finanziamento) e fondamentale avere buone informazioni nei sistemi informativi creditizi, SIC.
E' importante avere buone informazioni perchè anche un prospetto (in un SIC) in cui non c'è nessuna segnalazione (nè positiva nè negativa) difficilmente viene finanziato. Soprattutto se sta richiedendo liquidità importanti, se lavora da poco e cose simili. Poi questa regola ha delle eccezioni e quando compro un bene direttamente in un centro commerciale, è più facile ottenere un finanziamento. E se non vi sono informazioni negative, anche se siamo giovani e lavoriamo da poco molto difficilmente la nostra richiesta di prestito verrà rifiutata.

Soprattutto perchè l'importo da finanziare è basso (magari sui mille euro o magari meno) e perchè la struttura che vende, magari, ha un accordo di divisione delle spese e un accordo di garanzia del cliente finanziato.

Morale? E' importante conoscere ciò che c'è scritto su di noi nei SIC.
Non capita spesso ma potrebbero esserci degli errori (tutti gli esseri umani sbagliano) ed è giusto conoscerli e farli rettificare.
Richiedere queste informazioni su di noi è doveroso ed è un diritto.
Facciamo tempo prima di chiedere un nuovo finanziamento. Non quando abbiamo urgenza di chiedere un finanziamento.

Grazie per l'attenzione.

mercoledì 6 luglio 2022

Indebitamento e produzione

La parola indebitamento non è molto gradita nè amata dalle persone.

Quando si parla di indebitarsi, subito la mente va a situazioni non piacevoli e ad una condizione operativa non ottimale.

Non è per niente un caso che qualcuno usi l'espressione "Brutto come un debito" quando vuole esprimere un giudizio sulla bellezza di un'altra persona.

Tralasciando questo argomento di gustosa conversazione, il punto che volevamo sottolineare è come, facilmente, si confondano i termini DEBITO e INVESTIMENTO.

Ma forse stiamo correndo troppo. Facciamo un passo indietro. Cosa è un debito?

La parola debito non è un termine di solo uso finanziario. Non riguarda solo i soldi. Tant'è che si parla di "debiti formativi" nell'ambito della scuola quando uno studente non è andato bene oppure di parla di "debito morale" quando qualcuno ha fatto qualcosa per noi e ci tocca restituire il favore.
Un debito è una obbligazione di dare o restituire qualcosa, spesso riferito a entità monetarie (fonte TRECCANI).

Faccio debito quando qualcuno mi fornisce (presta) qualcosa e io lo debbo restituire. La situazione è classica nel mondo della finanza.
Ho necessità (per qualsiasi motivo, e dopo approfondiremo questo) di denaro e qualcuno me lo presta. Con l'accordo che glielo debba restituire in modo e tempi da stabilire. Qualche volta senza dover pagare il servizio e molto spesso dovendo pagare il servizio.

Ma cosa è un INVESTIMENTO? 
Un investimento è l'utilizzo di una certa quantità di denaro (ma può essere esteso anche all'utilizzo di cose, attrezzature, lavoro e conoscenza) per ottenere/realizzare un qualcosa che più avanti nel tempo mi consenta di guadagnare più denaro.
L'esempio arriva dalla natura. Ed è la prima forma di investimento che l'uomo ha conosciuto.

Si parla di agricoltura. Io ho un tot di semenze e le pianto. Pianto dei semi per avere delle piantagioni che poi produrranno un raccolto di qualcosa per cui avrò un rientro maggiore del valore di ciò che mi sono privato in un primo momento.
Questa è la teoria dei fagioli. Uso dei fagioli per far si che un domani abbia molti più fagioli.

Alcune volte ci si trova in una situazione in cui non si hanno semi da piantare ovvero, nella pratica, non si hanno soldi per effettuare un certo investimento.
E' in questi casi che si va da qualcuno che i soldi li ha e ne ha in eccesso (relativamente). Per farseli prestare.
Si fa, quindi, un debito per realizzare un investimento.
Realizzato l'investimento si avranno i soldi per ripagare il debito e (si spera) ne avanzeranno per noi.

Questo è il processo imprenditoriale. In cui un soggetto assume su di se il rischio di questa iniziativa. Ma se le cose vanno bene anche i benefici.

Che comunque non saranno solo a suo vantaggio. Perchè quando si realizza qualcosa di utile, anche se i profitti vanno solo a chi ha realizzato l'opera, spesso i vantaggi vengono distribuiti in tutta la popolazione e società. Immaginiamo che in città apra un nuovo negozio particolare. Una fumetteria o un negozio particolare di artigianato.
Il fatto stesso che questo negozio esista e che potenzialmente ci possa comprare qualcosa migliora automaticamente la mia qualità di vita. E quindi rende tutti un pò più "ricchi".

Indebitarsi non dovrebbe essere quindi una cosa spaventosa. Non di per se.
Spesso è stato il motore della crescita di società e nazioni.
Ci sono motivi e motivi per indebitarsi.

Una persona può prendere dei soldi in prestito per migliorare la qualità della sua vita, per fronteggiare una emergenza, per assicurare gli studi di un figlio e per realizzare un investimento.
In questo caso indebitarsi non è una cosa negativa.
In generale.

Che poi, tutte le cose debbano essere fatte con scrupolo e coscienza è un altro discorso.
Anche le lasagne sono buone ma forse non è indicato che ne mangiamo un chilo tutto in una volta. Occorre misurare e dosare ciò che si fa.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

giovedì 18 febbraio 2021

Cambiamenti in vista sul sistema forfettario? Ma insomma queste tasse vanno pagate o no?

Parlando di soldi e denaro non è possibile non toccare, di tanto in tanto il tema delle tasse, del sistema fiscale e dei vari regimi di tassazione esistenti.

In particolare, ovvio, in Italia, visto che è il paese in cui sia io che te viviamo.

In realtà il soggetto delle tasse è sopravvalutato. O meglio, tirato in ballo nel discorso ad un livello di importanza e urgenza superiore a quello che (invece) dovrebbe avere.

Il perchè lo abbiamo già visto in precedenti post nel corso degli anni, ma per riassumere tutto in poche righe occorre ricordare che le tasse e le imposte non sono il modo con cui uno stato si procura le entrate. In modo definitivo.

Lo stesso nome "Agenzia delle Entrate" è fuorviante. E non si sottolineerà mai abbastanza quanto si possa condizionare l'altrui pensiero con una scorretta definizione di termini e parole.

Le tasse e le imposte sono il principale strumento che uno stato sovrano usa per intervenire sugli equilibri finanziari del sistema economico di cui è responsabile. In modo ancora più semplice, possiamo dire che è la leva con la quale uno stato aumenta o diminuisce l'ammontare monetario in circolazione a seconda delle esigenze dell'economia in quel particolare momento.

C'è troppo denaro in giro rispetto alle necessità della produzione REALE? Dreno denaro dal sistema aumentando o diversificando la pressione fiscale.
C'è poca liquidità finanziaria nel sistema (in Italia siamo da un ventennio in questa tragica situazione)? Immetto denaro nel sistema diminuendo la pressione fiscale.

Non servono i ristori o i finanziamenti a pioggia senza costrutto. Oppure l'elemosina di stato. Che concettualmente e spiritualmente è un sistema degradante perchè inchioda chi riceve i sussidi in una condizione mentale di ASSISTITO e quindi di incapace di badare a se stesso. Molto compassionevole ma sul lungo periodo deleterio per un corretto sviluppo economico e sociale.

Non che i provvedimenti di aiuto di quest'ultimo anno alle attività chiuse siano state un errore. Parliamo di in generale. Non di provvedimenti presi nell'ambito di un sistema già sbagliato dal principio. Con il covid19 e l'attuale sistema fiscale italiano, il modo più semplice per impedire un disastro sociale erano i ristori effettuati come lo sono stati. Anzi si è fatto anche poco. E male.

Ma torniamo all'argomento del post. In Italia da decenni si parla di taglio delle tasse. E' un cavallo di battaglia soprattutto dei movimenti e partiti di centro-destra, supportati per lo più da imprenditori e autonomi. Ma anche da tanti italiani a cui piace la meritocrazia. Ovvero se sono bravo e produttivo perchè mi devi punire quando invece quelli che non sono bravi nè produttivi vengono premiati?

In quest'ultima frase sta tutto il dramma della giustizia sociale. Che non tocca neanche il concetto di una società che invece sta anche attenta a non dimenticare CHI per un qualsiasi motivo del mondo si dovesse trovare in un qualche frangente della sua vita in difficoltà.

Si parla in questo momento, con l'avvento di una nuova stagione politica targata DRAGHI, di riforme fiscali ma nella direzione un pò contraria agli slogan sentiti ultimamente. Che però, appunto, sempre slogan sono rimasti. Si parla di modificare il sistema forfettario (una tassazione fissa al 15% per piccole attività e autonomi) per reintrodurre meccanismi di progressività.

Ora non essendoci ancora provvedimenti concreti, mi astengo dal commentare qualcosa. Ma mi inquieta il cambio di rotta. Che non mi sorprende più di tanto, in quanto il nuovo presidente del consiglio è stato scelto proprio perchè esponente di punta del movimento filosofico-economico di stampo europeo che è incline all'Austerity,  ovvero alla parsimonia e regolarità dei conti pubblici e della guerra totale al DEBITO PUBBLICO. Come se questo fosse il problema.

Il problema sono (per loro) i conti. Non le persone in difficoltà. Non un'economia basata su meccanismi sociali iniqui che portano a disparità enormi di ricchezze e quindi conflitti sociali. In cui vince chi ha la possibilità di attivare leve finanziarie speculative e perde chi lavora rimboccandosi le maniche e alzandosi alle 5 del mattino. 
La finanza vince sull'economia reale. Ma la finanza non crea cibo, nè un tetto sulla testa.

Quello lo fa l'economia reale.

Quindi niente. Aspettiamo come al solito i nuovi provvedimenti. E qui, cercheremo ancora di spiegare perchè è necessario che il sistema fiscale venga demolito e ricostruito in modo equo dalla base.
In modo che chi produce sia premiato e non derubato di ciò che prodotto e che invece siano penalizzati i parassiti. Non chi è in difficoltà. Ma chi strutturalmente ha stipendi e guadagni senza fare niente di valore.

Grazie per l'attenzione.

venerdì 22 gennaio 2021

Debito buono e debito cattivo: differenti?

Sicuramente avrai sentito parlare della contrapposizione fra debito buono e debito cattivo.

Ma in assenza di una corretta definizione del concetto stesso di debito, questa distinzione rischia di diventare sterile.

Quindi prima di dire cosa è buono e cosa cattivo, prima di addentrarci in un esame cosa sia costruttivo e cosa sia distruttivo, occorre fermarci al concetto stesso di DEBITO.

Debito viene dal verbo latino "debere" che significa essere obbligare a dare qualcosa a qualcuno.

Quindi un debito è sostanzialmente un obbligo a dover fare qualcosa. Tant'è che effettivamente, anche nel linguaggio comune, si parla di "essere in debito" con qualcuno quando ci fa un favore o ci aiuta.

Ma nel linguaggio comune, l'uso predominante della parola è quella di essere obbligati a rendere del denaro a qualcuno.

Da questo punto di vista, ad una prima analisi, sembrerebbe che l'essere obbligati a fare qualcosa sia SEMPRE una fattore negativo e che, addirittura, dover rendere dei soldi sia anche peggio.

Ma tutto ciò, essendo basato su molta emotività che esula dal discorso, non ci aiuta nè ci spiana la strada ad una maggiore comprensione.

Quando un oggetto, una quantità di cose, una attività viene svolta da qualcuno a favore di qualcun altro nasce sempre un meccanismo di SCAMBIO. Diciamo che A da o fa qualcosa per B e quest'ultimo pareggia il movimento di oggetti o di attività (FLUSSO) che riceve facendo muovere verso A qualche altro flusso.

Non vi è niente di sbagliato in questo. Niente.
Neppure quando A da a B del denaro. 

In questo caso occorre esaminare gli accordi fra A e B. Un genitore che da 20 euro a suo figlio perchè sta uscendo con gli amici, fa fluire dell'energia (denaro) da A (genitore) a B (figlio). La cosa finisce li.
Ma....

Se il genitore dovesse continuare a far fluire denaro da lui (A) al figlio (B) senza che mai, in alcun modo e in nessuna forma (B) potesse far fluire qualcosa da lui verso il genitore, questa situazione di dis-equilibrio, prima o poi, sfocerà in un qualche aspetto negativo.

Quindi....
Cosa è un debito buono e cosa un debito cattivo?

Un debito buono è un flusso di denaro che riceviamo (e che dobbiamo restituire) che ci aiuta a migliorare la nostra condizione operativa.
Un debito cattivo è un flusso di denaro che riceviamo (e che dobbiamo restituire) che NON ci aiuta a migliorare la nostra condizione operativa.

Ora... Nella vita nessun individuo vive solamente per essere un macchinario produttivo. Non siamo delle macchine. E viviamo anche di azioni e attività fini a se stessa.

Così, non è IN ASSOLUTO un crimine procurarsi e possedere un qualche giocattolo con cui semplicemente ci svaghiamo e passiamo il nostro tempo in una attività che non porta da nessuna parte.
Si vive anche per queste cose.

Ma ogni situazione deve essere analizzata caso per caso. Ed è il fattore equilibrio quello che conta.

Se vado in banca e mi faccio dare 30.000 euro e con questa ci compro una bella auto, questo debito potrebbe essere allo stesso tempo un debito cattivo e un debito buono. Senza altri dettagli sulla situazione in generale, è difficile dare un giudizio.

In linea di massima una bella auto non è esattamente un fattore produttivo e più frequentemente rientra nella categoria dei "giocattoli". E' uno sfizio per la maggior parte delle volte.
Ma non sempre.

Se fossimo degli agenti di commercio o svolgessimo un qualsiasi lavoro in cui la mobilità in confort è importate o un lavoro in cui l'immagine è un aspetto promozionale (un agente immobiliare ad esempio), l'acquisto di una bella macchina non è SOLO uno sfizio ma un investimento in promozione. E quindi foriero di maggiore produzione futura.
Ma anche questo dipende da altri fattori. Nel nostro (facciamo l'esempio dell'agente immobiliare che si compra una nuova macchina) bilancio la copertura delle altre spese prioritarie è a posto? Il livello di produzione mi permette una spesa di 30.000 € o sono al di là di quello che mi potrei permettere? L'acquisto è fatto al momento giusto? Non c'erano altre modalità più utili per risolvere il problema promozionale? E via discorrendo.

In dottrina si chiama il debito cattivo quello fatto per una SPESA e il debito buono quello che porta ad un INVESTIMENTO.

La spesa si fa per qualcosa che si consuma e basta. L'investimento si fa per qualcosa che, in seguito, produrrà qualcosa.

Certo, non sempre è facile capire quando mettere i soldi su qualcosa sia una spesa o un investimento. Spesso la distinzione non è così netta e si può parlare di scale di grigio anzichè di un preciso "o bianco o nero".

Cosa ci rimane alla fine dell'articolo? Che indebitarsi non è sempre qualcosa di SICURAMENTE negativo. Anzi.
Lo spiegheremo meglio in un prossimo post che spiegherà perchè è giusto che in una società si prestino i soldi. E cercheremo di capire perchè, anche quando questo viene fatto, spesso viene fatto nel modo sbagliato.
Scrivete nei commenti o mandate delle mail per dirci se quanto scritto è chiaro, comprensibile e utilizzabile. O se ci sono domande.

Grazie per l'attenzione.

giovedì 3 dicembre 2015

Economia, azienda e sistema bancario

Parlare di economia senza parlare di sistema bancario è veramente difficile in quanto le interrelazioni e gli intrecci presenti fra economia e finanza sono diventati incredibili.

Esistono aziende sane in Italia? Certo.

Esistono imprenditori virtuosi in Italia? Certo.

Esistono banche disgraziate che operano completamente in tradimento rispetto al loro ruolo istituzionale di supporto alle imprese sane e virtuose? Certo.

C'è un caso che mi ha colpito in modo particolare che simboleggia in modo esemplare tutti questi punti.

Non è intenzione di questo blog generalizzare o colpire tutte le figure professionali che nel sistema bancario ci lavorano. Ho personalmente lavorato ai margini del sistema bancario per quasi 7 anni in qualità di mediatore creditizio prima e come agente in attività finanziaria iscritto agli appositi albi professionali in Banca d'Italia.
So come in ogni ambiente e settore ci siano molte brave e oneste persone.

Ciò non toglie che sia proprio il sistema sbagliato. E se colpire o criticare il sistema significa scuotere in un certo senso anche le tranquillità e le certezze di chi vi lavora ed è quasi esente da colpe, dispiace ma rimane necessario. Il bene della collettività è sempre superiore al singolo interesse.

Questa è la storia di una società di eccellenza messa in ginocchio da una truffa bancaria e da un sistema che stritola le aziende per la sua burocrazia e per le leggi assurde che la governano.
Ecco il video.
 

Cosa ne salta fuori?
Che se sei un cittadino o una impresa, sei sempre in una posizione non paritaria nei confronti di un istituto di credito.
Se sbagli tu, sei finito: morto e sepolto. Se sbagliano loro, non succede niente.
E il problema non è il singolo direttore di banca che sbaglia.
Perchè è il sistema che ti porta a questo.
Perchè la banca dovrebbe avere a budget la collocazione di prodotti finanziari di alto e altissimo rischio (praticamente dei giochi di azzardo puri!)? Perchè?
Per fare utile?
Perchè sono una azienda privata che fa e deve fare utile?
Ancora con questa concezione del modello liberista vecchia di secoli, totalmente non aderente alla realtà dei fatti?

Il ruolo della banca è istituzionale. E sebbbene ogni tipo di azienda debba avere un equilibrio dei fra costi e ricavi e potersi autosostenere, occorre ricordare che la banca esiste per assolvere ad un ruolo.
Un ruolo talmente importante di essere di priorità sociale in un qualsiasi sistema economico.
Può quindi essere privata ma rimanendo aderente alla sua missione primaria.
Ovvero fornire servizi e assistenza finanziaria ai clienti.
Se tu vuoi essere una società che guadagna dal proporre investimenti a rischio, non fare la banca ma diventa (appunto) una società di investimenti.
Collocati sul mercato e non vivere della "autorità" che ti deriva dal fatto che le persone ancora guardano alla banca come una sorta di istituzione.
Diventa una azienda e guadagnati la fiducia delle persone. Di loro che cerchi i loro soldi per farglieli raddoppiare o farglieli perdere. D'altronde i casino on line e le sale slot vanno comunque bene.... perchè non dire chi sei veramente?

Ditemi cosa ne pensate.
Grazie mille.

sabato 6 ottobre 2012

Siamo tutti figli del debito?

I debiti sono ormai una parte integrante della vita di un moderno cittadino occidentale.
Lo è a tal punto che, molte finanziarie e banche non vogliono prestare soldi a chi non è già indebitato (poco!) o chi non ha mai fatto prestiti nel passato.
La nostra personale esperienza ci dice che un giorno non riuscimmo a far ottenere un piccolo prestito (6.000 euro) ad un membro del corpo dei carabinieri proprio per tale motivo. Il carabiniere, nonostante il suo lavoro a tempo indeterminato e il posto sicuro (diciamo che essere membro delle forze di polizia è uno dei lavori più stabili e meno a rischio licenziamento esistenti), nonostante il buon reddito che percepiva, nonostante i più di 25 anni di anzianità lavorativa non ottenne il prestito perchè "Non aveva mai ottenuto un prestito in precedenza." E questo era strano.
Se nessuno gli aveva dato un prestito a 50 anni, c'era qualcosa che non andava. Una logica veramente ferrea e piena di genialità!

I debiti sono il meccanismo fondamentale su cui si regge non solo l'economia di mercato dei soggetti privati ma ancor più la base su cui si reggono aziende e interi stati.
E' un soggetto che andrebbe sviscerato a fondo, di un'importanza senza pari.

Il concetto stesso di debito dovrebbe essere ridefinito o, meglio, riportato all'origine.
Un debito è di base una mancanza. Ovvero è la necessità di ricorrere ad una fonte esterna per garantire la propria sopravvivenza o il corretto funzionamento dell'organismo di cui parliamo.
Che si tratti di un individuo o di un gruppo, qualsiasi entità sopravvive se produce da se quanto le serve per sopravvivere ed espandersi.
Di base è possibile che la vita porti qualcuno o qualche impresa ad aver bisogno di energia aggiuntiva che verrà prelevata dall'esterno per risolvere una certa situazione o realizzare un qualche tipo di progetto con ricadute positive nel futuro. Non si può quindi dire che fare debiti (attingere a energie esterne!) sia sempre un qualcosa di male.
Di certo, anche quando fatto per motivi più che validi, è comunque un evidente proclama di una debolezza. Se questo passaggio è fatto nei tempi giusti e non si abusa di questo fatto, se ne può uscire vincenti.
Ma che del meccanismo del debito se ne stia abusando è sotto gli occhi di tutti. 

La realtà è che si dovrebbe lavorare per diminuire la presenza di debiti in economia. Non per aumentarla. Abbiamo sentito sentenze di gloriosi studiosi di economia sancire che l'Italia abbia ancora un livello di debito dei soggetti privati basso rispetto alla media dei paesi occidentali. E che ci siano margini per aumentare la propensione all'indebitamento.
Un pò come dire che se viviamo tra persone che sono distrutte dal cancro mentre noi abbiamo solo un'influenza, possiamo tranquillamente ammalarci ancora di più perchè ci sono margini disponibili.

Detto così sembra assurdo ma la semplicità della cosa è che le affermazioni di questi "esperti" sono assurde!
E probabilmente (non si può spiegare la cosa in altro modo se non nella completa stupidità di chi le ha affermate) questi esperti parlano così proprio per regalare guadagni a chi li paga: ovvero le istituzioni finanziarie e banche varie.

Non è qualunquismo o complottismo di sorta. 
Se un corpo è ammalato, ha necessità dei farmaci. Che lo salveranno. Ma un corpo malato non può essere reso uguale e neppure simile ad un corpo sano. E dopo averlo curato, bisogna fare di tutto perchè non si ammali nuovamente.

Grazie per l'attenzione.

giovedì 10 novembre 2011

Come uscire da un tunnel di debiti? 2a parte

Dopo aver chiarito la distinzione fra debito e conto da pagare, il primo passo per portare ordine nella propria situazione finanziaria è quello di stilare un prospetto, possibilmente ordinato, cartaceo in cui evidenziare (nero su bianco) quale è la propria situazione finanziaria.

Mancare di avere un quadro chiaro e asciutto di quello che guadagniamo, di quali siano i costi fissi, i costi variabili e le somme che non stiamo riuscendo a pagare è non solo importante ma FONDAMENTALE E IMPRESCINDIBILE.

Uno degli errori, se non proprio il più grave che si possa commettere, in cui non cadere è quello di non avere un quadro chiaro della situazione.
Fin troppo spesso, lo scriviamo per averlo appurato per esperienza occupandoci di centinaia di consulenze personalizzate, le persone hanno una visione molto distorta dei loro conti da pagare e dei loro debiti. Soprattutto quando parliamo di singoli individui e di piccole imprese a conduzione familiare o giù di lì. Alcuni mi hanno risposto: "Ma se i soldi che circolano nelle tasche sono pochi a che serve tenere una contabilità?". Altri, forse con più arguzia, mi hanno detto: "Si, tengo la contabilità, porto tutte le fatture al commercialista!".
Con ordine......
Se il flusso monetario è basso o nullo, è ancora più importante tenere traccia dei movimenti per comprendere quale sia la situazione. Paradossalmente è più importante che chi non ha soldi tenga sotto controllo i propri conti rispetto a chi soldi ne ha da buttare.
La contabilità che un commercialista offre e gestisce non è esattamente la stessa cosa del tenere sotto controllo l'intero panorama finanziario di un individuo. Il fine è diverso. Il commercialista gestisce i conti di qualcuno con il punto di vista di rispettare le norme fiscali e di eseguire quegli che sono gli adempimenti richiesti. Le 2 cose quindi non sono uguali.
Anche perchè da una contabilità fiscale tenuta dal commercialista vanno esclusi tutti i movimenti che non hanno un evidenza giuridica. Ad esempio, un debito con un privato non è qualcosa di cui un commercialista può tenere traccia perchè non è un movimento fiscalmente rilevabile.

Come deve essere composto un quadro finanziario? Dovrebbe separare, come in qualsiasi contabilità, il patrimonio di una persona dal suo prospetto di entrate-uscite.
Per essere chiari useremo una spiegazione che chiarirà molti dubbi. Anzichè usare i classici nomi per parlare di patrimonio e cioè attività e passività, creeremo un prospetto patrimoniale come segue:
Da una parte indicheremo le IMPIEGHI (al posto delle parola attività!) e dall'altra indicheremo gli FONTI (al posto della parola passività).
Gli impieghi indicano quale destinazione o uso avranno i soldi. Potrebbero essere beni strumentali oppure accantonamenti sul conto corrente. Un credito è un impiego. Perchè i soldi che diamo in prestito vengono in un certo senso destinati a qualcosa.
Le fonti indicano da dove provengono i soldi. Tipicamente vengono da finanziamenti (propri o di altri) oppure da guadagno.
Ne deduciamo che quello che rimane dai ricavi detratti i costi costituisca un'entrata netta che diventa una fonte.
Nelle fonti occorre inserire tutti i propri debiti. Con privati, con lo stato o con banche.
Consiglio un programma che è molto utile per gestire i propri conti e che, nonostante sia molto semplice, è comunque molto professionale. E' un programma a uso libero e non costa assolutamente niente. Contattatemi via mail e non solo vi indicherò il nome del programma e il sito da cui scaricarlo gratuitamente. Ma vi invierò un modello di contabilità che gira su questo programma in modo assolutamente gratuito con consulenza apposita.

Quindi iniziamo da questo punto.
Mettiamo ordine ai nostri conti. E' il primo punto da cui partire.
Guardare in faccia il mostro e prendere il toro per le corna (per usare 2 metafore) è il primo passo per la soluzione dei problemi.
Mettere la testa nella sabbia il modo più facile per far perdurare ogni situazione.
Sembra il consiglio più banale e più scontato ma è verità sacrosanta, sperimentata di persona.

RICHIEDETEMI QUINDI IL NOME DEL PROGRAMMA E UNA CONSULENZA PERSONALIZZATA.  L'indirizzo email è denaroedintorni@tiscali.it.

Al prossimo post sull'argomento.
Grazie per l'attenzione.

mercoledì 2 novembre 2011

Gli italiani e la paura del default!

In questi difficili giorni per il futuro della nostra nazione, di noi stessi e dei nostri figli, è difficile trovare qualcosa su cui ridere e sorridere.
Una cosa mi ha sempre colpito del modo di fare giornalismo nell'italico stivale.
Questo uso ossessivo di alcuni termini spefici che diventano quasi dei tormentoni di un comico.
Quante parole, di uso non consueto, sono entrate nel lessico comune, solo perchè ripetute e ripetute in una specie di orgistica cerimonia religiosa volta ad evocare qualche sorta di dio o di demone?
Quante ne abbiamo sentito in questi anni?
Inciucio, ribaltone, Bunga-Bunga, Sars, influenza suina e via discorrendo.
Non si riesce in un colpo solo a ricordarli tutti. Ma sarebbe bello.
In queste ultime settimane non sento altro che parlare di spread, io che ho usato questa parola nel mio lavoro per anni. Spread non significa altro che differenziale. Fra 2 valori. Quello di cui parlano in modo ossessivo e compulsivo i gionali e le tv è il differenziale fra il tasso dei titoli di debito pubblici tedeschi (bund) e quelli italiani. Maggiore è questa differenza, maggiore è la percezione che investire nei titoli di debito pubblico italiani sia pericoloso. Un modo indiretto per valutare la credibilità del nostro sistema paese.
E poi c'è DEFAULT. Il default è una bella parola inglese che ha una perfetta sorella gemella italiana che si chiama insolvenza. Ci si potrebbe chiedere perchè chiamare 2 cose con nomi inglesi quando hanno un corrispondente perfetto e preciso nella nostra lingua? Ma è un tema che ci porterebbe lontano.

Insolvenza significa semplicemente quello che significa. Letteralmente l'incapacità di mantenere fede agli impegni di pagamento concordati. E' qualcosa che vale per un individuo, per una società commerciale e per una nazione intera.
Sebbene molti italiani sappiano tutto sulla vita e sulle aspirazioni dei concorrenti del grande fratello o delle misure toraciche e pubiche di Belen Rodriguez, non tutti sanno (o non tutti ricordano!) che con un debito pubblico di quasi 2.000 miliardi di euro, l'Italia sborsa ogni anno poco meno di 80 miliardi di euro di interessi. Cioè paga ai possessori dei titoli di debito pubblico questi rendimenti accordati per contratto.
Come nazione, come sistema paese dobbiamo cacciar fuori tutti questi soldi SOLO e UNICAMENTE per pagare gli interessi. Senza la minima possibilità di neppure ridurre il debito. Lasciamo perdere poi quando ci sono delle tranche di debito che debbono essere rimborsate. Anche perchè i titoli hanno delle scadenze: 2 anni, 5 anni, 10 e persino 30 anni.
E che si fa quando i titoli scadono? Generalmente si fa la cosa più ovvia anche se la meno furba. Cioè si rinnova il debito.

Qualcuno ha detto che l'Italia è un paese troppo grande per poter fallire.
Su questa regola non scritta si basano la maggior parte dei disastri finanziari pubblici e privati.
E' evidente che un singolo individuo non può sopravvivere a lungo in una situazione debitoria. Tant'è che una gestione finanziaria scorretta da parte di una piccola ditta sfocia quasi subito in un fallimento.
Altrettanto ovvio è che maggiori sono le dimensioni (in termini di persone e strutture coinvolte) del soggetto e maggiore è il tempo perchè questo collassi su se stesso e cada.
Ma la storia insegna che anche gli imperi si disgregano. E spesso lo fanno nel giro di pochissimo tempo. Cioè stanno lì, stanno lì, stanno lì, stanno lì.... apparentemente solidi ma con una continua crescita interna dei problemi. Che di base sono problemi di disequilibrio delle risorse che il controllo centrale non riesce a riportare in uno stato di equilibrio.
Quindi se qualcuno vuole tranquillizzarvi con questa favola per bambini che L'Italia è una nazione troppo grande per fallire sappiate che non è una strategia molto lungimirante e fondata.
O qui si fa qualcosa (e non sembra che chi debba farlo sia nella condizione di riuscirci!) o semplicemente il giocattolo si rompe.
C'è qualcuno che lo ripete da anni. Tacciato di non amare il proprio paese o di essere negativo o pessimista. Come se un dottore che scopre che un suo cliente ha il cancro possa essere tacciato di essere un catastrofista solo perchè consiglia di curarsi.

L'Italia è a rischio insolvenza o default se preferite. Lo è davvero. Cosa tutto comporterà questo non è prevedibile nemmeno da 10 nobel dell'economia fusi insieme. Troppe variabili, troppo imprevedibili le reazioni emotive di chi verrebbe colpito.

Naturalmente è facile, per uno come me, uno dei tanti, per quanto operatore in campo economico e finanziario, stare qui a sparlare.
Sarebbe giusto proporre delle soluzioni o indicare delle strade.
Dal mio punto di vista, di fronte ad un problema grande, ci vuole una soluzione grande. Ovvero delle modifiche radicali dell'intero sistema. E queste modifiche sono talmente grandi che nè la classe politica, nè di chi tira le fila di questo sistema potrebbero portare a compimento. Perchè in primo luogo taglierebbero drasticamente la loro funzione e la loro importanza.
Il sistema è malato. Anzi sta muorendo. Non penso che prescrivere una tachipirina o uno sciroppo per la tosse sia il modo per salvare il moribondo.

La prima cosa da fare sarebbe quella di capire che se ne esce solo lavorando. Quindi il primo provvedimento che un governo dovrebbe fare è penalizzare chi fa i soldi con i soldi e premiare chi fa i soldi con il lavoro, con la produzione, con la fornitura di servizi e beni.
Contemporaneamente si dovrebbe dare un taglio incredibile a tutti i costi superflui. E ci sono in giro un sacco di libri che li elencano (vedi La casta e similari).
A quel punto si potrebbe entrare nello specifico di cambiare i fondamenti del meccanismo finanziario e bancario. Ovvero perchè le banche hanno tutto questo potere? Perchè lo stato se ha bisogno di denaro deve farselo prestare? Anzichè usare la sua credibilità per ottenere credito a costo zero?
Ne riparleremo in un prossimo articolo.
 
Grazie per l'attenzione.


martedì 1 novembre 2011

Come uscire da un tunnel di debiti? 1a parte

Salve,
ci sono alcune parole che spaventano e inquietano. Pur rimanendo solo e soltanto parole. In questi giorni di Halloween, abbiamo le streghe, i vampiri, i licantropi, gli zombie e via dicento.
Abbiamo parole che veicolano immagini di malattia e di morte. Altre di disperazione e dolore.
Una parola che sicumente tormenta l'italiano media in questi tempi è DEBITO. O meglio debiti, perchè al singolare non spaventa così tanto.
A meno che non si stia parlando di debito pubblico e allora lì è un altro discorso.
Con questo post, vorremmo inauguare un periodo in cui affronteremo a più riprese il concetto stesso di debito. Ciò perchè appare fin troppo evidente che esistano concetti errati su questa cosa e appare ancora più evidente che moltissime persone abbiano problemi a riguardo.

Parlare di lavoro, imprenditorialità o addirittura finanza ed economia internazionale quando di è sopraffatti da debiti contingenti, diventa difficile. Non che si parlerà unicamente di questo ma sarà un tema ricorrente.

Non solo, abbiamo in preparazione un nuovo libro, il cui titolo è ancora in discussione ma che momentaneamente è intitolato "Come risalire la china!" ovvero come riuscire a tirarsi fuori dalle paludi della vita, soprattutto dalle trappole dei problemi finanziari.

Iniziamo con calma e dalla base (come solitamente ci piace fare!),
Cos'è un debito?

Un debito è, genericamente, un vincolo nei confronti di qualcuno per cui siamo tenuti a restituire qualcosa che ci è stato prestato. Questo qualcosa può essere un FARE o un DARE. Cioè qualcuno può aver fatto qualcosa per noi oppure può averci dato qualcosa. E noi sappiamo (per accordo condiviso) che questo qualcosa debba essere restituito.
Questo in via generale.
Tralasceremo, ovviamente, tutti i commenti e le riflessioni sui debiti morali ed etici che possiamo aver contratto. Dobbiamo qualcosa a molte persone: a genitori, parenti, amici, etc. Spesso questi "debiti" vengono ignorati o minimizzati ma è un argomento vasto e non lo toccheremo. Parliamo in questo cao dei debiti relativi ad un FARE.
Più facile è discutere dei debiti relativi ad un DARE. Qualcuno ci da qualcosa con l'accordo che questo qualcosa debba essere restituito prima o poi. Potrebbe non essere una restituzione della stessa cosa ma di qualcosa di similare. Se non c'è il vincolo della restituzione avremmo il concetto di "regalo" o di "vincita".
Più concretamente, ciò che più frequentamente viene prestato è il denaro! Proprio perchè il denaro stesso è un jolly che facilmente si trasforma in oggetti e servizi, avremmo che più facilmente si presta e si rimborsa denaro.

C'è però un punto che va chiarito e che è FONDAMENTALE per comprendere la natura del debito.
Erroneamente molti chiamano debiti delle cose che, dal punto di vista pratico, debiti non sono.
Esempio molti chiamano debiti le rate delle finanziarie con cui stanno acquistando l'auto oppure la rata del mutuo. Ma andiamo con calma, per capire meglio.

Il debito finanziario consiste in una somma generale che siamo tenuti a restituire a qualcuno in virtù di un contratto o di un accordo. In genere si prende una cifra X e di concorda che questa verrà restituita in un tempo prefissato, in un'unica solozione o con pagamenti scadenzati (le rate).
Ma esposto così, il concetto non ci aiuta a comprendere bene la natura del debito. Soprattutto dei connotati emotivi connessi.
Allora stabiliremo questa differenza:
DEBITO (in inglese debt): una somma di denaro dovuta a qualcun altro che non stiamo restituendo nonostante gli accordi o che pensiamo di non riuscire a restituire.
CONTO da PAGARE (in inglese bill): una somma di denaro dovuta a qualcun altro che stiamo restituendo regolaramente in base agli accordo e che pensiamo di riuscire a restituire.

Compresa la differenza?
Prendiamo ad esempio la differenza fra un mutuo e l'affitto di un appartamento.
Fissiamo, per semplicità, che la rata del mutuo sia uguale al canone di affitto. Mettiamo che entrambi costino alla famiglia 700 euro mensili.
Da una parte abbiamo qualcuno (chi ha contratto il mutuo) che sa che ogni mese deve pagare 700 euro per tutti gli anni a venire per garantire un tetto sulla testa della sua famiglia. Dall'altra parte abbiamo qualcun altro (chi ha la casa in affitto o, meglio, locazione) che sa che ogni mese deve pagare 700 euro per tutti gli anni a venire per garantire un tetto sulla testa della sua famiglia.
E' ovvio che sebbene la situazione sembri uguale, vi sono delle grosse differenze fra le 2 famiglie.
La prima pagherà 700 euro per un periodo limitato (20, 25 o 30 anni mediamente) mentre l'altra famiglia pagherà 700 euro vita natural durante.
Ma da un punto di vista strettamente di equilibrio dei conti, la situazione è similare.
La famiglia con il mutuo ha si un debito complessivo con qualcuno di (esempio) 200.000 € ma a pareggiare i conti avrà anche la proprietà di un immobile del valore di 200.000 €. D'altra parte chi vive in affitto non ha nessun debito complessivo ma neanche nessun patrimonio.
Insomma le situazioni hanno indubbie differenze (dopo 30 anni chi ha contratto il mutuo smette di pagare la rta di 700 euro e si ritrova proprietario di un bene, chi sta in affitto no) ma la nostra attenzione si sposta sul meccanismo mentale del pagamento del debito.
Chi sta in affitto sa che deve pagare ogni mese 700 euro oppure finirà su una strada. Chi paga il mutuo sa che deve pagare ogni mese 700 euro oppure gli porteranno via la casa, e finirà su una strada. Tralasciamo adesso i particolari di giustizia civile che alterano questo apparente equilibrio.

Il punto è che se incassiamo dei soldi e paghiamo regolarmente la rata/affitto siamo a posto. In entrambi i casi avremmo dei CONTI (bills) da pagare.
Il problema nasce quando non si hanno i soldi per pagare la rata/affitto. E sebbene chi ha il mutuo, sa che deve restituire una cifra spesso molto grande se smette di pagare, lo stesso si può dire per chi è in affitto. O pensate che costui possa evitare di trovare un tetto da mettere sulla testa della propria famiglia?
Naturalmente se non si riesce a pagare un affitto di 700 euro, la famiglia cercherà una casa con un costo di locazione minore: magari 500 €. Ma il concetto CONTI/DEBITI esiste.

Così quando sottoscriviamo una finanziaria, quei soldi che restituiamo ogni mese sono un CONTO. E rimane tale finchè non ci troviamo nella condizione di non riuscire a pagare.
Ma sebbene chi non ha mai contratto prestiti bancari o non ha mai usato carte di credito, possa sembrare in condizioni finanziarie migliori perchè non ha DEBITI, in realtà ha anch'egli il peso di dover pagare dei CONTI ogni mese.
Ha l'affitto (a meno che non abbia casa di proprietà senza mutuo), la spesa mensile alimentare, la polizza assicurativa dell'auto, le spese di carburante, telefono, energia elettrica, gas, abbigliamento, etc., etc.
Quindi ogni mese non può far finta che non abbia dei pagamenti obbligatori e non rimandabili. Pagamenti che sono inesorabili come una rata. 

Con questo non stiamo suonando la grancassa all'abbandonarsi a chiedere soldi in giro. Il vero problema non sono i finanziamenti in se ma i motivi che li causano. Anche perchè il fatto di avere un prestito per l'acquisto di qualcosa può comportare un vantaggio. Ad esempio acquistare l'auto può metterci in condizione di lavorare meglio o di avere un altro lavoro. Quindi quell'acquisto è proficuo e giusto da effettuare. E sfruttare un prestito può essere veramente utile.
La persona pagherebbe anche un costo (gli interessi) per il servizio di cui usufruisce (poter disporre ORA di soldi che l'individuo guadagnerà nel futuro!).

Ma perchè, di base, facciamo questa lunga dissertazione su DEBITI e CONTI?
Perchè avere debiti pesa su una persona e ne limita le capacità di procurarsi nuove entrate! Cosa che non succede con i conti! Così una persona che ha un debito da 10.000 euro che non sta riuscendo a restituire si sentirà più schiacciato e oppresso dalla cosa rispetto ad una persona che ha 100.000  euro di conti che riesce tranquillamente a pagare.

Questo primo chiarimento ci può permettere di elimare molti fumi e nubi dalla comprensione del panorama delle situazioni di passività finanziarie.
E man mano cercheremo di rispondere alla domanda del titolo dell'articolo.
Anche in riferimento con quello che si può e si dovrebbe fare nei confronti dei nostri eventuali creditori. Anche quando ci martoriano con lettere dell'avvocato o con le telefonate delle società di recupero crediti.

Grazie per l'attenzione.
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