Pagine

Visualizzazione post con etichetta investimenti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta investimenti. Mostra tutti i post

venerdì 11 novembre 2022

L'uomo che ha perso più soldi nella storia in un solo giorno

"Storie di tutti i giorni" cantava Riccardo Fogli.
Ma non è questo il caso.
Anche se è una storia dei nostri giorni.

Particolare, veramente.

Di che parliamo? 
Di un giovane signore americano, al secolo Sam Bankman-Fried, che ha stabilito un record assoluto.

E' diventato colui che ha perso più soldi, come singolo individuo, in un solo giorno nella storia umana.

Parliamo di aver perso un valore stimato di 15 miliardi di dollari in un sol giorno.
Si, hai letto bene. Questo tizio ha perso 15 miliardi (non milioni, miliardi) di dollari in un sol giorno.

Ah, se sei preoccupato per lui, sappi che non è diventato povero, visto che è rimasto con 1 miliardo di euro di attivo ancora in suo possesso. Quindi probabilmente riuscirà a fare la spesa questa settimana.

Ma, a parte l'aspetto goliardico e quasi irriverente del fatto, che si presta a molteplici spunti di satira, la cosa dovrebbe farci fare e porre le giuste domande.

Questo blog nasce dall'idea di portare economia e finanza agli aspetti basici e comprensibili.

Quindi, cosa ne deduciamo?

Il senso comune di una persona comune si interroga e molti di noi si risponderanno che la cosa non è possibile. Come è possibile perdere o bruciare 15 miliardi di dollari in un giorno? Sembra strano. E in effetti lo è. Semplice.
Cosa abbiamo
Furto?
Incendio?
Alluvione?
Truffa?

Niente di tutto questo. La realtà, questa si amara e importante, è che al mondo ci sono moltissime persone che vengono ritenute ricche ma che poi, all'atto pratico, non lo sono.
Anche se lo sono.

Lo so. E' un paradosso. E infatti è questo paradosso che vogliamo esaminare.
Il signor Bankman-Fried è un grande investitore e proprietario di criptovalute. Il suo patrimonio e la sua ricchezza era dovuta al possesso di un portafoglio di questo tipo di valtte. Le criptovalute.... ricordi? Ne abbiamo parlato qui.
La questione è che se possediamo 100.000 sghenghi (nome inventato per dire una cosa) e il mercato (che è fondamentalmente un accordo non scritto) valuta ogni sghengo 100.00 euro, io avrò una ricchezza (potenziale) di 10 miliardi di euro. Ma se il mercato cambia idea, e il valore di uno sghengo crolla da 100.000 euro a 10 euro, io adesso avrò una ricchezza (sempre potenziale) di solo 1 milione di euro.

E così è andata al signore americano. 

La realtà è che stiamo entrando in un tunnel PERICOLOSISSIMO. Le persone ricche non sono più quelle che hanno beni di valore (terreni, case, industrie, macchinari, brevetti, formule) ma che hanno beni di valore stimato. E' tutto ormai una questione di valutazioni che si basano su valutazione che si basano su accordi che si basano su scommesse che si basano su andamenti di qualcosa. Che a volte sono cose concrete ma a volte no.

E' nostra opinione che dobbiamo svegliarci da questo specie di sogno. In cui la ricchezza (reale) viene ottenuta basandosi su produzione di cose intangibili.

Se la questione continua senza intervento non delle autorità ma nostro, si prepara un disastro.
Qui un approfondimento sulla notizia: https://www.fanpage.it/innovazione/tecnologia/la-storia-di-bankman-fried-il-miliardario-delle-cripto-che-ha-perso-il-94-dei-suoi-soldi-in-un-giorno/

GRAZIE MILLE PER L'ATTENZIONE

martedì 8 novembre 2022

Cosa è il pareggio di bilancio di uno stato?

Mi ha sempre colpito come, in certi frangenti, determinate parole o concetti base tendano a diventare "famosissimi" e quindi essere sulla bocca di tutti.

Per poi attendere la fine di quella moda e tornare nell'anonimato.
Un pò come succede per molti cantanti, gruppi musicali, starlette o attori/attrici.

In un momento non li conosce nessuno.
In un altro momento ne parlato tutti, anche in un modo esagerato.
In un altro momento ancora, nessuno (se non gli addetti ai lavori) ne parla più.

Certi concetti economici e/o finanziari ripercorrono lo stesso schema.

Relegati nei libri di economia prima, sulla bocca di tutti dopo e di nuovo dimenticati.

Uno di questi concetti è il pareggio di bilancio.
Soprattutto in contesto pubblico. I TG, i giornali e i talk show ne parlano.

Il Rispetto dei Parametri è un altro termine che simboleggia e affianca il pareggio di bilancio.

A parte che il nome stesso, Rispetto dei Parametri, ricorda fin troppo un altisonante nome dato ad una divinità, la domanda è sempre: CHI STABILISCE CHI SIANO I SACRI PARAMETRI DA RISPETTARE?

Ovviamente gli esperti. Che poi non si sa mai chi siano costoro, oscuri trafficanti di normative sepolti in qualche ufficio periferico di Bruxelles. Chissà....

Ma parlavamo di pareggio di bilancio. 
Un pareggio di bilancio è semplicemente, in un rendiconto di entrate e uscite, una situazione in cui, appunto, vi è una corrispondenza o esattezza fra le uscite e le entrate.

Semplice? Certo. Ma non fidiamoci dell'apparenza.

In bilancio finanziario (sia che parliamo di azienda che di una famiglia che di un ente pubblico) ci sono molti fattori non oggettivi che determinano cosa è un entrata e cosa un uscita.

A livello basico non vi è complessità. Una uscita è una perdita di denaro, una entrata è un afflusso di denaro.
Ma quando si valutano situazione complesse, determinare cosa si una perdita o un'uscita è più complesso. E si fanno valutazioni. Al punto che gli enti preposti al controllo continuano a emettere regole per stabilire una certa oggettività di valutazione.
Ma ciò non toglie che queste regole siano sempre e soltanto accordi.

Per uno stato, pareggio di bilancio vuol dire che le uscite statali sono state pari alle entrate statali. E quindi questo può sembrare una cosa buona.
Ma non lo è necessariamente.

Se infatti osserviamo che le spese di uno stato diventano la ricchezza di aziende e privati (sono servizi erogati al cittadino) e se osserviamo che le entrate di uno stato sono ricchezza di aziende e privati che vengono portate via (le tasse), allora si capisce che in un bilancio in pareggio, uno stato da al cittadino quanto un cittadino da allo stato.

Il che sembrerebbe giusto. Ma significa solo che lo stato non sta creando ricchezza. E questo porta al fatto che se un popolo, una nazione vuole crescere, tale crescita debba arrivare SOLAMENTE dalle maggiori entrate del cittadino stesso.

Lo stato non contribuisce all'economia. Questo è un pareggio di bilancio. Egli tanto prende e tanto da.
Questo può piacere a qualcuno ma occorre osservare che in questo modo tutta, e diciamo tutta, l'iniziativa di crescita è demandata al privato.
Che, quando non è organizzato, non può attuare delle iniziative valide per la crescita.

Un esempio semplice semplice sono gli investimenti strutturali. CHE NON POSSONO ESSERE FATTI DA UN PRIVATO, per quanto sia ricco e grande.
Come fa un privato a costruire strade, a creare linee ferroviarie o a determinare costi di trasporto più abbordabili (si veda in Sardegna il problema della continuità territoriale?).

Qui si scontrano 2 visioni dell'economia. Da una parte quella keynesiana in cui si sostiene che anche in una economia di mercato, lo stato è fondamentale per gli investimenti pubblici. Dall'altra quella neo-liberista in cui si sostiene che lo stato deve di fatto scomparire e farsi da parte, lasciando ai mercati tutto il potere.

Ovviamente non nasconderemo che riteniamo questa seconda visione sbagliata. Non vogliamo essere imparziali. Avremo modo di dimostrarlo.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

lunedì 29 agosto 2022

Criptovalute: opportunità o grande bluff? (3a parte)

Quindi, in conclusione, le criptovalute sono una opportunità o una truffa?

Ovviamente non si può rispondere in modo perentorio e definitivo a questa domanda, cercando di rimanere moralmente onesti nel proprio giudizio.
Sarebbe come stabilire a PRIORI se un coltello sia o meno uno strumento di morte oppure fosse un utile utensile da cucina.

L'uso che se ne fa nel concreto determina quale delle 2 posizioni prevale.
Però, come per il coltello, sicuramente la nascita delle criptovalute nasce da una esigenza. Ovvero quella di creare un sistema di interscambio di valore (in parole povere la funzione della moneta) al di fuori dei circuiti bancari consueti.

I motivi sono vari. E probabilmente questo esplorare queste potenzialità, porta con se la potenzialità di aprire nuovi orizzonti finanziari attualmente non pienamente compresi.

Ci sono delle situazioni (non tanto in Italia ma in alcuni paesi del mondo) in cui il bitcoin (più di altre criptovalute) è andato a sostituire la "classica" moneta circolante e le valute come il dollaro. Un esempio è il LIBANO di questi anni, paese sprofondato in una incredibile crisi finanziaria che sta andando avanti con la genialità dei singoli cittadini che usano le criptovalute per mantenere funzionante il sistema finanziario nazionale (per volesse approfondire si veda https://www.nicolaporro.it/crypto-nft/universita-libanese-blockchain-e-crypto-per-contrastare-la-crisi-nel-paese/ oppure https://www.ofcs.it/economia/libano-la-sfiducia-nelle-banche-provoca-un-boom-di-bitcoin/#gsc.tab=0)

Ma è anche vero che le criptovalute, permettendo lo scambio di denaro al di fuori dei normali circuiti bancari, ha anche avuto un largo uso da parte di criminali comuni e criminalità organizzata per scambi di merce non propriamente legale. Armi, droga e forse anche cose peggiori.

E' sicuro, però, che nella quotidianità questo concetto e questo mercato (quello delle criptovalute) venga usato come specchietto per le allodole e come trucco da prestigiatore per nascondere schemi truffaldini di finti investimenti.
Ora è un pò di moda.

Ti contatto via telefono, ti faccio la pubblicità o mi avvicino a te come fossi un promotore finanziario e accecandoti con mielose parole di facili guadagni in un mercato che sembra il campo dei zecchini d'oro del Gatto e la Volpe di collodiana memoria, il gioco è fatto.
Così si mette in piedi il solito e funzionale schema PONZI, in cui si finge che ci sia un sistema di investimento che funziona ma poi alla fine solo i più furbi guadagnano sulla pelle di moltissimi disgraziati che perdono tutto (dedicheremo un post apposito sugli schemi PONZI, su cosa sono, come funzionano e perchè si chiamano così).

Le prove di quanto diciamo? Beh, una delle più grandi truffe degli ultimi anni è stata la criptovaluta ONE COIN. Anche se in realtà probabilmente non è neanche mai partita, in pochi anni questa finta criptovaluta ha drenato e fatto sparire 4 miliardi di dollari e truffato circa 3 milioni di investitori. (si veda qui 
https://innovazione.tiscali.it/fintech/articoli/truffa-onecoin-e-poyais/ e qui https://www.balcanicaucaso.org/aree/Bulgaria/One-Coin-storia-della-criptovaluta-che-ha-ingannato-il-mondo-207095 ma il web è pieno di articoli su questa storia).
La cosa curiosa è che noi abbiamo conosciuto ONE COIN quando non la conosceva nessuno, essendo stati invitati ad una riunione esclusiva con persone vicino ai gran capi. Molti anni fa. Quando ancora nessuno sospettava che le cripto potessero essere usate come pretesto per delle truffe. Mi ricordo che alla fine della presentazione tecnica della nuova frontiera del guadagno milionario, novella bitcoin, posi delle semplici domande tecniche sul meccanismo di creazione del valore della moneta e su quali basi sapessero che in pochi anni quella cripto avrebbe aumentato il suo valore.
La pochezza della preparazione degli interlocutori fu sufficiente per comprendere.

Anche da poco, nel Veneto abbiamo avuto lo scoperchiamento di un'altra truffa. Qui nessuna nuova cripto ma solo promesse di rendimenti elevati sugli investimenti sul mercato delle criptovalute. Cifre più basse, solo 100 milionni di euro e circa 6000 persone che hanno perso un mucchio di soldi. Ma il concetto è quello (https://corrieredelveneto.corriere.it/treviso/cronaca/22_agosto_17/treviso-truffa-criptovalute-scomparsi-100-milioni-euro-tre-indagati-549c27d6-1e72-11ed-86e2-51fb1c7b912a.shtml).

Morale?
Si fa leva sempre sulla relativa ignoranza delle persone. Che non significa che le persone siano stupide. Non solo sono. Anche se spesso ci si intestardisce a voler credere a qualcosa a dispetto di qualsiasi evidenza.
La soluzione è informarsi.
Certo.
Non si può sapere tutto di tutti. Ed infatti, proprio per questo, è necessario trovare persone di fiducia con cui il rapporto si stabilisce pian piano nel corso del tempo e di cui sia possibile verificare la professionalità e affidabilità.

Gente come noi, ad esempio.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

martedì 23 agosto 2022

Criptovalute: opportunità o grande bluff? (2a parte)

Una criptovaluta NON è emessa da alcuna banca.

La criptovaluta nasce in seno ad una intuizione matematica di un individuo, che al momento viene replicata da moltissimi altri. In pratica una criptovaluta nasce dalle elaborazioni matematiche di un computer.
Una volta creata una formula, uno o più computer elaborano quella formula matematica fino a giungere ad un risultato. Il risultato è una specie di codice identificativo unico che identifica (appunto) la singola moneta della criptovaluta. Così come ogni banconota ha un suo codice seriale, così ogni criptovaluta ha un suo codice matematico (estremamente complesso) che o identifica.

Questi codici identificativi si aggregano in un file aperto e pubblico (il file viene ovviamente espresso sotto forma di complicatissime formule matematiche) che viene chiamato BLOCKCHAIN, che in inglese significa Catena di Blocco. La blockchain è un registro, espresso con formule matematiche in cui è registrata la genesi e l'identità di ogni singola moneta della criptovaluta di cui parliamo. Non solo. Nella blockchain viene di volta in volta aggiornato anche ogni evento di quella singola moneta. Ovvero chi la prende, chi la vende, quando la vende e così via. E il tutto viene conservato e rimane a disposizione.

Il tutto è partito da una singola criptovaluta, la più famosa e probabilmente quella che ha più valore e sicurezza. Ma solo perchè è quella che ha più popolarità. E' il Bitcoin. La formula del Bitcoin ha in se una furbata. Fin dall'inizio si sapeva che il numero massimo di unità di moneta che era possibile creare era fissato in 21 milioni. Quindi  la formula matematica che crea i bitcoin potrà creare solo 21 milioni di pezzi.

Attualmente sembra che ci siano 18,81 milioni di bitcoin in circolazione. E il numero difficilmente aumenterà. Gli ultimi bitcoin ad essere creati (nel gergo delle cripto si dice "minati" da miniera e minatore....) sono anche i più difficili da estrarre. Occorrono mesi di complicatissime elaborazioni di centinaia o forse migliaia di computer collegati insieme per estrarre il bitcoin in più. E tantissima energia elettrica.
Questo fattore, la limitatezza del numero dei bitcoin, ha fin da subito creato l'effetto scarsità.
E l'effetto scarsità fa aumentare il valore di qualcosa.
Basta dare un'occhiata anche ad altri prodotti. Non appena qualcosa diventa scarso, il suo presso aumenta (vedi pellet o gas ad esempio).
Così nell'anno di uscita del bitcoin (2009) la prima moneta di questa criptovaluta valeva 0,00076 dollari. Praticamente niente. 

Nel corso del tempo il valore di ogni singolo bitcoin è aumentato in modo esponenziale. Toccando 56.000 dollari nel novembre del 2021. 1 bitcoin = 56.000 dollari.
Oggi un bitcoin vale 21.608 dollari. Il che ci mostra quanto effimero e volatile sia il suo reale valore.

E le altre criptovalute?
Dopo l'enorme successo dei bitcoin, diventati più che altro strumento speculativo piuttosto che moneta che serve realmente nell'economia reale per i pagamenti, altri hanno cominciato a seguire la strada battuta dal bitcoin.

Si capiva che si era creato un nuovo mondo di opportunità e di conquista. Favoriti inoltre dalla totale mancanza di legislazione in quasi tutte le nazioni riguardo questo nuovo modo di creare e far circolare il denaro.

Attualmente è impossibile dire quante criptovalute siano state create ed esistano. Qualcuno parla di 17.000 tipi diversi di criptovalute. Ma è difficile star dietro a questi numeri. In primo luogo occorre scremare con le iniziative in fatto di criptovalute e differenziarle da quelle cripto che si sono affermate.

Anzi, per essere più precisi, attualmente il vero cuore caldo della faccenda è la continua e inarrestabile creazione di nuove criptovalute, piuttosto che la cura e distribuzione di quelle esistenti. Perchè?

E' ovvio. Dove sta il maggior guadagno possibile? Nella creazione e lancio di una nuova criptovaluta.

Chi ha avuto l'inconsapevole fortuna (nessuno di chi ha preso i primi bitcoin immaginava l'esplosione di valore di questa specie di moneta nata per gioco) di possedere i primi bitcoin si è trovato dopo pochi anni straricco. Probabilmente molte storie raccontate in questo ambito sono romanzate ma i numeri sono li.
Se io nel 2009 avessi usato 10 dollari per comprare bitcoin a 0,00076, avrei ottenuto 13157 bitcoin (in realtà un pochino di più ma per fare cifra tonda). Se non li avessi mai venduti, adesso avrei un patrimonio di più di 284 milioni di dollari. In soli 13 anni non si è mai vista sul pianeta la possibilità di un investimento così remunerativo.

Se poi fossi stato così bravo da venderli nello scorso novembre, avrei portato a casa l'incredibile cifra di quasi 737 milioni di dollari.
Ma anche se non fossi stato così fortunato o intuitivo e avessi comprato dei bitcoin più avanti, quando il costo era già sostenuto ma il bitcoin ormai ultrafamoso (ad esempio nel mese di gennaio 2016 il suo valore era di circa 400 dollari per bitcoin), ora avrei comunque fatto un ottimo, ottimo investimento.

Comprando 100 bitcoin nel 2016 avrei speso 40.000 dollari e rivendendoli a ottobre/novembre del 2021 avrei guadagnato la comunque fantastica cifra di 5 milioni 560 mila dollari.

Se si comprende questo, si capisce perchè nuove criptovalute siano state create. Per dare la possibilità di creare un nuovo avvenimento esplosivo alla bitcoin. Che per le prime nuove criptovalute è effettivamente successo. 
Ethereum (la seconda criptovaluta più conosciuta al mondo dopo bitcoin) ha iniziato nel 2015 con il valore di 1 dollaro = 1 ethereum. Attualmente vale 1724 dollari ma ha toccato anche la quota di 4058 dollari sempre a novembre 2021.

CONTINUA NEL PROSSIMO ARTICOLO

venerdì 19 agosto 2022

Criptovalute: opportunità o grande bluff? (1a parte)

In questo momento non si fa altro che parlare di criptovalute (o cryptovalute come a qualcuno piace scrivere).

Così, come spesso succede, siamo bombardati da informazioni, notizie e scandali di qualcosa che non è neanche ben chiaro cosa sia.

Cominciamo con il chiarire il nome stesso di questa "novità" della finanza.

Criptovaluta viene dall'unione di 2 parole. La prima è una parola di origine greca (krypton) che significava semplicemente "nascosto". La seconda parola (come molte usate nel nostro italiano) viene dal latino "valere". Letteralmente una criptovaluta sarebbe qualcosa di nascosto che ha valore. 

Più concretamente la parola criptovaluta indica una moneta o un valore finanziario che ha la particolarità di esistere solo in misura virtuale o digitale. Non è qualcosa di fisico ma è una valuta immateriale.

Ora.... se avessimo presentato questo discorso qualche decennio fa, la maggior parte di noi avrebbe strabuzzato gli occhi cercando di capire cosa si possa mai intendere con "immateriale". Al tempo l'idea che i soldi, i piccioli, il denaro fosse qualcosa di concreto e tangibile era molto radicata nelle persone. In alcuni casi anche l'uso dell'assegno veniva visto con sospetto. Ho assistito personalmente ad una trattativa in cui mio padre acquistava del sughero da un vecchio proprietario cercando di pagare con un assegno, momento in cui il venditore rifiutò il pagamento dicendo "No, no. Voglio essere pagato con dei soldi." Come che l'assegno non fossero soldi.

Oggi usiamo bancomat e carte in maniera espansa. Acquistiamo su internet e l'uso del pagamento digitale si è spostato anche nel cellulare. Il denaro è diventato intangibile e immateriale.

Quindi non è difficile comprendere cosa si intenda per valuta virtuale o digitale.
Ma quindi  che differenza c'è fra una valuta nazionale (ad esempio l'euro o il dollaro) e una criptovaluta?

La principale differenza risiede nell'ente (l'entità) che emette e produce la moneta. Questa è la vera differenza. Non tanto il fatto che la criptovaluta sia legata a filo doppio con il mondo digitale, con internet e i computer. No, non è quello il fattore che definisce in modo specifico la criptovaluta.

Una moneta o valuta nazionale è emessa da una specifica istituzione che è la BANCA CENTRALE del paese (o insieme di paesi) di cui la valuta è uno strumento. In Italia, quando c'era la lira, la valuta era emessa dalla Banca d'Italia. Che è un ente pubblico (anche se su questo c'è da dedicare un intero articolo perchè in termini più giuridici esso è una società per azioni privata di diritto pubblico ma questo è un altro discorso).

L'euro è una moneta che rappresenta ed è strumento finanziario dell'Unione Europea ed è emessa dalla Banca Centrale Europea o BCE. Il dollaro lo emette la Federal Reserve, che è la banca centrale degli Stati Uniti d''America e così via.

mercoledì 6 luglio 2022

Indebitamento e produzione

La parola indebitamento non è molto gradita nè amata dalle persone.

Quando si parla di indebitarsi, subito la mente va a situazioni non piacevoli e ad una condizione operativa non ottimale.

Non è per niente un caso che qualcuno usi l'espressione "Brutto come un debito" quando vuole esprimere un giudizio sulla bellezza di un'altra persona.

Tralasciando questo argomento di gustosa conversazione, il punto che volevamo sottolineare è come, facilmente, si confondano i termini DEBITO e INVESTIMENTO.

Ma forse stiamo correndo troppo. Facciamo un passo indietro. Cosa è un debito?

La parola debito non è un termine di solo uso finanziario. Non riguarda solo i soldi. Tant'è che si parla di "debiti formativi" nell'ambito della scuola quando uno studente non è andato bene oppure di parla di "debito morale" quando qualcuno ha fatto qualcosa per noi e ci tocca restituire il favore.
Un debito è una obbligazione di dare o restituire qualcosa, spesso riferito a entità monetarie (fonte TRECCANI).

Faccio debito quando qualcuno mi fornisce (presta) qualcosa e io lo debbo restituire. La situazione è classica nel mondo della finanza.
Ho necessità (per qualsiasi motivo, e dopo approfondiremo questo) di denaro e qualcuno me lo presta. Con l'accordo che glielo debba restituire in modo e tempi da stabilire. Qualche volta senza dover pagare il servizio e molto spesso dovendo pagare il servizio.

Ma cosa è un INVESTIMENTO? 
Un investimento è l'utilizzo di una certa quantità di denaro (ma può essere esteso anche all'utilizzo di cose, attrezzature, lavoro e conoscenza) per ottenere/realizzare un qualcosa che più avanti nel tempo mi consenta di guadagnare più denaro.
L'esempio arriva dalla natura. Ed è la prima forma di investimento che l'uomo ha conosciuto.

Si parla di agricoltura. Io ho un tot di semenze e le pianto. Pianto dei semi per avere delle piantagioni che poi produrranno un raccolto di qualcosa per cui avrò un rientro maggiore del valore di ciò che mi sono privato in un primo momento.
Questa è la teoria dei fagioli. Uso dei fagioli per far si che un domani abbia molti più fagioli.

Alcune volte ci si trova in una situazione in cui non si hanno semi da piantare ovvero, nella pratica, non si hanno soldi per effettuare un certo investimento.
E' in questi casi che si va da qualcuno che i soldi li ha e ne ha in eccesso (relativamente). Per farseli prestare.
Si fa, quindi, un debito per realizzare un investimento.
Realizzato l'investimento si avranno i soldi per ripagare il debito e (si spera) ne avanzeranno per noi.

Questo è il processo imprenditoriale. In cui un soggetto assume su di se il rischio di questa iniziativa. Ma se le cose vanno bene anche i benefici.

Che comunque non saranno solo a suo vantaggio. Perchè quando si realizza qualcosa di utile, anche se i profitti vanno solo a chi ha realizzato l'opera, spesso i vantaggi vengono distribuiti in tutta la popolazione e società. Immaginiamo che in città apra un nuovo negozio particolare. Una fumetteria o un negozio particolare di artigianato.
Il fatto stesso che questo negozio esista e che potenzialmente ci possa comprare qualcosa migliora automaticamente la mia qualità di vita. E quindi rende tutti un pò più "ricchi".

Indebitarsi non dovrebbe essere quindi una cosa spaventosa. Non di per se.
Spesso è stato il motore della crescita di società e nazioni.
Ci sono motivi e motivi per indebitarsi.

Una persona può prendere dei soldi in prestito per migliorare la qualità della sua vita, per fronteggiare una emergenza, per assicurare gli studi di un figlio e per realizzare un investimento.
In questo caso indebitarsi non è una cosa negativa.
In generale.

Che poi, tutte le cose debbano essere fatte con scrupolo e coscienza è un altro discorso.
Anche le lasagne sono buone ma forse non è indicato che ne mangiamo un chilo tutto in una volta. Occorre misurare e dosare ciò che si fa.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

venerdì 1 luglio 2022

L'importanza dell'educazione finanziaria al giorno d'oggi








Il mondo della finanza è un mondo per lo più sconosciuto. Ai più.

Eppure esso è terribilmente importante. Visto che è un argomento che pervade la nostra vita quotidiana in modo totale. Non c'è individuo, in una delle principali economie planetarie, che non venga toccato quotidianamente dagli effetti delle cose che accadono nel mondo della finanza.

Ma cosa è la finanza, in prima luogo?
La finanza è la materia che si occupa dei soldi, del denaro. Questo detto in termini terra terra.

Qui i sapienti da salotto, gli intellettuali snob tutto tecnicismo e niente sostanza storceranno il naso, pensando, da puristi del linguaggio, che la FINANZA sia quella branca dell'economia che si occupa di investimenti e di un corretto uso del denaro. Ma non è così.

La finanza si occupa di denaro, è vero ma l'equazione FINANZA = INVESTIMENTI non è corretta. Gli investimenti hanno a che fare con la finanza, questo si. Così come un panettiere ha a che fare con il pane ma non è solo quello avendo una vita, famiglia, passione, hobby e forse anche un altro lavoro, così finanza e investimenti sono mondi che si toccano e si intersecano ma non vuol dire che siano la stessa cosa.

E' finanza quando il fine settimana facciamo la spesa, quando decidiamo quali bollette pagare, quando portare il nostro figlio dal dentista, quanto lunghe devono essere le nostre ferie e quante volte potremmo andare al mese al ristorante: o se mai ci potremmo andare almeno una volta.

E' finanza quando acquistiamo un'auto a rate e qualcuno decide se concederci un prestito o meno.
E' finanza quando i nostri prodotti preferiti che arrivano dall'estero aumentano di prezzo perchè ci sono state delle turbative sui mercati.
E' finanza quando non si trova lavoro.

Eh si, signori. Anche quest'ultimo fatto è legato alla finanza. Non è legato all'economia.

Se andate su e giù per questo blog, vedrete questo argomento trattato più e più volte. Da vari aspetti e punti di vista.
Ma qui volevamo sottolineare come sia importante, ora più che mai, insegnare i fondamenti finanziari a qualsiasi cittadino. Insegnarli tutti e il prima possibile, magari introducendo lo studio di questi argomenti in modo obbligatorio nei programmi scolastici a partire dalle elementari.

Diciamo questo perchè è assolutamente sconcertante che un comune cittadino di media intelligenza e media cultura, conosca dove si è combattuta la guerra punica, come sia morto Napoleone oppure sappia che il Nilo è il fiume più lungo del mondo ma non sappia cosa sia un merito creditizio.

Nè come si deve fare per averne uno buono.
Nè come si può comprendere quando ci viene proposto un buon finanziamento e quando non ci viene proposto un buon finanziamento.

L'acquisto dei beni, l'acquisto di una casa, il nostro benessere e quello dei nostri cari è legato a moltissimi aspetti che se seguiamo la catena alla fine partono da questioni puramente finanziarie.

Certo! Anche economiche. Ma anche questo è un dato che nell'educazione finanziaria viene insegnato: ovvero che prima di ogni finanza ci deve essere un'economia.

Il che tradotto per il singolo cittadino significa che prima che i soldi esistano, deve comunque esserci (da qualche parte) della produzione reale.

Ma di questo parleremo (in realtà, riparleremo) un'altra volta.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

domenica 14 febbraio 2021

Avete mai sentito parlare di Crowdfunding o di Social Lending?

Qualcuno di voi ne avrà sentito parlare ma è anche probabile che sia la prima volta che senti parlare di concetti come il crowdfunding oppure social lending.

Lo so, siamo sempre vittime di questi anglicismi. D'altronde è la lingua planetaria per gli scambi commerciali.

Ma traducendolo abbiamo che il crowdfunding non è altro che RACCOLTA FONDI (per vari fini) mentre il "social lending" sarebbe il finanziamento da privati.

Sono due interessanti fenomeni che hanno superato ormai la loro fase adolescenziale e si presentano da ADULTI al cospetto del mondo moderno della finanza e dell'imprenditorialità (ma non solo).
Diciamo che probabilmente questi 2 fenomeni sono pronti alla completa esplosione e al raggiungimento del grande pubblico.

Se ci ricordiamo, il web è comparso negli '90 ma l'uso generalizzato e quasi totale nella vita della stragrande maggioranza di noi è storia degli ultimi 10 anni.

Il crowdfunding e social lending esistono da un bel pò ma solo ora hanno la possibilità di essere "sdoganati". Ma come funzionano?

La cosa importante di questi 2 metodi per riuscire a raccogliere dei soldi o dei capitali, è il concetto di social. Che tanto conosciamo grazie ai vari Facebook, Instagram e via dicendo.
In giro ci sono tantissime persone che hanno dei denari che sono fermi. Che il denaro stia fermo non è proprio una cosa molto positiva. Questo soprattutto da un punto di vista della collettività. Significa semplicemente che dell'energia è congelata in un punto del sistema e non è in grado di produrre maggiore ricchezza e benessere.

Da molto, molto tempo è nata una istituzione che funge da collegamento fra chi ha dei capitali e non sa come utilizzarli (FINANZIATORE) e chi invece ha idee, progetti o altro e ha necessità di denari e capitali (IMPRENDITORE o CONSUMATORE). Questa istituzione è stata la banca o altre istituzioni similari che, con il passare degli anni, si sono regolamentate in un certo modo e sono andate a cadere sotto il controllo di un intero sistema, che è (appunto) l'attuale sistema finanziario dominante.

Per chi deve ora chiedere dei soldi, esistono altre (nuove) vie. Facciamo degli esempi:

*) ho un progetto sociale non a fini di lucro? Quale miglior modo che presentare attraverso una piattaforma social adibita allo scopo a tutto il pubblico e chiedere che questo progetto venga finanziato. Questo è il crowdfunding. Tanto più bravo sono a presentare il mio progetto e tanto è più facile che ottenga supporto.

*) ho necessità di soldi per una qualsiasi mia esigenza (magari mi serve una nuova camera da letto)? Potrei andare in banca e chiedere un prestito. Oppure andare su una piattaforma di social lending e chiedere un prestito. I soldi arrivano da altre persone come me che hanno deciso di valorizzare i loro capitali PRESTANDOLI. In questo caso chi investe ne ha una remunerazione. E chi li ottiene li deve restituire pagando un costo. Ma non essendoci complesse strutture bancarie e finanziarie, i costi sono decisamente minori.

Il social lending in particolare è anche una opportunità di investimento per molte persone. Perchè ovviamente non si prestano tutti i propri soldi ad un'unica persona (sarebbe troppo rischioso). La propria quota viene data alla piattaforma che si occuperà di frazionare in decine e decine di richiedenti la propria somma con la minimizzazione del rischio.

Quale opinione abbiamo di queste due novità nel mondo finanziario? Sicuramente ottime come concetto. Che i soldi si muovano è solo un bene e tutto ciò che permette la libera e completa circolazione del denaro è benvenuto. Perchè più il denaro circola e più è possibile che vada in aree della società in cui possa essere valorizzato nel modo migliore.

Certo, siamo ancora agli albori. Le piattaforme di social lending si muovono (per timidezza) ancora troppo sulla falsariga degli schemi operativi delle banche. Osservano e valutano in modo impersonale i SIC (sistemi di informazione creditizia) che ritengo per come vengono fatti funzionare nel concreto sia una sciagura totale a danno dell'economia e delle persone.

Lavoriamo quindi per far si che sia il Crowdfunding e il Social Lending non diventino terra di conquista di persone malvagie o impreparate. Possono essere una sorgente di acqua fresca, se impariamo a usarle eviteremo che diventino delle pozze di fango.

martedì 9 febbraio 2021

Ma cosa è esattamente successo nel caso di GAME STOP? E' veramente la guerra di Davide contro Golia dei mercati finanziari?

Non era proprio possibile, viste le tematiche trattate da sempre in questo blog non dedicare almeno un post alla questione del momento nel mondo della finanza. E quindi del denaro.

Anche perchè le vicende di Game Stop (Azienda USA che vende videogiochi tramite migliaia di negozi in tutto il mondo) di questo ultimo periodo ci permettono di avere una panoramica reale e concreta di come temi come gli investimenti finanziari e l'economia reale si intersechino e si mischino in modo orgiastico nel panorama produttivo della nostra società.

Ma cerchiamo (per chi non avesse ben chiara la vicenda) cosa sia successo in termini semplici. (ci perdoneranno i puristi del mercato se ci permettiamo di spiegare complesse vicende finanziarie all'uomo della strada).

1. Game Stop è un'azienda americana i cui bilanci non sono propriamente eccelsi e avendo qualche difficoltà (vengono chiusi molti negozi e si avanzano dubbi sulla bontà del futuro dell'azienda), alcuni grandi investitori del mercato decidono di scommettere sul suo ulteriore ribasso e probabilmente scomparsa. In termini più semplici delle società e fondi di investimento investono del denaro su particolari strumenti finanziari che altro non sono che delle scommesse. In questo caso ribassista: ovvero si scommette che il titolo che rappresenta il valore dell'azienda andrà giù. E quindi chi lo possiede si troverà ad avere un qualcosa che vale sempre meno.

Io sono MARIO MARIETTI e ho nel mio portafoglio 1.000 azioni della Game Stop.L'11 gennaio queste azioni valgono 19.320 $ (19,32 dollari ad azione). 

2. Su una piattaforma social, Reddit, alcuni piccoli investitori, persone comuni con il pallino della finanza, stimolati dalle indicazioni di una piccola struttura di intermediazione finanziaria (broker) che opera tramite App e cioè RobinHood decidono di acquistare le azioni della Game Stop. Il motivo? Andare contro i grandi squali della finanza ovvero quelle mega strutture che per molti sono anti-democratiche e stritolano, se ne hanno voglia, qualsiasi azienda per i loro interessi di bottega.

3. Come recita la legge fondamentale di mercato, se una cosa viene acquistata e richiesta (domanda maggiore dell'offerta) il prezzo sale. E così, in modo inaspettato, il titolo di Game Stop comincia a decollare senza apparenti motivazioni. E il 27 gennaio raggiunge quota di 371,82 dollari ad azione.
MARIO MARIETTI (con le sue 1.000 azioni) adesso ha nel suo patrimonio un valore di 371.820 $.

4. Il mercato è sorpreso, perchè l'iniziativa arriva da una miriade di piccoli investitori. La notizia viaggia veloce e il motivo di questo innalzamento è un misto fra boutade (voglia di giocare) di qualcuno e effettiva voglia di cogliere una opportunità di investimento. Perchè qualcuno capisce il gioco e comincia a scommettere sul rialzo a breve, diciamo di pochi giorni se non poche ore. Se si osserva questa foto, è più facile capire.


Il bello del mercato finanziario è che non è detto che tu sia obbligato a comprare materialmente queste azioni per rivederle subito dopo. Ci sono strumenti finanziari che ti consentono di depositare una somma minima e semplicemente scommettere sul rialzo. Così se le azioni il 25 gennaio valgono 70 dollari circa io investo, che so, 1000 dollari tramite un broker (intermediario) e decidono di rivendere dopo 2 giorni delle azioni Game Stop: al prezzo che ci sarà a quel momento. Così con 1000 dollari non compro fisicamente circa 14 azioni. Ma tramite un meccanismo di garanzia decido di comprare 714 azioni al valore di 70 dollari. E il giorno 27 mi ritrovo con l'azione che vale 370 dollari. Chiudo la mia opzione di vendita e intasco la differenza fra il prezzo del 25 gennaio e quella del 27 gennaio:

Quanto mi porto a casa? Ben 264.180 dollari. Più la restituzione del deposito di 1000 dollari.

Da dove arrivano tutti questi soldi? Perchè essendo un sistema finanziario, se qualcuno li prende, qualcun altro li deve aver messi? SEMPLICE: quei soldi sono stati messi da chi ha scommesso che il titolo Game Stop sarebbe andato giù. 

Ricordiamoci che l'11 gennaio il titolo valeva solo 19 dollari. Quindi vedendolo salire a 70 dollari, più di una persona potrebbe pensare che l'ascesa è destinata a fermarsi e quindi comprare delle opzioni di vendita è una possibilità di guadagno.

Il mercato finanziario è fatto così. E' semplicemente una questione di tempistiche. Entrare ed Uscire dal mercato al momento giusto o al momento sbagliato.
Infatti il 28 gennaio, ad un certo punto, l'azione crolla a 197 dollari. Chi ha venduto quando era intorno ai 300 dollari ha guadagnato ma ci sono persone che prese dall'euforia hanno scommesso che il titolo sarebbe andato ancora più su. A sorpresa il giorno dopo il titolo rischizza di nuovo a 340 $. Siamo sulle montagne russe. Nessuno capisce più niente. Non ci sono abilità che tengano e nessuno riesce a prevedere l'andamento sul breve.

Ma sul medio periodo è impossibile che il titolo regga. Lo sanno tutti. I meno avidi, cominciano a pensare all'incasso e cominciano a vendere (o meglio, esercitare l'opzione di vendita). In fondo molti si faranno un sacco di soldi.
Il titolo va giù e poi ancora più giù. 200, 150, 100 e arriva ad adesso in cui è valutato 59 $.

5. Molti piccoli investitori esultano. E' la vittoria del proletariato finanziario e di un piccolo intermediario che usando solo il potere di un social e del passaparola sembrerebbe averle suonate ai colossi della Finanza mondiale. Ma è proprio vero?

A parte che esistono fenomeni specifici che si creano in una sorta di tempesta perfetta, se ben vediamo, alla fine c'è stato un rally in cui il titolo è salito ma alla fine è tornato giù. E molti analisti indicano che alla fine chi veramente ha fatto i soldi siano stati veramente i colossi (per quanto più di un piccolo investitore è probabile abbia portato a casa una bella pagnotta). E sulle spalle di chi? Probabilmente proprio dei piccoli investitori.

Chi ci ha guadagnato è stata l'APP RobinHood, sicuramente. Passata da essere quasi sconosciuta al di fuori degli addetti al lavoro, ad essere l'emblema della lotta di classe fra i piccoli e i giganti.
Non so, mi sembra tutto molto retorico. Non dico che non sia vero.

Sta di fatto che la storia di Game Stop ci indica alcuni insegnamenti.

A- Il mercato finanziario è una follia istituzionalizzata, ormai completamente slegata alla realtà dell'economia.

B- Gli strumenti informatici di oggi possono darci la possibilità di cogliere le occasioni che il mercato finanziario propone.

C- I grandi investitori del mercato hanno sempre assi nella manica.

Concludiamo qui, questo articolo su Game Stop. Lascio a chi legge la possibilità di fare domande o richiedere approfondimenti su qualche punto toccato dal post. Che era volutamente semplificato proprio per essere leggibile da tutti.

Attendo...

venerdì 22 gennaio 2021

Debito buono e debito cattivo: differenti?

Sicuramente avrai sentito parlare della contrapposizione fra debito buono e debito cattivo.

Ma in assenza di una corretta definizione del concetto stesso di debito, questa distinzione rischia di diventare sterile.

Quindi prima di dire cosa è buono e cosa cattivo, prima di addentrarci in un esame cosa sia costruttivo e cosa sia distruttivo, occorre fermarci al concetto stesso di DEBITO.

Debito viene dal verbo latino "debere" che significa essere obbligare a dare qualcosa a qualcuno.

Quindi un debito è sostanzialmente un obbligo a dover fare qualcosa. Tant'è che effettivamente, anche nel linguaggio comune, si parla di "essere in debito" con qualcuno quando ci fa un favore o ci aiuta.

Ma nel linguaggio comune, l'uso predominante della parola è quella di essere obbligati a rendere del denaro a qualcuno.

Da questo punto di vista, ad una prima analisi, sembrerebbe che l'essere obbligati a fare qualcosa sia SEMPRE una fattore negativo e che, addirittura, dover rendere dei soldi sia anche peggio.

Ma tutto ciò, essendo basato su molta emotività che esula dal discorso, non ci aiuta nè ci spiana la strada ad una maggiore comprensione.

Quando un oggetto, una quantità di cose, una attività viene svolta da qualcuno a favore di qualcun altro nasce sempre un meccanismo di SCAMBIO. Diciamo che A da o fa qualcosa per B e quest'ultimo pareggia il movimento di oggetti o di attività (FLUSSO) che riceve facendo muovere verso A qualche altro flusso.

Non vi è niente di sbagliato in questo. Niente.
Neppure quando A da a B del denaro. 

In questo caso occorre esaminare gli accordi fra A e B. Un genitore che da 20 euro a suo figlio perchè sta uscendo con gli amici, fa fluire dell'energia (denaro) da A (genitore) a B (figlio). La cosa finisce li.
Ma....

Se il genitore dovesse continuare a far fluire denaro da lui (A) al figlio (B) senza che mai, in alcun modo e in nessuna forma (B) potesse far fluire qualcosa da lui verso il genitore, questa situazione di dis-equilibrio, prima o poi, sfocerà in un qualche aspetto negativo.

Quindi....
Cosa è un debito buono e cosa un debito cattivo?

Un debito buono è un flusso di denaro che riceviamo (e che dobbiamo restituire) che ci aiuta a migliorare la nostra condizione operativa.
Un debito cattivo è un flusso di denaro che riceviamo (e che dobbiamo restituire) che NON ci aiuta a migliorare la nostra condizione operativa.

Ora... Nella vita nessun individuo vive solamente per essere un macchinario produttivo. Non siamo delle macchine. E viviamo anche di azioni e attività fini a se stessa.

Così, non è IN ASSOLUTO un crimine procurarsi e possedere un qualche giocattolo con cui semplicemente ci svaghiamo e passiamo il nostro tempo in una attività che non porta da nessuna parte.
Si vive anche per queste cose.

Ma ogni situazione deve essere analizzata caso per caso. Ed è il fattore equilibrio quello che conta.

Se vado in banca e mi faccio dare 30.000 euro e con questa ci compro una bella auto, questo debito potrebbe essere allo stesso tempo un debito cattivo e un debito buono. Senza altri dettagli sulla situazione in generale, è difficile dare un giudizio.

In linea di massima una bella auto non è esattamente un fattore produttivo e più frequentemente rientra nella categoria dei "giocattoli". E' uno sfizio per la maggior parte delle volte.
Ma non sempre.

Se fossimo degli agenti di commercio o svolgessimo un qualsiasi lavoro in cui la mobilità in confort è importate o un lavoro in cui l'immagine è un aspetto promozionale (un agente immobiliare ad esempio), l'acquisto di una bella macchina non è SOLO uno sfizio ma un investimento in promozione. E quindi foriero di maggiore produzione futura.
Ma anche questo dipende da altri fattori. Nel nostro (facciamo l'esempio dell'agente immobiliare che si compra una nuova macchina) bilancio la copertura delle altre spese prioritarie è a posto? Il livello di produzione mi permette una spesa di 30.000 € o sono al di là di quello che mi potrei permettere? L'acquisto è fatto al momento giusto? Non c'erano altre modalità più utili per risolvere il problema promozionale? E via discorrendo.

In dottrina si chiama il debito cattivo quello fatto per una SPESA e il debito buono quello che porta ad un INVESTIMENTO.

La spesa si fa per qualcosa che si consuma e basta. L'investimento si fa per qualcosa che, in seguito, produrrà qualcosa.

Certo, non sempre è facile capire quando mettere i soldi su qualcosa sia una spesa o un investimento. Spesso la distinzione non è così netta e si può parlare di scale di grigio anzichè di un preciso "o bianco o nero".

Cosa ci rimane alla fine dell'articolo? Che indebitarsi non è sempre qualcosa di SICURAMENTE negativo. Anzi.
Lo spiegheremo meglio in un prossimo post che spiegherà perchè è giusto che in una società si prestino i soldi. E cercheremo di capire perchè, anche quando questo viene fatto, spesso viene fatto nel modo sbagliato.
Scrivete nei commenti o mandate delle mail per dirci se quanto scritto è chiaro, comprensibile e utilizzabile. O se ci sono domande.

Grazie per l'attenzione.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...