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giovedì 26 gennaio 2023

Impara l'arte e mettila da parte

I proverbi sono una cosa strana.
Sono modi di dire che, in genere, si sentono dagli anziani e dalla tradizione.
Nati per dare delle indicazioni ai volenterose ma spesso confusionarie giovani leve, hanno assunto nel tempo un connotato un pò burlesco e comunque non serioso.

Eppure se prendiamo molti proverbi troveremo che il concetto base che esportano è talvolta ricco di grande acume e profondità.
Non è sempre vero, sia chiaro.
Non diventeremo di botto dei fan sfegatati o dei talebani del proverbio. Ma, osservando le cose con calma, neppure ci sembra una posizione sana quella di non analizzare mai il significato di alcuni proverbi.

Uno di questi recita "Impara l'arte e mettila da parte".
Che in questi ultimi anni di andamento economico ci sembra non una cosa furba e valida. Ci sembra una verità totale e anzi, forse, l'unica via di uscita alle tante difficoltà che incontriamo e un modo per gestire le crisi economiche finanziarie che stanno imperversando in modo ormai calendarizzato nella nostra società.

Che significa questo proverbio?

Innanzitutto si parla di imparare qualcosa. E questo forse è il punto più alto e quindi più saggio del proverbio. "Impara l'arte" dice.
Imparare non vuol dire studiare qualcosa per superare un esame. Non significa frequentare in modo da scaldare bene un banco e non significa presenziare e avere conferma la propria presenza.
Imparare significa APPRENDERE, FARE PROPRIA una capacità e un saper fare.
Non significa neppure cose come ricordare, saper enunciare, saper esporre. Non significa superare l'esame o rispondere alle domande del test.

Imparare è direttamente connesso all'azione e indica la capacità di qualcuno di saper fare e padroneggiare un argomento. 
Poi si dice ARTE. Nel senso che molte discipline hanno delle informazioni tecniche che si trovano nei libri e nella scuola. Diciamo che quelle sono le basi tecniche dell'argomento. Ma le cose diventano anche un'arte intendendo con questo che non tutto può comunque essere codificato.

Così per cucinare, sicuramente occorre conoscere le caratteristiche dei cibi, le varie modalità di cottura, le tecniche e le ricette così come gli strumenti del mestiere. Ma poi c'è l'aspetto artistico che non significa solo che le cose si fanno per divertimento (artistico non vuol dire riservato ai momenti di cazzeggio o divertimento) ma che, essendoci sfumature complesse, spesso per padroneggiare al 100% qualcosa ci sono ambiti in cui una persone deve creare e, talvolta, improvvisare.

Come che sia, l'arte è un argomento o materia. Nel proverbio in questione è un saper fare e quindi anche un mestiere, una professione.
Impara l'arte. 
Magari fai un certo lavoro. Ma ti dice "impara l'arte". Impara qualche altra cosa. Impara molte altre cose.

In una società complessa e iperstrutturata come la nostra, in cui l'avanzamento tecnologico ha reso allo stesso tempo migliore e peggiore la nostra vita (che paradosso!!), è veramente difficile pensare di poter vivere anche solo una vita tranquilla senza avere l'attitudine ad imparare cose nuove.

Tutto cambia così in fretta.....
Dopo che impari, metti ciò che hai imparato da parte e continui a vivere e fare ciò che facevi prima. E attendi. Magari per tutta la vita ciò che hai imparato di nuovo non ti servirà ma se ti serve lo avrai appreso e sarai già pronto ad usarlo.
Non JUST IN TIME, quindi in tempo reale. Ma avendo già appreso ciò che poteva servirmi.

Così possiamo avere qualcuno che lavora, che impara un nuovo o più nuovi lavori e mestieri. Magari ben diversi da quello che attualmente sta facendo.
Oppure abbiamo qualcuno che non smette mai di imparare nuove utili informazioni, in attesa che questa sua aumentata conoscenza diventi un possibile alleato nelle nuove difficoltà che potrebbero sorgere.

Ecco quindi che ci piace molto questo proverbio:
IMPARA L'ARTE E METTILA DA PARTE.

Grazie per l'attenzione.

giovedì 12 gennaio 2023

Taglio delle "accise" e aumento del costo di benzina e gasolio: la verità!

E' l'argomento del giorno.
E come spesso succede nel mondo di oggi, quando un argomento assurge agli onori della cronaca diventa virale e si diffonde dappertutto in modo incontrollato.
A prescindere dal suo reale valore informativo.

Sembra quasi che, quando un argomento è trattato da tutti i tg, giornale e siti, ogni persona sia costretta a dire qualcosa a riguardo.

Altrimenti non si è "informati".
Bene.
Vogliamo fare un pò di chiarezza sul prezzo dei carburanti, del loro continuo aumento e queste fantomatiche, ormai primedonne "ACCISE"?

Innanzitutto cosa sono le accise? Nella lingua italiana "accisa" è una parola che indica un particolare tipo di tassa che lo stato o il governo applica a determinati beni di consumo. Ad esempio l'alcool etilico, gli zuccheri e i prodotti petroliferi. E' una tassa. Semplice.

Oramai sappiamo quasi tutti che il prezzo della benzina (gasolio) nella pompa sotto casa in cui ci riforniamo è composta da DUE elementi fondamentali: il costo reale (industriale e commerciale) della benzina (gasolio) e il costo delle tasse che pesano su quel bene.
Per ogni litro di benzina (gasolio) che compriamo vi sono queste due componenti fondamentali di costo.

Perchè vi è questa tassa? Per lo stesso motivo per cui esistono tutte le tasse.
E forse è proprio su questo punto che occorrerebbe che i nostri geni politici e gli ancor più geniali studiosi e appassionati di politica (giornalisti, esperti, politologi e via discorrendo) dovrebbero riflettere e argomentare.
A COSA MAI SERVONO LE TASSE?

La prima risposta (quella scolastica e quella automatica senza pensare) è che le tasse servano a dare risorse al governo (lo stato) per pagare tutto ciò che uno stato o servizio pubblico eroga al cittadino.
In parole povere, le tasse servirebbero a pagare i servizi sanitari pubblici, i servizi di polizia, la magistratura, le scuole, gli stipendi di tutti i dipendenti statali, gli investimenti in infrastrutture pubbliche e via di questo passo.
Se lo stato quindi non ha i soldi per fare qualcosa (tipo aiutare i suoi cittadini in difficolà causa questo terribile periodo di crisi energetica), se li procura tramite le tasse.
Insomma SEMBREREBBE che le tasse siano una sorta di stipendio dello stato. Se lo stipendio non basta per tutte le necessità della famiglia, bisogna chiedere un aumento di stipendio. Così lo stato giustifica l'aumento delle tasse.

Ma se lo stipendio dello stato viene pagato dai cittadini con le loro tasse, quando lo stato ha bisogno di più soldi deve aumentare le tasse. Giusto? Sembrerebbe sia così. 
Ma di questo parleremo in un altro articolo. Per mostrare che quanto sopra esposto non è proprio corretto e da moltissimi anni alle persone viene raccontata una favola (viene insegnata anche all'università agli studenti di economia) che permette a qualcuno di guadagnare un sacco di soldi. Quindi tenete a mente questo punto....

Tornando al discorso delle accise, abbiamo oggi (fonte sito del ministero https://carburanti.mise.gov.it/) un prezzo medio self service di 1,82 per la benzina e 1,87 per il gasolio.
Prezzo del petrolio sui mercati? 77,52 dollari al barile (petrolio WTI, fonte www.money.it).
Bene.

Dicono che il prezzo del carburante sia salito per colpa della guerra Ucraina/Russia e di tutte le conseguenze economico-politiche del conflitto, compreso l'equilibrio del costo delle materie prime come gas e petrolio. Già....... Ma è così?

Avevo pensato di elencare tutta una serie di prezzi della benzina (usata come parametro ma è lo stesso con il gasolio). E quindi usando le tabelle di questi due siti
avevo elencato tutta una serie di relazione fra i prezzi.
Ma poi ho pensato che così non fosse abbastanza chiaro e ho preso dei casi estremi.
CASI:
Gennaio 2023: prezzo benzina 1,82 € - prezzo petrolio 77,5 $
Luglio 2006: prezzo benzina 1,37 € - prezzo petrolio 76,80 $
Febbraio 2016 - prezzo benzina 1,37 € - prezzo medio 28,30 $
Febbraio 2009 - prezzo benzina 1,14 € - prezzo petrolio 36,99 $.
Giugno 2008 - prezzo medio benzina 1,51 € - prezzo petrolio 140,58 $

Cosa si deduce da tutti questi esempi?
Che non vi è una relazione diretta (al punto da giustificare i cambi di prezzo alla pompa) fra prezzo benzina e prezzo petrolio. Vediamo che a volte il prezzo del petrolio è alto e il prezzo della benzina basso e viceversa.
il caso più eclatante lo abbiamo paragonando il costo benzina di oggi (1,82 €) con il costo benzina del luglio 2006 (1,37 €) con praticamente il prezzo del petrolio uguale. Come si spiega?
Oppure il caso del prezzo dello scorso giugno 2023 (2,03 € al litro) con un prezzo del petrolio di 116 dollari al barile. Se andiamo indietro e prendiamo altri momenti in cui il petrolio costava così, vediamo che nell'aprile 2011 la benzina costava 1,54 € e nell'aprile 2008 addirittura 1,37€.


Ma avevamo deciso di parlare anche di accise.
Anche perchè nel prezzo di cui stiamo parlando una componente importante sono i prelievi fiscali dello stato.
Una pagina del ministero dell'economia, ci aiuta in questo
Qui vediamo come si compone il prezzo.
Prima del famoso primo taglio delle accise del governo Draghi (Marzo 2022), sul prezzo industriale della benzina (usiamo sempre questa come parametro ma nel sito si può vedere anche per il gasolio e per il GPL) venivano aggiunte sempre 0,728 € per litro di accise + l'iva per un 18,03% del costo petrolio.
Ad esempio a febbraio 2022 il costo industriale della benzina era di 0,786 € per litro (comprensivo dei compensi per la compagnia petrolifera e il distributore locale). A questo costo di aggiunge l'accisa complessiva di 0,728 € e l'iva di 0,333 € per litro. Che ci porta ad un costo complessivo della benzina alla pompa di 1,848 € (trascuriamo gli arrotondamenti).
Quindi?
COSTO BENZINA totale 1,848 (100%)
costo industriale benzina 0,786 (42,6%)
prelievo fiscale dello stato 1.061 (57,4%)

1 € a litro va allo stato.
Da aprile fino a novembre 2022 sono stati confermati gli sconti di marzo e quindi il prelievo dello stato è passato dal 57,4% al 46,4%.
A dicembre il taglio delle accise è diminuito e sappiamo tutti che a gennaio lo sconto sulle accise è stato ulteriormente defalcato.

Vi invito però a riflettere anche sul fatto che nel corso del tempo, il peso di queste accise (lasciamo perdere quando sono state imposte per la prima volta e le motivazioni storiche.....) è comunque cresciuto dal 1996 ad oggi.
29 anni fa per ogni litro pagavamo 0,526 di accise (non contiamo l'iva).
Aumentate nel 1999 a 0,542 €.
E poi aumentate nel 2004 a 0,558 €.
E poi aumentate nel 2005 a 0,564 €.
E poi aumentate varie volte negli anni fino a 0,728 nel 2012. costo che si è tenuto fermo fino praticamente a oggi.
Così come è ovviamente cresciuto il prelievo IVA che essendo in percentuale, cresce con il crescere del prezzo della benzina. 

Insomma, fate le vostre riflessioni.
Quello che ho capito io è che l'intervento dello stato è FONDAMENTALE per determinare il prezzo dei carburanti. Più di quanto lo siano le variazioni del prezzo del petrolio sul mercato. Che ha una influenza minima (e comunque sempre ritardata) sul costo alla pompa.
Perchè se il petrolio schizza verso l'alto oggi, è ovvio che la benzina che abbiamo alle pompe sia stata prodotto da petrolio estratto e lavorato mesi e mesi e mesi prima. E che l'aumento del petrolio dovrebbe riflettersi, al limite, sul costo della benzina che verrà raffinata da quel petrolio.
Il resto è SPECULAZIONE (non certo dei benzinai, che sono lavoratori come qualsiasi cittadino dotato di partita iva), MERCATO DROGATO (a favore delle solite lobby) e SCELTE POLITICHE.
Ovviamente il tutto confuso e mischiato con la nebbia per non far capire niente al comune cittadino.

Commenta e di la tua per farci capire se l'articolo e le sue informazioni ti sono piaciute o le ritieni utili.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

martedì 3 gennaio 2023

Siamo davvero tutti uguali?

Il discorso dell'uguaglianza è un tema assai delicato e che tocca molteplici aspetti e aree della vita umana.

E' insito nella natura dell'uomo e della società umana interrogarsi e riflettere su questo aspetto. Questa è proprio una delle maggiori caratteristiche che ci contraddistingue come specie e che ci differenzia in modo sostanziale dal resto delle altre specie animali.

Nessun altro animale si interroga se lui sia uguale o diverso ad un altro membro della sua specie.

L'uomo si. Ed è giusto che così faccia. 

Ma ripartendo dal principio della correttezza della domanda, esaminiamo quanto differenti possono essere le risposte al quesito a seconda dell'ambito in cui ci collochiamo.

I diritti, ad esempio. Appare ovvio che dinnanzi al rispetto dei diritti fondamentali, tutti gli esseri umani siano uguali. Questo è il più basilare fondamento della convivenza civile. E' il principio fondante di ogni società equa e moderna.

Che appaio chiaro a qualsiasi analisi che questo tipo di uguaglianza ancora non ci sia in nessun angolo del mondo è una cosa notevole.
Da molte parti si lotta perchè ci sia maggiore uguaglianza. E se esiste una lotta è perchè da più di una parte c'è una resistenza a questo principio.

Ma la riflessione di oggi parte da questi concetti e ritorna al nostro ambito preferito. Ovvero l'economia e la finanza.

E si racchiude in una domanda. Da un punto di vista economico è giusto, corretto e utile ipotizzare che tutti gli uomini (inteso in senso generale come tutti i maschi e tutte le femmine) siano uguali?

E' corretto ipotizzare che ogni uomo non sia altro che un numero? Che un ennesimo oggetto in una sequenza di oggetti? Che non sia altro che un individuo indistinguibile da ogni altro individuo?

Detto così, mi immagino che molti di noi storceranno il naso. A parte l'innato senso personale di sentirsi unici e quindi in una certa misura diversi dagli altri, c'è da constatare che anche in termini pratici le persone sono diverse. Hanno corpi diversi, esigenze diverse, vivono in posti diversi con necessità diverse.

La pubblicità di un assorbente femminile non è destinata ad un pubblico maschile. Quindi per quella azienda le persone non sono tutte uguali. E questo è solo un esempio. E il panorama è talmente vasto che c'è solo da perdere la testa nel vedere quante differenze ci sono.

Eppure..... in certi mercati..... si ha come la sensazione che si ritorni al concetto di essere tutti uguali.

Ad esempio nel mercato dei finanziamenti.

Così la mattina squilla il telefono e qualcuno ci chiede un finanziamento. Ovviamente siamo qui per questo. E la domanda è "Si, ma quanto è il tasso?". Domanda che presuppone automaticamente il fatto che egli pensa di essere uguale a tutti gli altri, nessuna differenza. Altrimenti non farebbe questo tipo di domanda.
Perchè un finanziamento non è un prodotto. Ma è un servizio. Ed essendo un servizio è palesemente legato alle specificità di chi lo richiede.

Altrimenti sarebbe come chiamare un meccanico e dirgli "Ho l'auto rotta, quanto mi costa aggiustarla?" senza che il meccanico abbia avuto modo di capire che tipo di auto abbiamo e quale sia il tipo di guasto.

Il problema nasce sulla questione dell'uguaglianza. Siamo tutti uguali, noi uomini, ma solo da un punto di vista teorico per quanto riguarda i diritti e il rispetto. All'atto pratico questa uguaglianza è una assurdità. E nella realtà quotidiana anche un problema. Perchè ognuno di noi è diverso e specifico. E richiede una attenzione "su misura" in qualunque tipo di relazione personale. Umana e professionale.

Cosa che la nostra agenzia, ha sempre cercato di dare.
O almeno questo è stato il nostro tentativo.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

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