Il tutto fra virgolette perchè stiamo ovviamente un pò burlando la serietà dell'argomento.
In questo periodo si fa un gran parlare di PNRR ovvero del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Un mega progetto di finanziamento che la nostra nazione metterebbe in campo con il sostegno di fondi UE, la santa UE.
E siccome ci avviamo alla campagna elettorale, possiamo immaginare che questo sarà uno dei temi dominanti delle tribune elettorali e comizi dei nostri novelli statisti e condottieri.
Ma, uscendo un pò dall'attualità, per non essere coinvolti troppo dalle vicende quotidiane e cadere in modo troppo dirompente nella politica, essendo questo un blog che si dedica alla finanza e al denaro, ci interessa porre in rilievo un meccanismo base riguardante la provenienza di questi fondi europei.
Ovvero, per parlare più semplice: ma i soldi che l'Europa da all'Italia, in generale, da dove vengono?
E' curioso, infatti, che quando i nostri giornalisti e politici parlano di soldi che provengono dalla UE attraverso prestiti o erogazioni a fondo perduto, sembra sempre che parlino di qualcosa di quasi regalato, di flussi finanziari che la "madre" Europa dispenda con buon cuore ai figli meritevoli.
Da dove prende i soldi l'Unione Europea? Beh, le cose sono cambiate nel tempo e ci sono molte precisazioni tecniche da fare ma se vogliamo essere chiari (seppure con notevoli semplificazioni) diciamo che i soldi dell'Unione Europea arrivano dai versamenti che le nazioni che la compongono effettuano a favore del suo bilancio.
Quindi parlare di fondi "europei" è per certi versi improprio. Perchè se in Italia tornano indietro meno soldi di quanto versiamo, potremmo più correttamente dire che di fatto non sono fondi "europei" ma sono fondi ITALIANI.
Ora questo è stato vero fino al 2020 (anno in cui abbiamo versato 18,2 miliardi di euro e abbiamo visto tornare indietro da Bruxelles solo 11,6 miliardi, con una perdita netta di 6,6 miliardi) (fonte www.europa.today.it) e può darsi che le cose cambieranno in futuro.
Così come è anche vero che nei primi tempi della UE ci sono stati alcuni anni in cui in Italia sono stati fatti investimenti "europei" superiori al nostro contributo.
Ma a parte che andando nel sito dell'Unione Europea, con un pò di lavoro di calcolatrice si può calcolare se in questi 30 anni di UE l'Italia abbia dato più soldi di quanti ne abbia preso, è sicuro che sarebbe molto più corretto evitare di parlare di fondi "europei" con questa leggerezza, senza precisare che i soldi che arrivano da Bruxelles, non sono altro che dei soldi che le nazioni europee prelevano dai loro cittadini per una re-distribuzione che è decisa dai burocrati europei. Che ricordo, non sono eletti in modo democratico, in quanto la UE è diretta da commissioni non elette democraticamente.
Il parlamento europeo lo eleggiamo ma il governo europeo no.
La prossima volta quindi che un politico o un giornalista parla di temi finanziari europei, verificate se costui parla per frasi fatte o concetti pre-programmati o se veramente ha chiaro il funzionamento di queste dinamiche finanziarie.