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venerdì 4 maggio 2012

Si può uscire dalla crisi? Introduzione.

Forse questa non è la prima domanda che in questi ultimi tempi gli italiani si stanno ponendo.
L'attenzione va in modo talmente pressante a come riuscire a fronteggiare i problemi quotidiani, che stare a pontificare sui massimi sistemi dell'economia non sembra essere qualcosa di urgente e di interesse per l'uomo comune.

Ma se facciamo un passo indietro, forse è proprio questo dis-interesse per le dinamiche generali dell'economia da parte dell'uomo comune, del cittadino medio, di ognuno di noi ad averci condotto qui.
L'economia e la finanza, per fortuna o purtroppo, non sono discipline che riguardano il singolo. 
Sono talmente correlate al concetto di gruppo e di vivere insieme ad altre persone, che ridurre i problemi economici e finanziari solo alle proprie esigenze è quantomai sbagliato.

Ma di questo parleremo in un prossimo articolo.
Ritorniamo alla domanda: si può uscire da questa crisi economica, ormai non più ignorabile e sotto gli occhi di tutti?
Si, si può.

Non che nessuno di noi abbia la bacchetta magica e la soluzione pret-a-porter per ogni cosa.
Partiamo da un dato stabile e cioè che nessuna crisi sia qualcosa di insuperabile, una sorta di apocalisse che distrugge ogni forma di vita.
E' indubbio che delle dinamiche sono giunte alla fine e taluni meccanismi con cui aziende, banche e consumatori hanno adottato fin'ora hanno esaurito la loro validità.
Tempo di crisi come tempo di cambiamenti, quindi.

E d'altronde una crisi è proprio un momento che segna grandi e piccoli cambiamenti.
Si può quindi uscire da ogni crisi.
E su questo nessuno deve avere dubbi.
Che sia facile è un altro paio di maniche. 
Che tutti siano felici di uscire dalla crisi è un altro punto di domanda di cui non siamo proprio certi.

Certo è che in ogni situazione, anche quelle di crisi, c'è sempre qualcuno che ci guadagna.
Certo è che questa crisi sia stata fortemente pilotata dall'alto per motivazioni di dubbia legittimità e altruismo. Questo è sempre stato il segreto di Pulcinella. 
Il velo di certi meccanismi è stato sollevato e sono sempre più le persone che cercano di andare più a fondo dell'attuale panorama economico. Sia in Italia che in Europa.

Ma, concludendo questo post, è doveroso concentrarsi su qualcosa di pratico.
Se si può uscire dalla crisi, rimane la domanda di come si può fare.

La prima cosa da comprendere è che uscire dalla crisi è un'attività individuale e un'attività di gruppo.
E' una strada che parte e si sviluppa su 2 corsie.
Individualmente si dovrebbe riflettere sulle motivazioni e mancanze che ci hanno condotto in difficoltà.
A livello collettivo si deve comprendere che non si può mantenere un certo tenore di vita senza attuare della produzione concreta e non solo vaghe e svagate speculazioni finanziarie.
Ma nei prossimi articoli, entreremo più nel dettaglio.

Grazie per l'attenzione.

mercoledì 7 marzo 2012

Ripartenza del blog

Salve a tutti.
Dopo una lunga assenza, ritorniamo a lavorare al blog.
Ringrazio innanzitutto tutti coloro che ci hanno seguito fino a questo punto.

Da oggi in poi, questo blog si allineerà maggiormente con il progetto Espansione Money di cui fino ad adesso ha fatto solo il lontano cugino.

Ovvero, da oggi in poi, questo blog diventarà la voce pulsante dell'attività di "financial coaching" svolga da Espansione Money.
Qualcuno ci chiederà cosa sia il "financial coaching".

In un mondo in cui l'informazione diventa sempre più tempestosa e disorientante, nasce l'esigenza che alcuni individui si specializzino in determinate discipline.
Così come alcuni secoli fa, è venuta alla luce la necessità di specializzazione nelle attività lavorative, è ora (già da qualche tempo in realtà) necessaria una specializzazione nel campo dei servizi.
E tra i servizi, nel campo dei servizi informativi e formativi.

Da qui nasce il "coaching" ovvero l'uso di una figura esterna che assista qualcuno in una particolare esigenza.
Esistono così i "coach" (allenatori in italiano) per le diete, per la preparazione fisica o artistica.
L'idea è che in questo mondo bersagliato da malcomprensioni in tema di denaro, finanza ed economia sia più che mai necessario offrire un servizio di ASSISTENZA E CONSULENZA ad individui e organizzazioni.

E qui nasce il progetto Espansione Money, una rete di professionisti guidati dal dott. Antonello Mela, che offre una pluralità di servizi di consulenza e formazione.
Sul sito di Espansione Money, www.financialcoach.tk, è possibile dare un rapido sguardo a questi servizi ma questo stesso blog avrà il compito di illustrarvi cosa è possibile fare.

A chi serve il financial coaching? A tutti.
A persone che hanno perso il lavoro e ne cercano un altro. A persone la cui attività è un pò in crisi. A persone che vorrebbero gestire meglio i loro risparmi ed entrate. A persone che vogliono tirarsi fuori dalla rete di bugie.

Grazie per l'attenzione.

lunedì 5 dicembre 2011

Assenza

Non pensavo di assentarmi per così tanto tempo.
Dopo un periodo in cui era diventato per me una consuetudine postare un articolo al giorno (o quasi) sul blog, rendermi conto di essere stato assente per così tanto tempo è veramente brutto.
Veramente il tempo mi è fuggito da sotto le scarpe.
A riprova che quando si mette a posto un meccanismo e questo funziona bene, la sua rottura non sempre prevede un rientro veloce alla normalità.

Come avrete compreso il tutto è iniziato semplicemente con un pò di giorni in cui sono stato male, seguiti da giorni in cui ho seguito da vicino altri componenti della mia famiglia che sono stati anch'essi un pò martoriati da un violento per quanto passengero virus intestinale.

Purtroppo a questo si è aggiunto anche un sovraccaricarsi di alcuni impegni, sia lavorativi che extra-lavorativi. In particolare in queste ultime settimane ho dedicato i miei momenti liberi al completamento del mio nuovo libro. Che è stato terminato ed è adesso in fase di editing editoriale, sperando che la revisione vada in porto e che si sappia quando il libro sarà disponibile.

Di sicuro di cose ne sono successe in Italia, finanziariamente ed economicamente parlando intendo.
E materiale di cui parlare ce ne è in abbondanza.
Per di più ho quasi concluso un corso di formazione in questi giorni (eh si, il segreto è quello di non pensare di aver mai finito di imparare. Perchè da imparare ce ne è davvero tanto!!) che mi ha insegnato parecchie cose favolose e mi ha fatto riflettere su alcuni comuni errori che le persone commettono nell'organizzazione del loro lavoro e nella gestione del tempo.

Che dire quindi? Magari mi dispiace non avervi lasciato un post informativo di sole 2 righe per questa assenza ma i giorni sono davvero volati e contavo di riprendere a scrivere già da un bel pò.
Comunque siamo qui.
E ci rivediamo presto.

Grazie per l'attenzione.

giovedì 10 novembre 2011

Come uscire da un tunnel di debiti? 2a parte

Dopo aver chiarito la distinzione fra debito e conto da pagare, il primo passo per portare ordine nella propria situazione finanziaria è quello di stilare un prospetto, possibilmente ordinato, cartaceo in cui evidenziare (nero su bianco) quale è la propria situazione finanziaria.

Mancare di avere un quadro chiaro e asciutto di quello che guadagniamo, di quali siano i costi fissi, i costi variabili e le somme che non stiamo riuscendo a pagare è non solo importante ma FONDAMENTALE E IMPRESCINDIBILE.

Uno degli errori, se non proprio il più grave che si possa commettere, in cui non cadere è quello di non avere un quadro chiaro della situazione.
Fin troppo spesso, lo scriviamo per averlo appurato per esperienza occupandoci di centinaia di consulenze personalizzate, le persone hanno una visione molto distorta dei loro conti da pagare e dei loro debiti. Soprattutto quando parliamo di singoli individui e di piccole imprese a conduzione familiare o giù di lì. Alcuni mi hanno risposto: "Ma se i soldi che circolano nelle tasche sono pochi a che serve tenere una contabilità?". Altri, forse con più arguzia, mi hanno detto: "Si, tengo la contabilità, porto tutte le fatture al commercialista!".
Con ordine......
Se il flusso monetario è basso o nullo, è ancora più importante tenere traccia dei movimenti per comprendere quale sia la situazione. Paradossalmente è più importante che chi non ha soldi tenga sotto controllo i propri conti rispetto a chi soldi ne ha da buttare.
La contabilità che un commercialista offre e gestisce non è esattamente la stessa cosa del tenere sotto controllo l'intero panorama finanziario di un individuo. Il fine è diverso. Il commercialista gestisce i conti di qualcuno con il punto di vista di rispettare le norme fiscali e di eseguire quegli che sono gli adempimenti richiesti. Le 2 cose quindi non sono uguali.
Anche perchè da una contabilità fiscale tenuta dal commercialista vanno esclusi tutti i movimenti che non hanno un evidenza giuridica. Ad esempio, un debito con un privato non è qualcosa di cui un commercialista può tenere traccia perchè non è un movimento fiscalmente rilevabile.

Come deve essere composto un quadro finanziario? Dovrebbe separare, come in qualsiasi contabilità, il patrimonio di una persona dal suo prospetto di entrate-uscite.
Per essere chiari useremo una spiegazione che chiarirà molti dubbi. Anzichè usare i classici nomi per parlare di patrimonio e cioè attività e passività, creeremo un prospetto patrimoniale come segue:
Da una parte indicheremo le IMPIEGHI (al posto delle parola attività!) e dall'altra indicheremo gli FONTI (al posto della parola passività).
Gli impieghi indicano quale destinazione o uso avranno i soldi. Potrebbero essere beni strumentali oppure accantonamenti sul conto corrente. Un credito è un impiego. Perchè i soldi che diamo in prestito vengono in un certo senso destinati a qualcosa.
Le fonti indicano da dove provengono i soldi. Tipicamente vengono da finanziamenti (propri o di altri) oppure da guadagno.
Ne deduciamo che quello che rimane dai ricavi detratti i costi costituisca un'entrata netta che diventa una fonte.
Nelle fonti occorre inserire tutti i propri debiti. Con privati, con lo stato o con banche.
Consiglio un programma che è molto utile per gestire i propri conti e che, nonostante sia molto semplice, è comunque molto professionale. E' un programma a uso libero e non costa assolutamente niente. Contattatemi via mail e non solo vi indicherò il nome del programma e il sito da cui scaricarlo gratuitamente. Ma vi invierò un modello di contabilità che gira su questo programma in modo assolutamente gratuito con consulenza apposita.

Quindi iniziamo da questo punto.
Mettiamo ordine ai nostri conti. E' il primo punto da cui partire.
Guardare in faccia il mostro e prendere il toro per le corna (per usare 2 metafore) è il primo passo per la soluzione dei problemi.
Mettere la testa nella sabbia il modo più facile per far perdurare ogni situazione.
Sembra il consiglio più banale e più scontato ma è verità sacrosanta, sperimentata di persona.

RICHIEDETEMI QUINDI IL NOME DEL PROGRAMMA E UNA CONSULENZA PERSONALIZZATA.  L'indirizzo email è denaroedintorni@tiscali.it.

Al prossimo post sull'argomento.
Grazie per l'attenzione.

giovedì 3 novembre 2011

Fare Business adesso in Italia? Che faccio, mi metto in proprio?

Nella mia attività di consulente finanziario, mi è capitato spesso di trovarmi ad accompagnare dei coraggiosi nel loro tentativo di mettersi in proprio e avviare una propria attività.
Ovviamente le persone si rivolgevano al mio studio di consulenza principalmente per l'ottenimento delle risorse finanziarie con cui dare via all'impresa.
Praticamente nessuno (nella mia personale casistisca decennale) si è presentato a richiedere dei finanziamenti con un piano aziendale preciso o con una chiara visione di quanto stavano per andare a fare.

Questa cosa è peculiare e volevo condividerla con voi oggi.
Sopratutto alla luce delle ultime vicende che stanno condizionando il presente e il futuro del nostro paese.
La domanda è precisa: è il caso di avviare qualche progetto imprenditoriale in Italia, ora?

La risposta non può essere un bianco o un nero. Non può essere un assoluto si o un assoluto no. D'altronde non gradiamo tanto l'uso di logiche assolute. Troppo grossolane, troppo superficiale. Solo 2 valori di riferimento quando il mondo è una sfumatura continua di colori e toni.
Dovremmo vedere di quale mercato parliamo, dovremmo vedere di quale precisa zona d'Italia parliamo.

Ma possiamo esaminare la cosa, partendo dai dati di fatto. Pensavate che l'Italia non fosse il miglior paese in cui iniziare un'attività imprenditoriale. E' una sensazione ma parrebbe anche un dato di fatto. Il sito "Doing Business" (fare impresa) della Banca Mondiale stila ogni anno una classifica di molti fattori relativi al fare impresa. Complessivamente, per l'anno entrante, siamo posizionati addirittura al 87-esimo posto (in calo di 10 posizioni rispetto all'anno precedente). In pratica ci sono SOLO 86 nazioni al mondo in cui è più facile aprire e condurre un'attività in proprio. Diciamo che in una classifica di 183 nazioni non è un grande risultato. Insomma vedete voi. Per essere la 7° o l'8° potenza industriale mondiale mi sembra una VERGOGNA. Questa è la pagina. Se volete divertirvi a vedere altri parametri (come ottenere credito, permessi di costruire, risolvere insolvenze, etc.) giusto per avere una panoramica maggiore.

Ora i soliti "finti" nazionalisti, diranno che sono solo opinioni contestabili, "saranno bravi loro", e così via. Non che ci piaccia prendere per oro colato classifiche e procedure statistiche. Ma ci piace l'idea di prendere qualsiasi di queste opinioni e raccogliere la sfida di poter fare un'autocritica costruttiva.
Che in Italia la burocrazia, le commistioni pubblico-privato, i clientelismi, una giustizia civile assurda anche per un paese del terzo mondo siano dei GROSSI problemi non lo scopriamo da un report di un'agenzia internazionale.

Quindi, tu che ora leggi e che vorresti metterti in proprio, cosa pensi di fare?
E' una buona idea aprire un'attività ora?

Partiamo da un presupposto. L'Italia è il nostro paese. Se adesso è ridotto come è ridotto è anche frutto di qualcosa che abbiamo fatto o NON abbiamo fatto anche noi. Quello che abbiamo è il risultato della somma delle responsabilità di tutti noi italiani. Su questo non ci piove e non ci si discute.
Quindi abbiamo, anche, la responsabilità di pensare di ricostruire la dignità e la credibilità di un paese che ha un patrimonio umano e culturale unico nel pianeta. L'Italia è un paese che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Questo non possiamo e non dobbiamo dimenticarlo.

Quindi, da fidanzate tradite, o prendiamo il coraggio a 2 mani e andiamo via da questo paese, andando a vivere da qualche altra parte, oppure vediamo che si può fare.

Mettersi in proprio in Italia non è facile, ma d'altronde molte persone ce l'hanno fatto nonostante tutto. Quindi il punto è che dobbiamo fare le cose in un posto dove la gravità è maggiore. Si fatica di più, è vero. Ma la sfida è maggiore. E vincere ancora più entusiasmante.

Vedremo prossimamente come arrivare corazzati al fatidico momento di mettersi in proprio. Come trovare le risorse in questo momento non facile e come preparare un piano aziendale che non sia una stupidaggine accademica come i business plan che vengono spesso preparati.
E se scriviamo così, abbiamo motivi validi per dirlo.
Quindi, si, ci possiamo mettere in proprio ma non prima di avere chiari i pericoli e le difficoltà. E le risorse che dobbiamo avere.

Alla prossima. Grazie per l'attenzione.
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