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martedì 18 settembre 2012

Il fattore "IO VOGLIO"



Salve a tutti, dopo un'estate calda e afosa come da tanti anni non accadeva, si chiude il capitolo "vacanze" e ci si rituffa nel mondo del lavoro e della produzione.
 
Sappiamo che in questi ultimi mesi la nostra presenza su questi schermi non è stata frequente. In un contesto di tecnica PNL, noi non dovremmo neppure chiedere scusa. Ma senza togliere niente a questo insieme di tecniche, in cui è possibile trarre molti insegnamenti, noi di DENARO e DINTORNI siamo seguaci del buon vecchio adagio che recita "la verità è un proiettile che può bucare ogni tipo di corazza".
 
Ritorniamo su questi lidi con un post che si basa sulla traduzione nella nostra lingua di un articolo di un social network americano. I concetti delineati sono, secondo noi, forieri di molteplici riflessioni.

Il post parla di cosa significhi realmente il concetto di volontà.

Quanto è importante per voi raggiungere i vostri obiettivi? Quanto volete davvero aumentare il vostro reddito? Quanto volete migliorare il vostro futuro?

Quanto maledettamente volete avere successo?
Su una scala da 1 a 100 (con 100 che vuol dire che si è così eccitati e appassionati per il proprio successo da non dormire la notte), quale punteggio personale avreste ora? Cosa  accadrebbe se incrementaste questo punteggio di 30 o 40 punti?
Dopo aver definito con esattezza il vostro obiettivo o prodotto (come illustrato in un precedente articolo qualche settimana fa), ora è necessario aggiugere qualche cavallo vapore al motore.

Il fattore "IO VOGLIO" è qualcosa che potete controllare. Nei fatti, molte persone riescono nel loro campo, non perchè siano degli esperti o particolarmente competenti ma perchè il loro fattore "IO VOGLIO" è molto alto. Essi vogliono veramente avere successo e danno tutto ciò che è necessario per raggiungere i loro obiettivi.

Molte persone non vogliono, nei fatti, il risultato del loro lavoro (prodotto) con la giusta intensità affinchè la cosa si realizzi.
Invece di trovare il modo di avere successo, trovano scuse.

Dopo aver dato un nome al proprio prodotto (definito con esattezza!), è necessario quindi volere il proprio prodotto.

1. Nominare il proprio prodotto o il risultato cercato. E' molto più facile volere qualcosa di specifico che qualcosa di non definito, espresso solo in termini generali.
Ottenete qualcosa di specifico. Per esempio, un venditore di auto potrebbe desiderare di fare 30 prove su strada con clienti, 5 vendite e 1.000 euro di commissioni guadagnate in una giornata. Un consulente fiscale potrebbe desiderare di completare 20 dichiarazioni dei redditi e riuscire a trovare 3 nuovi clienti. Una madre potrebbe desiderare che suo figlio di 4 anni impari ad allacciarsi le scarpe e sua figlia di 16 smettere di fumare marijuana.

2. Decidere QUANTO si desidera il risultato. Questo è un qualcosa che può essere incrementato in base ad una decisione.
Per esempio, il pensiero "Certo, mi piacerebbe avere una carriera di successo" non equivale ad una grande quantità di "volontà". Occorre cambiare l'atteggiamento in qualcosa di simile a: "Fare della mia carriera un gran successo è così importante per me che farò tutto quello che serve per essere il migliore del mondo. Lavorerò 10-12 ore al giorno. Imparerò tutto quello che posso e cercherò tutto l'aiuto che mi è possibile, da ogni risorsa possibile. Voglio mangiare, dormire e respirare la mia meta. Userò la mia forza, il mio tempo, la mia conoscenza, la mia fiducia, la mia fede e le mie risorse per far andar bene le cose. Diventerò il migliore in questo campo e raggiungerò la mia meta non importa ciò che occorrerà".

3. Se non è possibile far si che si VOGLIA ottenere il prodotto, raggiungimento o risultato, ci deve essere qualcosa di sbagliato.
Forse, è necessario mettere prima a posto qualcosa nella propria vita. Molti fattori nella vita possono distruggere o limitare il tuo desiderio di ottenere qualcosa: droghe, alcool, cattive relazioni, comportamenti non etici e così via.
Forse si ha bisogno di una maggiore auto-disciplina, un approccio migliore, più istruzione, persone con maggiori caratteri positivi attorno a se, un atteggiamento gentile verso se stessi o un luogo migliore dove vivere e lavorare.
O forse c'è bisogno di stabilire qualche altra cosa da voler realizzare.

In ogni caso, dovete trovare un modo per VOLERE passionalmente, intensamente ed irragionevolmente ciò che avete STABILITO per voi. Abbiate più desiderio di ottenerlo o realizzarlo rispetto a qualunque altra cosa abbiate desiderato finora. Se il vostro fattore "IO VOGLIO" è forte abbastanza, niente può fermarvi. 
Così, quanto maledettamente volete aver successo?

Speriamo che questo articolo, molto, molto profondo nei suoi concetti di base, sia di grande spunto per le vostre conquiste.

Grazie per l'attenzione.

venerdì 4 maggio 2012

Si può uscire dalla crisi? Introduzione.

Forse questa non è la prima domanda che in questi ultimi tempi gli italiani si stanno ponendo.
L'attenzione va in modo talmente pressante a come riuscire a fronteggiare i problemi quotidiani, che stare a pontificare sui massimi sistemi dell'economia non sembra essere qualcosa di urgente e di interesse per l'uomo comune.

Ma se facciamo un passo indietro, forse è proprio questo dis-interesse per le dinamiche generali dell'economia da parte dell'uomo comune, del cittadino medio, di ognuno di noi ad averci condotto qui.
L'economia e la finanza, per fortuna o purtroppo, non sono discipline che riguardano il singolo. 
Sono talmente correlate al concetto di gruppo e di vivere insieme ad altre persone, che ridurre i problemi economici e finanziari solo alle proprie esigenze è quantomai sbagliato.

Ma di questo parleremo in un prossimo articolo.
Ritorniamo alla domanda: si può uscire da questa crisi economica, ormai non più ignorabile e sotto gli occhi di tutti?
Si, si può.

Non che nessuno di noi abbia la bacchetta magica e la soluzione pret-a-porter per ogni cosa.
Partiamo da un dato stabile e cioè che nessuna crisi sia qualcosa di insuperabile, una sorta di apocalisse che distrugge ogni forma di vita.
E' indubbio che delle dinamiche sono giunte alla fine e taluni meccanismi con cui aziende, banche e consumatori hanno adottato fin'ora hanno esaurito la loro validità.
Tempo di crisi come tempo di cambiamenti, quindi.

E d'altronde una crisi è proprio un momento che segna grandi e piccoli cambiamenti.
Si può quindi uscire da ogni crisi.
E su questo nessuno deve avere dubbi.
Che sia facile è un altro paio di maniche. 
Che tutti siano felici di uscire dalla crisi è un altro punto di domanda di cui non siamo proprio certi.

Certo è che in ogni situazione, anche quelle di crisi, c'è sempre qualcuno che ci guadagna.
Certo è che questa crisi sia stata fortemente pilotata dall'alto per motivazioni di dubbia legittimità e altruismo. Questo è sempre stato il segreto di Pulcinella. 
Il velo di certi meccanismi è stato sollevato e sono sempre più le persone che cercano di andare più a fondo dell'attuale panorama economico. Sia in Italia che in Europa.

Ma, concludendo questo post, è doveroso concentrarsi su qualcosa di pratico.
Se si può uscire dalla crisi, rimane la domanda di come si può fare.

La prima cosa da comprendere è che uscire dalla crisi è un'attività individuale e un'attività di gruppo.
E' una strada che parte e si sviluppa su 2 corsie.
Individualmente si dovrebbe riflettere sulle motivazioni e mancanze che ci hanno condotto in difficoltà.
A livello collettivo si deve comprendere che non si può mantenere un certo tenore di vita senza attuare della produzione concreta e non solo vaghe e svagate speculazioni finanziarie.
Ma nei prossimi articoli, entreremo più nel dettaglio.

Grazie per l'attenzione.

mercoledì 7 marzo 2012

Ripartenza del blog

Salve a tutti.
Dopo una lunga assenza, ritorniamo a lavorare al blog.
Ringrazio innanzitutto tutti coloro che ci hanno seguito fino a questo punto.

Da oggi in poi, questo blog si allineerà maggiormente con il progetto Espansione Money di cui fino ad adesso ha fatto solo il lontano cugino.

Ovvero, da oggi in poi, questo blog diventarà la voce pulsante dell'attività di "financial coaching" svolga da Espansione Money.
Qualcuno ci chiederà cosa sia il "financial coaching".

In un mondo in cui l'informazione diventa sempre più tempestosa e disorientante, nasce l'esigenza che alcuni individui si specializzino in determinate discipline.
Così come alcuni secoli fa, è venuta alla luce la necessità di specializzazione nelle attività lavorative, è ora (già da qualche tempo in realtà) necessaria una specializzazione nel campo dei servizi.
E tra i servizi, nel campo dei servizi informativi e formativi.

Da qui nasce il "coaching" ovvero l'uso di una figura esterna che assista qualcuno in una particolare esigenza.
Esistono così i "coach" (allenatori in italiano) per le diete, per la preparazione fisica o artistica.
L'idea è che in questo mondo bersagliato da malcomprensioni in tema di denaro, finanza ed economia sia più che mai necessario offrire un servizio di ASSISTENZA E CONSULENZA ad individui e organizzazioni.

E qui nasce il progetto Espansione Money, una rete di professionisti guidati dal dott. Antonello Mela, che offre una pluralità di servizi di consulenza e formazione.
Sul sito di Espansione Money, www.financialcoach.tk, è possibile dare un rapido sguardo a questi servizi ma questo stesso blog avrà il compito di illustrarvi cosa è possibile fare.

A chi serve il financial coaching? A tutti.
A persone che hanno perso il lavoro e ne cercano un altro. A persone la cui attività è un pò in crisi. A persone che vorrebbero gestire meglio i loro risparmi ed entrate. A persone che vogliono tirarsi fuori dalla rete di bugie.

Grazie per l'attenzione.

lunedì 5 dicembre 2011

Assenza

Non pensavo di assentarmi per così tanto tempo.
Dopo un periodo in cui era diventato per me una consuetudine postare un articolo al giorno (o quasi) sul blog, rendermi conto di essere stato assente per così tanto tempo è veramente brutto.
Veramente il tempo mi è fuggito da sotto le scarpe.
A riprova che quando si mette a posto un meccanismo e questo funziona bene, la sua rottura non sempre prevede un rientro veloce alla normalità.

Come avrete compreso il tutto è iniziato semplicemente con un pò di giorni in cui sono stato male, seguiti da giorni in cui ho seguito da vicino altri componenti della mia famiglia che sono stati anch'essi un pò martoriati da un violento per quanto passengero virus intestinale.

Purtroppo a questo si è aggiunto anche un sovraccaricarsi di alcuni impegni, sia lavorativi che extra-lavorativi. In particolare in queste ultime settimane ho dedicato i miei momenti liberi al completamento del mio nuovo libro. Che è stato terminato ed è adesso in fase di editing editoriale, sperando che la revisione vada in porto e che si sappia quando il libro sarà disponibile.

Di sicuro di cose ne sono successe in Italia, finanziariamente ed economicamente parlando intendo.
E materiale di cui parlare ce ne è in abbondanza.
Per di più ho quasi concluso un corso di formazione in questi giorni (eh si, il segreto è quello di non pensare di aver mai finito di imparare. Perchè da imparare ce ne è davvero tanto!!) che mi ha insegnato parecchie cose favolose e mi ha fatto riflettere su alcuni comuni errori che le persone commettono nell'organizzazione del loro lavoro e nella gestione del tempo.

Che dire quindi? Magari mi dispiace non avervi lasciato un post informativo di sole 2 righe per questa assenza ma i giorni sono davvero volati e contavo di riprendere a scrivere già da un bel pò.
Comunque siamo qui.
E ci rivediamo presto.

Grazie per l'attenzione.

giovedì 10 novembre 2011

Come uscire da un tunnel di debiti? 2a parte

Dopo aver chiarito la distinzione fra debito e conto da pagare, il primo passo per portare ordine nella propria situazione finanziaria è quello di stilare un prospetto, possibilmente ordinato, cartaceo in cui evidenziare (nero su bianco) quale è la propria situazione finanziaria.

Mancare di avere un quadro chiaro e asciutto di quello che guadagniamo, di quali siano i costi fissi, i costi variabili e le somme che non stiamo riuscendo a pagare è non solo importante ma FONDAMENTALE E IMPRESCINDIBILE.

Uno degli errori, se non proprio il più grave che si possa commettere, in cui non cadere è quello di non avere un quadro chiaro della situazione.
Fin troppo spesso, lo scriviamo per averlo appurato per esperienza occupandoci di centinaia di consulenze personalizzate, le persone hanno una visione molto distorta dei loro conti da pagare e dei loro debiti. Soprattutto quando parliamo di singoli individui e di piccole imprese a conduzione familiare o giù di lì. Alcuni mi hanno risposto: "Ma se i soldi che circolano nelle tasche sono pochi a che serve tenere una contabilità?". Altri, forse con più arguzia, mi hanno detto: "Si, tengo la contabilità, porto tutte le fatture al commercialista!".
Con ordine......
Se il flusso monetario è basso o nullo, è ancora più importante tenere traccia dei movimenti per comprendere quale sia la situazione. Paradossalmente è più importante che chi non ha soldi tenga sotto controllo i propri conti rispetto a chi soldi ne ha da buttare.
La contabilità che un commercialista offre e gestisce non è esattamente la stessa cosa del tenere sotto controllo l'intero panorama finanziario di un individuo. Il fine è diverso. Il commercialista gestisce i conti di qualcuno con il punto di vista di rispettare le norme fiscali e di eseguire quegli che sono gli adempimenti richiesti. Le 2 cose quindi non sono uguali.
Anche perchè da una contabilità fiscale tenuta dal commercialista vanno esclusi tutti i movimenti che non hanno un evidenza giuridica. Ad esempio, un debito con un privato non è qualcosa di cui un commercialista può tenere traccia perchè non è un movimento fiscalmente rilevabile.

Come deve essere composto un quadro finanziario? Dovrebbe separare, come in qualsiasi contabilità, il patrimonio di una persona dal suo prospetto di entrate-uscite.
Per essere chiari useremo una spiegazione che chiarirà molti dubbi. Anzichè usare i classici nomi per parlare di patrimonio e cioè attività e passività, creeremo un prospetto patrimoniale come segue:
Da una parte indicheremo le IMPIEGHI (al posto delle parola attività!) e dall'altra indicheremo gli FONTI (al posto della parola passività).
Gli impieghi indicano quale destinazione o uso avranno i soldi. Potrebbero essere beni strumentali oppure accantonamenti sul conto corrente. Un credito è un impiego. Perchè i soldi che diamo in prestito vengono in un certo senso destinati a qualcosa.
Le fonti indicano da dove provengono i soldi. Tipicamente vengono da finanziamenti (propri o di altri) oppure da guadagno.
Ne deduciamo che quello che rimane dai ricavi detratti i costi costituisca un'entrata netta che diventa una fonte.
Nelle fonti occorre inserire tutti i propri debiti. Con privati, con lo stato o con banche.
Consiglio un programma che è molto utile per gestire i propri conti e che, nonostante sia molto semplice, è comunque molto professionale. E' un programma a uso libero e non costa assolutamente niente. Contattatemi via mail e non solo vi indicherò il nome del programma e il sito da cui scaricarlo gratuitamente. Ma vi invierò un modello di contabilità che gira su questo programma in modo assolutamente gratuito con consulenza apposita.

Quindi iniziamo da questo punto.
Mettiamo ordine ai nostri conti. E' il primo punto da cui partire.
Guardare in faccia il mostro e prendere il toro per le corna (per usare 2 metafore) è il primo passo per la soluzione dei problemi.
Mettere la testa nella sabbia il modo più facile per far perdurare ogni situazione.
Sembra il consiglio più banale e più scontato ma è verità sacrosanta, sperimentata di persona.

RICHIEDETEMI QUINDI IL NOME DEL PROGRAMMA E UNA CONSULENZA PERSONALIZZATA.  L'indirizzo email è denaroedintorni@tiscali.it.

Al prossimo post sull'argomento.
Grazie per l'attenzione.

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