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lunedì 6 gennaio 2020

Tanto lavoro = tanti soldi?

Fin da piccoli ci siamo sentiti dire alcune cose che, a prima vista,  sembrerebbe che non ci abbiano influenzato più di tanto.

Ci sono molte informazioni che ci arrivano dall'ambiente esterno. Quando si è piccoli e si cresce non è possibile conoscere tutto ciò che c'è da conoscere tramite esperienza diretta.
Così familiari, vicini, insegnanti, amici, conoscenti e poi (per la verità sempre con maggiore impatto) TV, giornali e internet cominciano a fornirci dati, insegnamenti, regole, notizie, schemi mentali e via dicendo.

Quanto queste informazioni sono corrette?
E quanto chi le riceve è in grado di fare un esame, uno screening di validità di ciò che riceve?

Trovare subito e in modo diretto tutte le risposte ai perchè della vita da soli NON E' POSSIBILE.
Ma neppure sembra funzionare il fatto di diventare una sorta di pattumieria che raccoglie ogni tipo di informazione, consiglio e verità.

Tra l'altro, più è vecchia l'informazione o la verità che ci hanno dato, più essa va a seppellirsi in profondità negli schemi del nostro pensiero. E quindi ormai lontano da un ri-esame critico della stessa.
Soprattutto quando quell'informazione viene detta, ripetuta e ripetuta continuamente.

E' possibile riesaminare ogni informazione che abbiamo ricevuto. E rielaborarla in modo funzionale. 
Prendiamone una: Tanto lavoro porta ad avere tanti soldi? Ovvio che no.
A meno che non definiamo in modo corretto che significa lavoro.
Se lavoro è uno sforzo fisico o mentale fatto per svolgere una mansione, tanto lavoro non porterà necessariamente tanti soldi. Anzi, il più delle volte porterà ad un esaurimento nervoso del lavoratore.

Ma se definiamo lavoro come "l'ottenimento di prodotti (beni o servizi) desiderati dal nostro referente che ci paga (datore di lavoro e/o cliente)", allora si.
Allora la frase "tanto lavoro uguale tanti soldi" diventerà realtà.

Quindi il fatto non è se occorre lavorare tanto. Ma se potremmo riuscire a produrre tanto. Cioè ottenere tanta produzione.

A scanso di equivoci, avremmo che la regola tanto lavoro = tanti soldi non è molto funzionale e ci porta a clamorosi vicoli ciechi.
La sostituiremo con la regola tanta produzione = tanti soldi.
E qui il discorso diventa semplicissimo.

Cosa produco nel mio lavoro? Quale è la richiesta che mi viene fatta (da chi mi paga, cliente o datore di lavoro che sia)?

Quindi, prima di capire cosa devo fare per produrre di più, devo assolutamente avere una idea chiara e precisa di cosa mi viene richiesto dal mio lavoro. Quale sia l'esatto tipo di azione o risultato che mi viene richiesto.

Definito con precisione quello, è abbastanza facile capire cosa occorra fare per produrre di più.

lunedì 4 settembre 2017

Il cittadino e il conto corrente

Il conto corrente è ormai uno strumento molto usato dagli italiani.
E' uno strumento che è diventato parte imprescindibile della nostra vita quotidiana.
Per molti è anche uno strumento per portare ordine nei propri conti e tenere sotto controllo spese e quant'altro.

In un prossimo post ci dedicheremo ad approfondire quale sia l'effettiva utilità di questo strumento e quali possano essere gli accorgimenti da usare per utilizzarlo al meglio.
Oggi però vogliamo chiederci:
E' idoneo lasciare molti soldi sul conto corrente?
E' idoneo lasciare tutti i nostri soldi sul conto corrente, bancario o postale che sia?

Sia che si tratti di qualche migliaio di euro che di decine o – buon per te – di centinaia, i soldi sul conto non sono mai così sicuri come si può credere. Non è solo l’inflazione a rosicare i risparmi. Non è neanche un cattivo investimento suggerito dal consulente finanziario. Nemici ben più pericolosi si sono aggiunti nel tempo, come l’applicazione delle regole del bail-in in caso di fallimento della banca o il pignoramento dell’Agenzia delle Entrate. Questo non vuol dire che il tradizionale materasso sia un posto più sicuro dove nascondere la busta paga o magari la liquidazione, ma in alcuni casi è preferibile “diversificare”: in altre parole, frammentare il deposito in più rapporti bancari potrebbe far vivere il contribuente con maggiore serenità.

Diversificare non significa altro che evitare di porre tutte le uova in un sol paniere.
ma anche di capire bene quali sono i nostri obiettivi finanziari, quali sono i nostri obiettivi di sicurezza, protezione e risparmio.

E' un percorso che molti di noi fanno estremamente bene senza seguire un preciso metodo o uno schema.
Ma anche costoro avrebbero un ulteriore beneficio se imparassero ad esaminare la faccenda in un modo più schematico e secondo dei principi.

  • Quali sono i miei obiettivi finanziari?
  • Quanto conta per me avere un cuscinetto di sicurezza in caso mi trovassi in un momento di emergenza?
  • Sto lavorando a dei precisi progetti futuri?
  • Ho necessità di far fruttare i miei soldi?
  • Quali sono le mie priorità in fatto di sicurezza e in fatto di rendimenti?
  • Esistono possibilità di mettere a frutto i propri risparmi senza correre eccessivi rischi?

Lasciare tutti i propri soldi sul conto corrente è un rischio.
Non è una follia, ovviamente, ma è rischioso (in alcuni casi molto rischioso) farlo senza avere fatto un'analisi della propria situazione e ovviato ai principali pericoli insiti nel lasciare abbandonati al proprio destino i propri soldi.

Non che la soluzione sia metterli sotto il materasso. Anzi.... quella è una soluzione peggiore del male.

I principali "pericoli" del lasciare TUTTI i propri soldi sul conto corrente sono i seguenti.
  • Pignorabilità del denaro sul conto da parte di entità fiscali.
  • Erosione del valore reale del capitale versato da parte di spese di tenuta conto e altri costi non ben chiariti e da parte dell'aumento dell'inflazione.
  • Mancanza di una adeguata remunerazione del deposito.
  • Rischio fallimento banca (per le somme eccedenti ai 100.000 € di deposito) 
  • Rischi di prelievo forzoso da parte dell'autorità statale in presenza di emergenze nazionali. 
Sebbene questi eventi sembrino remoti, occorre comunque tenerli presenti in un criterio di rischio.
In particolare è molto forte la presenza di una mancata remunerazione del proprio deposito.
Che è pur sempre una mancanza di guadagno possibile sui propri denari.
Ovviamente non tutto il nostro capitale dovrebbe essere usato a fini speculativi. Solo una parte. Così come una parte dovrebbe rimanere completamente liquida sul proprio conto corrente e una altra parte vincolata a determinati obiettivi o esigenze.

A questo punto il quadro è chiaro.
Ovvero la necessità di avere un buon consulente di fiducia o un professionista fidato che esamini con noi questo genere di situazioni.
Un professionista al nostro servizio e non un dipendente o un collaborazione di una banca, una società finanziaria o un'assicurazione.
Esiste?
Si.
E' il broker.

Ovvero un intermediario fra il risparmiatore e la banca o la compagnia di assicurazioni.
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