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giovedì 20 ottobre 2011

La crisi degli asini (una storia per capire!)

Oggi voglio raccontarvi una storia.
Per cercare di capire, attraverso una novella, cosa sta succedendo nella nostra vita quotidiana per colpa di questa "fantomatica" crisi che sembra attanagliarci.
Buona lettura.

LA CRISI DEGLI ASINI
Un uomo in giacca e cravatta è apparso un giorno in un villaggio. In piedi su una cassetta della frutta, gridò a chi passava che avrebbe comprato a € 100 in contanti ogni asino che gli sarebbe stato offerto. I contadini erano effettivamente un po' sorpresi, ma il prezzo era alto e quelli che accettarono tornarono a casa con il portafoglio gonfio, felici come una pasqua.
L'uomo venne anche il giorno dopo e questa volta offrì 150 € per asino, e di nuovo tante persone gli vendettero i propri animali. Il giorno seguente offrì 300 € a quelli che non avevano ancora venduto gli ultimi asini del villaggio.
Vedendo che non ne rimaneva nessuno, annunciò che avrebbe comprato asini a 500 € la settimana successiva e se ne andò dal villaggio.
Il giorno dopo, affidò al suo socio la mandria che aveva appena acquistato e lo inviò nello stesso villaggio con l'ordine di vendere le bestie 400 € l'una. Vedendo la possibilità di realizzare un utile di 100 €, la settimana successiva tutti gli abitanti del villaggio acquistarono asini a quattro volte il prezzo al quale li avevano venduti e, per far ciò, si indebitarono con la banca.
Come era prevedibile, i due uomini d'affari andarono in vacanza in un paradiso fiscale con i soldi guadagnati e tutti gli abitanti del villaggio rimasero con asini senza valore e debiti fino a sopra i capelli. Gli sfortunati provarono invano a vendere gli asini per rimborsare i prestiti. Il corso dell'asino era crollato. Gli animali furono sequestrati ed affittati ai loro precedenti proprietari dal banchiere.
Nonostante ciò il banchiere andò a piangere dal sindaco, spiegando che se non recuperava i propri fondi, sarebbe stato rovinato e avrebbe dovuto esigere il rimborso immediato di tutti i prestiti fatti al Comune. Per evitare questo disastro, il sindaco, invece di dare i soldi agli abitanti del villaggio perché pagassero i propri debiti, diede i soldi al banchiere (che era, guarda caso, suo caro amico e primo assessore).
Eppure quest'ultimo, dopo aver rimpinguato la tesoreria, non cancellò i debiti degli abitanti del villaggio né quelli del Comune, e così tutti continuarono a rimanere immersi nei debiti. Vedendo il proprio disavanzo sul punto di essere declassato e preso alla gola dai tassi di interesse, il Comune chiese l'aiuto dei villaggi vicini, ma questi risposero che non avrebbero potuto aiutarlo in nessun modo poiché avevano vissuto la medesima disgrazia.
Su consiglio disinteressato del banchiere, tutti decisero di tagliare le spese: meno soldi per le scuole, per i servizi sociali, per le strade, per la sanità ... Venne innalzata l'età di pensionamento e licenziati tanti dipendenti pubblici, abbassarono i salari e al contempo le tasse furono aumentate. Dicevano che era inevitabile e promisero di moralizzare questo scandaloso commercio di asini.

Questa storia vi ricorda qualcosa ? ... 

Sarei grato a chi legge questa storia che facesse girare il messaggio il più possibile.
La rete ci offre la possibilità di comunicare. Non sottovalutiamo questo potere.
Segnala questo articolo ai tuoi amici.
Un momento di riflessione può essere utile a tutti.
Senza per forza entrare nelle complicazioni della finanza e dell'economia.

Un grazie a Massimo Bonoldi per l'idea e un grazie a Lorenzo de Santis per l'input.

Grazie per l'attenzione

lunedì 17 ottobre 2011

Le banche nell'occhio del ciclone! Ma che strano? - 1a parte

E' sotto l'attenzione di tutti quanto è successo questo scorso sabato a Roma nell'ambito della manifestazione contro le banche e il sistema finanziario europeo e mondiale.
Promossa come la manifestazione degli indignados, degli indignati sarà sicuramente ricordata anche (o forse solo) per la manifestazione dei black bloc o, comunque, della distruzione di varie vie e negozi della nostra amata città eterna.
Tralasciando tutti gli aspetti prettamente di cronaca della vicenda e le dietrologie politiche sul chi abbia agito per distruggere e perchè, rimane un fatto che in un blog economico come il nostro non possiamo non evidenziare.

Sta crescendo la consapevolezza sul fatto che c'è qualcosa nel sistema finanziario mondiale e sul ruolo delle banche che non va.
E non intendiamo prendere nessuna posizione politica a riguardo. Ma solo una posizione di tipo accademico e di tipo razionale-analitico.

Perchè le banche sono nell'occhio del ciclone, per dirla in parole povere?

Qualcuno disse (credo fosse Abramo Lincoln) che si può ingannare qualcuno per sempre e tutti per un periodo ma che non si può ingannare tutti per sempre.
Il sistema bancario mondiale dovrà fare i conti con questo aforisma, che nasconde però una grande verità sociale.

Dovremmo partire dal concetto di cos'è una banca per comprendere qualcosa. Perchè dai concetti base non si parte mai.
Un banca è una struttura che riceve del denaro da alcuni elementi di una società per conservarlo e proteggerlo e che lo presta ad altri elementi della società che ne facciano richiesta dietro il pagamento del servizio.
La sua funzione è quella di permettere che il denaro (un simbolo della produzione di una società) inutilizzato in alcune aree abbia la possibilità di andare a svilippare la sua energia potenziale in altre aree della società.
Le banche hanno (avrebbero) quindi una funzione di utilità sociale molto spiccata. Se si limitassero ad essere delle istituzioni che accettano i depositi dei loro clenti e che ne gestissero la conservazione, sarebbe tutto più semplice. I conti correnti sarebbero delle sorta di depositi di sicurezza e le banche non sarebbero diverse da un qualcosa come Paypal o come le monete elettroniche tipo Alert Pay o Liberty Reserve.
Un servizio utile, veramente utile.

Ma le banche, per loro scelta tra l'altro (non dimentichiamo che sono proprio queste imprese che spendono milioni di euro per promuovere i loro servizi di finanziamento in ogni modo e su ogni luogo. Provate a scrivere "mutui" su Google e vedrete quanti link a pagamento di banche saltano fuori!), hanno deciso di prendere questi depositi e usarli per il "prestito". 
Ah, il prestito! Quale parola densa di significati ed emozioni.....
Innanzitutto prendiamo la parola prestito e la trasformiamo in "credito". Che fa più fashion e più style. Scusate l'ironia.
In ogni caso, Le banche accettano depositi e cercano individui e imprese a cui girare questi depositi dietro pagamento.
Ma funziona proprio così. NO. E qui sono nati tutti i problemi.
Le banche non prestano i soldi che raccolgono con i depositi di chi li ritiene di fiducia. O almeno non si fermano a questo.
Ogni banca comincia a gestire il proprio potenziale di credito (i soldi che possono prestare) in base a meccanismi via via sempre più complicati. Di base, per andare alla sostanza, generalmente prestato di più di quanto abbiano raccolto basandosi sul criterio (denominato riserva frazionaria!) che se in cassa hanno 10 possono prestare più di 10 tanto non può capitare che chi ha depositato ritiri nello stesso momento e metta quindi la banca in rischio fallimento.
Cioè io ho 100 milioni di euro depositati provenienti da 10.000 persone e comincio a prestare ad altre persone molto più dei 100 miloni. In alcuni casi fino a 10, 15 o 20 volte di più. Tanto è abbastanza improbabile che tutte e 10.000 le persone ritirino i soli contemporaneamente.
E poi, nel peggiore dei casi, io banca mi farò prestare  i soldi mancanti da un'altra banca.

Questo fatto, da solo, ha portato tutte le istituzioni bancarie a perdere il controllo della mole di prestiti (credito) erogati a vario titolo a imprese e privati.
SOLO QUESTO.
Se a questo ci aggiungiamo che molte banche hanno incluso nelle loro "attività" patrimoniali il possedere titoli di debito pubblico di stati che vivevano anch'essi sul debito, il cerchio si chiude.
Mi chiedo perchè si perda tempo a cercare le cause dei problemi del sistema finanziario mondiale ed europeo?

 A risentirci nella seconda parte.

lunedì 3 ottobre 2011

I finanziamenti delle banche: perchè sono calati?

E' sotto gli occhi di tutti il fatto che sia drasticamente diminuita la quantità di finanziamenti (sia in termini numerici che di singola entità) da parte di banche e finanziarie sia alle imprese che ai singoli lavoratori.

Questo è uno degli effetti di quella cosa chiamata crisi. La quale, per il fatto di avere un nome, non è che sia una creatura ben conosciuta.
Ma questa è un'altra storia.

Ho sentito i pareri più discordanti sulla cosa.
Qualcuno che dice che è meglio così perchè prima le banche prestavano troppi soldi e con troppa facilità.
Qualcuno che dice che è un disastro perchè così si impedisce al mercato di crescere e alle aziende di prosperare. E che impedisce alle persone meno ricche di acquistare tramite mutui capienti la loro agognata prima casa.

L'economia appare sempre una scienza oscura perchè si analizzano sempre gli effetti e mai le cause. Così queste ultime passano in secondo piano a vantaggio di ciò che appare.

Un pò come quando si ha la febbre e i dolori articolari. Ci interessa che passino, non che si abbia un corpo in buona salute.

Sta di fatto che i finanziamenti delle banche sono calati solo per strategia. Parliamo di alta strategia bancaria i cui vantaggi sono rivolti ad una cerchia molto ristretta di operatori. Non di certo tutto il settore imprenditoriale di banche e finanziarie. Anzi se qualche banca fallisce, se molte finanziarie chiudono è ancora meglio per questo manipolo di persone.
E' un discorso di regole.
Le regole sono ciò che fa si che un gioco sia un gioco e non un inferno. Se chi gioca non lo fa rispettando le regole non vi è la possibilità di portare avanti un'attività ordinata e divertente ma diventa solo un macello in cui regna il caos e la furberia.
Se si decide che si prestano dei soldi a certi parametri, occorre mantenere questo impegno.

Ma qui entreremo nel problema se l'attività bancaria è giusto che sia qualcosa di lasciato al privato o meno.
Ma di questo parleremo in un prossimo post.

Grazie per l'attenzione.

giovedì 12 novembre 2009

Perchè è diventato così duro avere dei prestiti?

Salve, molto spesso ci si chiede come mai si è giunti ad una certa situazione.
Normale per gli individui della razza homo sapiens.
Per quanto riguarda il finanziamento delle famiglie e delle imprese, sono molti mesi che ci interroghiamo (un pò tutti) sul perchè sia diventato così duro ottenere dei prestiti......


La risposta è plurima.


In primo luogo forse qualcuno ha abusato del sistema. Ogni qualvolta si porta agli eccessi un sistema in equilibrio, tale equilibrio si spezza e il sistema si sposterà alla ricerca di una nuova posizione di equilibrio.
Negli scorsi anni l'accesso al credito è stato effettivamente abbastanza semplice per chiunque avesse un reddito dimostrabile. Banche e finanziarie si sono fatte molta concorrenza e hanno aperto le porte a molteplici figure professionale. Anche chi lavorava da poco e chi non aveva redditi consistenti è stato finanziato. Magari con piccoli finanziamenti e sicuramente con tassi e costi elevati ma accadeva....


Poi qualcuno ha cominciato ad impegnarsi per somme per cui non riusciva a far fronte. E poi le stesse finanziarie hanno, forse, esagerato nella stima dei rischi.


Di conseguenza un aumento dei finanziamenti non rimborsati regolarmente ha reso le finanziarie più prudenti. Più prudenti negli importi e nei criteri di finanziabilità.


A questo si aggiunge, il secondo fattore e cioè l'incredibile crisi finanziaria mondiale che partita nel 2008 negli Stati Uniti, è esplosa anche in Europa e in Italia in questo 2009.


Morale: molte banche e finanziarie hanno scoperto che non è conveniente per loro esporsi troppo nel finanziarie situazioni a rischio.
Così, se nel 2007 il rischio nel finanziare un dipendente neo assunto era un valore x%, adesso quel rischio è diventato x% per 4 volte.
Se nel 2007 si potevano finanziare tranquillamente gli extracomunitari che lavoravano perchè la loro insolvenza era bassa, adesso è quasi impossibile finanziare costoro, soprattutto se neo-assunti o autonomi.


Cosa ci aspettiamo per il futuro?
Sicuramente si prospetta il raggiungimento di un nuovo punto di equilibrio.
Un punto di equilibrio in cui i clienti conosceranno meglio quali caratteristiche occorre avere per ottenere un prestito.
Sicuramente se il mercato si riprende e se si riprende (soprattutto) la fiducia di imprese e consumatori, i rubinetti del credito si ri-apriranno.
Grazie per l'attenzione e alla prossima...
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