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giovedì 28 luglio 2022

L'economia italiana è aiutata dalle dinamiche dell'euro?

Periodicamente è impossibile per un blog che affronta temi finanziari, non tornare a parlare di EURO.

Cosa sia l'euro, ormai anche i sassi lo sanno. Eppure... Eppure questo è uno dei tanti argomenti su cui la presunzione di conoscenza esplode e crea dei danni incredibili dal punto della vista della comprensione.

Facciamo un breve test di conoscenza dell'argomento. Per giocare, non in modo serio...

Domande:

1. Che tipo di moneta è l'euro? Una moneta nazionale o no?
2. A quale controvalore reale è legato il suo valore finanziario?
3. L'euro è una moneta che segue i valori produttivi o si adegua a qualche valore relativo all'occupazione?
4. Quale era lo scopo dichiarato dell'euro e quale potrebbe essere quello attuale?
5. Chi è il proprietario dell'euro?

Le risposta a queste domande sono state già date nel blog più e più volte. E se qualcuno leggendo questo articolo fosse curioso, può scriverci e gliele riassumiamo in una risposta personalizzata.

Ma il succo di base è che le persone, il comune cittadino usa tranquillamente questo strumento ogni giorno e non si rende minimamente conto che esso NON E' semplicemente una moneta che ha sostituito la vecchia LIRA dello stato italiano.

Non è una LIRA aggiornata e che opera su tutta l'unione europea. NO!
L'euro è uno strumento con caratteristiche particolari, molto diverse da quelle della lira.

Ecco perchè l'Italia è in difficoltà. L'economia italiana, se si osservano i dati, ha cominciato a declinare in un momento particolare. E questo momento corrisponde al 1999.
Fino al 1998, l'Italia era la 5° economia mondiale (davanti solo USA, Giappone, Germania, Francia) e dietro di noi avevano il Regno Unito (UK), la Cina, la Russia, il Canada e l'India.
Oggi? Oggi siamo l'ottava economia mondiale. Il Regno Unito, la Cina e l'India ci hanno superato e Brasile e Russia (soprattutto) sono alle spalle pronte per il sorpasso.
Ci lamentavamo, dicevamo che in Italia c'erano tante cose che non andavano bene. E questo era vero. Ma in effetti, per una sorta di brutto vizio italico, l'attenzione andava solo sulle cose negative e non sulle cose positive.
Ci lamentavamo dell'inflazione (al tempo +2%). Oggi? +8%!!!
Ci lamentavamo della disoccupazione (al tempo 8,3%) e adesso viaggiamo tra il 9,5 e il 10%.
Ci lamentavamo della burocrazia, dell'inefficienza amministrativa e della corruzione. E adesso? Nel migliore dei casi uguale.
Ci lamentavamo del carico fiscale ma chi adesso vuole alzare la mano dicendo che la tassazione è più bassa e socialmente equa?
E il fatto che negli ultimi 20 anni il gettito incassato in imposte e tasse dello stato sia aumentato in modo esponenziale (Vedi il grafico) ha portato ad un aumento dei servizi pubblici e (soprattutto) ad una maggiore qualità ed efficienza degli stessi?


Ma seriamente?
Aumentano le entrate fiscali e io genitore mi ritrovo a dover portare la carta igienica alla scuola di mio figlio perchè il ministero non ha le risorse (fatto realmente accaduto)?

E' evidente che la storia non è come qualcuno (più di uno) l'ha raccontata.
E' evidente che la capacità di percepire i dati e i fatti e quindi esprimere una corretta opinione da parte del cittadino medio è fortemente limitata.
Non per colpa sua. Forse c'è un pizzico di ignoranza (che non è una colpa ma uno stato di fatto) e forse un pizzico di pigrizia nello spostarsi dal proprio divano e andare a trovare i dati reali al di là di quello che il sistema di comunicazione di massa espone.
Ma c'è sicuramente qualcuno che si avvantaggia di questa percezione distorta.

Il problema non è l'euro in se. Ma ciò che esso rappresenta.
E' evidente che l'economia italiana è stata svantaggiata dall'ingresso nel sistema di moneta unica. Lo dicono i fatti e i numeri.
Svantaggiata vuol dire che se mettiamo sulla bilancia vantaggi e svantaggi, la bilancia pende sui vantaggi. Non vuol dire che entrare nell'euro non abbia comportato dei vantaggi.
Li abbiamo avuti. Ma li abbiamo pagati più di quanto ci abbiano reso.
Abbiamo perso il controllo della politica monetaria, siamo diventati un'economia rigida e non competitiva, i prezzi sono saliti (negatelo) e stipendi e ricavi no.
Le aziende italiane hanno chiuso e delocalizzato nell'est Europa. Il lavoro è diventato più precario. Il fisco più accanito e implacabile senza che questo abbia comportato la caccia ai veri evasori, quelli grandi, quelli che siccome hanno i soldi riescono a creare sistemi conformi alla legge per evitare di pagare le tasse in Italia.

L'economia italiana ha perso con l'euro. L'economia tedesca e francese ha vinto con l'euro. I più grandi teorici e fautori dell'euro hanno il loro background storico nel mondo finanziario/culturale franco-tedesco.
Ne riparleremo.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

mercoledì 6 luglio 2022

Indebitamento e produzione

La parola indebitamento non è molto gradita nè amata dalle persone.

Quando si parla di indebitarsi, subito la mente va a situazioni non piacevoli e ad una condizione operativa non ottimale.

Non è per niente un caso che qualcuno usi l'espressione "Brutto come un debito" quando vuole esprimere un giudizio sulla bellezza di un'altra persona.

Tralasciando questo argomento di gustosa conversazione, il punto che volevamo sottolineare è come, facilmente, si confondano i termini DEBITO e INVESTIMENTO.

Ma forse stiamo correndo troppo. Facciamo un passo indietro. Cosa è un debito?

La parola debito non è un termine di solo uso finanziario. Non riguarda solo i soldi. Tant'è che si parla di "debiti formativi" nell'ambito della scuola quando uno studente non è andato bene oppure di parla di "debito morale" quando qualcuno ha fatto qualcosa per noi e ci tocca restituire il favore.
Un debito è una obbligazione di dare o restituire qualcosa, spesso riferito a entità monetarie (fonte TRECCANI).

Faccio debito quando qualcuno mi fornisce (presta) qualcosa e io lo debbo restituire. La situazione è classica nel mondo della finanza.
Ho necessità (per qualsiasi motivo, e dopo approfondiremo questo) di denaro e qualcuno me lo presta. Con l'accordo che glielo debba restituire in modo e tempi da stabilire. Qualche volta senza dover pagare il servizio e molto spesso dovendo pagare il servizio.

Ma cosa è un INVESTIMENTO? 
Un investimento è l'utilizzo di una certa quantità di denaro (ma può essere esteso anche all'utilizzo di cose, attrezzature, lavoro e conoscenza) per ottenere/realizzare un qualcosa che più avanti nel tempo mi consenta di guadagnare più denaro.
L'esempio arriva dalla natura. Ed è la prima forma di investimento che l'uomo ha conosciuto.

Si parla di agricoltura. Io ho un tot di semenze e le pianto. Pianto dei semi per avere delle piantagioni che poi produrranno un raccolto di qualcosa per cui avrò un rientro maggiore del valore di ciò che mi sono privato in un primo momento.
Questa è la teoria dei fagioli. Uso dei fagioli per far si che un domani abbia molti più fagioli.

Alcune volte ci si trova in una situazione in cui non si hanno semi da piantare ovvero, nella pratica, non si hanno soldi per effettuare un certo investimento.
E' in questi casi che si va da qualcuno che i soldi li ha e ne ha in eccesso (relativamente). Per farseli prestare.
Si fa, quindi, un debito per realizzare un investimento.
Realizzato l'investimento si avranno i soldi per ripagare il debito e (si spera) ne avanzeranno per noi.

Questo è il processo imprenditoriale. In cui un soggetto assume su di se il rischio di questa iniziativa. Ma se le cose vanno bene anche i benefici.

Che comunque non saranno solo a suo vantaggio. Perchè quando si realizza qualcosa di utile, anche se i profitti vanno solo a chi ha realizzato l'opera, spesso i vantaggi vengono distribuiti in tutta la popolazione e società. Immaginiamo che in città apra un nuovo negozio particolare. Una fumetteria o un negozio particolare di artigianato.
Il fatto stesso che questo negozio esista e che potenzialmente ci possa comprare qualcosa migliora automaticamente la mia qualità di vita. E quindi rende tutti un pò più "ricchi".

Indebitarsi non dovrebbe essere quindi una cosa spaventosa. Non di per se.
Spesso è stato il motore della crescita di società e nazioni.
Ci sono motivi e motivi per indebitarsi.

Una persona può prendere dei soldi in prestito per migliorare la qualità della sua vita, per fronteggiare una emergenza, per assicurare gli studi di un figlio e per realizzare un investimento.
In questo caso indebitarsi non è una cosa negativa.
In generale.

Che poi, tutte le cose debbano essere fatte con scrupolo e coscienza è un altro discorso.
Anche le lasagne sono buone ma forse non è indicato che ne mangiamo un chilo tutto in una volta. Occorre misurare e dosare ciò che si fa.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

venerdì 1 luglio 2022

L'importanza dell'educazione finanziaria al giorno d'oggi








Il mondo della finanza è un mondo per lo più sconosciuto. Ai più.

Eppure esso è terribilmente importante. Visto che è un argomento che pervade la nostra vita quotidiana in modo totale. Non c'è individuo, in una delle principali economie planetarie, che non venga toccato quotidianamente dagli effetti delle cose che accadono nel mondo della finanza.

Ma cosa è la finanza, in prima luogo?
La finanza è la materia che si occupa dei soldi, del denaro. Questo detto in termini terra terra.

Qui i sapienti da salotto, gli intellettuali snob tutto tecnicismo e niente sostanza storceranno il naso, pensando, da puristi del linguaggio, che la FINANZA sia quella branca dell'economia che si occupa di investimenti e di un corretto uso del denaro. Ma non è così.

La finanza si occupa di denaro, è vero ma l'equazione FINANZA = INVESTIMENTI non è corretta. Gli investimenti hanno a che fare con la finanza, questo si. Così come un panettiere ha a che fare con il pane ma non è solo quello avendo una vita, famiglia, passione, hobby e forse anche un altro lavoro, così finanza e investimenti sono mondi che si toccano e si intersecano ma non vuol dire che siano la stessa cosa.

E' finanza quando il fine settimana facciamo la spesa, quando decidiamo quali bollette pagare, quando portare il nostro figlio dal dentista, quanto lunghe devono essere le nostre ferie e quante volte potremmo andare al mese al ristorante: o se mai ci potremmo andare almeno una volta.

E' finanza quando acquistiamo un'auto a rate e qualcuno decide se concederci un prestito o meno.
E' finanza quando i nostri prodotti preferiti che arrivano dall'estero aumentano di prezzo perchè ci sono state delle turbative sui mercati.
E' finanza quando non si trova lavoro.

Eh si, signori. Anche quest'ultimo fatto è legato alla finanza. Non è legato all'economia.

Se andate su e giù per questo blog, vedrete questo argomento trattato più e più volte. Da vari aspetti e punti di vista.
Ma qui volevamo sottolineare come sia importante, ora più che mai, insegnare i fondamenti finanziari a qualsiasi cittadino. Insegnarli tutti e il prima possibile, magari introducendo lo studio di questi argomenti in modo obbligatorio nei programmi scolastici a partire dalle elementari.

Diciamo questo perchè è assolutamente sconcertante che un comune cittadino di media intelligenza e media cultura, conosca dove si è combattuta la guerra punica, come sia morto Napoleone oppure sappia che il Nilo è il fiume più lungo del mondo ma non sappia cosa sia un merito creditizio.

Nè come si deve fare per averne uno buono.
Nè come si può comprendere quando ci viene proposto un buon finanziamento e quando non ci viene proposto un buon finanziamento.

L'acquisto dei beni, l'acquisto di una casa, il nostro benessere e quello dei nostri cari è legato a moltissimi aspetti che se seguiamo la catena alla fine partono da questioni puramente finanziarie.

Certo! Anche economiche. Ma anche questo è un dato che nell'educazione finanziaria viene insegnato: ovvero che prima di ogni finanza ci deve essere un'economia.

Il che tradotto per il singolo cittadino significa che prima che i soldi esistano, deve comunque esserci (da qualche parte) della produzione reale.

Ma di questo parleremo (in realtà, riparleremo) un'altra volta.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

lunedì 27 giugno 2022

Il credito al consumo è un "prodotto" come gli altri? parte II

Abbiamo raccontato le avventure del nostro amico GIGI (qui). 

Tutto questo sembra molto scolastico ma è per portare alla semplicità dei concetti che se analizzati nella loro quotidianità ci possono sfuggire. O apparire più complicati di quello che sono.

E' logico che quasi ogni consumatore sia sempre leggermente diffidente nei confronti di chi vende qualcosa. Ne parleremo in modo espresso in un prossimo articolo (Perchè il consumatore ha spesso così tanta diffidenza nei confronti di chi gli propone qualcosa?) ma qui ci basta riflettere che questo accade.

I motivi li vedremo ma per ovviare a questa diffidenza, spesso il consumatore cerca di esercitare un controllo sulle trattative di vendita. Cosa più che onesta e più che doverosa.

Così quando il consumatore, il nostro amico GIGI, va da qualche parte o contatta qualcuno per comprare qualcosa, prima di impegnarsi cerca di ottenere il numero maggiore di informazioni per esprimere un giudizio di convenienza.

E anche questo non è solo più che giustificato ma è esattamente ciò che un qualsiasi potenziale cliente dovrebbe fare: informarsi delle caratteristiche salienti di ciò che sta acquistando o vorrebbe acquistare.
Anche per paragonare le diverse offerte di mercato.

Ma è qui che GIGI, il nostro amico GIGI spesso cade.
Il prodotto "Credito al consumo" (chiamato semplicemente finanziamento) non è un prodotto fisico ma un servizio tagliato su misura della persona che lo richiede. Quindi, prima di poterlo "cucire" addosso al potenziale cliente, occorre fare un lavoro.

Per chi vende una stampante di un computer il prezzo di questa non cambia se a comprarla è GIGI o BEPPE o TIZIO o CAIO. Non cambia. Il prezzo sarà sempre quello. A meno che uno di questi signori non dica "Ne voglio mille, che prezzo mi fai...:"

Rendo l'idea?

Per chi VENDE un finanziamento o del credito al consumo, chi lo "compra" è assolutamente importante. Quindi ci sarà un prezzo di questo prodotto per GIGI, un altro prezzo per BEPPE e un altro prezzo per CAIO.
Questo sembra brutto, ma non è una questione personale. I prezzi sono differenti perchè le posizioni socio-economiche di diversi richiedenti sono diverse.

Facciamo un esempio semplice.

Immaginiamo che al telefono un cliente ci chieda un preventivo di costi per un finanziamento di 15.000 euro. Per chi deve preparare questa "sorta" di preventivo ci sono un sacco di informazioni che servono. Perchè? Lo abbiamo detto. E' un servizio tagliato su misura, non un oggetto solido.

Quindi servirà l'età del richiedente, il suo stato familiare, la presenza o meno di altri prestiti, l'ammontare di reddito percepito al mese, il tipo di lavoro svolto, il tipo e grandezza dell'azienda per cui lavora. E a seconda del tipo di finanziamento sarà necessario conoscere lo storico dei pagamenti del passato oppure la presenza o meno di un buon stato di salute.

Quindi.... Se il cliente che chiama non fornisce questi dati, che tipo di preventivo potrà essere dato?
La verità è che quando questo preventivo viene dato, il suo valore è quasi nullo. Perchè quasi sempre si manda il preventivo di una persona con una condizione ideale. Giovane, con lavoro pubblico o statale, con ampio reddito e così via.

Sappiamo che è fastidioso dover interagire con un professionista in modo ampio. Sembra una perdita di tempo. Ma a meno che non siamo noi stessi dei professionisti del settore, è molto facile cadere in errore.

Perchè il credito al consumo è un prodotto completamente diverso dagli altri.


GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

giovedì 23 giugno 2022

Il credito al consumo è un "prodotto" come gli altri? parte I

Il credito al consumo è stata una delle invenzioni del sistema economico capitalista moderno.

L'idea di prendere un prodotto OGGI e pagarlo un poco per volta nel tempo, è stata la colonna portante di tutta l'economia.

Dalla fine della seconda guerra mondiale ad adesso.

Quale è questa idea?

L'idea è che ogni lavoratore produce della ricchezza nel corso di un certo tempo. Se egli lavora come operaio in una azienda, si sa che in un lasso di tempo di 10 anni (per esempio) egli produrrà della ricchezza derivante dal suo lavoro (insieme a quello degli altri ovviamente).
Il nostro lavoratore (che chiameremo GIGI per comodità) può quindi idealmente creare una lunga linea di produzione di ricchezza: dall'oggi ad un certo punto del futuro.

Gigi sa che alla fine di questa lunga linea, egli potrà disporre di una certa ricchezza. Che (badate bene) non è regalata. Ma è sua. E' una sua ricchezza perchè la produrrà lui.
Da un punto di vista logico egli può prendere quindi questa ricchezza futura e usarla.

Gigi SA che disporrà di una certa ricchezza. La difficoltà sta nel prendere questa sua ricchezza, che egli ha nel futuro, e portarla nel tempo presente, nell'oggi, nel mondo reale in cui egli concretamente vive. E questo lo si fa vendendo a qualcuno quella ricchezza (del futuro) e facendosi dare in cambio una stessa quantità di ricchezza nel tempo presente.

Questa operazione si chiama FINANZIAMENTO. Tu vendi della ricchezza che avrai ma che ancora non hai e ottieni della ricchezza che esiste ora.
La cosa ha un costo, ovviamente. Perchè lo scambio non è alla pari. Chi ti da la sua ricchezza al presente ha degli svantaggi perchè si sta privando di una cosa posseduta. Con tutto ciò che ne deriva in mancate occasioni da sfruttare.
Questo costo è simboleggiato in modo matematico dal cosiddetto INTERESSE. Che altro non che il costo (espresso in termini percentuali) che dobbiamo pagare per portare i nostri futuri guadagni del futuro al presente.

Questo costo è direttamente proporzionale ad alcuni fattori. I più importanti di questi sono:
a. Il grado di rischio nel rientrare in possesso del denaro prestato (connessi a una molteplicità di fattori quali l'insolvenza del creditore ma non solo).
b. La quantità di concorrenza presente sul mercato dei prestatori di denaro.

La domanda dell'articolo è quindi:
Il credito al consumo è un prodotto come gli altri? Cioè come un barattolo di piselli, un pacchetto di sigarette, un intervento di un idraulico o un sacco di pellet?

NO.

Non è un prodotto come un altro perchè chi richiede un finanziamento (e quindi chi ottiene il credito al consumo) non paga con soldi immediati. Ma paga con dei soldi futuri.
Sia il costo che la restituzione di ciò che gli è stato prestato.

Facciamo un esempio con un altro prodotto: i pomodori.
Mettiamo che io sono GINO e sono un ortolano che coltiva pomodori. A casa ho dei figli che vanno pazzi per i pomodori. Ed è per questo che li coltivo. Ad un certo punto mi servono altri pomodori ma il nuovo raccolto arriverà solo fra qualche mese. Ma i pomodori mi servono subito. Posso scoprire che vicino a me ho un altro ortolano che ha prodotto molti più pomodori di quelli che gli servono adesso. Egli si avvicina e mi dice:

"Senti un pò. Io ho molti pomodori adesso ma non mi servono tutti. Mentre tu adesso ne hai bisogno ma non ne hai. Viceversa io ne avrò bisogno fra qualche mese e non avendo raccolti in corso, rimarrò senza. Mentre tu aspetti a raccogliere il nuovo raccolto.
Che ne dici se io ti do questi pomodori ora e tu mi restituisci i pomodori che ti ho dato adesso fra un pò con i pomodori del tuo nuovo raccolto?".

Quando questo avviene con i soldi, chi riceve il finanziamento deve, oltre che restituire i soldi prestati, pagare anche il prezzo del servizio.

CONTINUA sul prossimo articolo.

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