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martedì 8 novembre 2022

Cosa è il pareggio di bilancio di uno stato?

Mi ha sempre colpito come, in certi frangenti, determinate parole o concetti base tendano a diventare "famosissimi" e quindi essere sulla bocca di tutti.

Per poi attendere la fine di quella moda e tornare nell'anonimato.
Un pò come succede per molti cantanti, gruppi musicali, starlette o attori/attrici.

In un momento non li conosce nessuno.
In un altro momento ne parlato tutti, anche in un modo esagerato.
In un altro momento ancora, nessuno (se non gli addetti ai lavori) ne parla più.

Certi concetti economici e/o finanziari ripercorrono lo stesso schema.

Relegati nei libri di economia prima, sulla bocca di tutti dopo e di nuovo dimenticati.

Uno di questi concetti è il pareggio di bilancio.
Soprattutto in contesto pubblico. I TG, i giornali e i talk show ne parlano.

Il Rispetto dei Parametri è un altro termine che simboleggia e affianca il pareggio di bilancio.

A parte che il nome stesso, Rispetto dei Parametri, ricorda fin troppo un altisonante nome dato ad una divinità, la domanda è sempre: CHI STABILISCE CHI SIANO I SACRI PARAMETRI DA RISPETTARE?

Ovviamente gli esperti. Che poi non si sa mai chi siano costoro, oscuri trafficanti di normative sepolti in qualche ufficio periferico di Bruxelles. Chissà....

Ma parlavamo di pareggio di bilancio. 
Un pareggio di bilancio è semplicemente, in un rendiconto di entrate e uscite, una situazione in cui, appunto, vi è una corrispondenza o esattezza fra le uscite e le entrate.

Semplice? Certo. Ma non fidiamoci dell'apparenza.

In bilancio finanziario (sia che parliamo di azienda che di una famiglia che di un ente pubblico) ci sono molti fattori non oggettivi che determinano cosa è un entrata e cosa un uscita.

A livello basico non vi è complessità. Una uscita è una perdita di denaro, una entrata è un afflusso di denaro.
Ma quando si valutano situazione complesse, determinare cosa si una perdita o un'uscita è più complesso. E si fanno valutazioni. Al punto che gli enti preposti al controllo continuano a emettere regole per stabilire una certa oggettività di valutazione.
Ma ciò non toglie che queste regole siano sempre e soltanto accordi.

Per uno stato, pareggio di bilancio vuol dire che le uscite statali sono state pari alle entrate statali. E quindi questo può sembrare una cosa buona.
Ma non lo è necessariamente.

Se infatti osserviamo che le spese di uno stato diventano la ricchezza di aziende e privati (sono servizi erogati al cittadino) e se osserviamo che le entrate di uno stato sono ricchezza di aziende e privati che vengono portate via (le tasse), allora si capisce che in un bilancio in pareggio, uno stato da al cittadino quanto un cittadino da allo stato.

Il che sembrerebbe giusto. Ma significa solo che lo stato non sta creando ricchezza. E questo porta al fatto che se un popolo, una nazione vuole crescere, tale crescita debba arrivare SOLAMENTE dalle maggiori entrate del cittadino stesso.

Lo stato non contribuisce all'economia. Questo è un pareggio di bilancio. Egli tanto prende e tanto da.
Questo può piacere a qualcuno ma occorre osservare che in questo modo tutta, e diciamo tutta, l'iniziativa di crescita è demandata al privato.
Che, quando non è organizzato, non può attuare delle iniziative valide per la crescita.

Un esempio semplice semplice sono gli investimenti strutturali. CHE NON POSSONO ESSERE FATTI DA UN PRIVATO, per quanto sia ricco e grande.
Come fa un privato a costruire strade, a creare linee ferroviarie o a determinare costi di trasporto più abbordabili (si veda in Sardegna il problema della continuità territoriale?).

Qui si scontrano 2 visioni dell'economia. Da una parte quella keynesiana in cui si sostiene che anche in una economia di mercato, lo stato è fondamentale per gli investimenti pubblici. Dall'altra quella neo-liberista in cui si sostiene che lo stato deve di fatto scomparire e farsi da parte, lasciando ai mercati tutto il potere.

Ovviamente non nasconderemo che riteniamo questa seconda visione sbagliata. Non vogliamo essere imparziali. Avremo modo di dimostrarlo.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

lunedì 10 ottobre 2022

Una corretta pianificazione delle spese (la gestione dei soldi) - 2a parte

Scopo della pianificazione finanziaria è di tenere sotto controllo un flusso, che è quello monetario, che ha ovviamente dei momenti di alto e dei momenti di basso.

E’ insito (praticamente naturale e ovvio) nella natura delle cose che non ci sia corrispondenza e coordinazione fra le entrate e le uscite. Così come è altrettanto nella natura delle cose che ci siano degli imprevisti nelle proprie aspettative, sia di entrata che di uscita.

La pianificazione serve anche e, forse, soprattutto per questo motivo.

SCOPO DELLA PIANIFICAZIONE E’ QUINDI TENERE SOTTO CONTROLLO L’IRREGOLARITA’ DELLE ENTRATE E DELLE USCITE. Sia in termini di irregolarità di tempo che di irregolarità di grandezza.

 

SCHEMA DELLA PIANIFICAZIONE

La prima cosa da fare è scegliere il lasso temporale della pianificazione. In genere può essere utile partire dal MESE per poi vedere se non sia meglio adottare un'altra temporizzazione (più corta o più lunga).

OGNI MESE ci saranno delle uscite e OGNI MESE ci dovrebbero essere delle entrate (se così non è, verificare se non sia più opportuno scegliere un’altra temporizzazione). Non è detto che tutti i mesi ci siano delle entrate ma sicuramente per la maggior parte delle persone e/o famiglie, è la temporizzazione più corretta.

Abbiamo detto che abbiamo 2 grandi tipi di entrate. Quelle da reddito/rendita/regali e quelle da prestito. Le ultime sono differenziate perché, prima o poi, devono essere restituite e quindi si trasformeranno in una uscita. Tanto entra e tanto uscirà. Quindi sono di natura diversa.

Il primo tipo di entrata, ha delle fonti diverse. Nella pianificazione dovrebbero essere elencate tutte e nel dettaglio.

Esempio:
entrata da stipendio dipendente
entrata da pensione
entrata da pagamento fattura
entrata da incasso rendita immobile
entrata da incasso rendita finanziaria
entrata da donazione, etc…

Se un lavoratore ha più fonti di guadagno, può essere ottimale anche differenziarle. Un lavoratore autonomo che abbia due attività differenti (ad esempio un elettricista che svolga anche il lavoro di formatore o docente) può segnare in modo differente queste entrate. Lo stesso per un dipendente che abbia anche una entrata da procacciatore d’affari o da venditore.

Le uscite hanno sempre 2 macro-categorie: uscite da spesa e uscite da rimborso. Quest’ultima si applica SOLO alle uscite effettuate per il rimborso di un prestito che nel passato è stato segnato come uscita. In genere nel rimborso di un prestito sono compresi anche dei costi di rimborso. Questi NON DEVONO essere contati in questa voce ma in una voce separata che è tipicamente una uscita da spesa. Questa potrebbe, per esempio, chiamarsi spesa rimborso finanziamenti.

Le uscite da spesa sono a loro volta classificabili secondo un criterio di frequenza e stabilità di importo. Ci sono infatti delle spese ricorrenti (che si presentano SEMPRE) e che sono definite, in una maggiore o minore misura, prima ancora che si verifichino in un modo abbastanza esatto o comunque prevedibile. Ci sono altre spese che sono si ricorrenti ma non è detto che si presentino.

Poi ci sono spese che accadranno solo se chi decide (individuo o famiglia) la pianificazione vorrà che accadono. Ed infine vi sono le spese che sappiamo avverranno nel futuro ma non sappiamo quanto. E che quindi andiamo a preparare un fondo per quando accadrà. I conferimenti ad un fondo spesa, si chiamano accantonamenti e vengono segnate come spese nel mese in cui vengono fatti.

Schematicamente avremo, quindi.

SPESE FISSE RIPETITIVE (bollette, utenze, affitti o mutui, spese rimborso finanziamenti, assicurazioni, tasse fisse, etc.) – queste spese si sa che esistono e si può definire in anticipo quale importo abbiano. Non è detto che tutti gli individui / famiglia abbiano lo stesso elenco di spese (esempio se una famiglia ha casa di proprietà senza mutuo non pagherà né affitto né rata mutuo ma pagherà delle tasse annuali che sono sempre spese fisse ripetitive). Non è detto che tutte le spese fisse ripetitive siano a esatta scadenza mensile. L’esempio più classico è la copertura assicurativa delle auto o il bollo auto. Si paga semestralmente o annualmente. Ciononostante è logico che una tassa che paghi una volta l’anno serva a coprire i 12 mesi. Quindi se pago un rata assicurativa di 600 euro l’anno, è logico che se la ripartisco in 12 mesi, avrò una quota di spesa assicurativa di 50 euro l’anno. Perché non è CORRETTO imputare in un mese all’anno 600 euro di spesa mentre negli altri mesi zero.

Nei mesi in cui non conteggio i 50 euro spenderò per altre cose 50 euro che non dovrei avere (perché destinati a pagare l’assicurazione) e nel mese in cui materialmente pago i 600 euro dell’assicurazione sarò nei guai perché probabilmente dovrò tagliare di colpo altre spese e rimandarle al futuro. Qualche volta creando dei problemi.

La pianificazione serve proprio a REGOLARIZZARE queste difformità fra la gestione mensile (o altra durata temporale) e il reale avvicendarsi di entrate e uscite.

Come si procede? Si prendono quindi tutte le uscite fisse sicure che si hanno in un anno e se le si paga una volta, le si divide per 12. Se le si paga ogni 6 mesi, si somma l’importo (6 mesi + 6 mesi) e si divide per 12. E così via.

CONTINUA....

GRAZIE PER L'ATTENZIONE

venerdì 7 ottobre 2022

Una corretta pianificazione delle spese (la gestione dei soldi) - 1a parte

Nella nostra quasi ventennale esperienza in materia di finanziamenti, abbiamo avuto modo di incontrare, parlare e conoscere centinaia e centinaia di clienti.

Se contiamo anche solo gli incontri puramente conoscitivi che non hanno portato ad una consulenza approfondita, parliamo di migliaia di incontri.

Questa ampia esperienza, ci ha portato a trovare dei fattori comuni nelle persone riguardo la gestione dei soldi. Tema così vasto da non poter essere affrontato e risolto in un solo post.

In primo luogo è indubbio che essendo i soldi il lubrificante e il carburante del nostro modo di vivere (non è un errore, è stato volutamente scritto così!), essi abbiano assunto un'importanza stratosferica rispetto al passato.

Non che stiamo affermando che ci siano stati nei tempi andati, periodi in cui il denaro non contasse. Ha sempre contato tanto. Ma in questi ultimi anni ci sono dei fattori che hanno portato la GESTIONE DEI SOLDI ad un livello di importanza che prima non avevano.

Per gestione dei soldi non intendiamo solo quanti soldi una persona (o una famiglia) guadagna.
Intendiamo proprio le conoscenze, gli strumenti e le azioni che ogni individuo deve conoscere per semplicemente far funzionare le cose. Perchè il mondo cambia e lo fa ad una velocità tale per cui è veramente difficile tenersi al passo.

E così capita che anche chi guadagna bene e ha un reddito sufficiente, si trova alle prese con problemi di soldi, di spesa, di come gestire il proprio denaro.

Facciamo quindi un piccolo passo indietro e vediamo di partire dai fondamenti.

ENTRATE - USCITE
I soldi sono una entità numerica. Sono rappresentati da una valuta (in Italia e al momento, l'Euro) e sono lo strumento principe che si usa per gli scambi economici. Invece di usare altro, si usano i soldi come merce di scambio.
I soldi vanno difesi, vanno protetti e conservati. I soldi vanno stoccati (conservati) in luoghi e forme idonee.

Quando dei soldi entrano nella nostra disponibilità (significa che diventano nostri e ne possiamo disporre a volontà) questa si chiama ENTRATA.
Quando dei soldi escono dalla nostra disponibilità (significa che non sono più nostri) questa si chiama USCITA,

I motivi per cui si ha una entrata e i motivi per cui si ha una uscita sono i più vari. Ma questo è un altro discorso.
Possiamo solo dire che le ENTRATE sono di due tipi principali e le USCITE sono di due tipi principali. Avremo
E1. Entrate da guadagno/regalo.
E2. Entrate da prestito.

U1. Uscita da spesa.
U2. Uscita da rimborso prestito.

PIANIFICAZIONE FINANZIARIA
La pianificazione finanziaria altro non è che un controllo e previsione di come le entrate e le uscite di qualcuno (o di una famiglia o di una azienda) si manifestano. In particolare con il riferimento ad un periodo di tempo che si ripete. Questo periodo di tempo può essere il giorno, la settimana, il mese oppure l'anno. Oppure periodi anche diversi ma sempre e comunque di durata costante.

Le famiglie in genere usano il mese come criterio di riferimento per le entrate e le uscite. E' un buon criterio ma non è detto che per tutti e sempre sia il migliore.

Usare il mese come criterio di tempo vuol dire che si paragonano le entrate di un particolare mese con le uscite di quel mese. Ma significa anche che si paragonano le entrate di quel mese con le entrate dei precedenti mesi. E si paragonano le uscite di quel mese con le uscite dei precedenti mesi.
Non solo. Sarebbe ottimale anche dare uno sguardo a come sono le entrate del mese che si sta considerando con lo stesso mese degli anni precedenti. E dare uno sguardo alle uscite di quel mese con le uscite di quel tipo di mese degli anni precedenti.

In genere le entrate dovrebbero essere MAGGIORI delle uscite. 
Questa legge si chiama la legge della solvibilità perchè garantisce che la persona (o famiglia) possa sopravvivere a lungo e bene.
Questo non impedisce che ci possano essere dei periodi di tempo in cui le uscite sono maggiori delle entrate. E' logico che occorre che i mesi in cui le uscite sono più delle entrate siano pochi e che il disavanzo (il disavanzo è quando le uscite sono maggiori delle entrate) sia comunque contenuto.

Quando le uscite sono maggiori delle entrate, è possibile continuare come nulla fosse solo in presenza di RISERVE. Ovvero di precedenti avanzi (un avanzo è quando le entrate sono maggiori delle uscite) di qualche periodo del passato.

Se non ci sono riserve, non è possibile avere nessun mese in cui cui le uscite sono superiori alle entrate.

Quando questo accade ci sono delle soluzioni. Che elenchiamo:
1. Si aumentano le entrate.
2. Si diminuiscono le uscite.
3. Una combinazione delle due soluzioni precedenti.

Come abbiamo visto le entrate non sono solo guadagni ma esistono anche le entrate da finanziamenti.
Ciononostante lo schema di cui sopra è comunque valido.

CONTINUA.....
Grazie per l'attenzione.

mercoledì 5 ottobre 2022

Cattivo pagatore? Cosa significa? Come si diventa cattivo pagatore?

CATTIVO PAGATORE!

Questa dicitura o affermazione, è diventata l'incubo di qualsiasi consumatore o cittadino della nostra nazione.

Quando si ha bisogno di un prestito e si va da una banca o finanziaria ma anche quando siamo li per prenderci il nostro nuovo telefono preferito o la nostra nuova stufa perfetta per l'imminente inverno, ecco che MAGARI la nostra richiesta viene respinta e oltre al diniego ci viene detto:

"Questo è avvenuto perchè lei è un CATTIVO PAGATORE!"

E poi....
E poi andiamo su internet o apriamo un giornale e leggiamo una pubblicità che ci chiede:
"Sei un cattivo pagatore? Chiamaci, che possiamo aiutarti!"
O cose del genere.

E, come spesso succede, noi non abbiamo ben chiaro cosa esattamente questo significhi e in che modo questo possa essere successo. Facciamo un pò di memoria eppure ci sembra che in tutte le operazioni passate abbiamo sempre onorato i nostri prestiti, rimborsando sempre tutto.

Lo sappiamo. In questo blog, facciamo finta di non sapere niente e ripartiamo da capo.

Cosa è un CATTIVO PAGATORE? In realtà questa dicitura NON ESISTE. In Italia è un tipo di attribuzione qualitativa che non esiste e non è disciplinata da nessuna legge o regolamento.

E' solo un modo di dire, che ha preso piede ed ora viene usato in molti contesti, spesso a sproposito.

In Italia quello che esiste sono i S.I.C., ovvero i Sistemi di Informazione CreditiziaChe non sono altro che delle banche dati in cui vengono raccolti i nomi, i tempi e le condizioni dei prestiti o finanziamenti fatti sul territorio italiano.

Ma faccio un passo indietro.

Perchè ci sono le SIC? Le SIC esistono per una esigenza. Chi presta soldi (chi concede i finanziamenti) deve sapere con esattezza chi ha di fronte. Per concedere un finanziamento deve sapere quanto guadagni, da quanto tempo e in che modo. Ma deve anche sapere quali altri finanziamenti hai in corso. Deve sapere se (ad esempio) mentre chiedi un finanziamento ad una banca, tu (contemporaneamente) non stia chiedendo un altro finanziamento presso un'altra banca. E che quindi con lo stesso reddito, ottieni due finanziamento in contemporanea.

Cosa c'è in un SIC? Ci sono i nomi di chi ha chiesto e di chi sta chiedendo un finanziamento. In qualunque struttura finanziaria operante nel territorio nazionale. Ci sono i nomi di chi ha concesso o sta valutando di concedere un finanziamento. Ci sono gli importi, la rata, la durata e altre informazioni specifiche. C'è soprattutto riportata la storia comportamentale della persona in precedenti finanziamenti. Li ha pagati? Li ha pagati regolarmente?

I SIC sono una archivio pubblico, o gestito da un ente pubblico o statale? In linea generale NO. Esiste un SIC pubblico che è la Centrale Rischi della Banca d'Italia ma la maggior parte dei SIC sono di natura privata. Sono spa create con l'intento di fare utile.

Quali sono i principali SIC? Abbiamo il CRIF, Experian, CTC, il Cerved e altri di importanza minore.

Si finisce nei SIC solo quando si sbaglia o si combina qualche pasticcio? NO, assolutamente no. I SIC non sono dei database, degli archivi di cattivi pagatori. Ogni SIC (in modo diverso) potrebbe contenere informazioni miste (positive o negative) e difatti le contiene. Quando si attiva un finanziamento o lo si paga regolarmente si finisce lo stesso nei SIC e si viene sempre e comunque "segnalati" ma la segnalazion è in questo caso positiva.

I buoni pagatori vengono segnalati nei SIC? Si, nei SIC che contengono informazioni positive si. Ad esempio il sistema più usato è il CRIF, che è un archivio privato. SI finisce in Crif per qualsiasi attività connessa ad un finanziamento. Che lo abbiamo semplicemente richiesto, che lo abbiamo ottenuto, che lo stiamo pagando bene o che lo stiamo pagando male. Sempre.

Quindi nei SIC non ci sono solo i cattivi pagatori? NO, certo che no.

Quindi posso finire in CRIF solo perchè sto pagando un prestito? SI, esattamente. Puoi finire in CRIF solo perchè HAI chiesto un finanziamento.

Come si sa cosa c'è scritto nei SIC su di me? Esistono i siti di ognuno di questi archivi ed è diritto di ogni cittadino poter visionare ciò che c'è scritto su di se. Basta indicare il proprio codice fiscale e il sito ci manderà un report in cui è scritto ogni fatto che ci riguardi relativo ai nostri finanziamenti che non sia troppo lontano nel tempo.

Perchè viene rifiutato un finanziamento? I motivi sono tanti. Il primo è che in un SIC o in più SIC ci sono informazioni negative su di noi. Qualche rata pagata in ritardo oppure non pagata per niente. Un eccesso di prestiti/carte/finanziamenti in corso. L'aver emesso un assegno a vuoto. Non aver pagato una cambiale. Avere una ipoteca di qualche tipo. Avere su di se un provvedimento legale o una esecuzione forzata.
Si può avere un finanziamento rifiutato anche solo per un comportamento ritenuto non idoneo come richiedere continuamente finanziamenti senza un criterio. Dopo aver fatto una richiesta e dopo che questa è stata bocciata, è molto probabilmente che per un mese o per poco più, qualsiasi altra nostra richiesta (fatta in altre banche/finanziarie) venga rifiutata in automatico.

In conclusione, è importante per ogni cittadino italiano sapere quale è il suo punteggio di merito creditizio (quanto siamo affidabili per un finanziamento) e fondamentale avere buone informazioni nei sistemi informativi creditizi, SIC.
E' importante avere buone informazioni perchè anche un prospetto (in un SIC) in cui non c'è nessuna segnalazione (nè positiva nè negativa) difficilmente viene finanziato. Soprattutto se sta richiedendo liquidità importanti, se lavora da poco e cose simili. Poi questa regola ha delle eccezioni e quando compro un bene direttamente in un centro commerciale, è più facile ottenere un finanziamento. E se non vi sono informazioni negative, anche se siamo giovani e lavoriamo da poco molto difficilmente la nostra richiesta di prestito verrà rifiutata.

Soprattutto perchè l'importo da finanziare è basso (magari sui mille euro o magari meno) e perchè la struttura che vende, magari, ha un accordo di divisione delle spese e un accordo di garanzia del cliente finanziato.

Morale? E' importante conoscere ciò che c'è scritto su di noi nei SIC.
Non capita spesso ma potrebbero esserci degli errori (tutti gli esseri umani sbagliano) ed è giusto conoscerli e farli rettificare.
Richiedere queste informazioni su di noi è doveroso ed è un diritto.
Facciamo tempo prima di chiedere un nuovo finanziamento. Non quando abbiamo urgenza di chiedere un finanziamento.

Grazie per l'attenzione.

lunedì 3 ottobre 2022

L'aumento dei costi: ma che succede?

Dopo decenni (dagli anni '70, periodo massimo di crisi energetica in Italia) di zero problemi riguardo la disponibilità di risorse energetiche, siamo ripiombati in uno scenario tetro e inaspettato.

In Italia si prospetta un inverno difficile, con costi energetici schizzati alle stelle in un modo che nessuno poteva prevedere solo un anno fa di questo periodo.

Ma cosa è mai successo?

Dirimere queste questioni e rispondere a queste domande non è mai semplice. Moltissimi fattori sono coinvolti. Ma scopo di questo blog, è cercare di puntare al nocciolo del problema e cercare di avvicinarci a qualcosa semplificando i concetti e tagliando i rami inutili dalla discussione.

In una economia di mercato come quella in cui opera la nostra nazione, i fattori che portano all'aumento dei prezzi di qualcosa è dovuto a 2 cause principali:

1. Improvvisa scarsità di materie prime e risorse energetiche.
2. Decisioni politiche.

Come detto, questa è una semplificazione. Ma rende l'idea.

La prima motivazione, è quella che sensatamente è la più fondata. Il prezzo (costo) di una materia prima (come di un prodotto) è in funzione della scarsità o abbondanza della stessa.
Il costo di qualsiasi materia prima dipende da quanta materia prima è a disposizione.
A disposizione di chi?
Questo è un punto su cui riflettere. Ma ci torniamo sotto fra qualche riga.

E' logico che se il petrolio o il gas o il ferro o l'alluminio (facciamo degli esempi) si esauriscono e diventa difficile procurarsene dell'altro, è normale che il costo ALLA FONTE salga. E quindi salga anche il costo a valle. Cioè per il consumatore finale e per chi lo utilizza.
Questo accade ma se tralasciamo episodi di scarsità momentanea causa disastri naturali (tempeste, eruzioni vulcaniche, etc..) o incidenti (esplosioni accidentali di miniere o di centrali di lavorazione/estrazione), è scontato che l'Uomo possa prevedere e occuparsi di questa scarsità in anticipo, prendendo gli opportuni provvedimenti.
Sappiamo che molte risorse non sono infinite. Sappiamo che il petrolio, prima o poi, finirà. E' nella natura delle cose. Ma non accadrà dall'oggi al domani.

Più probabile è invece il discorso di una diminuzione di disponibilità dovuta a motivi contingenti.
Che ci portano più alle questioni di attualità.
In cui sappiamo che a causa delle conseguenze della guerra Ucraina-Russia, vi è stata una diminuzione di disponibilità di gas e quindi una impennata stratosferica del suo prezzo. Che ha impattato in modo spaventoso nell'aumento dei costi di altre materie prime e/o energetiche.
Però.....
La verità è che non c'è stata, almeno fino al momento, nessuna diminuzione effettiva della quantità di materie prime ed energetiche reali a causa della guerra.

E qui entriamo nel punto 2 delle motivazioni di scarsità. Ovvero le cause di tipo "politico".
Per politico intendiamo tutto ciò che consegue da decisioni di organi amministrativi umani (governi, amministrazioni, consigli direttivi, organizzazioni, tavole rotonde, etc..).
Per motivi che adesso è inutile e lungo approfondire, la gestione delle dinamiche del prezzo del gas è stata affidata a contrattazioni di tipo borsistico quindi soggette a speculazioni da parte degli operatori. E per motivi altrettanto sconosciuti, si è ancorato il prezzo dell'energia elettrica al prezzo del gas. Anche quando l'energia elettrica viene prodotta con altre fonti.

Risultato? Per motivi di speculazione (quindi di guadagno individuale), il prezzo è schizzato alle stelle. Perchè? Perchè qualcuno ha deciso di voler comprare più gas (anche più di quanto gli poteva servire al momento) per paura che un domani non ne avesse.
La stessa cosa che è successa con il pellet. E in passato (causa pandemia) è successo con la carta igienica, l'amuchina, la farina, etc...
Quando si pensa che qualcosa CHE NON E' SCARSO ORA ma potrebbe diventare scarso a breve, la richiesta di quel qualcosa aumenta.
Per fare scorte.
Quando il prezzo aumenta, alcuni operatori decidono essi stessi di comprare quella materia prima o prodotto (in questo caso il gas) perchè pensando che il prezzo continuerà ad aumentare intendono rivenderlo a prezzo più alto guadagnandoci.
Così c'è più richiesta e il prezzo sale e così via.
Eppure non vi è mai magari stata nessuna penuria di prodotto/materia prima alla fonte.

Due riflessioni.
Gli stati esistono per impedire che questi meccanismi di mercato perversi impattino in modo troppo negativo nei confronti di una popolazione. Se non intervengono con azioni straordinarie in situazioni simili, a cosa servono?

E, ancora, l'aumento dei prezzi è di natura (al momento) totalmente politica. Ovvero dipende dalle decisioni del passato e dall'inazione odierna.
Quindi è tutto rimediabile.
Attendiamo.

GRAZIE PER L'ATTENZIONE.

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