Da qualche anno è entrato nella nostra quotidianità l'uso di internet per l'acquisto di beni.
Sembra incredibile di come siano cambiate le nostre abitudini. Solo una decina o quindicina di anni fa gli acquisti on line erano marchiati di sospetto e il tutto sembrava non dovesse funzionare bene.
I critici osservavano che l'acquisto a distanza non poteva funzionare. E si dilungavano nell'elencare i motivi.
Questo valeva per i beni fisici, figuriamo per l'acquisto di servizi.
Eppure, ci ritroviamo oggi con una situazione totalmente ribaltata.
Uno degli uomini più ricchi del mondo ha creato e gestisce un sito di vendite on line. Talmente potente che spesso è un nemico inesorabile di attività in presenza.
Nel campo dei servizi è diventato ovvio per moltissime persone usare il proprio smartphone (la vera rivoluzione di internet sono stati gli smartphone, dobbiamo dirlo...) per accedere al proprio conto bancario, fare operazioni varie con le amministrazioni pubbliche e via dicendo.
Chi scrive fa il lavoro di consulente di prodotti finanziari dal 2006. Quando ancora si era soliti fare la promozione dei propri prodotti e offerte tramite volantini pubblicitari nelle buche delle lettere o nei tergicristalli delle auto parcheggiate.
Ora, nel campo dei prodotti finanziari (ma anche dei servizi di telefonia, delle assicurazioni e dei prodotti di fornitura energetica) la fanno da padrone I COMPARATORI.
Che non sono altro che dei siti in cui vengono presentati insieme le offerte di un grande numero di aziende in uno specifico tipo di prodotto.
Se un consumatore ha bisogno di un prestito (per parlare di qualcosa che ci riguarda), va su un comparatore (un sito internet), digita la cifra desiderata et voilà.... Ecco comparire le offerte di decine di banche e finanziarie.
Ordinate dall'offerta più conveniente alla meno conveniente.
Un bel servizio, non c'è che dire.... E infatti sempre più italiani si affidano a questo genere di ricerche per la scelta del prodotto/servizio giusto alle loro esigenze.
Ma è tutto così vero e funzionale? O c'è qualcosa che precisato?
Ovviamente si. Qualcosa va precisato. Non perchè i comparatori siano delle truffe o non siano trasparenti. Niente di tutto questo. Il problema è a monte, è nella filosofia della ricerca del consumatore stesso.
Per paragonare (mettere a confronto) due offerte di sue prodotti (che sia un bene fisico o un servizio) occorre che le caratteristiche di questi prodotti siano così simili da poter definire le 2 offerte come l'offerta di un medesimo prodotto.
E' come andare dal fruttivendolo e chiedere quanto costa un chilo di un tipo di frutta. Se poi voglio andare da un altro fruttivendolo per fare il paragone, devo accertarmi che sto chiedendo il prezzo di un tipo di frutto almeno simile, se non uguale. E sebbene questo sembri una sfumatura, in effetti non lo è.
Per rimanere in ambito vegetale, il costo di un chilo di Cocomero (o anguria) è diverso a seconda della qualità. E le differenze a volte sono sostanziose. C'è l'anguria da tot euro al chilo e l'anguria che costa il 50% in più oppure il doppio.
C'è l'anguria senza semi, c'è l'anguria di qualità, c'è l'anguria a chilometro zero, c'è l'anguria biologica, c'è l'anguria nera e quella striata. C'è anche l'anguria con il nome, di cui sentiamo parlare alla pubblicità in tv. E così via.
Alla fine il consumatore medio, dirà "Capito, ma alla fine sono tutte angurie. Quindi non capisco queste differenze. Prendo la meno cara".
Nella scelta dei prodotti, questo succede spesso. Il criterio principale con cui si sceglie il prodotto giusto per me è SOLO l'aspetto del costo. Sempre che il prodotto abbia le caratteristiche minime che stavo cercando.
E qui, e qui che casca l'asino. Ed è qui che l'argomento diventa interessante.
Ed è qui che parleremo di qualcosa di importante che riguarda i comparatori.
Ma questo nella seconda parte dell'articolo in pubblicazione nei prossimi giorni.
GRAZIE PER L'ATTENZIONE
Nessun commento:
Posta un commento