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venerdì 21 gennaio 2011

Le tasse: è giusto pagarle? (3a e ultima parte)

Concludiamo questa carrellata cercando di tirare le somme di quanto ci siamo detti.
In una nazione in cui vi è la necessità di servizi di utilità pubblica, tutti i cittadini sono tenuti a contribuire al costo complessivo di questi beni. 
Laddove non sia possibile stimare in quale parte questi servizi portino utilità al singolo cittadino e laddove si possa stimare che oltre l'utilità effettiva ci sia un'utilità potenziale, il costo dei servizi deve essere pagato da tutti i cittadini.
Citiamo il servizio di ordine pubblico svolto dai corpi di polizia.
Non vi è possibilità di stabilire in quale misura un cittadino fruisce di questa utilità. Sapere che la propria città è sicura e un corpo organizzato di polizia vigila su tutti non è suddivisibile. Su ognuno di noi ricade l'utilità potenziale di questo servizio sociale.
Lo stesso dicasi della scuola.
Il fatto che la scuola esiste e sia a disposizione di tutti è un'utilità potenziale per qualunque cittadino. Poco importa se abbiamo figli che vanno a scuola o meno. Potremmo averli e quindi potremmo usufruire di questo servizio. D'altronde questo, più che un costo, è anche (E SOPRATTUTTO diremmo noi!) un investimento e quindi uno stato (provate a dirlo all'attuale governo in carica se ci riuscite) non dobrebbe MAI e dico MAI lesinare soldi da devolvere alla costruzione dei pilastri del futuro ovvero la formazione scolastica delle nuove generazioni.

E' giusto quindi pagare le imposte!
Ed è giusto pagare anche le tasse cioè pagare per avere un servizio pubblico di utilità individuale.
Parliamo di pagare le tasse sui rifiuti, sulle prestazioni sanitarie non di emergenza e non indinspensabili e su tutte le concessioni che l'ente pubblico fa ad un individuo a discapito dell'intera comunità.
Sapevate, ad esempio, che lo stato italiano si fa pagare pochissimi soldi (veramente pochi) per dare alle imprese che imbottigliano l'acuqa minerale la concessione allo sfruttamento delle falda acquifere o delle fonti del nostro territorio?
Perchè queste aziende dovrebbero pagare poco per vendere un bene che è di tutti? Teoricamente l'acqua potabile dovrebbe giungere in tutte le case e ognuno dovrebbe pagare una quota per il consumo. Ma questa quota dovrebbe servire solo a coprire i costi per la fornitura del servizio e non comprendere fattori di lucro.
Nel prezzo della minerale che comprate ogni giorno, fatto 100 il prezzo di un litro di quell'acqua, il costo puro per la raccolta e imbottigliamento dell'acqua è molto, molto piccolo. Diciamo che costerà 1 o forse meno. Il resto sono costi di trasporto (certo se ci beviamo l'acqua che arriva dall'altra parte d'Italia), di pubblicità e puro lucro.

Esistono sicuramente delle tasse che non sono giuste in se e tasse che sono inappropriate come meccanismo di pagamento. Citiamo nel primo caso la tassa sul possesso di un televisore. Innanzitutto è una tassa subdola perchè spacciata per qualcosa che non è. La chiamano "canone RAI" ma non è un costo di abbonamento per la visione dei canali Rai. Piuttosto è una tassa sul possesso di un apparecchio radio-televisivo.Hai una tv o una radio a casa? Devi pagare! E a niente serve dire o argomentare che uno non guarda la Rai!
Forse potremmo anche accettare l'idea che si debba pagare per possedere uno strumento elettronico. Forse.
Sa molto di balzello medioevale (non dimentichiamo che questa tassa è stata creata in periodo fascista quando avere una tv o una radio era un lusso per ricchi!) ma se il costo fosse molto contenuto, potremmo anche accettarlo. Ho un bene di lusso e pago per il suo possesso. In cambio lo stato mi fornisce un servizio pubblico di informazione e formazione. Cioè mi mette in onda dei contenuti per cui ha un senso la tassa.
Ma se guardiamo i motivi per cui dobbiamo pagare la tassa sul possesso di una TV non si capisce cosa stiamo pagando.
Forse gli stipendi di tutti quelli che lavorano in Rai? E perchè sono tutte figure necessarie per i servizi di cui parlavamo prima? Ovviamente no, perchè la Rai svolge il suo servizio di utilità pubblica in misura molto molto marginale. Talmente marginale che molti strumenti di Internet oggi hanno soppiantato la necessità che la Rai esista. Su internet possiamo andare a visionare gli atti del parlamento, i decreti del governo, avere risposte, enciclopedie, sapere news da tutto il mondo, programmi culturali e di formazione e documentari a go-go.
Insomma si è capito l'antifona.

 Alcune tasse sono giuste ma il loro meccanismo di pagamento è scorretto. Il classico esempio è la tassa sui rifiuti. Che si paga in base alle dimensioni della propria casa o dal tipo di attività imprenditoriale che si svolge.
Solo una minima parte della tassa dovrebbe essere fissa e ripartatita in modo uguale per tutti. Il resto (la gran parte) dovrebbe essere pagata in proporzione alla produzione effettiva di riufti e non a quella potenziale.
Qualcuno dirà che è difficile farlo ma la difficoltà nella misurazione della produzione di rifiuti non è una scusante.
Occorre impegno e sicuramente un cambio drastico delle abitudini di vita ma è possibile, come dimostrato laddove piccole ma volonterose amministrazioni locali hanno provato soluzioni alternative.

In Italia attualmente il peso fiscale è pari a più della metà dei guadagni per gli autonomi e un pò meno della metà dei guadagni per i dipendenti. Questo mediamente. Il peso fiscale italiano è uno dei maggiori d'Europa e dell'intero pianeta, fatti salvi i paesi tipo "Repubblica delle Banane"- I servizi che lo stato italiano eroga sono immensamente al di sotto della soglia minima di decenza in molti settori. Lo stato prende più di quello che rende al cittadino.
E poi ci meravigliamo se gli italiani non vogliono pagare? Gli italiani onesti, intendiamo.
Perchè oltre questi vi sono gli italiani disonesti, e sono tanti, tantissimi, che non pagherebbero neanche se lo stato italiano e i suoi enti rendessero come servizio più di quanto prelevano. Costoro stanno troppo bene perchè vivono in un contesto in cui si sentono anche giustificati nel non pagare e in cui si confondono con le persone per bene vessate dal fisco.

Quale è la strada? Recuperare soldi dall'evasione fiscale? Solo in parte. Quello va fatto ma lo stato italiano (e quindi tutti noi che lo costruiamo collettivamente) deve dimostrare un cambio radicale con il passato.
Dovrebbe decidere di dare una svolta, abbassando il peso fiscale sulle spalle dei cittadini onesti.
Si inizia dall'abbassare il livello delle imposte e dal cancellare l'esistenza di molte tasse inique o esose.
Questo comporterà la mancanza di fondi per far funzionare le cose. Sicuro. Ma da lì si inizia, altrimenti non ne usciamo più.
E gli italiani, già abituati ad un pessimo servizio pubblico generale, se ne faranno una ragione sapendo che questo sarebbe solo provvisorio.
Meno tasse significa maggiore prosperità per i cittadini e alla fine per lo stato, che ritroverebbe i denari per far funzionare i suoi servizi. Non puoi tassare uno che non ha niente o ha poco. Il 50% di poco è poco. Il 25% di molto è molto. Non so se rendo l'idea.
Ma di possibili soluzioni all'attuale sistema fiscale, parleremo in un prossimo articolo.

Grazie per l'attenzione.

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